martedì 30 marzo 2010

MOMENTI DI GLORIA

Più sfoghi le tue frustrazioni con chi non merita ed ha sempre fatto il suo dovere, più dai a tutti l'esatta misura della tua miseria umana e della tua sfiga di povero sfigato, convinto di esercitare il suo "potere" sul prossimo. I vermi non meritano considerazione e la tua cartastraccia non sto a dirti dove mettertela. Sei e sarai sempre un vile finché schiatti, ma tanto si sa: l'erba triste non la vuole manco Cristo.
Non vali niente, né professionalmente né come uomo. Più ti accanisci sul prossimo e più la sfolgorante umanità di chi un cuore ce l'ha ed un sorriso sa donarlo risplende, magnifica e possente, ed abbaglia l'abissale oscurità della tua anima, ammesso che tu ne abbia una.
Ti ridono dietro tutti e tutti sanno che, ormai che ti sei bevuto completamente il cervello, dovresti ritirarti a vita privata, ma già: ritirarsi da dove si è rotto tanto le scatole al prossimo è un atto di dignità che tu non hai, perché non hai né dignità né il coraggio di fare questo. Sei solo un uomo piccolo e miserabile, esecrato da tutti. Povero verme e povero illuso. Non ti rispetta nessuno, non ti ama nessuno, non ti teme nessuno.
Anche i Santi sono stati perseguitati e questo non ha che aumentato la loro forza ed il loro potere spirituale. E tu, piccolo miserabile vermiciattolo, più ti accanisci e più dai forza al prossimo.
Che sfigato che sei. Vergognati.

lunedì 29 marzo 2010

LA BELLEZZA DI CRISTO

Ieri ero in contemplazione davanti alla statua di Cristo che vedete riprodotta in questa fotografia, e quasi subito la preghiera personale è stata sopraffatta dalla bellezza di questa scultura, e dalla considerazione della bellezza umana e sovrumana del Figlio di Dio.
Gesù Cristo era bellissimo. Alto, forte, carismatico, con barba e capelli lunghi, portamento regale. Il Figlio di Dio non poteva che essere perfetto.
Gesù Cristo il più grande comunicatore di tutti i tempi, che apre le sue braccia all’umanità e la invita a gettare nel suo divin cuore i suoi affanni.
Non una teoria, un’ideologia, un partito, un dogma. Carne viva che cammina tra gli uomini, accoglie tutti ed accoglie su di sé la flagellazione e la crocifissione per la redenzione degli uomini.
Che risorge nello splendore della bellezza divina. Che continua ad attrarre a sé con il più rivoluzionario messaggio di tutti i tempi, quello dell’Amore.
Nessuna teoria o filosofia ha mai avuto questo potere. L’amore di Cristo sì.
Scusate, ma questa effigie è talmente bella che oggi volevo scrivere qualcosa su Nostro Signore.
Buona Pasqua a tutti.

venerdì 26 marzo 2010

CITTADINI DEL MONDO


Se un uomo è gentile con uno straniero mostra d'essere cittadino del mondo, e in cuor suo non è un'isola staccata dalle altre, ma un continente che le riunisce.


Francesco Bacone

NUOVI VERSI DI QUASIMODO SCOPERTI A GENOVA

Fonte: http://www.ilgiornale.it/cultura/nuovi_versi_quasimodo_scoperti_archivio_genova/26-03-2010/articolo-id=432572-page=0-comments=1

Versi inediti di Salvatore Quasimodo sono stati rinvenuti nel corso di un trasferimento degli archivi del Genio civile di Imperia. Ne ha dato notizia il professor Giovanni Felici, dell’università di Genova. Questi i versi. «Sentieri velati da un tratto di eterno: basole fra scorci di storica passione; a passi tardi rinvengo in cor mio nascituro sguardo che soave m’attrista». Il componimento è dedicato a Modica, città dove il poeta nacque il 20 agosto 1901, ed è stato probabilmente composto nel 1931.

NASCE LA GIORNATA DEL TEATRO

Fonte: Corriere della Sera, 26 marzo 2010

Abbiamo aspettato cinquant'anni ed è stato necessarionun decreto del governo. Finalmente, ogni 27 marzo a cominciare da domani, sarà celebrata anche in Italia la "Giornata mondiale del Teatro" che esiste in Europa dal 1961, quando fu istituita a Vienna. Emilia Costantini

Il teatro vero, dicevamo — e se ne parla perché domani, per la prima volta si celebra anche in Italia la giornata mondiale del teatro, nata a Vienna 49 anni fa — offre spettacoli che si vorrebbe che non mancassero mai, che fossero possibilmente di buona qualità e, insieme, di prezzo accessibile, di modo da sconfiggere in un soffio grandi fratelli, isole, amici, fattorie e, appunto, i quotidiani, frusti teatrini imposti dall’alto, e che animassero grandi città come piccoli centri di provincia, dove, non a caso, sorgono quasi dappertutto, antichi piccoli teatri, in maggioranza oggi purtroppo abbandonati. Gli antichi sapevano, infatti, come altrettanto sappiamo noi, che il teatro fa capire meglio la vita, la rischiara, la illustra, automaticamente rendendola, per poco o anche per molto, meno pesante, meno tetra, perfino con spigoli meno aspri, a volte. In altre parole, il teatro, come la lettura o forse in un modo ancor più evidente della lettura— soprattutto in un Paese, come il nostro, dove essa è così poco esercitata— bonifica il territorio, educa cioè gli spettatori, li raffina, li forma e li informa, arrivando a concedere agli assidui maggiore e più profonda umanità. Da rigidi e chiusi si può, insomma, diventare, a forza di commedie e tragedie, flessibili e tolleranti, come un pezzo di ferro a lungo lavorato. Che non si lasci, dunque, rinsecchire il teatro, che non lo si lasci soltanto sopravvivere, che gli vengano concessi i necessarissimi contributi, invocati, del resto, da quasi tutti palcoscenici, non limitando l'attenzione alla celebrazione di una simbolica giornata mondiale, alla quale il presidente Napolitano ha peraltro dedicato un discorso appassionato. Isabella Bossi Fedrigotti

giovedì 25 marzo 2010

SOLIDARIETA'

La protesta delle lavoratrici della Leader Pumps Group, che produce pompe idrauliche in Friuli

martedì 23 marzo 2010

1810-2010: BICENTENARIO NASCITA DI CAVOUR


Fonte: (ANSA) - L'Italia unita, lui che ha contribuito a farla, l'ha vista soltanto per pochi mesi. Dalla storica data del 17 marzo 1861 al successivo 6 giugno, giorno della sua morte. E a Roma, che dieci anni piu' tardi diventera' la capitale del suo capolavoro, ha soltanto sentito parlare. Per vederla, si fa per dire, Camillo Benso Conte di Cavour ha dovuto aspettare la bellezza di due secoli.


sabato 20 marzo 2010

"LE DONNE NON INVECCHIANO MAI"

Già, mummificano, è stato il commento delle mie colleghe a scuola. E comunque è questo il provocatorio titolo dell'ultimo libro di Iaia Caputo, edizioni Serie Bianca Feltrinelli. Giornalista di Marie Claire, napoletana di origine e milanese di adozione, la Caputo è cinquantenne di grande vitalità ed espansività che l'aria nordica non ha minimamente scalfito. Abissale era il contrasto tra lei e la docente universitaria piemontese doc che la intervistava. Balzava agli occhi di chiunque. Espansiva e gestuale la Caputo; sobria e riservata la sua intervistatrice.
Due stili di cui discutevamo anche a serata conclusa, dopo un buon bicchiere di eccellente Moscato. Lo stile partenopeo era ritenuto una marcia in piùdalle chiuse e riservate donne piemontesi.


Ieri sera tra il pubblico in platea c'ero anch'io. Una sala gremita di donne, anche se Beppe Grillo teneva un comizio in un'altra piazza cittadina.
Ritengo che presentare i libri alle nove di sera sia sempre l'ideale. La televisione non offre niente, ci si può ritrovare a chiacchierare di cose leggere o importanti, si può recuperare il gusto dello stare insieme. Il messaggio contenuto nel libro passa anche meglio.
Ieri sera ad un certo momento sembrava che le donne facessero gruppo di autocoscienza. Forse ce ne sarebbe bisogno di nuovo, in questi nostri tempi in cui l'intreccio tra corruzione politica e mercimonio di corpi femminili e non è alle stelle, e senza alcun pudore, data l'impunità di cui i nostri politici godono ampiamente.
"Il corpo delle donne una volta era assoggettato e controllato da padri, mariti e fratelli attraverso l'arma del timore", ha detto la Caputo, "oggi lo si fa con un sistema più subdolo, dal momento che per veline e letterine il loro corpo è il mondo, il modo per ottenere quello che desiderano. Alla base c'è una ricerca di potere che non ha limiti". Ed a fine serata ecco che emerge una bella storia di una maestra ottantenne che "non si è accorta di invecchiare", nonostante il tanto da fare e le molteperipezie e dolori della vita. Il segreto di Giovanna (questo il nome della dinamica maestra in pensione)?
"Essere sempre me stessa. Avere pensieri elevati. Coltivare le mie amicizie e tanti interessi". Altro che veline e letterine. Altro che escort d'alto bordo. Se le donne recuperassero la loro autocoscienza cambierebbero il mondo. Altro che grilli parlanti!

I CONSIGLI DEL NUTRIZIONISTA

AL MATTINO - Poiché è necessario carburare sì a caffè, spremute, fette biscottate e marmellata, frutta. Sconsigliato il latte, perché è soporifero per il sistema nervoso. Meglio una buona tazza di latte prima di andare a dormire la sera. Il latte agisce come stimolante della tiroide, ma se si è allergici al lattosio allora è sconsigliabile anche lavarsi con Saugella, perché contiene una piccola quantità di lattosio.

A PRANZO - Carboidrati e proteine. Pasta, pizza, polenta ok

A CENA - Proteine. Sì a carne, pesce, uova e formaggio.
No al brodino con dado, perché il glutammato presente in quest'ultimo (indicato a volte con la sigla E621) è stimolante per il sistema nervoso e non permette di dormire sonni tranquilli la notte.

E per lo spuntino di metà pomeriggio? Ottime le proteine, quindi no a cioccolato che ingrassa o a zuccheri che ci servono solo per fiammare al mattino, ma sì, magari ad un panino con il prosciutto.
INTOLLERANZE E CAMPI DI INTOLLERANZE ALIMENTARI - Si rilevano con il Tricotest, cioè un'analisi effettuata su una ciocca di dieci capelli (anche trattati), da effettuarsi dal medico o in farmacia (costo circa 70 euro). Essa rivelerà tutti gli alimenti a cui siamo inottleranti o che non riusciamo ad assimilare bene. Un medico coscienzioso dirà al paziente di eliminare dalla dieta quei due o tre alimenti che non gli fanno bene. Non oltre.

giovedì 18 marzo 2010

CALITRI, PAESE DI VECCHI

Riceviamo e pubblichiamo da un giornalista di Calitri questi stralci tratti da giornali meridionali, a proposito di Calitri paradiso per vecchi:

"Sono anch’io un giornalista e vivo a Calitri...da una vita. Conosco benissimo questa realtà e le assicuro che la grazia (o promozione) ricevuta dall’International Living è una bufala assoluta.
Le invio i testi completi delle due lettere aperte (una versione breve, diciamo sarcastica, pubblicata da Il Mattino e l’altra più seria, ancorché ridotta, edita da Ottopagine) con cui, spero, si farà un’idea più realistica di questo comunque bellissimo paese".


Caro Direttore,
lo spot trasmesso ieri sera dal TG1 Rai sui pensionati di Calitri, non poteva non essere all’insegna dei tarallucci, tarantelle & vino...con l’aggiunta di formaggi & salami che, pur gustosi e costosi (!), sono comunque alquanto indigesti, specie oltre una certa età. Qui, in paese, di basso non c’è certamente il costo della vita, ma soltanto la qualità di chi specula o spara cialtronate, come l’affermare che “con 500 euro si vive bene e con 1000 euro si vive da re”.
Peccato che è saltata la notizia (questa sì vera), che a Calitri quasi tutti i vecchi, non essendo avvezzi a vivere da “re”, stanno rifiutando le pensioni che superano i 500 euro.
Più seriamente: poiché anche a cercarli non si trovano strutture (centri sociali, ricreativi o sanitari adatti a persone anziane), non si capisce bene (o fin troppo) come ci abbiano regalato un tal primato internazionale. Se non fosse per la solita vanagloria, tipica delle piccole comunità, dopo i ringraziamenti, la qualifica andrebbe declinata, quantomeno per rispetto dei tantissimi centri che davvero la potrebbero meritare.

Il Mattino – 17/3/2010, pag. 23

Caro Direttore,
sulla promozione di Calitri - da parte del e-magazine «International Living» - a ‘capitale’ dei pensionati, se ne sono lette, sentite e viste tante (come ieri sera al Tg1 e prima ancora all’avellinese Itv), da farne anche la capitale delle bufale. Ho condiviso sostanzialmente solo quanto ha scritto Franco Arminio, pur non entrando nel merito della questione. Ed è ciò che intendo fare io, come calitrano, se me lo permette.
Dunque: perché Calitri?! Per essere preso a campione mondiale dovrebbe avere non le stesse qualità degli altri Comuni, ma qualcosa di speciale, fuori dal comune, appunto! Ed è qui che cascano, oltre alla graduatoria, gli asini. È mai possibile che abbia potuto scavalcare paesi davvero all’avanguardia nell’assistenza gerontologica? Insuperabili restano quelli emiliani o romagnoli. Senza dire delle molto più civili e accoglienti cittadine interne della penisola. Ma tant’è! I parametri di giudizio seguiti dal britannico e-magazine sarebbero stati il mercato immobiliare, la quantità di imposte sul reddito, e l’indispensabile assistenza sanitaria.
Ebbene, Calitri un mercato immobiliare rapportato al medio reddito pro capite non l’ha mai avuto. È sempre stato esagerato. Tant’è che finanche Tecnocasa s’è fermata a Lioni, perché il nostro ambiente era considerato troppo ‘selvaggio’ o irregolare. E lo è tuttora, sempre in balìa di speculazioni varie. Il parametro certo non lo può fornire il Centro storico. Dopo aver speso decine di miliardi (di lire) per ‘sistemarlo’ (con lifting edilizi o estetiche riverniciature), è ora quasi del tutto abbandonato. I residenti hanno preferito lasciare quelle case, oltre che per scadenze esistenziali, perché prive delle moderne comodità (difficoltà di accesso, strutture sanitarie inadeguate, spazi abitativi spesso angusti, ecc.). Da qui i prezzi ‘bassi’. Certo, è pur sempre un patrimonio immobiliare di rilevante bellezza, un’antropologica testimonianza di un mondo e di una convivenza sociale ormai quasi inesistente. Qualcosa che richiama nostalgie di vite e di tempi meno frenetici. E sarà il fascino dell’antico, del budello medievale, ovvero la seducente variegata percorrenza di viscere sinuose e pietrose, ma resta il fatto che quel modello di vita, almeno attualmente, nel Centro storico non è più sostenibile, se non per brevi permanenze.
Senza un reale federalismo fiscale, poi, di quali tasse basse parliamo? Sono quelle comuni a tutti i Comuni. L’unico criterio affidabile sarebbero, per contrappeso, i servizi offerti. E qui siamo davvero scarsi. Come in quasi tutti i Comuni irpini, invalidati e appesantiti da burocrazie e clientelismi. Avessimo almeno qualche centro ricreativo per anziani. Macché! C’è qualche sottano per giocare a carte, o il muretto del corso dove appollaiarsi a mò di rondoni per fare quattro chiacchiere. Ci fosse almeno un campetto di bocce o un cinema. Manca una piscina comunale e di una permanente sala da ballo non c’è l’usanza.
Anche il costo della vita a Calitri è sempre stato alterato, tant’è che molto si acquista altrove. Si salvano forse i fitti delle case per uno sfasato rapporto fra immobili esistenti e popolazione residente (tre a uno), ma tutto il resto è adeguato, giacché imposto, alle tariffe nazionali. Una normale pensione, insomma, qui potrebbe anche bastare ma soltanto se si possiede un alloggio e si fa una vita parsimoniosa. La barzelletta del “vivere da re”...è davvero del paese dei sogni, ed è meglio lasciare lo spot a chi di cialtronate se ne intende.
Scarsa è finanche l’assistenza sanitaria (che ovviamente è gratuita non soltanto a Calitri!). L’Asl locale si caratterizza più per le pratiche burocratiche che per le visite specialistiche, ed è comunque a rischio chiusura. Dell’ospedale di Bisaccia, esautorato per le malattie più serie, non si riesce a decidere neppure se trasformarlo in ospizio o chiuderlo del tutto. Solo al Criscuoli di Sant’Angelo dei Lombardi va un po’ meglio. Per il resto, resta Avellino o altri grossi centri, Napoli o Potenza. Come 40-50 anni fa. Rispetto ad Andreatta, Fontanarosa o altre comunità, non abbiamo neppure una casa di riposo per anziani, salvo i limitati ricoveri dalle suore. Come secoli fa.
E allora su cosa si basa questa qualità della vita? Sull’aria? Già, come quella di tutta la (ex) verde Irpinia. Sulla quiete? Allora meglio Cairano, ancora più tranquillo. Sulla genuinità dei prodotti alimentari? Quali?...se sono i medesimi dappertutto. Vero è che ci sono quelli nostrani, autoctoni, che poi sono sempre quei pochi circoscritti al caseario o al salumificio, più o meno casalingo.

E per essere onesti fino in fondo, siamo anche gente forse senza cattiveria, ma con troppa atavica superbia o supponenza (rilevata anche dal De Sanctis ) per essere davvero ospitali.
Insomma, non c’è nulla, o molto poco, per meritarci l’onore di una mondiale selezione e qualificazione. E allora da cosa nasce quella graduatoria? Che vi sia lo zampino di qualche britannico buontempone, nonché acquirente di modesto ed economico locale calitrano? Non è da escludere. Certo è che noi, nati o residenti a Calitri da una vita, non ce ne eravamo mai accorti.
Non si vuole essere anticalitrano per spirito contraddittorio, ma solo per rispetto di quella realtà o verità che la politica spesso calpesta pur di vendere spot pubblicitari, credendo in un ritorno elettoralistico. Per un simile riconoscimento, proprio perché sostanzialmente falso, non credo ci sia da inorgoglirsi. Oltre a creare discriminazione etnica fra altre comunità irpine (per non dire nazionali) che offrono di meglio, si finisce per concretizzare, di Calitri, sempre più l’immagine di UN PAESE DI VECCHI, più di quanto già non lo sia, con tutti i problemi, anche economici e sociali che ciò comporta.
Questo non significa chiudere le porte al turismo. Ci mancherebbe. È che sarebbe meglio, non solo per noi, ma per l’Irpinia tutta, una politica più seria, che pensasse ad arrestare soprattutto le ondate migratorie di centinaia di famiglie, per giunta giovani. A farla breve: hanno promosso Calitri a Eden per vecchi. Ma è preferibile che rimanga l’inferno dei giovani. Quantomeno per non perdere la speranza di futuro.

Ottopagine – 17/3/2010, pag. 16

CAV. CHE ABBAIA

Nei Paesi normali, un capo del governo che urla a un’autorità dello Stato «fate schifo», «siete una barzelletta» e ordina di chiudere un programma del servizio pubblico sarebbe costretto ad andarsene nel giro di un’ora. Sempre in quei famosi Paesi, quando un’autorità dello Stato viene trattata dal capo del governo alla stregua di una cameriera, si dimette in un sussulto d’orgoglio oppure esegue l’ordine. Ma noi siamo nella terra degli arlecchini: più servili che servi. Tutti inchini e promesse, niente sostanza. Attraverso il sipario trasparente delle intercettazioni osserviamo questi funzionari mentre si sorbiscono le reprimende del Capo in silenzio (il silenzio degli Innocenzi). Cercano di ammansirlo con parole vaghe, alzano fumo, ma alla fine che fanno? Niente. Lasciano Santoro al suo posto (per fermarlo un misero mese hanno dovuto appiedare pure Vespa) e il Cav. in preda a un delirio di onni-impotenza. Poi, passata la tempesta telefonica, si sfogano con gli amici: «Aho’, quello me manda a fare in c. ogni tre ore!». E lo dicono senza dignità, ma anche senza paura, come se la loro essenza millenaria di burocrati li mettesse al riparo persino dalle ire del padrone. Montanelli sosteneva che durante il ventennio l’unica resistenza al fascismo la fecero gli impiegati pubblici, contro l’abolizione della pausa cappuccino. Chinavano il capo, allargavano le braccia. E continuavano ad andare al bar. Fu pensando a loro che Mussolini ammise: «Governare gli italiani non è difficile, è inutile». Una grave iattura, certo, ma talvolta consente di evitarne di peggiori.
MASSIMO GRAMELLINI
La Stampa, 18 marzo 2010

martedì 16 marzo 2010

CALITRI, IL PARADISO DEI PENSIONATI


L'ha detto anche il tiggì. Calitri, ameno centro in provincia di Avellino, è il paradiso dei pensionati. "Con 500 euro qui si vive bene, con 1000 euro si vive da re", afferma il sindaco Giuseppe Di Milia.
Molti stranieri hanno cominciato a comprar casa qui, perché i prezzi sono veramente abbordabili. Diecimila euro per una casa bella, sessantamila per una reggia. I generi di prima necessità si comprano dai rivenditori nelle famose grotte, a costi ridotti.
Una signora irlandese, intervistata al Tg, dice che ha scoperto Calitri, comprato casa qui e che non tornerebbe più indietro. Idem una coppia di giovani sposi inglesi, lui fa il pittore.
Ma ci pensate? Una casa che costa meno di un'automobile? Di questi tempi?!? Propongo di scrivere i Racconti di Calitri, perché non è fantascienza, ma la pura realtà.


venerdì 12 marzo 2010

COMPAGNI DI SCUOLA (MASCHI)



"Prof, nella nostra classe sempre quei due abbiamo e ce li teniamo. Quando passano gli assorbenti sotto il loro naso non dicono nulla, tanto ci sono abituati".


"Ma i Tampax o gli assorbenti esterni?"


"Tutti!"

mercoledì 10 marzo 2010

INNAMORATI DI TE

La più grande storia d'amore che puoi vivere è quella con te stesso. Liberati dai limiti che hai creato e impara a vivere felice!

Il testo affronta due argomenti (la “responsabilità” e il “pensiero creatore”), in modo esaustivo, mostrando chiaramente, attraverso numerosi esempi, come alcune persone letteralmente sabotino la propria vita, mentre altre, pur partendo da difficoltà oggettive che devono affrontare giornalmente, riescano a trasformare la loro esistenza in qualcosa di gioioso e leggero, per loro e per gli altri.
Noi abbiamo la possibilità di decidere a quale di queste due categorie vogliamo appartenere, a quella del vittimismo dilagante o a quella di coloro che prendono in mano le proprie attitudini e le proprie possibilità e ne fanno meraviglie.
Il pensiero creatore; i miracoli che ogni persona può fare; i pensieri che possono cambiare il mondo; fare di questa vita la nostra prossima vita felice; il sogno di essere nel proprio sogno; perdere solo quello che smettiamo di scegliere; più vediamo il mondo come vorremmo vederlo e più il nostro mondo diventa così; attiriamo nella nostra esistenza le persone e le circostanze perfette; la casa con un buco nel tetto ha un appuntamento con la pioggia...; crederci sempre e comunque sino alla favola...Questi sono gli argomenti trattati in questo libro, per "ricominciare da te"...
"Le ferite non contano se smetti di contarle..."

IL FRATELLO DEL PAPA

Il fratello del Papa: «Ho schiaffeggiato i miei alunni»

Estratto da

Monsignor Georg Ratzinger, il fratello di Benedetto XVI, ribadisce di essere stato all’oscuro degli abusi sessuali, subiti dai ragazzi nella scuola preliminare dei Domspatzen, ammette di aver dato qualche schiaffo ai suoi cantori e chiede «perdono alle vittime». E sempre ieri è sceso in campo anche il portavoce vaticano, padre Federico Lombardi, che con una nota alla Radio vaticana ha fatto il punto sulla situazione tedesca spiegando come sia sbagliato mettere sotto accusa soltanto la Chiesa cattolica e ricordando che le istituzioni ecclesiastiche «hanno dato prova di volontà di trasparenza» e hanno in certo senso accelerato «il manifestarsi del problema invitando le vittime a parlare».
L’ottantaseienne monsignore fratello del Pontefice, direttore del coro dei «passerotti del Duomo» di Ratisbona, dal 1964 al 1994, ha rilasciato un’intervista al quotidiano tedesco Passauer Neue Presse. Va sottolineato che le violenze di cui Georg Ratzinger parla, anche in relazione alla scuola e al convitto dove i ragazzi vivevano, sono sempre e soltanto punizioni corporali, perché di abusi sessuali «non si è mai parlato» e il fratello del Papa non ne venne mai a conoscenza.

L’ex direttore ha spiegato di aver dato qualche schiaffo ai cantori indisciplinati, quando era depresso perché «non raggiungevamo i risultati» voluti, e di essersene sempre pentito. Per questo si è sentito «sollevato» quando nel 1980 le punizioni corporali sono state proibite per legge. Ratzinger però non ha mai sentito parlare di abusi sessuali, e ha detto di provare pena per le vittime, «la cui integrità fisica e spirituale è stata ferita». Ha ammesso invece di essere stato a conoscenza dei duri metodi punitivi di Johann M. direttore della scuola primaria di Ettarzhausen, dalla quale venivano reclutati i giovani cantori del suo coro, che distribuiva «violenti ceffoni» e che lo faceva «anche per motivi molto futili». A informare Georg Ratzinger di questi comportamenti erano stati suoi stessi allievi durante le tournée. «Ma i loro racconti - ha spiegato il fratello del Pontefice - non sono stati da me percepiti in modo tale da ritenere di dover fare qualcosa». In ogni caso, ha precisato, anche se fosse intervenuto, non avrebbe potuto fare molto, dato che la scuola di Ettarzhausen era «un’istituzione indipendente». Ma «se avessi saputo di quale tipo di eccessive violenze si trattava, avrei detto qualcosa. Chiedo perdono alle vittime».

L'ASILO DELLA MORALE

La pedofilia non riguarda solo il clero, ma anche altri ambienti - dice il portavoce Vaticano padre Lombardi - ed è bene occuparsi pure di questi. Certo, padre, è sempre bene occuparsi dell’universo mondo. Per esempio della regressione all’infanzia che induce uomini attempati a comportarsi come all’asilo, annegando le proprie responsabilità in quelle del prossimo. Lo fanno anche gli altri... Perché colpite solo me e non gli altri... È un complotto ordito dagli altri...

A mandare in paranoia certe persone non è la multa rifilata loro dal vigile, ma il fatto che non l’abbia estesa alla macchina accanto. Non l’otto in condotta del figlio, ma il nove dato al suo vicino di banco che è notoriamente più teppista. Appena un politico compie qualche malefatta, i giornali della sua parte cercano subito un pretesto per dimostrare che anche quelli della parte avversa rubano, trafficano, frequentano le escort esattamente come lui. E che gioia, che goduria, nel poter affermare che gli altri fanno schifo come noi, e che il vero scandalo non è che tutto sia uno schifo, ma che ne sia venuto a galla soltanto il pezzo che ci riguarda. Gesù diceva: chi è senza peccato scagli la prima pietra. Ma lo diceva per indurci a perdonare il prossimo, non a sollevare polveroni dentro i quali far scomparire le responsabilità individuali. Se persino il portavoce vaticano comincia a ragionare così, forse bisognerà ricordargli che chi si ritiene investito di un’autorità morale deve anzitutto meritarsela con i comportamenti. A prescindere da quel che combinano i famigerati Altri.

MASSIMO GRAMELLINI, La Stampa, 10/3/2010

COMPLEANNO GRANDE FRATELLO


L'edizione italiana del Grande Fratello ha compiuto dieci anni. Il programma fu lanciato per la prima volta in Olanda, paese della casa di produzione televisiva Endemol ed il più creativo dal punto di vista televisivo. Sbarcato in Italia il format conobbe un successo travolgente. La formula era semplice e diabolica allo stesso tempo: permettere alla gente di spiare indisturbata la vita che fanno gli altri, attraverso l'occhio indiscreto della telecamera piazzata a riprendere minuto per minuto le giornate dei concorrenti messi insieme in una casa. Lo stesso principio da cui è nato Facebook, altro network dal successo immane.
Condividere tutto, soprattutto gli affari propri.

domenica 7 marzo 2010

VOCI DALL’INDIA



Avete mai provato a vivere con voi stessi? Se sì, comincerete a vedere che non siete statici, ma una fresca cosa vivente. E per vivere con una cosa viva anche la vostra mente deve essere viva. E non può essere viva se è intrappolata da opinioni, giudizi e valutazioni.

Krishnamurti

giovedì 4 marzo 2010

ARISTOTELE SPIEGATO AI RAGAZZINI

Terza Liceo: la prof spiega Aristotele.

- "Se togli la sostanza togli la cosa. Gli accidenti li puoi togliere senza togliere la cosa. Se ad un uomo togli le mani resta la sostanza uomo".


Alunno:


- "E se gli togli gli attributi?".


Prof:


- "Restano eunuchi per il regno dei Cieli...".

martedì 2 marzo 2010

BALIE

A Benevento, sabato 6 marzo alle ore 10.00 presso l'Archivio di Stato si inaugura la mostra Balie.
Per approfondire le tematiche femminili nel Sannio consultate il sito donnenelsannio.135.it.

COLLINE

Silvia Dogliani

SO CHE MI BRAMATE SU FACEBOOK...

...ma tanto io lì non ci sono e non mi ci metterò mai, nemmeno per amore.
Ho una viscerale antipatia per il mezzo. Scusatemi tutti.
Ah. Diffidate dalle imitazioni. C'è la mia omonima. Lucia Gangale, giornalista, non è su Facebook.

Lettori fissi