venerdì 28 agosto 2009

mercoledì 26 agosto 2009

IL CORSO DELL'AMORE

Non pensare che tu
possa guidare
il corso dell'amore,
perché se l'amore
ne vale la pena,
lui guiderà
il tuo corso.

Kahlil Gibran

giovedì 20 agosto 2009

UN PREMIO ALLA MEMORIA DI FERNANDA PIVANO

Lo ha annunciato il Comune di Milano. Il premio partirà nel 2010 e sarà intitolato alla memoria della scrittrice Fernanda Pivano.

FERNANDA PIVANO (Genova, 18 luglio 1917 - Milano, 18 agosto 2009) è stata una giornalista, scrittrice, traduttrice e critica musicale italiana, tra le più grandi del secondo Novecento.

Nata a Genova, adolescente si trasferisce con la famiglia a Torino dove frequenta il liceo classico Massimo D'Azeglio. Nel 1941 si laurea in lettere con una tesi in letteratura americana sul capolavoro di Herman Melville, Moby Dick, che viene premiata dal Centro di Studi Americani di Roma.
Nel 1943 pubblica per Einaudi la sua prima traduzione, parziale, della Spoon River Anthology di Edgar Lee Masters, lavoro che segna l’inizio della carriera letteraria sotto la guida di Cesare Pavese, già suo professore al liceo. Nello stesso anno si laurea in filosofia con Nicola Abbagnano, di cui sarà assistente per diversi anni.
Nel 1948 a Cortina Fernanda Pivano incontra Ernest Hemingway con il quale instaura un intenso rapporto professionale e di amicizia. L'anno successivo la Mondadori pubblica la sua traduzione di "Addio alle armi", traduzione che in realtà era stata realizzata clandestinamente nel 1943, e per la quale, durante l'occupazione nazista di Torino, la Pivano era stata arrestata. Negli anni seguenti curerà la traduzione dell'intera opera di Hemingway, intensificando l'amicizia con lo scrittore americano, del quale sarà più volte ospite in Italia, a Cuba e negli Usa.

La sera del 18 agosto 2009 si spegne a 92 anni compiuti da un mese, nella clinica privata Don Leone Porta di Milano dove era ricoverata da qualche tempo e presso la quale è stata allestita la camera ardente.
Due anni prima era morto il marito, l'architetto
Ettore Sottsass.



Il Fuori! saluta Fernanda Pivano, le siamo tutti debitori
Sostenne il primo movimento omosessuale, a Torino nel '71
(ANSA) - TORINO, 19 AGO - Il primo movimento omosessuale in Italia, nato a Torino nel 1971, il 'Fuori!', saluta Fernanda Pivano. ''Le siamo tutti debitori'' conclude un messaggio del fondatore Angelo Pezzana e di Enzo Francone, Enzo Cucco e Marco Silombria. Fu lei la prima - scrivono - nella introduzione a 'Jukeboxe all'idrogeno' di Allen Ginsberg, a capire e a rivelare quanto l'identita' omosessuale fosse una componente di grande rilievo nella nuova cultura che arrivava dall'America. (ANSA).

martedì 18 agosto 2009

IL PROFUMO DEI DOLLARI

Hanno scoperto che nelle banconote americane c’è un buon tasso di sostanza stupefacente, soprattutto cocaina. Circa il 90% di carta moneta è infetto, con punte del 95% in città come Washington, Boston e Detroit.
Come sapete anche nei fiumi delle grandi città come Roma e Milano si trova un alto tasso di droga.
Un mondo di drogati. Che squallore.
Bisognerebbe fare prevenzione ed informazione sull’argomento, a cominciare dalle scuole. Perché qui nessuno ne sa niente e la gente, di fatto, si droga. Che squallore.

L’IMPORTANZA DELL’IDIOMA – LA SCUOLA 2

La Lega insiste a voler introdurre lo studio dei dialetti a scuola. “Presto la legge sarà fatta” ha detto Calderoni.
Mmmhhh… Mi chiedo se si siano chiesti che cosa ce ne può fregare dei dialetti a scuola quando i veri problemi sono altri. Tipo: perché adesso devo pagare 5 euro per una raccomandata A/R, quando fino ad un mese fa pagavo 3,50 euro?
Perché da un anno e mezzo a questa parte i costi dei viaggi sono lievitati del 25% e gli stipendi restano invece sempre gli stessi?
Perché ancora rincari di luce, acqua e gas da questo settembre?


A proposito, una differenza importante: devo mandarvi a quel paese in milanese o in napoletano?

EVVIVA ZIA COLOMBA – LA SCUOLA 1

Nei paesini del Sannio beneventano si suole chiamare le persone anziane con l’appellativo di “zia” e “zio”. Un’antica forma di rispetto che si tramanda da generazioni.
Zia Colomba è una simpatica e lucidissima ultranovantenne che un giorno mi parla di sua nipote, mia ex alunna in un mio passato incarico alle scuole medie ed ora studentessa all’ istituto alberghiero, e nel dialetto sannita che vi traduco perché questo blog è in italiano (alla faccia della Liga Veneta), mi dice:
“Queste ragazze vengono dalla campagna. E vivono in campagna. Con genitori che hanno solo il sapere della campagna e non hanno istruzione, perciò l’istruzione dovete dargliela voi”.
Voi che siete professori.
Che dire. Zia Colomba avrà a stento la quinta elementare ma un’esperienza di vita che le da’ un sapere immenso. Noi stiamo a sentire psicologi, sociologi, filosofi di grido, luminari del sapere in tutte le sue forme ed espressioni.
Ci stiamo a macerare l’anima se i test Invalsi siano validi o meno.
A me zia Colomba, con gran semplicità, ha dato soprattutto una lezione di vita. Ogni paese e paesino ha le sue usanze e la sua gente, mi ha detto. In questi posti c’è gente che viene dal contado, e voi professori dovete lavorare molto sui ragazzi che nella loro vita hanno visto solo il lavoro dei campi. Lavorateci molto, perché devono avere un’istruzione che vada oltre la cultura dei loro genitori. Fatene persone consapevoli.
Evviva zia Colomba!

sabato 15 agosto 2009

WOODSTOCK: 40 ANNI FA DOMANI IL CONCERTO DEL SECOLO

Fonte: http://www.ansa.it/opencms/export/site/visualizza_fdg.html_1645135957.html

(di Luciano Clerico)

WASHINGTON - Quaranta anni fa il concerto di Woodstock, successivamente ricordato come il concerto del secolo, aprì la sua tre giorni di "musica, amore, sesso e rock and roll" il 15 agosto del 1969, in un prato di 2,4 chilometri quadrati alle porte di Bethel, città rurale a una settantina di chilometri da Woodstock, nello Stato di New York. Faceva caldo ma piovve spesso, il prato si trasformò in fango. L'happening musicale divenne "un'altra cosa". Ed è proprio quella "cosa" il motivo per cui a 40 anni di distanza di Woodstock si continua a parlare come di un evento conosciuto in tutto il mondo. Sul quel palco improvvisato in mezzo al prato si esibirono per tre giorni 32 artisti. Alcuni grandissimi (Joe Cocker, Jimi Hendrix, Carlos Santana), altri così mediocri da "non essere degni della fama a cui il concerto è successivamente assurto", ricorda oggi il Wall Street Journal. Eppure per la stessa rivista Rolling Stones, che negli Stati Uniti è da considerarsi la 'bibbia' musicale, Woodstock è da inserire di diritto nella lista dei "Cinquanta momenti che hanno cambiato la storia del rock". Perché? Perché richiamò su quel prato oltre mezzo milione di persone, e da quel prato lanciò al mondo un messaggio di pace fratellanza e musica così potente da diventare il simbolo di un'intera generazione. La qualità della musica era secondaria, e non a caso il critico musicale del Wall Street Journal ricorda che il concerto dal punto di vista della qualità "fu un fallimento". La droga, la pioggia e gli impianti improvvisati ebbero il sopravvento sul talento degli artisti o presunti tali che si presentarono sul palco. Eppure Woodstock è una pietra miliare della storia del rock. Canzoni come appunto 'Woodstock', di Joni Mitchell, e artisti come Joan Baez, Janis Joplin, Crosby, Stills, Nash & Young, o immagini a loro modo tragiche come quella di Jimi Hendrix che con la sua chitarra elettrica distorce fino al punto estremo della musicalità possibile l'Inno americano, hanno segnato una tappa inconfondibile della cultura popolare mondiale. Sono diventate icone di quei 'figli dei fiori' che hanno attraversato tutti gli Anni Settanta. Woodstock è l'immagine simbolo della beat generation cantata da Jack Kerouac e che cercava 'on the road' il senso della vita. Ha segnato almeno un decennio. Sul palco di Woodstock non si esibì il meglio del panorama musicale di allora, anzi. Artisti come i Jethro Tull, i Doors, i Led Zeppelin, i Byrds, declinarono l'invito. Altri, come per esempio John Lennon, non furono nemmeno inviati. Eppure Woodstock continua ad essere celebrato come 'il' concerto. Tutti i critici, i cantanti, i testimoni e gli storici sono concordi su questo dato: la differenza la fece la gente. Mezzo milione di persone che per tre giorni riuscirono a convivere pacificamente sotto la pioggia, nel fango, in condizioni igieniche precarie, eppure esprimendo una energia collettiva unica, mai vista prima. Per esserci avevano speso 18 dollari: 6 dollari al giorno per quel venerdì-sabato-domenica che - a loro modo - hanno fatto la storia.

martedì 11 agosto 2009

NEW LOOK FOR MY WEB SITE


GENIALATA LESSICALE

Caldo agostano, una serata di festa, un cantante poco o niente conosciuto. Un amministratore locale che fa il discorso sul palco:
"Ringrazio per la collaborazione le forze dell'ordine e le forze ecclesiastiche".
Devo dire che questa è una genialata lessicale.
Grazie, per questo momento altissimo...

RAZZISTI CHI? - 2

Due rom di 15 e 17 anni ed il padre di uno dei due hanno ammazzato uno studente di 23 anni che aveva chiesto loro dove fosse la sua bicicletta.
Su può morire per questo? Per la violenza di individui a cui nel nostro territorio diamo lavoro, istruzione, cure sanitarie ed una dignità di vita?
Ripeto, accogliamo in Italia milioni di ospiti.
Ospiti.
Che poi siano gialli, neri, rossi, blu non me ne può fregare di meno.
Ma gli ospiti hanno il dovere di onorare l'ospitalità. Altrimenti che tolgano il disturbo.
Dante Alighieri pone i traditori dell'ospitalità nel punto più basso dell'Inferno, in bocca al Maligno.
E poi mi si vengono a fare discorsi buonisti e progressisti, ma non si esita ad offendere gratuitamente chi è italiano e nel suo territorio vive e lavora onestamente. E allora chiedetevi chi sono i veri razzisti.
Aprite gli occhi. Fatevi furbi.
Vi ricordate l'uccisione della signora Reggiani da parte di un extracomunitario e quella della ragazza nella metro di Roma, pure ad opera di due straniere?
O degli incalcolabili episodi di violenza da parte di individui che vengono in Italia dai loro Paesi?
E' di oggi la notizia che due vu cumprà hanno travolto un bimbo di sei anni per sfuggire ad un controllo dipolizia. La creatura si è quasi fracassata il cranio. Ed io non mi dovrei indignare.
Qui non è lo stadio, dove ognuno tifa per la sua squadra. Qui è la vita. Quella per la quale molti ospiti non hanno più riguardo. E poi, di fronte a questo, non ci dovremmo indignare. Ma magari capire e farci massacrare.
Quanta umanità...

venerdì 7 agosto 2009

BENEVENTO, ESTATE 2009

Ho girato la mia città alla ricerca di una cartolina turistica degna di immortalare sul serio le bellezze locali. Cartoline del genere non ce ne sono. Poca roba, e non proprio "artistica". Di book fotografici nemmeno l'ombra. Possibile che quando si parla di turismo siamo sempre con le pezze lì? E poi, aspettate Città Spettacolo per rianimare il centro storico? Quando vi deciderete ad impiantare un ufficio per il turismo in pieno centro cittadino, con informazioni e materiali fotografici veramente belli, tali da rendere appetibili la città? O fotografi bravi non ce ne sono, dai tempi di Intorcia?
Quando si comincerà a fare un po' di baccano per portare allo scoperto la città dei Longobardi, ammirata anche da personaggi del calibro dell'ex presidente della Repubblica Azeglio Ciampi? (O aspettate Berlusconi, che ha altro a cui pensare?)...
Perché di luoghi belli e da vedere ce ne sono, ma forse non siete capaci di vederli.
Ricordate che il vero viaggio di scoperta non consiste nel cercare nuove terre, ma nell'avere occhi nuovi.

RAZZISTI CHI?

Leggo su un sito locale questa notizia (estratto):

Picchia e rapina 22enne. Nei guai giovane tunisino
Aveva avvicinato uno studente d 22 anni e dopo averlo insultato e picchiato gli aveva rubato una catenina d’oro con crocefisso del valore di mille e 300 euro. Si tratta di un 19enne di nazionalità tunisina, disoccupato e da alcuni anni residente (bip) con la famiglia. In compagna di un amico minorenne poi risultato estraneo ai fatti, il nordafricano aveva avvicinato nei giorni scorsi uno studente 22enne e, dopo averlo apostrofato con frasi ingiuriose, aveva cominciato a picchiarlo con particolare violenza, sferrandogli calci e pugni, tanto da farlo cadere più volte per terra. Il ragazzo non reagiva all’aggressore che, al termine del pestaggio, gli strappava dal collo la collanina in oro con crocefisso e, dopo avergli anche sputato in faccia, andava via senza fretta e con spavalderia continuando ad inveire contro il ragazzo, a suo dire, colpevole di essere un italiano
.

Capito? Colpevole di essere italiano!
E poi noi saremmo i razzisti?
Ragazzino tunisino, dovresti ringraziare per l'ospitalità che ti diamo.
Fanculo al tuo Paese.

Lettori fissi