La nuova legge sul bavaglio alla Rai
Se Bruno Vespa il lunedì sera tratta il caso Ruby-Berlusconi, per otto giorni nessun altro talk show potrà tornare sull'argomento. Per fare degli esempi: Ballarò, il martedì, dovrà occuparsi della crisi in Egitto e Annozero, il giovedì, della controversa festa del 17 marzo. È il "principio della ridondanza". A Parla con me sarà necessario il contraddittorio dei comici. Alla parodia di Minzolini dovrà seguire l'imitazione di Gad Lerner o di Bianca Berlinguer, perché "trasmissioni apparentemente di satira o di varietà" spacciano "una" verità per "la" verità.
Cari telespettatori, non siamo su "Scherzi a parte". È tutto vero, messo nero su bianco dal senatore Pdl della Vigilanza Rai Alessio Butti. Con un "Atto di indirizzo sul pluralismo" che verrà votato dalla commissione la prossima settimana, mercoledì probabilmente. La sinistra occupa la Rai, è la premessa di Butti, la tv di Stato "relega in posizioni assolutamente minoritarie le idee, i valori e le proposte della maggioranza degli italiani".
http://www.repubblica.it/politica/2011/02/11/news/bavaglio_pdl_talk_show-12322316/
E ora la ciliegina sulla torta: la Rai deve “razionalizzare l’offerta delle trasmissioni di approfondimento giornalistico allo scopo di evitare ridondanze e sovrapposizioni che possono rendere confusa l’offerta Rai”. Ma come ottenere questo risultato? Ecco l’idea geniale: “È opportuno che i temi prevalenti di attualità o di politica trattati da un programma non costituiscano oggetto di approfondimento di altri programmi, anche di altre reti, almeno nell’arco di otto giorni successivi alla loro messa in onda […] per evitare ripetizioni artificiose o la compressione di temi socialmente e politicamente rilevanti”. A Butti bisogna spiegare innanzi tutto che nessuno si confonde seguendo più trasmissioni che approfondiscono una tematica, anzi, forse è vero proprio il contrario. Non servono particolari voli di fantasia per immaginare il caso delle minorenni di Arcore catturato dall’imparziale Bruno Vespa che così facendo impedisce per più di una settimana a Ballarò ed Annozero di parlarne lasciandogli al massimo un plastico di consolazione. E per saggiare un ultima volta la ristrettezza intellettiva con la quale è stato redatto questo ultimo punto immaginiamo tutti insieme l’avvento di un altro 11 Settembre, la notizia, data l’importanza, viene immediatamente ripresa e discussa da “Uno mattina”, dopodiché, per otto giorni, in Italia nessuno, ad eccezione dei tg, ne può parlare. Forse Butti poteva scrivere direttamente “Atto di censura sulla Rai”.
http://www.caffenews.it/?p=14893
Se Bruno Vespa il lunedì sera tratta il caso Ruby-Berlusconi, per otto giorni nessun altro talk show potrà tornare sull'argomento. Per fare degli esempi: Ballarò, il martedì, dovrà occuparsi della crisi in Egitto e Annozero, il giovedì, della controversa festa del 17 marzo. È il "principio della ridondanza". A Parla con me sarà necessario il contraddittorio dei comici. Alla parodia di Minzolini dovrà seguire l'imitazione di Gad Lerner o di Bianca Berlinguer, perché "trasmissioni apparentemente di satira o di varietà" spacciano "una" verità per "la" verità.
Cari telespettatori, non siamo su "Scherzi a parte". È tutto vero, messo nero su bianco dal senatore Pdl della Vigilanza Rai Alessio Butti. Con un "Atto di indirizzo sul pluralismo" che verrà votato dalla commissione la prossima settimana, mercoledì probabilmente. La sinistra occupa la Rai, è la premessa di Butti, la tv di Stato "relega in posizioni assolutamente minoritarie le idee, i valori e le proposte della maggioranza degli italiani".
http://www.repubblica.it/politica/2011/02/11/news/bavaglio_pdl_talk_show-12322316/
E ora la ciliegina sulla torta: la Rai deve “razionalizzare l’offerta delle trasmissioni di approfondimento giornalistico allo scopo di evitare ridondanze e sovrapposizioni che possono rendere confusa l’offerta Rai”. Ma come ottenere questo risultato? Ecco l’idea geniale: “È opportuno che i temi prevalenti di attualità o di politica trattati da un programma non costituiscano oggetto di approfondimento di altri programmi, anche di altre reti, almeno nell’arco di otto giorni successivi alla loro messa in onda […] per evitare ripetizioni artificiose o la compressione di temi socialmente e politicamente rilevanti”. A Butti bisogna spiegare innanzi tutto che nessuno si confonde seguendo più trasmissioni che approfondiscono una tematica, anzi, forse è vero proprio il contrario. Non servono particolari voli di fantasia per immaginare il caso delle minorenni di Arcore catturato dall’imparziale Bruno Vespa che così facendo impedisce per più di una settimana a Ballarò ed Annozero di parlarne lasciandogli al massimo un plastico di consolazione. E per saggiare un ultima volta la ristrettezza intellettiva con la quale è stato redatto questo ultimo punto immaginiamo tutti insieme l’avvento di un altro 11 Settembre, la notizia, data l’importanza, viene immediatamente ripresa e discussa da “Uno mattina”, dopodiché, per otto giorni, in Italia nessuno, ad eccezione dei tg, ne può parlare. Forse Butti poteva scrivere direttamente “Atto di censura sulla Rai”.
http://www.caffenews.it/?p=14893
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