venerdì 29 aprile 2011

LA MAGLIA INDOSSATA DA GIOVANNI PAOLO II IL GIORNO DELL'ATTENTATO DIVENTA PREZIOSA RELIQUIA

(Il Messaggero)
di Franca Giansoldati
ROMA - Il vetro sotto il quale è stata stesa per conservarla meglio consente persino di osservare da vicino i buchi lasciati dalle pallottole di Alì Agca. A via Albergotti, civico 75, nella grande casa delle Figlie della Carità, si trova una reliquia di classe A, praticamente sconosciuta.

Si tratta della maglietta tutta inzuppata di sangue che
Papa Wojtyla indossava il giorno dell’attentato, quel terribile 13 maggio 1981. Di per sé un comune indumento di cotone se non fosse per le cifre GP sull’etichetta. È stato custodito gelosamente e nel silenzio più totale in attesa della beatificazione. Attualmente è appeso ad un muro, dentro una specie di quadro, ma molto più prezioso di un quadro, in un’ala del grande edificio stile anni Cinquanta in cui sono conservati cimeli e ricordi della congregazione. Ma presto, molto presto, sarà trasferito nella maestosa cappella dell’istituto. «Eravamo consapevoli che prima o poi sarebbe divenuta una reliquia», sussurra suor Beatrice.

Scusi ma come è finita fin qui?
«E’ il dono di una signora che ha vissuto con noi gli ultimi anni della sua vita. Si chiamava Anna Stanghellini ed è scomparsa nel 2004 senza parenti. Anna ha lavorato al Gemelli come caposala in sala operatoria, ecco perché si trovò in possesso della maglietta appartenuta a Giovanni Paolo II».

E perché mai l’infermiera trattenne questa maglia?
«Anna mi raccontò che quel tardo pomeriggio mentre preparavano il Papa per farlo entrare in sala operatoria per salvargli la vita gli vennero tolti tutti gli indumenti. La t-shirt bianca tutta inzuppata di sangue finì in un angolo, in attesa di essere buttata assieme alle garze usate come tampone. Finita l’operazione chirurgica vide quella maglietta e la prese dal cesto senza dire nulla a nessuno e la trattenne. Questa reliquia se non ci fosse stata Anna noi non l’avremmo, sarebbe finita nell’immondizia, distrutta».

E poi?
«La maglietta la conservò senza dire nulla a nessuno fino al 2000, l’anno in cui me la consegnò. Ricordo che la teneva dietro della biancheria, avvolta in un asciugamano bianco. Quando la vidi restai sbigottita, ero senza parole, non sapevo cosa dire. Presi questo fagottino e lo misi al sicuro dentro un armadio, nel mio ufficio. Successivamente pensammo di metterla sotto vetro, studiando apposta un involucro speciale per conservarla, e così facemmo».

Siete in molti a conoscere dell’esistenza di questa reliquia?
«No, pochissimi. Fintanto che Giovanni Paolo II non verrà riconosciuto beato non si può nemmeno parlare di reliquia, né possiamo esporla al culto dei fedeli».

mercoledì 27 aprile 2011

9 E 10 GIUGNO, LUGANO TRADING FORUM, 1^ EDIZIONE

(Fonte: luganotradingforum.ch) Il Lugano Trading Forum (LTF) è il primo forum dedicato agli strumenti di investimento e al trading online ad essere organizzato in Svizzera italiana (Canton Ticino). La manifestazione, che si terrà a Lugano il 9 e il 10 giugno 2011, ospiterà una serie di conferenze specializzate e disporrà inoltre di uno spazio espositivo posto nell’area congressi della splendida struttura dell’Hotel De La Paix. La partecipazione da parte dei visitatori al Lugano Trading Forum sarà assolutamente gratuita, previa compilazione del form di registrazione.


La manifestazione sarà principalmente rivolta ad attrarre:
  • Gli appassionati del trading online, provenienti anche da varie parti della Svizzera e dell’Italia, i quali potranno approfondire le loro conoscenze circa le tecniche di trading più all’avanguardia;
  • I neofiti residenti in Canton Ticino che si avvicinano a questa attività per la prima volta e che avranno l’opportunità di conoscere i primi rudimenti;
  • Fiduciari Finanziari, Money Managers, Private Bankers e vari altri partecipanti di alto livello, di cui il territorio ticinese è ricco, sempre interessati a conoscere le ultime novità in materia di strumenti derivati, covered warrant, certificati, ETF, bond strutturati …
  • Numerosi HNWI e “Globalisti” presenti nell’area, la cui principale attività è la gestione del proprio denaro, depositato presso le banche della piazza ticinese.

L'ULTIMO SALUTO A PIETRO FERRERO

Presenti Berlusconi e Cota

Fonte: La Stampa
ROBERTO FIORI, ISOTTA CAROSSO

E' iniziato il funerale di Pietro Ferrero, in programma alle 11. Piazza Duomo ad Alba fin dalle prime ore di mattina era gremita di persone. I dipendenti della Ferrero sono seduti in chiesa dalle 9, mentre le autorità sono entrate da un ingresso secondario, accolti dal sindaco di Alba Maurizio Marello e dall’assessore regionale Alberto Cirio. L’altro ingesso laterale è riservato alla famiglia Ferrero, mentre il portone principale verrà aperto solo al termine della funzione per fare uscire il feretro. Ad accogliere la bara un lungo applauso della folla presente davanti alla chiesa. Seguono il feretro i familiari dell’amministratore delegato del colosso dolciario, il papà Michele sottobraccio alla moglie Maria Franca e alla vedova Luisa. Accanto a loro il figlio Giovanni con la consorte. I genitori di Pietro Ferrero tra le lacrime hanno salutato con un gesto della mano la folla che applaudiva.

Per partecipare alle esequie sono arrivati stamattina ad Alba la regina del Belgio Paola di Liegi, il candidato sindaco di Torino Michele Coppola con il parlament
are coordinatore regionale del Pdl Enzo Ghigo, il sindaco di Torino Sergio Chiamparino, Michele Vietti, vicepresidente del Csm, il ministro Roberto Calderoli con la presidente della Provincia di Cuneo Gianna Gancia. Presneti anche Silvio Berlusconi e Roberto Cota.

Alle 10,30 si è svolta la recita del rosario diffuso in filodiffusione in tutto il centro storico. La cerimonia funebre sarà officiata dal segretario di Stato Vaticano Tarcisio Bertone e dal vescovo di Alba monsignor Giacomo Lanzetti. Una folla si è radunata anche intorno ai tre maxischermi nelle piazze Savona, Duomo e Garibaldi, in un’atmosfera molto composta. Imponente il servizio d’ordine in tutto il centro della città chiuso al traffico. Anche i negozi terranno le saracinesche abbassate per tutta la mattina.

Il ricordo della gente di Alba in questo video

martedì 26 aprile 2011

TORINO, BUS STORICO ITALIA 61

Fonte: Ufficio Stampa GTT

Dopo i tram storici della linea 7, a partire dal 28 aprile 2011, torna a viaggiare per le strade di Torino anche l’autobus a due piani “Viberti CV 61”, uno dei simboli dei festeggiamenti di Italia ‘61. A distanza di cinquant’anni e dopo un accurato restauro a cura di Gtt e Atts, l’autobus storico a due piani di Torino verrà nuovamente utilizzato, in occasione della mostra “Pier Luigi Nervi – Architettura come sfida” (dal 29/04/2011 al 17/07/2011), per una serie di tour guidati alla scoperta delle opere di Nervi a Torino: il Palazzo del Lavoro, l’officina di manutenzione Gtt di Via Manin e il palazzo di Torino Esposizioni, dove è allestita la mostra. I tour sono organizzati da Urban Center Metropolitano in collaborazione con l’Associazione Pier Luigi Nervi Project. Al termine della mostra l’autobus continuerà ad essere utilizzato nel centro di Torino per scopi turistici.

domenica 24 aprile 2011

25 APRILE - PER NON DIMENTICARE

"LA SCUOLA DEVE MORIRE". LETTERA RISERVATA DI TREMONTI ALLA GELMINI. SCOOP DI UNICOMMON


ECCO IL TESTO INTEGRALE DELLA MISSIVA:


"
MASSIMO RISERBO - Al Ministro dell'Istruzione

dottoressa Mariastella Gelmini

Viale trastevere 76, 00153, Roma, Italy

- breve guida per far morire un'istituzione pubblica -

Lavorare in silenzio per molti anni, trovando larghi accordi da destra a sinistra passando anche per le ali più estreme, TAGLIARE poco a poco tutte le risorse e le possibilità di miglioramento alle scuole. Farlo inizialmente senza clamore, cosìche solo i soliti noti se ne accorgano. Togliere Cent dopo cent come zio paperone nel Klondike. Non lasciare la possibilità di iniziativa alle scuole, mascherando una riverticalizzazione amministrativa con il nome di “autonomia scolastica”. Cambiare il nome alle cose, creando spaesamento tra tutti coloro che da anni lavorano nell'educazione pubblica: così il Preside diventa magicamente il Dirigente scolastico, la programmazione si trasforma in POF e si riorganizza in portfolio, il bidello si ristruttura in collaboratore scolastico, i
voti si contano in crediti, e per concludere nel migliore dei modi gli studenti finalmente saranno utenti.
Dopo anni di lavoro sotterraneo, di logoramento di qualsiasi voce fuori dal coro, si parte con l'attacco frontale. TAGLI a gran voce rivendicati come una necessità per il bene comune, distruzione di qualsiasi idea che non sia strettamente la lezione frontale: gite, corsi di lingua, laboratori, attività extrascolastiche, non deve accadere più nulla. La scuola deve essere un luogo noioso da cui scappare il prima possibile, e un luogo di frustrazione per chi ha deciso di lavorarci!

ELIMINAZIONE di qualsiasi partecipazione nella vita della scuola: motivazione? E'
un residuo del '68! E' colpa dei professori di sinistra che non permettono una normale collaborazione docente-discente! La scuola il pomeriggio deve restare chiusa, non può mica essere un covo di zecche (che si sa o diventano terroristi o tossici)!
A questo ci si può rivolgere direttamente ai cittadini, alquanto allarmati per il futuro dei loro figli...anzi ancora meglio rivolgersi direttamente alle MAMME! Care mamme – oramai consapevoli che le scuole pubbliche hanno un offerta formativa decente se al centro, tremenda se in periferia – è ora il momento di investire nell'educazione e quindi nelle scuole private, dove potrete decidere direttamente cosa verrà insegnato ai vostri figli, e soprattutto non rischieranno di finire in classi con bambini poco dediti allo studio, come figli di immigrati o magari rom.
Far dipendere direttamente il ministero dell'istruzione (nel frattempo avrete già eliminato pubblica, se non lo avrà già fatto il centro-sinistra) dall'economia, così il caro buon vecchio Giulio potrà finalmente decidere cosa fare con quei quattro spiccioli rimasti nelle casse delle scuole, ma soprattutto avrà in mano un immenso patrimonio immobiliare.
SCREDITARE studenti, professori, precari, personale ata, presidi, ex insegnanti, ricercatori, insegnanti di sostegno: NESSUNO deve poter mettere bocca sulla scuola pubblica, la scuola di tutti che quindi deve rimanere di nessuno.
E dopo gli eclatanti scoppi...continuare a tagliare qui e là come se nulla fosse...e ricominciate dal punto uno senza nessuno problema, per quante volte reputate necessario, finché solo i morti di fame rimarranno nelle scuole pubbliche e ricchi andranno nelle scuole private, i ricchi e belli all'estero, mentre Voi avrete fatto una grande piacere a Voi stessi, ai Vostri amici e al capitale finanziario.

Grazie

Giulio T.

PS: Potreste avere qualche piccolo problema durante il percorso tipo: manifestazioni, tumulti, insorgenze, come si sono viste a Roma, Londra o Atene ma non vi preoccupate Voi andate avanti, qualcuno alla fine avrà la meglio".


nota della redazione di Unicommon:

Ma siete così sicuri che sarete Voi?

BUONA PASQUA

San Marco dei Cavoti (BN) - Image by Teodora Zuppa photographer

sabato 23 aprile 2011

A RIMINI MAREDILIBRI 2011


(Fonte: www.bambininriviera.it/rimini/mare-di-libri-2011) - Mare di Libri si svolgerà nella fantastica location di Rimini dal 17 al 19 maggio, il festivall di letteratura in Italia interamente volto ai giovani ritorna a Rimini giunto alla 4 edizione.

Il Festival è incentrato sui “giovani adulti” ed è il primo dedicato a loro, in questi tre giorni ci saranno incontri fondamentali con scrittori Italiani di rilievo, laboratori, mostre, spettacoli dedicati al divertimento culturale.

Un appuntamento imperdibile per tutti i ragazzi che amano la lettura e che desiderano incontrare i propri coetanei con cui condividono gli stessi interessi, l’intero festival si terrà nel centro storico di Rimini nei luoghi storici della città facilmente percorribili a piedi, un opportunità di approfondire un città centrata sul turismo e scoprire tanti suoi nuovi aspetti altrettanto importanti.

L’apertura di Mare di Libri 2011 avrà un ospite molto importante Maria Falcone sorella del magistrato ucciso dalla mafia, parlerà di legalità, giustizia e mafia.

Inoltre quest’anno si festeggia anche l’Unita d’Italia in grande stile con Lia Levi e Bruno Tobia che alieteranno con storie sulla nostra storia d’italia, a questo proposito ci saranno anche eventi speciali e mostre.

FERRERO: QUEI FURGONCINI CACAO E NOCCIOLA CHE PORTAVANO IL NOME DI CUNEO IN GIRO PER L'ITALIA

(Targatocn) - Anni fa, quando incontrai per la prima volta l’attuale Presidente Nazionale della CIA Giuseppe Politi, che è un pugliese del Salento, mi disse che conosceva Cuneo per una cosa sola: per lui Cuneo era sinonimo di quei furgoncini color cacao e nocciola che giravano città a paesi della Puglia, targati CN, a consegnare i prodotti della Ferrero. Io non avevo mai immaginato che a costruire il buon nome della Granda in tutt’Italia potesse aver così tanto contribuito l’industria di Alba, che per noi fa parte del paesaggio e della nostra storia, che porta nel marchio un cognome diffusissimo in Piemonte, che inonda – con l’aroma del cacao tostato – l’aria di Alba di prima mattina.

Qual è l’importanza di questo colosso industriale per l’albese e per tutta la Provincia di Cuneo è già stato ribadito in tutte le salse in questi giorni di sbigottimento, malinconia e, anche, preoccupazione in seguito alla morte improvvisa del quarantottenne AD Pietro Ferrero, lo stile riservato e scevro da qualsiasi esibizionismo della famiglia, l’impegno dei Ferrero e della loro azienda rispetto alle più svariate iniziative “sociali” ed umanitarie.

Senza far clamore quest’industria ha difeso e difende la nostra agricoltura, quella reale e genuina: è logico quindi che oggi il mondo agricolo sia in lutto per questa perdita che sente anche sua.

Valentina Masante - direttore Cia Cuneo

venerdì 22 aprile 2011

LICEO SOCRATE DI ROMA, 40 ANNI CON NOTTE BIANCA LEGGENDO L'ODISSEA

Fonte: www.unita.it/scuola/liceo-socrate-l-odissea-br-della-scuola-in-una-notte-bianca-1.284821

19.4.2011 - C’è un silenzio sospeso malgrado l’aula magna sia piena, come se la platea trattenesse il respiro. Nella sala si muove una musica che viene da lontano, la voce bellissima di Valentina Chico, ex alunna ed oggi attrice, legge il proemio dell’Odissea: qualche verso in greco, poi in italiano. Lettura integrale, avanti ad oltranza dalla mattina fino a notte, una notte bianca nella scuola aperta: il liceo classico Socrate di Roma ha scelto così di festeggiare i suoi quarant’anni. Che sono tanti e pochi, allo stesso tempo. Tanti per i muri invecchiati, per quel mondo fuori che una volta sembrava aspettarti a braccia aperte e oggi invece... Pochi, perché insomma c’è ancora tanta di quella bellezza da cercare che vale la pena provarci. Con la voce di Valentina che legge.

Il programma completo degli eventi:

www.rionegarbatella.it/primo-piano-life-xi/liceo-socrate-compie-40-anni

«Berlusconi vergognoso»: studenti in piazza

Oggi le studentesse e gli studenti delle scuole e delle università di oltre 50 città italiane daranno vita ad azioni, flash mob, iniziative e mobilitazioni diffuse per difendere la scuola e l'università pubbica dalle politiche di tagli del Governo Berlusconi.
"Le ultime parole del Presidente del Consiglio sono vergognose, ma ancora di più lo sono i 9 miliardi di tagli su scuola e università, le migliaia di precari lasciati senza lavoro, le scuole che continuano a cadere a pezzi, l'assenza di risorse per i dipartimenti e per i ricercatori in un Paese che ha bisogno di una formazione di qualità per crescere".

Fonte: www.unita.it/italia/berlusconi-vergognoso-studenti-in-piazza-1.284610

SECONDO LIVELLO

I maschi, di giorno, si combattono il posto da favorito a colpi di manifesti emendamenti e proposte di legge ritagliate sulla silhouette del capo come una muta da sub. Remigio Ceroni, di formazione sociologo, ha nientepopodimeno che riscritto l’articolo 1 della Costituzione. Lo ha fatto per chiarire che la sovranità «non appartiene al popolo» ma al Parlamento, «titolare supremo della rappresentanza politica della volontà popolare». L’obiettivo è quello di sancire in modo solenne il refrain con cui Silvio B. si difende da ogni tipo di accusa: mi hanno votato, perciò faccio come voglio.

Nel mirino, l’obiettivo nemmeno tanto nascosto è il Presidente della Repubblica. Il tentativo è quello di provocare Napolitano fino al punto di farlo reagire, di farlo rispondere a tono in modo tale da poterlo additare dal minuto dopo come una «controparte politica». Di trascinarlo nella rissa, insomma, e di farne un nemico politico. Così da poter dimostrare, quando dovesse fare obiezioni sulle più sconce fra le loro leggi, che lo fa perché - proprio come i magistrati - è di parte. È l’avversario. Sono settimane, mesi che ci provano in ogni modo. I giornali della real casa, Ferrara nel suo programma dell’altro ieri e poi sul suo Foglio, persino il Tempo che si è messo ad evocare Cossiga. Solo la Lega sembra tenersi fuori dal tiro al bersaglio, e già difatti hanno cominciato a fare a Bossi i conti in tasca. Gira e rigira sempre lì batte la mano di colui che promette e minaccia: al portafogli.

CONCITA DE GREGORIO
Fonte: concita.blog.unita.it/secondo-livello-1.285428

giovedì 21 aprile 2011

PAPA PIO IX CONDANNO' IL FRATE CHE ASSOLSE CAVOUR


Si chiamava fra Giacomo da Poirino. Assolse Cavour sul letto di morte. Com'è noto, prima di morire, Cavour aveva pronunciato la frase: "Frate, libera Chiesa in libero Stato". Il grande statista era incorso nella scomunica per le leggi che sottraevano alla Chiesa beni e benefici.
L'altro ieri l'Osservatore Romano ha reso noto per la prima volta nella storia la testimonianza del frate francescano, attraverso la documentazione finora inedita conservata negli Archivi Vaticani:
"Il Conte di Cavour ha chiesto i sacramenti, lo confessai, e poi dopo averlo confessato disse alla presenza di alti personaggi, che spontaneamente ha chiesto i sacramenti, e che voleva che si pubblicasse su tutti i giornali che lui era cattolico, e che voleva morire da vero cattolico come era sempre stato. A tale confessione del Cavour mi pareva, gli dissi, che la ritrattazione fosse implicita".
Questa fu la spiegazione che frà Giacomo fornì a papa Pio IX. Il quale, non soddisfatto della risposta, insistette nel condannare il comportamento del frate, al quale chiese ripetutamente una esplicita dichiarazione pubblica del suo errore. Frate Giacomo resistette ("a fare tale dichiarazione non posso senza tradir la mia coscienza ed infamar me stesso, eppero' sono pronto a soffrir ogni cosa, anche la morte, piuttosto che cedere"), ma prima di morire, e dopo che era stato eletto papa Leone XIII, egli si decise a chiedere il perdono e la remissione delle censure ecclesiastiche.
Pochi giorni dopo la morte dello statista, avvenuta alle 9 di mattina del 6 giugno 1861, era stato il fratello, Gustavo Cavour, a spiegare pubblicamente dalle pagine dell’Opinione che non c’era stata alcuna ritrattazione e che il conte era morto senza ammettere errori riguardanti la sua politica di annessione dello Stato pontificio.

mercoledì 20 aprile 2011

"IL DIGITALE FA BENE AL LIBRO"

«Chi fa libri e giornali dovrebbe smettere di fasciarsi la testa. Viviamo una rivoluzione, è vero. La tecnologia modifica continuamente il paesaggio dell’informazione. È dura per tutti. Ma non mi pare il caso di celebrare il funerale della carta stampata. Come storico partecipo da 15 anni a convegni sulla morte del libro. Abbastanza per convincermi che il libro è più vivo che mai. Nel 2011, per la prima volta, nel mondo verrà pubblicato oltre un milione di opere. Quasi tutte stampate (solo o anche) su carta. Gutenberg non uscirà di scena tanto facilmente. Del resto quando lui inventò la stampa a caratteri mobili, il "business" dei volumi scritti a mano continuò ad andare a gonfie vele ancora per trecento anni: dal Quindicesimo al Diciottesimo secolo gli amanuensi rimasero la soluzione più conveniente per riprodurre testi di meno di cento pagine».

Robert Darnton
Direttore della Biblioteca di Harvard
Già docente dell’università di Princeton

PIETRO FERRERO: IL RICORDO

Un grande imprenditore, ma soprattutto un grande uomo. Su facebook continuano ad arrivare messaggi di cordoglio.

martedì 19 aprile 2011

SCUOLA PUBBLICA 2 - L'AQUILA: PIU' FORTI DEL TERREMOTO


Gli insegnanti aquilani hanno riaggregato i ragazzi dovunque si trovassero (...). Chi ha scelto di non allontanarsi dalla città ha fatto servizio nelle tendopoli: le maestre hanno allestito laboratori semplicemente mettendo in circolo bambini, e con forbici e scatole di cartone, costruendo, disegnando mattoni, muri, case, in una istintiva, commovente compensazione immaginaria della terribile distruzione. I docenti delle scuole medie hanno portato libri, quando li avevano, per far ascoltare, leggere, scrivere, condividere, spolmonandosi, sbracciandosi. I colleghi degli istituti superiori hanno richiamato i ragazzi grandi alle loro responsabilità, tenendoli inchiodati ai loro compiti, dirigendoli verso l'Esame di Stato, verso la vita futura, continuando a parlar loro di organizzazione, di vita, per superare il disorientamento e lo sbandamento.
Luisa Nardecchia (Liceo Scientifico Bafile dell'Aquila)

SCUOLA PUBBLICA


"È la prima volta nella storia dell’Italia democratica che un presidente del Consiglio attacca frontalmente la scuola pubblica statale che egli stesso dovrebbe rappresentare. Si tratta di un comportamento inaccettabile. Al presidente del Consiglio - aggiunge Di Meglio - basterebbe rileggere gli appassionati saggi in cui Luigi Einaudi, che non era certamente un comunista, difendeva il valore della scuola pubblica statale". RITA DI MEGLIO

“Io non educo i miei figli come voglio, se non nel senso che li voglio educare come debbo, e cioè come futuri soci di una società che ha le sue leggi; come collaboratori anzi autori della vita in società, in cui si affermeranno come persone, liberi”.
Giuseppe Lombardo Radice, La Voce, 1920

lunedì 18 aprile 2011

MORTO PIETRO FERRERO: ERA A CAPO DEL COLOSSO NUTELLA

Fonte: TGCOM

19:05 - Pietro Ferrero, Ceo dell'omonimo gruppo dolciario di Alba (Cuneo), è morto in un incidente in Sudafrica. La notizia è stata confermata dall'azienda. Pietro, 48 anni, era in Sudafrica per motivi di lavoro. Le circostanze esatte di quanto accaduto non sono ancora note. Pietro guidava la società insieme al fratello Giovanni che condivideva con lui il ruolo di amministratore delegato, e al padre Michele.
Stando a quanto pubblicato dal quotidiano la Stampa, Ferrero sarebbe morto per un malore mentre stava andando in bicicletta. Il manager lascia moglie e tre figli.

Una fortuna fondata sulla Nutella
I Ferrero, padri fondatori dell'omonima casa dolciaria e inventori della Nutella, sono da diversi anni ai vertici della classifica dei più ricchi d'Italia. La dinastia dei Ferrero - "Michele Ferrero and Family", come cita la prestigiosa rivista americana Forbes - iniziano la loro attivita' oltre 60 anni fa. Ed è nel retrobottega del laboratorio di pasticceria fondato ad Alba nel 1944 da Pietro Ferrero che nasce la prima versione di quella che sarà la novità rivoluzionaria del secolo e una delle specialità dolciarie più famose: la Nutella, marchio registrato e imitato in tutto il pianeta. Dall'America all'Europa, dall'Australia al Brasile, la Nutella mette d'accordo tutti.
La Nutella nasce ufficialmente nel 1964, ma le sue origini risalgono agli anni '40, alla fine della seconda guerra mondiale. Fu allora che Pietro Ferrero, un pasticcere di Alba e fondatore dell'azienda, provò a sostituire il costosissimo cioccolato con le nocciole (un prodotto tipico delle Langhe piemontesi): nacque così la Pasta Gianduia (o Giandujot) a base di nocciole, zucchero, cacao, che era confezionata sotto forma di pani avvolti nella carta stagnola, in modo da poter essere affettata.
Nell'estate del 1949 la ricetta venne ritoccata e l'impasto reso piu morbido, cremoso. Da lì a due anni venne lanciato un nuovo prodotto, la Supercrema, che venne confezionata in barattoli e venduta come crema spalmabile. Dal 1963 in azienda si incominciò a lavorare per creare un nuovo marchio che sostituisse Supercrema e potesse conquistare i consumatori di tutta Europa. Poichè nocciola in inglese si dice nut e in tedesco nuss, con l'aggiunta di un dolce suffisso in ella si arrivò così al nuovo nome nutella, che fu registrato alla fine del 1963.

Fonte: La Stampa

Pietro Ferrero era nato nel 1963. Era amministratore delegato insieme al fratello Giovanni del gruppo Ferrero.
Sposato con tre figli, era conosciuto per la sua riservatezza, tratto distintivo di tutta la famiglia, e per la genialità con cui stava seguendo la scia del padre Michele alla guida del colosso dolciario di Alba con 21.700 dipendenti sparsi in stabilimenti in tutto il mondo.
Grande appassionato di ciclismo. È morto in un incidente in Sudafrica dove si trovava per una missione di lavoro. Le circostanze della tragedia non sono chiare, perché le notizie sono ancora frammentarie.
______________________________________
I messaggi di cordoglio su Facebook

AMLETO


"...le frustate e gli insulti del tempo, le angherie del tiranno, il disprezzo dell'uomo borioso, le angosce del respinto amore, gli indugi della legge, la tracotanza dei grandi, i calci in faccia che il merito paziente riceve dai mediocri..." (Amleto)

sabato 16 aprile 2011

IL SABATO DI UN PROFESSORE DI SINISTRA

Questa nota è un resoconto, per i genitori dei miei alunni di prima e di seconda liceo, di tutto ciò che ho "inculcato" stamattina, sedici aprile del 2011, nelle menti dei loro figli.

Stamane ho svolto tre ore di lezione in prima liceo (una in orario e due per sostituire il collega di italiano, in viaggio d'istruzione con la terza) e un'ora in seconda. Nella prima ora di filosofia ho letto - come ogni sabato - il Fedro di Platone, nella versione del filosofo cattolico Giovanni Reale, e, in particolare, i passi in cui si accenna allo sforzo che ognuno di noi compie di imitare il dio di cui era seguace nell'aldilà e nella capacità di cercare, nell'amore, l'anima corrispondente, ancora: la ripresa del mito dell'anima come "carro alato" per spiegare le passioni connesse all'amore e, infine, come l'amore sia in grado di ridare le ali all'anima oppure no: "Dunque, se vincono le parti più elevate dell'anima e conducono ad una vita ordinata e alla filosofia, costoro trascorrono la vita di quaggiù in modo felice e in armonia, perché hanno il dominio di sè e sono moderati, avendo sottomesso ciò da cui deriva nell'anima il male e liberato ciò da cui deriva la virtù". Parole, senza dubbio, molto pericolose.

Poi siamo passati - tre ore di lezione frontale sarebbero state quasi peggio di una tortura - alla visione di "Prova d'orchestra" per leggere, filosoficamente, storicamente e in rapporto alla programmazione di "cittadinanza e costituzione", il "filmetto" (la definizione è di Fellini) che è, invece, uno straordinario, amaro apologo del grande regista italiano sulla storia, sulla democrazia, sulla salvezza possibile che la musica può offrirci e su altre mille cose ancora.

In seconda - su richiesta della collega d'inglese - ho parlato della cultura musicale del Romanticismo, dei racconti di Hoffmann, del Rigoletto e del Nabucco, attraverso una comparazione di alcuni brani ascoltati in laboratorio musicale.

Non ho raccontato nessuna barzelletta sulla frutta. Non ho mancato di rispetto né agli studenti né alle studentesse. Sono ritornato a casa dove ho mangiato con mia moglie e i miei figli, come faccio da ventiquattro anni e come spero di fare ancora per molto tempo.

Lo so: sono un pericoloso sovversivo che "inculca" - il "vostro" presidente del consiglio ce l'ha con questo verbo che, negli anni cinquanta, in televisione avrebbe creato qualche problema di coscienza, come l'espressione "membri del parlamento": di questi tempi, viceversa quasi un fotografico realismo -, un pericoloso sovversivo che disorienta e corrompe.

So anche che il signore (si fa per dire) ambisce a fare il pieno dei voti cattolici (in Veneto, ormai, patrimonio di quei cristiani purissimi della Lega nord, come ci racconta Renzo Guolo in un suo libro).

Ma io sono davvero stufo. Ci pagano poco. Ci tagliano le cattedre. Almeno che si smetta di farci la predica per bocca di un vecchio, "osceno et laido", che - a quanto si legge sui giornali - ha fatto solo strame di minorenni scellerate. Prima televisivamente preparate e, poi, "prese" con l'oro che tutto compra e tutto trasforma. Giusto per citare un altro sovversivo, il William Shakespeare di Timone d'Atene.

AMERIGO CIERVO

LA FINE DELLE PAROLE

MASSIMO GRAMELLINI
Vi prego: per una volta non minimizziamo, non cambiamo argomento, non dividiamoci fra guelfi ghibellini e menefreghisti, non rimpalliamoci il vuoto citando a mo’ di antidoto le fregnacce golpiste di quell’Asor Rosa. Concentriamoci tutti, invece, su quest’unica frase: «Via le Br dalla Procure». Lo striscione che la contiene campeggiava ieri sui muri di Milano, ispirato dall’ultima devastante boutade di un signore eletto dai cittadini per occupare una delle molte cellule (non l’unica) dell’organismo democratico: la presidenza del Consiglio. Se capisco bene, gli autori del manifesto sono convinti che i magistrati che indagano su di lui siano per ciò stesso paragonabili a degli assassini. Il legame fra due realtà antitetiche - Procure e Br, Stato e Antistato - sarebbe ravvisato da costoro nel furore ideologico. I giudici indagano come i terroristi ammazzavano: per odio di classe nei confronti dell’avversario politico.
Stento a capire perché quando indagavano su Craxi erano degli eroi, mentre se si occupano del suo «erede» diventano dei cerberi. Ma è un’opinione e come tale lecita. Inaccettabile è l’idea che qualsiasi inchiesta, in un Paese democratico, possa venire paragonata a un omicidio. Basta, per pietà. Altrimenti, a furia di metafore e voli pindarici - di kalashnikov e golpe virtuali - le parole si svuotano e noi diventiamo una babele dove nessuno ascolta più niente, nemmeno il suono della propria voce, e si condanna al silenzio che sempre echeggia fra le macerie.




Berlusconi attacca
la scuola pubblica:
«Genitori, potete
scegliere in libertà
»


venerdì 15 aprile 2011

COPPIA DI RICCHI IN CRISI ECONOMICA

Lui: "Vedi, cara, se tu imparassi a cucinare... potremmo licenziare la cuoca..."

Lei: "Caro... e se tu imparassi a scopare, potremmo licenziare anche l'autista e il giardiniere!"

L'AMORE OLTRE

Matrimonio bipartisan in vista a Montecitorio. Famiglie "politiche" distanti, la sposa è del Pdl, lo sposo del Pd. Eppur si amano. E vorrebbero convolare a nozze, con due testimoni d'eccezione: Silvio Berlusconi e Pier Luigi Bersani. I protagonisti del gossip sono Nunzia De Girolamo e Francesco Boccia, ospiti entrambi della trasmissione 'Un giorno da pecora' su Radio 2, che però continuano a non ammettere ufficialmente di essere fidanzati.

Lei vorrebbe che lui fosse "più serio", lui la preferirebbe "meno all'antica". Lei è nuclearista, lui antinuclearista. Lei pro processo breve, lui contro. Ma l'amore, nato intorno a un processo di legge sui derivati nella finanza pubblica, supera qualsiasi divergenza politica.

Del loro amore in realtà si vocifera da tempo, e la stessa De Girolamo, qualche mese fa, aveva confidato di "frequentare un uomo", che ora ha ammesso essere proprio Boccia.

Fonte: affaritaliani.libero.it/politica/degirolamo150411.html?refresh_ce

giovedì 14 aprile 2011

UNO SPOT PER L'ITALIA

Video sui 150 anni dell'unità d'Italia vincitore del 1° premio nazionale "Uno spot per l'Italia", realizzato dall'ITGC "Oscar D'Agostino" della città di Avellino. Imperdibile!

www.itgavellino.gov.it/galleria_foto/img_Italia150_28-01-2011/filmato.htm

mercoledì 13 aprile 2011

LIBRI DI STORIA

Così, mentre loro tagliano i fondi e investono tempo e risorse in commissioni d'inchiesta per valutare la presunta faziosità dei libri di testo, i genitori e gli insegnanti di tutta Italia sono costretti ad affannarsi per fare in modo che le scuole siano posti minimamente dignitosi per accogliere i bambini, per dare loro qualche stimolo in più, per formare in modo decente quelli che tra qualche anno dovranno mandare avanti il paese.
Sapete cosa? E' l'ennesima dimostrazione di un fenomeno che sarà pure un tormentone, ma più passa il tempo più mi pare drammaticamente vero: in questo paese la cosiddetta "società civile" è di gran lunga migliore della classe politica che la governa.
Sono cose che danno da pensare, o sbaglio?
METILPARABEN

Mi domando e vi domando quali di queste affermazioni, in un paese serenamente democratico, possano essere additate come colpevoli di voler indottrinare qualcuno. Mi domando e vi domando quale ministro dell’Istruzione degno di questo incarico possa affermare che la questione posta in questi termini da Gabriella Carlucci sia «seria e reale». Mi domando che altro deve accadere prima che sia chiaro a tutti l’obiettivo finale qual è: la distruzione della scuola pubblica, l’azzeramento della coscienza critica, il disinvestimento definitivo dalla crescita culturale delle generazioni a venire in modo da renderle succubi.
PS
Ieri sera Roberto Castelli, ex ministro della Giustizia e attuale viceministro alle Infrastrutture, ha pronunciato le seguenti parole: “Bisogna respingere gli immigrati ma non possiamo sparargli. Almeno per ora”. Qualcuno si affretterà a dire che era una battuta, qualcun altro che bisogna contestualizzare. Noi ci limitiamo a una domanda: anziché i libri di storia, non sarebbe meglio mettere all’indice questo modo di esprimersi? CONCITA DE GREGORIO

PROCESSO BREVE, LA VITTORIA DI BERLUSCONI



In poche parole, in Italia non si pensa più.

Onestamente, mi pare un fatto assai più drammatico dei festini con le escort.

METILPARABEN

LE VIRTU' DELLA SVIZZERA

La posta di Sergio Romano sul Corriere

Sono uno svizzero come lo può essere un ticinese e cioè: di cultura italo-lombarda e di ordinamento politico robustamente svizzero. Dopo un po’ di tempo che la stampa italiana non si occupava più della Svizzera, il Corriere ha dedicato un’intera pagina a una intervista al presidente della Confederazione, la signora Micheline Calmy-Rey. Mi ha fatto piacere anche perché non sono stati tirati in ballo i soliti luoghi comuni. A proposito di luoghi comuni, devo purtroppo constatare che la maggior parte degli italiani conosce la Svizzera in modo altamente riduttivo. Per oltre 30 anni ho partecipato a campagne di scavo archeologico in Italia e purtroppo ho sempre constatato che anche i giovani sono convinti che la Svizzera sia solo o in gran parte: cioccolata, orologi, banche. È molto radicata l’idea che la Svizzera sia un Paese noioso e spesso e volentieri ho sentito la solita storiella: «Oltre ai 500 anni di neutralità, sembra che la Svizzera abbia prodotto nel corso della sua storia soltanto orologi a cucù». Della complessità della società che forma la Svizzera hanno solo una pallida idea. Ad esempio, la stragrande maggioranza degli italiani non conosce il sostegno dato dai ticinesi alla causa risorgimentale. Un mio antenato ha combattuto al fianco dei milanesi nelle Cinque giornate (conserviamo in famiglia, con orgoglio, il fucile usato allora). Sarebbe bello se qualche italiano facesse conoscere ai suoi connazionali anche questo particolare oltre, ovviamente, a spiegare chi sono gli svizzeri e che fanno. Libero Regazzi ,

 LE VIRTÙ DELLA SVIZZERA I SUOI RAPPORTI CON L’ITALIA Caro Regazzi, Lei ha ragione. Gli italiani non dovrebbero dimenticare che il Ticino ospitò molti esuli, fra cui Mazzini, che le edizioni di Capolago dettero uno straordinario contributo alla diffusione dei loro scritti, che Carlo Cattaneo amò la Confederazione, ne studiò gli statuti, ne divenne cittadino e vi trascorse l’ultima fase della sua vita. Farebbero bene a ricordare inoltre che il «Paese dell’orologio a cucù» (la battuta è del personaggio interpretato da Orson Welles ne «Il terzo uomo», il bel film del 1949 diretto da Carol Reed) fu anche il Paese (cito a caso) di Zwingli, Jean-Jacques Rousseau, Benjamin Constant, Madame de Staël, Johann Heinrich Pestalozzi, Ludwig Burckhardt, il linguista Ferdinand de Saussure, il saggista Denis de Rougement, lo storico e critico della letteratura Jean Starobinski, i romanzieri e poeti Charles-Ferdinand Ramuz, Friedrich Dürrenmatt, Max Frisch, Francesco Chiesa, Grytzko Mascioni. Il fatto che abbiano scritto le loro opere in francese, tedesco e italiano ha forse oscurato agli occhi di molti la loro origine svizzera. Non basta. Credo anche che gli italiani farebbero bene a vedere nella Svizzera, soprattutto in questo momento, uno straordinario modello di ordinamenti civili per un Paese che desidera creare istituzioni federali. Questo non significa che la Confederazione sia priva di ombre e difetti. La sua maggiore anomalia, a mio avviso, è stata per molti anni l’esistenza, accanto ai tre poteri classici (legislativo, esecutivo, giudiziario), di un quarto potere, quello bancario, che ha spesso dettato e imposto le sue esigenze alla Confederazione. Ma ho l’impressione che la situazione, dopo alcuni clamorosi incidenti ed errori degli ultimi anni, stia cambiando. A proposito di banche e finanza, caro Regazzi, un’ultima osservazione. La presidente della Confederazione ha detto a Paolo Valentino che l’Italia, a differenza di altri Paesi europei, non ha ancora ratificato l’accordo della Ue con la Svizzera sulla lotta alle frodi fiscali e non sembra interessata alla firma di un accordo sulla doppia imposizione. Non conosco i termini esatti della questione e le ragioni per cui il ministro italiano dell’Economia abbia adottato questa linea. Ma credo che dovrebbe a questo punto spiegarne meglio le ragioni anche ai suoi connazionali.

VOMITATION

RUBYGATE

"Notti da incubo ad Arcore
Ecco la verità sul bunga bunga"

Fonte: www.repubblica.it/politica/2011/04/13/news/anticipo_arcore-14867857/

Altre due ragazze raccontano l'autentica "eleganza" delle notti di Arcore.
Ambra: "Berlusconi guarda insistentemente me e Chiara. Ci dedica canzoni che interpreta lui stesso, in francese e in italiano. Ci chiama "bimbe" e suscita il visibile risentimento di Roberta Bonasia, che gli si butta continuamente addosso baciandolo. Quella sera il presidente non mangia niente e racconta molte barzellette particolarmente sconce, così sconce che io mangio di malavoglia, tanto era irritante il contenuto. Ma tutti ridevano a crepapelle e, a un certo punto, parte la canzoncina "E meno male che Silvio c'è" e tutte le ragazze cominciano a ballare e cantare intorno al tavolo. Io e Chiara ci guardiamo imbarazzate, come per dirci: "Ma dove siamo finite?". E dire che il peggio deve ancora arrivare perché dopo quindici minuti che siamo seduti a tavola, alcune delle ragazze scoprono i seni, li offrono al bacio di Berlusconi. Toccano il presidente nelle parti intime. Si fanno toccare. Anche Roberta Bonasia tocca ripetutamente nelle parti intime Berlusconi. Mentre accade questo, le ragazze cantano ancora "meno male che Silvio c'è", chiamano il presidente "papi" e Berlusconi chiama tutte noi "le mie bambine, le mie bimbe"".

Chiara: "Dopo l'ennesima barzelletta oscena, Berlusconi fa portare una statuetta. É uno specie di guscio. Dal guscio esce un omino con un pene grosso. La statuetta ha dimensioni di una bottiglietta d'acqua da mezzo litro. Il pene è visibilmente sproporzionato. Berlusconi fa girare la statuetta tra le ragazze. E chiede loro di baciarne il pene. Le ragazze cominciano a far girare la statuetta. Ne baciano il pene e simulano un rapporto orale. O se lo avvicinano ai seni scoperti. Tutti ridono. Io e Ambra non ci prestiamo al gioco indecente. Ci sorprende che anche la Bonasia, che il presidente ha presentato a tutti come la sua fidanzata, si presti. È in quel momento che la serata prende una direzione molto diversa da come l'ho immaginata. Le ragazze, visibilmente allegre, cominciano ad avvicinarsi al presidente, si fanno baciare i seni, lo toccano. È una specie di girotondo, le ragazze si dimenano, lo toccano di nuovo, lo stesso fanno con Emilio Fede. A un certo punto il presidente, visibilmente contento, chiede: "Siete pronte per il bunga bunga?". Le ragazze in coro urlano: "Siii". Io e Ambra non sappiamo che cosa sia questo bunga bunga, anche se dopo la statuina lo intuiamo. Sono agitata, mi sento male...".

Chiara: "Nella piccola discoteca con il palo al centro e i divanetti tutto intorno, e nell'angolo un dj, le ragazze iniziano a ballare in modo piuttosto volgare. Si tirano su la gonna. Mostrano il sedere. Alcune sono vestite da infermiere, come le gemelline di Napoli e la Bonasia, che tiene in mano anche un frustino. I vestitini da infermiera sono molto corti, da crocerossina, con i bordi rossi, il cappellino, i seni molto scoperti e con la biancheria intima in mostra. Anche le ragazze non travestite da infermiera tirano su i vestiti, mettono in mostra fondoschiena e seni. Ballando si avvicinano a Berlusconi, lo toccano e si fanno toccare, è il gioco che il presidente definisce bunga bunga".

Ambra: "Ricordo che anche Marysthell mostra i glutei, Emilio Fede mi dice che ha vinto una qualche gara di bellezza per il suo fondoschiena. Anche le due gemelle napoletane mostrano il seno nudo. A un certo punto Nicole Minetti si esibisce in uno spettacolo di lap-dance. Indossa uno di quei vestiti che si tolgono a strappo. Rimane completamente nuda ballando al palo, senza reggiseno e mutandine. Dopo essersi denudata, si avvicina a Berlusconi e ballando in maniera provocante avvicina il sedere al viso del presidente. Girandosi gli avvicina i seni alla bocca, il presidente le bacia i seni. Le ragazze tentano di coinvolgerci in questa danza, istigate da Fede e Berlusconi. Sento dietro di me frasi del tipo: "Ma che sono venute a fare quelle due?". Tutte le ragazze ci stanno intorno, ci toccano, ci prendono, tentano di toglierci i vestiti, ci toccano un po' dappertutto".

Chiara: "Fede e Berlusconi incitano le ragazze a coinvolgerci nel gioco, dicono: "Dai, spogliatele... dai, spogliatele... spogliatevi... ballate...". A quel punto siamo letteralmente terrorizzate. Vogliamo soltanto andarcene, ma non sappiamo come fare. È evidente a tutti il nostro disagio. Ci facciamo coraggio, andiamo da Fede e gli diciamo: "Vogliamo assolutamente andare via". Accanto al direttore c'è il presidente Berlusconi. Sente chiaramente la richiesta di Ambra. Emilio Fede risponde: "Se volete andare via, va bene. Ma non pensate di poter fare le meteorine o miss Italia"".

Ambra: "Berlusconi, seduto accanto a Fede, annuisce senza però dire una parola. Tanto che ne ricavo l'impressione che sia perfettamente d'accordo con Fede. A quel punto usciamo dalla villa insieme con Fede, che ci accompagna con la macchina guidata dal suo autista a piazzale Loreto. Fede, che si era mostrato molto seccato nei nostri confronti, quasi anticipando la nostra protesta, ci dice in macchina, alla presenza dell'autista, che avevamo fatto benissimo a comportarci così. Che avevamo superato una prova. Che non eravamo come le altre ragazze, tutte puttane. Che eravamo le "favorite" del presidente e avremmo fatto una bella carriera. Io e Chiara rimaniamo sbigottite".

martedì 12 aprile 2011

EINSTEIN, PENSIERI SULLA CRISI


“Non possiamo pretendere che le cose cambino, se continuiamo a fare le stesse cose. La crisi è la più grande benedizione per le persone e le nazioni, perché la crisi porta progressi. La creatività nasce dall’angoscia come il giorno nasce dalla notte oscura. E’ nella crisi che sorge l’inventiva, le scoperte e le grandi strategie. Chi supera la crisi supera se stesso senza essere superato.
Chi attribuisce alla crisi i suoi fallimenti e difficoltà, violenta il suo stesso talento e dà più valore ai problemi che alle soluzioni. La vera crisi è la crisi dell’incompetenza. L’inconveniente delle persone e delle nazioni è la pig
...rizia nel cercare soluzioni e vie d’uscita. Senza crisi non ci sono sfide, senza sfide la vita è una routine, una lenta agonia. Senza crisi non c’è merito. E’ nella crisi che emerge il meglio di ognuno, perché senza crisi tutti i venti sono solo lievi brezze. Parlare di crisi significa incrementarla e tacere nella crisi è esaltare il conformismo. Invece, lavoriamo duro. Finiamola una volta per tutte con l’unica crisi pericolosa, che è la tragedia di non voler lottare per superarla”. Albert Einstein

DIVERSAMENTE GIOVANI

Prematuramente estromesso dal risiko del potere all’alba dei 76 anni, il banchiere Cesare Geronzi marchia i suoi successori col nomignolo irridente di «gioventù anziana». In effetti molti eterni delfini sembrano condividere il destino di Carlo d’Inghilterra, invecchiato in sala d’attesa, o quello di certi «enfant prodige» che col tempo smarriscono il «prodige» e si tengono solo l’«enfant». Se però oggi persino un sessantenne può sembrare un giovanotto arrembante è perché i «diversamente giovani» non mollano la presa. A cominciare dalla politica, dove il bastone del comando è in mano a Berlusconi e Bossi, 75 e 70 anni, e appena un sindaco su sedici ne ha meno di 35. Un’età in cui all’estero diventano già leader, rottamando dei quaranta-cinquantenni che si riciclano in altri mestieri senza farla troppo lunga.

Il problema è che in Italia il narcisismo sta diventando una malattia senile. Altrove il capo di un partito (banca, ospedale, università) si congeda dal palcoscenico e scivola con tutti gli onori dietro le quinte o nella buca del suggeritore. Qui invece rimane aggrappato al proscenio con le unghie e coi denti, se è il caso anche con la dentiera. Gli incarichi consultivi, prerogativa sacrosanta dei vecchi saggi, lo deprimono. Lui vuole esserci, apparire, contare. E così innesca l’effetto-tappo: poiché si rifiuta di scendere dall’autobus, chi gli sta dietro non riesce ad avanzare e quelli ancora più dietro neppure a salire. Deve aver confuso il prolungamento della vita con quello della poltrona. Forse perché per lui solo la poltrona è vita.


MASSIMO GRAMELLINI
La Stampa, 8 aprile 2011

domenica 10 aprile 2011

DAVANTI ALLA STORIA

CONCITA DE GREGORIO - Estratto dell'editoriale de L'Unità del 10.4.2011

Montecitorio, esterno giorno. L’Italia dentro, l’Italia fuori.
Dentro al Palazzo una maggioranza di governo servile e comprata da un anziano miliardario ricattato da frotte di prostitute e di deputati - assoldati entrambi per tacere o mentire sul suo conto - vota per la seconda volta quel che nessuno al mondo può credere a meno di non certificare che l’Italia sia guidata da un ingenuo allocco incapace di accertare e di distinguere, nella selezione dei suoi ospiti in villa, la discendente di un capo di stato da una prostituta minorenne. Per la seconda volta in poche settimane, cioè, il Parlamento italiano offre al mondo l’indecente spettacolo della sua convinzione che effettivamente la giovane Karima fosse «la nipote di Mubarak». E dunque, afferma il voto del Parlamento, la telefonata di quella notte in questura non è stata abuso di potere (piegare la funzione pubblica a scopi privati) ma un legittimo esercizio di azione diplomatica sullo scacchiere internazionale.

Voleva evitare un incidente con l’Egitto, ecco. È dunque per questo che dovrà essere giudicato non da un tribunale ordinario ma dal Tribunale dei ministri. I nomi di coloro che hanno votato sono da segnare e tenere da parte: non hanno il problema evidentemente di rendere conto alle loro coscienze ma non potranno sottrarsi al ridicolo né al giudizio di fronte alla storia.

Fuori dal Palazzo decine di migliaia di cittadini manifestano il loro sconcerto, la vergogna di essere rappresentati dal signore del ricatto, la paura per la tenuta delle istituzioni democratiche sottoposte ogni giorno a bordate di minacce e di menzogne.
Al Senato è stato presentato un disegno di legge costituzionale per l’abolizione della norma transitoria che vieta la «riorganizzazione del disciolto partito fascista». Ad una domanda sull’emergenza immigrazione Umberto Bossi ha di nuovo risposto esponendo il dito medio: «Bisogna chiudere il rubinetto e svuotare la vasca», ha poi aggiunto da idraulico. Subito dopo aver votato sottoscrivendo che sì, quella è proprio la nipote di Ruby la maggioranza si è dissolta, è stata battuta in aula dalle opposizioni su una norma in materia di enti locali. Erano andati via tutti. A chi volete che importi, in questo paese, della sorte dei Comuni. L’importante è tutelare il Faraone. Avanti così, come all’Aquila.

TOSCANA, XIII SETTIMANA DELLA CULTURA

Fonte: www.universy.it/2011/04/la-toscana-accoglie-la-xiii-settimana-della-cultura/

Promossa dal Ministero per i beni e le attività culturali, la XIII Settimana della Cultura sta riscuotendo, come prevedibile, grande successo tra il popolo degli amanti dell’arte, di certo aiutati dal bel tempo che regna un po’ ovunque sul Bel Paese.
Condotto da specialisti delle varie discipline, il visitatore si soffermerà con attenzione sul patrimonio culturale toscano attraverso la visita alle raccolte artistiche, archivistiche, bibliografiche, scientifiche, archeologiche, di arte sacra, alle case-museo, ai palazzi storici anche privati, agli edifici religiosi che nel loro complesso, hanno contribuito a formare questa identità culturale.
Dal 9 al 17 aprile, si potranno visitare anche importanti ambienti e complessi monumentali non sempre accessibili. Non mancheranno poi concerti, spettacoli di danza, presentazioni di libri, conferenze, a testimonianza della vitalità e vivacità culturale in tutti i settori artistici.

ALBOSCUOLE 2011 A CHIANCIANO TERME

La festa del giornalismo scolastico che si tiene ogni anno a Chianciano Terme (SI)

sabato 9 aprile 2011

AMORE, RICCHEZZA, SUCCESSO: CHI FAR ENTRARE?


Una donna stava innaffiando il giardino della sua casa quando vide tre vecchietti con i loro anni di esperienza che stavano di fronte al suo giardino. Ella non li conosceva e disse:' Non mi sembra di conoscervi, ma dovrete essere affamati. Vi prego, entrate in casa così che mangiate qualcosa.' Essi domandarono: 'Non c'è l'uomo di casa?' - 'No,' rispose lei, 'non è in casa'. - 'In tal caso, non possiamo entrare' dissero. All'imbrunire, quando il marito rincasò, ella gli raccontò tutto ciò che le era capitato. - 'Allora, di' loro che son rientrato e, dunque, invitali pure ad entrare!' La donna uscì per invitare i tre uomini a casa. - 'Non possiamo entrare tutti e tre insieme in una casa', spiegaronoi vecchietti. - 'Perché?', volle sapere lei. Uno degli uomini indicò uno dei suoi amici e spiegò: 'Il suo nome è Ricchezza'. Subito dopo indicò l'altro. 'Il suo nome è Successo' 'ed io mi chiamo Amore.' 'Adesso va' dentro e decidi con tuo marito quale di noi tre desiderate invitare a casa vostra.'

La donna entrò in casa e raccontò a suo marito tutto ciò che i tre uomini le avevano detto. Lui si rallegrò e disse: 'Che bello!'. 'Se è così, allora invitiamo Ricchezza,' 'che venga, e riempia la nostra casa!' Sua moglie non era d'accordo: 'Caro, perché non invitiamo Successo?'
La figlia della coppia stava ascoltando dall'altra parte della casa ed entrò di corsa. 'Non sarebbe meglio far entrare Amore?' 'Così la nostra famiglia sarebbe piena di amore:' 'Prendiamo in considerazione il consiglio di nostra figlia', disse il marito alla moglie. 'Va' fuori ed invita Amore perché sia nostro ospite.' La moglie uscì e chiese loro: Chi di voi è Amore?' 'Che venga, per favore, e sia il nostro invitato'. Amore si sedette sulla sua sedia e cominciò ad avanzare in direzione della casa. Anche gli altri due si alzarono e lo seguirono. Alquanto sorpresa, la signora chiese a Ricchezza e a Successo: 'Io ho invitato solo Amore: perché venite anche voi?' I tre replicarono insieme: - 'Se avessi invitato Ricchezza o Successo gli altri due sarebbero rimasti fuori, ma giacché hai invitato Amore, laddove egli vada, noi andiamo con lui.' Laddove c'è amore, c'è anche ricchezza e successo.

Lettori fissi