venerdì 29 aprile 2011

LA MAGLIA INDOSSATA DA GIOVANNI PAOLO II IL GIORNO DELL'ATTENTATO DIVENTA PREZIOSA RELIQUIA

(Il Messaggero)
di Franca Giansoldati
ROMA - Il vetro sotto il quale è stata stesa per conservarla meglio consente persino di osservare da vicino i buchi lasciati dalle pallottole di Alì Agca. A via Albergotti, civico 75, nella grande casa delle Figlie della Carità, si trova una reliquia di classe A, praticamente sconosciuta.

Si tratta della maglietta tutta inzuppata di sangue che
Papa Wojtyla indossava il giorno dell’attentato, quel terribile 13 maggio 1981. Di per sé un comune indumento di cotone se non fosse per le cifre GP sull’etichetta. È stato custodito gelosamente e nel silenzio più totale in attesa della beatificazione. Attualmente è appeso ad un muro, dentro una specie di quadro, ma molto più prezioso di un quadro, in un’ala del grande edificio stile anni Cinquanta in cui sono conservati cimeli e ricordi della congregazione. Ma presto, molto presto, sarà trasferito nella maestosa cappella dell’istituto. «Eravamo consapevoli che prima o poi sarebbe divenuta una reliquia», sussurra suor Beatrice.

Scusi ma come è finita fin qui?
«E’ il dono di una signora che ha vissuto con noi gli ultimi anni della sua vita. Si chiamava Anna Stanghellini ed è scomparsa nel 2004 senza parenti. Anna ha lavorato al Gemelli come caposala in sala operatoria, ecco perché si trovò in possesso della maglietta appartenuta a Giovanni Paolo II».

E perché mai l’infermiera trattenne questa maglia?
«Anna mi raccontò che quel tardo pomeriggio mentre preparavano il Papa per farlo entrare in sala operatoria per salvargli la vita gli vennero tolti tutti gli indumenti. La t-shirt bianca tutta inzuppata di sangue finì in un angolo, in attesa di essere buttata assieme alle garze usate come tampone. Finita l’operazione chirurgica vide quella maglietta e la prese dal cesto senza dire nulla a nessuno e la trattenne. Questa reliquia se non ci fosse stata Anna noi non l’avremmo, sarebbe finita nell’immondizia, distrutta».

E poi?
«La maglietta la conservò senza dire nulla a nessuno fino al 2000, l’anno in cui me la consegnò. Ricordo che la teneva dietro della biancheria, avvolta in un asciugamano bianco. Quando la vidi restai sbigottita, ero senza parole, non sapevo cosa dire. Presi questo fagottino e lo misi al sicuro dentro un armadio, nel mio ufficio. Successivamente pensammo di metterla sotto vetro, studiando apposta un involucro speciale per conservarla, e così facemmo».

Siete in molti a conoscere dell’esistenza di questa reliquia?
«No, pochissimi. Fintanto che Giovanni Paolo II non verrà riconosciuto beato non si può nemmeno parlare di reliquia, né possiamo esporla al culto dei fedeli».

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