lunedì 31 gennaio 2011

MANIE DI PERSECUZIONE


I giudici: "C'è un complotto contro di me"

Bersani: "E' un insolente"

"L'Infedele": "Un postribolo televisivo"

Fini: "Non puo' fare il presidente della Camera. Deve dimettersi"
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OFFERTA

domenica 30 gennaio 2011

"RUBY A RIMINI? NON CE NE FREGA NIENTE"

I TRE ALBERI

Per cominciare bene la domenica

Quando le cose non sembrano andare nella direzione che ti aspetti, sappi che Dio ha sempre un piano per te. Se tu hai fiducia in Lui, Lui ti darà grossi doni. Ogni albero ebbe ciò che voleva ma non nel modo che avrebbe immaginato.

Noi non sappiamo sempre ciò che Dio ha riservato per noi. Sappiamo che le Sue vie non sono le nostre vie, ma le sue vie sono sempre le migliori.



BERLUSCONI, IL SUCCO DEL DISCORSO

sabato 29 gennaio 2011

"FORSE STA NASCENDO UN'ITALIA UNITA"

Vi riporto un articolo tratto da Gazzetta di Benevento di oggi. Al convegno sulle donne sannite nel Risorgimento italiano c'ero anch'io. Leggendo questo pezzo viene proprio da pensare che gli Italiani sono molto migliori della classe dirigente che li rappresenta... LG

www.gazzettabenevento.it/Sito2009/dettagliocomunicato.php?Id=26095

Una nostra lettrice, Erminia, torna sulla vicenda delle scuse fatte da un vicentino a tutto il Sannio per l'eccidio di Pontelandolfo
Conosco quell'uomo, è dotato di grande umanità. Ha sposato una donna del sud, di Ginestra degli Schiavoni ed ha adottato questo paesello come fosse il suo...

Una nostra lettrice, Erminia Manserra, con l'aggiunta di qualche particolare per noi inedito, ci ha inviato una nota con cui è tornata sulla vicenda di ieri che ha commosso i presenti al Convegno su "Eroine ed antieroine" relativo al 150° anniversario dalla fondazione della Provincia sannita per sottolineare, ancora una volta, il gesto di un signore vicentino che ha voluto assumere su di sé la responsabilità morale della strage dei piemontesi, ma solo perché della stessa provincia del nord in cui era nato il colonnello Negri che comandò l'eccidio di Pontelandolfo, e quindi rivolgere ai sanniti pubbliche scuse. "Il convegno - scrive la Manserra - si è aperto con il saluto del presidente Cimitile, il quale ha parlato anche dell'eccidio di Pontelandolfo perpetrato dal colonnello Pier Eeleonoro Negri nato a Locara in provincia di Vicenza. Conclusosi il suo saluto, un momento di grande emozione per tutti, per me personalmente ancora più forte perché all'improvviso, vedo il mio amico (nella foto) Luciano Disconsi (vicentino doc) ex docente di materie letterarie di Rettorgole di Vicenza, che avanza verso il tavolo dei relatori. Persona di grande cultura ed umanità. Come mai è qui, mi chiedo? Lo guardo mentre avanza come in un replay. Attimo di tensione nell'uditorio. E' commosso, con la voce tremante e le lacrime agli occhi, si presenta e chiede scusa tramite Cimitile ed i presenti, a tutta la provincia di Benevento per quello che aveva fatto il suo compaesano Negri. Grazie Luciano. Grazie a te ed a tante persone come te che hanno avuto ed hanno l'onestà intellettuale e morale di conoscere e capire come sono andate certe cose. Tu sei un caso speciale, perché hai voluto che veramente l'Italia fosse una ed indivisibile. Hai sposato una donna del Sud, della mia terra, ma con lei hai sposato ed amato anche il mio paesello, dove vieni spessissimo, Ginestra degli Schiavoni, che ami come fosse tuo e forse anche di più. Ora possiamo, forse, dire che, veramente, sta nascendo un'Italia Unita. Un abbraccio Erminia".

LE SUORE CONTRO BERLUSCONI - ERODE

Fonte: http://corrieredelmezzogiorno.corriere.it/napoli/notizie/politica/2011/28-gennaio-2011/ruby-suore-contro-berlusconi-erodecome-lui-ti-diciamo-non-ti-lecito-181350027616.shtml

CASERTA - «Inquieta vedere esercitare un potere in maniera così sfacciata e arrogante che riduce la donna a merce e dove fiumi di denaro e di promesse intrecciano corpi trasformati in oggetti di godimento». Sono le parole di una religiosa impegnata nella lotta contro la tratta delle donne, suor Rita Giaretta, della Comunità Rut di Caserta, che con le sue consorelle ha scritto una lettera aperta per esprimere «indignazione» dinanzi all«’indecoroso spettacolo» offerto dal caso Ruby e che vede coinvolti il presidente del Consiglio Silvio Berlusconi, la consigliera regionale lombarda Nicole Minetti, Emilio fede e lele Mora. La missiva è stata pubblicata dal sito missionario Missionline.org, perché, spiegano i curatori del portale, « Il "caso-Ruby" scuote l'Italia. E anche MissiOnLine sente il dovere di intervenire, con un'attenzione non agli aspetti penali o mediatici della vicenda (su cui molto ci sarebbe da riflettere), ma sui rivolti educativi e culturali».

LA LETTERA - «Sono sconcertata - scrive suor Rita - nell’assistere come da "ville" del potere alcuni rappresentanti del governo, eletti per cercare e fare unicamente il bene per il nostro Paese, soprattutto in un momento di così grave crisi, offendano, umilino e deturpino l’immagine della donna». «Di fronte a tale e tanto spettacolo l'indignazione è grande!» continua la religiosa che arriva a paragonare il palazzo del presidente del Consiglio a quello del re Erode e utilizza parole durissime: «Come non andare con la mente all'immagine di un altro "palazzo" del potere, dove circa duemila anni fa al potente di turno, incarnato nel re Erode, il Battista gridò con tutta la sua voce: «Non ti è lecito, non ti è lecito!». Anch'io oggi sento di alzare la mia voce e dire ai nostri potenti, agli Erodi di turno, non ti è lecito! Non ti è lecito offendere e umiliare la "bellezza" della donna; non ti è lecito trasformare le relazioni in merce di scambio, guidate da interessi e denaro; e soprattutto oggi non ti è lecito soffocare il cammino dei giovani nei loro desideri di autenticità, di bellezza, di trasparenza, di onesta. Tutto questo è il tradimento del Vangelo, della vita e della speranza».

L'"OMERTÀ" DI ALCUNI UOMINI - Suor Rita ha anche bacchettato quegli uomini che, seppur si proclamano di fede cattolica, sono troppo morbidi nel giudicare moralmente la vicenda. «Ma davanti a questo spettacolo una domanda mi rode dentro - conclude la religiosa - dove sono gli uomini, dove sono i maschi? Poche sono le loro voci, anche dei credenti, che si alzano chiare e forti. Nei loro silenzi c'è ancora troppa omertà, nascosta compiacenza e forse sottile invidia».

Le DE’GENERE: "LE DONNE NON SONO IN VENDITA"


Come assemblea delle donne “le DE’GENERE” di Terni abbiamo scelto di fare la nostra prima iniziativa pubblica, partecipando allo sciopero di oggi 28 gennaio indetto dal sindacalismo di base e dall’autorganizzazione, portando nel corteo i nostri contenuti.

Come donne non possiamo stare zitte di fronte quello che succede in questi giorni nel nostro Paese, non possiamo non esprimere tutta la nostra rabbia e indignazione per l’indecente spettacolo che la classe politica sta dando di sé, dell’Italia e delle donne italiane nel mondo.
Siamo studentesse, insegnanti, disoccupate, educatrici, precarie, artiste, ricercatrici, siamo le donne che non “fanno notizia” su TV e giornali, per questo siamo scese in piazza per urlare il nostro: ORA BASTA!!! Noi non ci stiamo, noi e i nostri corpi non siamo in vendita, rivendichiamo la nostra dignità! Siamo pronte come sempre a lottare – e non a “svenderci” al sultano di turno – per ottenere e salvaguardare i nostri diritti!

Rifiutiamo i nuovi modelli inculcati dai media nelle giovani generazioni: escort, veline, “letterine” disposte a tutto pur di sfondare nel mondo dello spettacolo o della politica? NO, grazie!

Denunciamo un peggioramento generale delle condizioni di vita e di lavoro delle donne nel nostro Paese: secondo i dati del 2010 del Forum economico mondiale su “gender Gap”, che misura il divario di opportunità tra uomini e donne, l’Italia è scesa dal 72° al 74° posto su 134 Paesi analizzati (preceduta da Ghana, Botswana, Romania, Vietnam!) per quanto riguarda la partecipazione delle donne al lavoro (su questo siamo addirittura al 94°posto), alla vita politica, il loro accesso all’istruzione, la loro presenza nei luoghi decisionali e la loro aspettativa di vita. Per quanto riguarda i salari, in Italia le donne guadagnano in media il 50% in meno degli uomini.

venerdì 28 gennaio 2011

"CI E' STATO INSEGNATO DI RISPETTARE I MAGISTRATI"

Discorso di Pericle agli Ateniesi - 461 a.C.

Qui ad Atene noi facciamo così.
Qui il nostro governo favorisce i molti invece dei pochi: e per questo viene chiamato democrazia.
Qui ad Atene noi facciamo così.
Le leggi qui assicurano una giustizia eguale per tutti nelle loro dispute private, ma noi non ignoriamo mai i meriti dell’eccellenza.
Quando un cittadino si distingue, allora esso sarà, a preferenza di altri, chiamato a servire lo Stato, ma non come un atto di privilegio, come una ricompensa al merito, e la povertà non costituisce un impedimento.
Qui ad Atene noi facciamo così.
La libertà di cui godiamo si estende anche alla vita quotidiana; noi non siamo sospettosi l’uno dell’altro e non infastidiamo mai il nostro prossimo
se al nostro prossimo piace vivere a modo suo.
Noi siamo liberi, liberi di vivere proprio come ci piace e tuttavia siamo sempre pronti a fronteggiare qualsiasi pericolo.
Un cittadino ateniese non trascura i pubblici affari quando attende alle proprie faccende private, ma soprattutto non si occupa dei pubblici affari per risolvere le sue questioni private.
Qui ad Atene noi facciamo così.
Ci è stato insegnato di rispettare i magistrati, e ci è stato insegnato anche di rispettare le leggi e di non dimenticare mai che dobbiamo proteggere coloro che ricevono offesa.
E ci è stato anche insegnato di rispettare quelle leggi non scritte che risiedono nell’universale sentimento di ciò che è giusto e di ciò che è buon senso.
Qui ad Atene noi facciamo così.
Un uomo che non si interessa allo Stato noi non lo consideriamo innocuo, ma inutile; e benchè in pochi siano in grado di dare vita ad una politica, beh tutti qui ad Atene siamo in grado di giudicarla.
Noi non consideriamo la discussione come un ostacolo sulla via della democrazia.
Noi crediamo che la felicità sia il frutto della libertà, ma la libertà sia solo il frutto del valore.
Insomma, io proclamo che Atene è la scuola dell’Ellade e che ogni ateniese cresce sviluppando in sé una felice versalità, la fiducia in se stesso, la prontezza a fronteggiare qualsiasi situazione ed è per questo che la nostra città è aperta al mondo e noi non cacciamo mai uno straniero.
Qui ad Atene noi facciamo così.

giovedì 27 gennaio 2011

LITE MASI-SANTORO AD "ANNOZERO"



Roma, 24 settembre - Michele Santoro apre la prima puntata di Annozero con un monologo in cui, con una metafora, parla dei mancati contratti di Vauro e Travaglio e attacca il direttore generale della Rai Mauro Masi.

Annozero con Santoro: subito un vaffa a Masi
Il conduttore di Annozero, Michele Santoro, apre la puntata attancando i vertici Rai e il direttore Generale Masi, mandandolo anche a quel paese.

«A tutela dell'azienda di cui sono direttore generale e che è anche la sua azienda, mi dissocio nella maniera più chiara dal tipo di trasmissione che lei sta impostando, ad avviso mio e dei nostri legali in base al codice di autoregolamentazione sulla rappresentazione dei processi in tv».
Santoro ha allora incalzato il dg chiedendogli se a suo avviso la trasmissione violasse le regole e dunque se volesse chiuderla. Masi allora ha risposto: «Le sto dicendo che ritiro me stesso e l'azienda dal tipo di trasmissione che sta facendo». «Se ritira se stesso - ha commentato Santoro - mi pare anche buono». «Ho sempre garantito che la trasmissione andasse in onda. Non sono io che debbo stabilire se le regole vengono violate o no, ma voi potreste violare le regole di servizio», afferma Masi con la voce quasi tremante dopo la dura reazione di Santoro, che ribatte infuriato: «Qualsiasi trasmissione potrebbe violare le regole. Abbiamo capito che tipo di direttore generale è lei. Buonanotte!».

"UN PUTTANAIO, TUTTO SUCCEDE DAVANTI A TUTTI. E' MOLTO, MOLTO TRISTE"

Centra

Ruby, Nicole Minetti: cade Berlusconi, cadiamo noi. E' solo un vecchio

Nelle 227 pagine inviate alla Camera dalla Procura di Milano ci sarebbero alcune intercettazioni di Nicole Minetti che direbbe che se Berlusconi cade cadono tutti e che le avrebbe "rovinato la vita. E' un vecchio...".

In una conversazione la Minetti avrebbe detto: "Non me ne fotte un c... se lui è il presidente del Consiglio o, cioè, è un vecchio e basta. A me non me ne frega niente, non mi faccio prendere per il culo. Si sta comportando da pezzo di m... pur di salvare il suo culo flaccido". In altri contesti Nicole Minetti avrebbe detto, sempre pensando a Berlusconi: "Mi ha rovinato la vita. E' un vecchio..." oppure "So che mi stanno ascoltando ma queste cose le dico lo stesso...". In altre telefonate Nicole Minetti spiega: "Io do le dimissioni. Sta roba è una roba che ti rovina la vita, ti rovina i rapporti, ti logora. Devi avere un pelo sullo stomaco. Ma a me cioè non me ne frega niente. Io voglio sposarmi, fidanzarmi, avere dei bambini, una casa". E ancora: "Cioè litigare tutti i giorni con tutti, metterla nel culo a quello che ha fiducia a te. La politica è un casino. Cade lui, cadiamo noi - aggiungendo - A lui gli fa comodo mettere te e me in Parlamento perché dice 'bene me le sono levate dai coglioni, lo stipendio lo paga lo Stato' ". Nicole Minetti cita anche Ruby Rubacuori e in una telefonata con Maristelle spiega: "Stasera saremo poche. Lui ha detto che è successo un casino perché 'sta stronza di Ruby ha detto delle cose e ci sta sputtanando" oppure "Quando si cagherà adosso per Ruby chiamerà e si ricorderà di noi. Adesso fa finta di non ricevere chiamate". Al Corriere della Sera Nicole Minetti spiega però: "Non ricordo di avere detto cose di quel genere, e se l'ho fatto era solo lo sfogo in un momento di rabbia, uno dei tanti che ho da quando è cominciato tutto questo".

www.mainfatti.it/Silvio-Berlusconi/Ruby-Nicole-Minetti-cade-Berlusconi-cadiamo-noi-E-solo-un-vecchio_033964033.htm

GIORNATA DELLA MEMORIA

Centra"Se comprendere è impossibile, conoscere è necessario"
PRIMO LEVI

mercoledì 26 gennaio 2011

RIMINI RIMINI


Ruby rubacuori sabato sera sarà alla discoteca Paradiso di Rimini a portare il fascino indiscreto del bunga bunga (vedi La Stampa). Famiglia Cristiana: "Si nasconde la crisi economica del Paese"; Su Facebook: in seguito ai pesantissimi insulti la pagina creata appositamente è stata chiusa; I gestori del Paradiso: "Qui non facciamo valutazioni morali o politiche Ruby è un personaggio chiacchierato e a noi interessa fare audience, altro non ci importa"

martedì 25 gennaio 2011

DISCORSO DI STEVE JOBS AI NEO-LAUREATI DI STANFORD

Università di Stanford, 21 gennaio 2005
Steve Jobs, creatore di Apple, è uno degli uomini d'affari più potenti della Terra. Il suo discorso è vibrante e attuale.

Sono onorato di essere qui con voi oggi alle vostre lauree in una delle migliori università del mondo. Io non mi sono mai laureato. Anzi, per dire la verità, questa è la cosa più vicina a una laurea che mi sia mai capitata. Oggi voglio raccontarvi tre storie della mia vita. Tutto qui, niente di eccezionale: solo tre storie.
La prima storia è sull'unire i puntini.
Ho lasciato il Reed College dopo il primo semestre, ma poi ho continuato a frequentare in maniera ufficiosa per altri 18 mesi circa prima di lasciare veramente. Allora, perché ho mollato?
E' cominciato tutto prima che nascessi. Mia madre biologica era una giovane studentessa di college non sposata, e decise di lasciarmi in adozione. Riteneva con determinazione che avrei dovuto essere adottato da laureati, e fece in modo che tutto fosse organizzato per farmi adottare fin dalla nascita da un avvocato e sua moglie. Però quando arrivai io loro decisero all'ultimo minuto che avrebbero voluto adottare una bambina. Così quelli che poi sono diventati i miei genitori adottivi e che erano in lista d'attesa, ricevettero una chiamata nel bel mezzo della notte che gli diceva: "C'è un bambino, un maschietto, non previsto. Lo volete voi?" Loro risposero: "Certamente". Più tardi mia madre biologica scoprì che mia madre non si era mai laureata al college e che mio padre non aveva neanche finito il liceo. Rifiutò di firmare le ultime carte per l'adozione. Poi accetto di farlo, mesi dopo, solo quando i miei genitori adottivi promisero formalmente che un giorno io sarei andato al college.
Diciassette anni dopo andai al college. Ma ingenuamente ne scelsi uno altrettanto costoso di Stanford, e tutti i risparmi dei miei genitori finirono per pagarmi l'ammissione e i corsi. Dopo sei mesi, non riuscivo a vederci nessuna vera opportunità. Non avevo idea di quello che avrei voluto fare della mia vita e non vedevo come il college potesse aiutarmi a capirlo. Eppure ero là, che spendevo tutti quei soldi che i miei genitori avevano messo da parte lavorando per tutta la loro vita. Così decisi di mollare e avere fiducia che tutto sarebbe andato bene lo stesso. Era molto difficile all'epoca, ma guardandomi indietro ritengo che sia stata una delle migliori decisioni che abbia mai preso. Nell'attimo che mollai il college, potei anche smettere di seguire i corsi che non mi interessavano e cominciai invece a capitare nelle classi che trovavo più interessanti.
Non è stato tutto rose e fiori, però. Non avevo più una camera nel dormitorio, ed ero costretto a dormire sul pavimento delle camere dei miei amici. Guadagnavo soldi riportando al venditore le bottiglie di Coca cola vuote per avere i cinque centesimi di deposito e poter comprare da mangiare. Una volta la settimana, alla domenica sera, camminavo per sette miglia attraverso la città per avere finalmente un buon pasto al tempio Hare Krishna: l'unico della settimana. Ma tutto quel che ho trovato seguendo la mia curiosità e la mia intuizione è risultato essere senza prezzo, dopo. Vi faccio subito un esempio.
Il Reed College all'epoca offriva probabilmente la miglior formazione del Paese relativamente alla calligrafia. Attraverso tutto il campus ogni poster, ogni etichetta, ogni cartello era scritto a mano con calligrafie meravigliose. Dato che avevo mollato i corsi ufficiali, decisi che avrei seguito la classe di calligrafia per imparare a scrivere così. Fu lì che imparai dei caratteri serif e san serif, della differenza tra gli spazi che dividono le differenti combinazioni di lettere, di che cosa rende grande una stampa tipografica del testo. Fu meraviglioso, in un modo che la scienza non è in grado di offrire, perché era artistico, bello, storico e io ne fui assolutamente affascinato.
Nessuna di queste cose però aveva alcuna speranza di trovare una applicazione pratica nella mia vita. Ma poi, dieci anni dopo, quando ci trovammo a progettare il primo Macintosh, mi tornò tutto utile. E lo utilizzammo tutto per il Mac. E' stato il primo computer dotato di una meravigliosa capacità tipografica. Se non avessi mai lasciato il college e non avessi poi partecipato a quel singolo corso, il Mac non avrebbe probabilmente mai avuto la possibilità di gestire caratteri differenti o font spaziati in maniera proporzionale. E dato che Windows ha copiato il Mac, è probabile che non ci sarebbe stato nessun personal computer con quelle capacità. Se non avessi mollato il college, non sarei mai riuscito a frequentare quel corso di calligrafia e i persona computer potrebbero non avere quelle stupende capacità di tipografia che invece hanno. Certamente all'epoca in cui ero al college era impossibile unire i puntini guardando il futuro. Ma è diventato molto, molto chiaro dieci anni dopo, quando ho potuto guardare all'indietro.
Di nuovo, non è possibile unire i puntini guardando avanti; potete solo unirli guardandovi all'indietro. Così, dovete aver fiducia che in qualche modo, nel futuro, i puntini si potranno unire. Dovete credere in qualcosa - il vostro ombelico, il destino, la vita, il karma, qualsiasi cosa. Questo tipo di approccio non mi ha mai lasciato a piedi e invece ha sempre fatto la differenza nella mia vita.
La mia seconda storia è a proposito dell'amore e della perdita
Sono stato fortunato: ho trovato molto presto che cosa amo fare nella mia vita. Woz e io abbiamo fondato Apple nel garage della casa dei miei genitori quando avevo appena 20 anni. Abbiamo lavorato duramente e in 10 anni Apple è cresciuta da un'azienda con noi due e un garage in una compagnia da due miliardi di dollari con oltre quattromila dipendenti. L'anno prima avevamo appena realizzato la nostra migliore creazione - il Macintosh - e io avevo appena compiuto 30 anni, e in quel momento sono stato licenziato. Come si fa a venir licenziati dall'azienda che hai creato? Beh, quando Apple era cresciuta avevamo assunto qualcuno che ritenevo avesse molto talento e capacità per guidare l'azienda insieme a me, e per il primo anno le cose sono andate molto bene. Ma poi le nostre visioni del futuro hanno cominciato a divergere e alla fine abbiamo avuto uno scontro. Quando questo successe, il Board dei direttori si schierò dalla sua parte. Quindi, a 30 anni io ero fuori. E in maniera plateale. Quello che era stato il principale scopo della mia vita adulta era andato e io ero devastato da questa cosa.
Non ho saputo davvero cosa fare per alcuni mesi. Mi sentivo come se avessi tradito la generazione di imprenditori prima di me - come se avessi lasciato cadere la fiaccola che mi era stata passata. Incontrai David Packard e Bob Noyce e tentai di scusarmi per aver rovinato tutto così malamente. Era stato un fallimento pubblico e io presi anche in considerazione l'ipotesi di scappare via dalla Silicon Valley. Ma qualcosa lentamente cominciò a crescere in me: ancora amavo quello che avevo fatto. L'evolvere degli eventi con Apple non avevano cambiato di un bit questa cosa. Ero stato respinto, ma ero sempre innamorato. E per questo decisi di ricominciare da capo.
Non me ne accorsi allora, ma il fatto di essere stato licenziato da Apple era stata la miglior cosa che mi potesse succedere. La pesantezza del successo era stata rimpiazzata dalla leggerezza di essere di nuovo un debuttante, senza più certezze su niente. Mi liberò dagli impedimenti consentendomi di entrare in uno dei periodi più creatvi della mia vita.
Durante i cinque anni successivi fondai un'azienda chiamata NeXT e poi un'altra azienda, chiamata Pixar, e mi innamorai di una donna meravigliosa che sarebbe diventata mia moglie. Pixar si è rivelata in grado di creare il primo film in animazione digitale, Toy Story, e adesso è lo studio di animazione più di successo al mondo. In un significativo susseguirsi degli eventi, Apple ha comprato NeXT, io sono ritornato ad Apple e la tecnologia sviluppata da NeXT è nel cuore dell'attuale rinascimento di Apple. E Laurene e io abbiamo una meravigliosa famiglia.
Sono sicuro che niente di tutto questo sarebbe successo se non fossi stato licenziato da Apple. E' stata una medicina molto amara, ma ritengo che fosse necessaria per il paziente. Qualche volta la vita ti colpisce come un mattone in testa. Non perdete la fede, però. Sono convinto che l'unica cosa che mi ha trattenuto dal mollare tutto sia stato l'amore per quello che ho fatto. Dovete trovare quel che amate. E questo vale sia per il vostro lavoro che per i vostri affetti. Il vostro lavoro riempirà una buona parte della vostra vita, e l'unico modo per essere realimente soddisfatti è fare quello che riterrete un buon lavoro. E l'unico modo per fare un buon lavoro è amare quello che fate. Se ancora non l'avete trovato, continuate a cercare. Non accontentatevi. Con tutto il cuore, sono sicuro che capirete quando lo troverete. E, come in tutte le grandi storie, diventerà sempre migliore mano a mano che gli anni passano. Perciò, continuate a cercare sino a che non lo avrete trovato. Non vi accontentate.
La mia terza storia è a proposto della morte
Quando avevo 17 anni lessi una citazione che suonava più o meno così: "Se vivrai ogni giorno come se fosse l'ultimo, sicuramente una volta avrai ragione". Mi colpì molto e da allora, per gli ultimi 33 anni, mi sono guardato ogni mattina allo specchio chiedendomi: "Se oggi fosse l'ultimo giorno della mia vita, vorrei fare quello che sto per fare oggi?". E ogni qualvolta la risposta è "no" per troppi giorni di fila, capisco che c'è qualcosa che deve essere cambiato.
Ricordarsi che morirò presto è il più importante strumento che io abbia mai incontrato per fare le grandi scelte della vita. Perché quasi tutte le cose - tutte le aspettative di eternità, tutto l'orgoglio, tutti i timori di essere imbarazzati o di fallire - semplicemente svaniscono di fronte all'idea della morte, lasciando solo quello che c'è di realmente importante. Ricordarsi che dobbiamo morire è il modo migliore che io conosca per evitare di cadere nella trappola di chi pensa che avete qualcosa da perdere. Siete già nudi. Non c'è ragione per non seguire il vostro cuore.
Più o meno un anno fa mi è stato diagnosticato un cancro. Ho fatto la scansione alle sette e mezzo del mattino e questa ha mostrato chiaramente un tumore nel mio pancreas. Non sapevo neanche che cosa fosse un pancreas. I dottori mi dissero che si trattava di un cancro che era quasi sicuramente di tipo incurabile e che sarebbe stato meglio se avessi messo ordine nei miei affari (che è il codice dei dottori per dirti di prepararti a morire). Questo significa prepararsi a dire ai tuoi figli in pochi mesi tutto quello che pensavi avresti avuto ancora dieci anni di tempo per dirglielo. Questo significa essere sicuri che tutto sia stato organizzato in modo tale che per la tua famiglia sia il più semplice possibile. Questo significa prepararsi a dire i tuoi "addio".
Ho vissuto con il responso di quella diagnosi tutto il giorno. La sera tardi è arrivata la biopsia, cioè il risultato dell'analisi effettuata infilando un endoscopio giù per la mia gola, attraverso lo stomaco sino agli intestini per inserire un ago nel mio pancreas e catturare poche cellule del mio tumore. Ero sotto anestesia ma mia moglie - che era là - mi ha detto che quando i medici hanno visto le cellule sotto il microscopio hanno cominciato a gridare, perché è saltato fuori che si trattava di un cancro al pancreas molto raro e curabile con un intervento chirurgico. Ho fatto l'intervento chirurgico e adesso sto bene.
Questa è stata la volta in cui sono andato più vicino alla morte e spero che sia anche la più vicina per qualche decennio. Essendoci passato attraverso posso parlarvi adesso con un po' più di cognizione di causa di quando la morte era per me solo un concetto astratto e dirvi:
Nessuno vuole morire. Anche le persone che vogliono andare in paradiso non vogliono morire per andarci. E anche che la morte è la destinazione ultima che tutti abbiamo in comune. Nessuno gli è mai sfuggito. Ed è così come deve essere, perché la Morte è con tutta probabilità la più grande invenzione della Vita. E' l'agente di cambiamento della Vita. Spazza via il vecchio per far posto al nuovo. Adesso il nuovo siete voi, ma un giorno non troppo lontano diventerete gradualmente il vecchio e sarete spazzati via. Mi dispiace essere così drammatico ma è la pura verità.

Il vostro tempo è limitato, per cui non lo sprecate vivendo la vita di qualcun altro. Non fatevi intrappolare dai dogmi, che vuol dire vivere seguendo i risultati del pensiero di altre persone. Non lasciate che il rumore delle opinioni altrui offuschi la vostra voce interiore. E, cosa più importante di tutte, abbiate il coraggio di seguire il vostro cuore e la vostra intuizione. In qualche modo loro sanno che cosa volete realmente diventare. Tutto il resto è secondario.
Quando ero un ragazzo c'era una incredibile rivista che si chiamava The Whole Earth Catalog, praticamente una delle bibbie della mia generazione. E' stata creata da Stewart Brand non molto lontano da qui, a Menlo Park, e Stewart ci ha messo dentro tutto il suo tocco poetico. E' stato alla fine degli anni Sessanta, prima dei personal computer e del desktop publishing, quando tutto era fato con macchine da scrivere, forbici e foto polaroid. E' stata una specie di Google in formato cartaceo tascabile, 35 anni prima che ci fosse Google: era idealistica e sconvolgente, traboccante di concetti chiari e fantastiche nozioni.
Stewart e il suo gruppo pubblicarono vari numeri di The Whole Earth Catalog e quando arrivarono alla fine del loro percorso, pubblicarono il numero finale. Era più o meno la metà degli anni Settanta e io avevo la vostra età. Nell'ultima pagina del numero finale c'era una fotografia di una strada di campagna di prima mattina, il tipo di strada dove potreste trovarvi a fare l'autostop se siete dei tipi abbastanza avventurosi. Sotto la foto c'erano le parole: "Stay Hungry. Stay Foolish.", siate affamati, siate folli. Era il loro messaggio di addio. Stay Hungry. Stay Foolish. Io me lo sono sempre augurato per me stesso. E adesso che vi laureate per cominciare una nuova vita, lo auguro a voi.

ROMAGNA MIA

"Invito cordialmente l'onorevole Iva Zanicchi ad alzarsi e a cantare 'Romagna mia' per questo incredibile postribolo televisivo!"
http://metilparaben.blogspot.com/

A MILANO IL CENTRO CONGRESSI PIU' GRANDE D'EUROPA


Sessanta milioni di euro, 18mila posti a sedere, un auditorium da 1500 persone, 73 sale modulari da 20 a 2000 posti, 54mila metri quadrati espositivi a supporto. Il centro fieristico più grande d'Europa verrà inaugurato dopo Pasqua nel Centro di Milano. E' realizzato da Fondazione Fiera Milano e sarà la prima opera ad essere pronta per l'expo 2015. L'architetto Mario Bellini ha progettato gli esterni, mentre l'architetto Pierluigi Nicolin ha organizzato gli spazi interni.

BENEVOLO AMMONIMENTO

"La D'Addario annuncia che entrerà in politica. Probabile collocamento al Centro. Perchè è proprio lì al centro che sta la sua vera forza". vukicblog.blogspot.com/

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Monsignor Angelo Bagnasco ha detto: "Il Paese prova profondo disagio morale". Occorre "superare la fase di scontro tra poteri" e "mantenersi con sapienza entro i confini invalicabili delle proprie prerogative". Ha detto che i cattivi esempi pubblici danno una rappresentazione "fasulla" dell'esistenza, legittimano "un successo basato sull'artificiosità, la scalata furba, il guadagno facile, l'ostentazione e il mercimonio di sé".

IL POTERE E' ANARCHICO - BUNGA BUNGA AI TEMPI DEL FASCIO



Il potere è anarchico, il potere fa ciò che vuole, dichiarava Pier Paolo Pasolini denunciando attraverso la metafora della depravazione sessuale, il degrado morale che il nazifascismo aveva prodotto nelle coscienze.

CHE IL VENTO DEL DESTINO TI PORTI IN ALTO


Abbi:
- pensieri elevati
- amicizie sempre vive
- interessi molteplici che ti facciano sentire vivo

"Che tu possa avere sempre il vento in poppa, che il sole ti risplenda in viso e che il vento del destino ti porti in alto a danzare con le stelle". Dal film BLOW

lunedì 24 gennaio 2011

EVVIVA CASA GRIMALDI


"...il Principato di Monaco destina il 5% del suo intero budget alla cultura. “Nessun altro Stato al mondo – ha detto Michel Bouquier, direttore dell’Ente del Turismo del Principato - dedica a questo settore, un importo così elevato. Ma non solo: in un territorio dallo spazio contenuto, il 42% della sua area, è dedicato a verde e giardini per rendere Monaco ancora più attraente e piacevole”.
Dal sito www.sinequanon.it/site/article.php?ID=3447&l=

Qualcuno qui in Italia, ministri dell'Istruzione, della Cultura, dell'Economia, capi vari, dovrebbero prendere esempio ed adoperarsi come i principi Grimaldi, così amati nel loro meraviglioso e ricco paese. Un principato, quello di Monaco, che è la dimostrazione vivente che investire in cultura arricchisce gli abitanti ed i posti in cui vivono. E che dimostra che i tagli alla cultura fanno danno a tutti gli altri settori...

PAROLE SEMPRE ATTUALI

Noi siamo da secoli
Calpesti, derisi,
Perché non siam popolo,
Perché siam divisi.

Goffredo Mameli

POMICINO: "NEANCHE COL FASCISMO C'ERANO LE AMANTI AL PARLAMENTO"


«E' stato lui (Berlusconi) a voler rendere pubblico il proprio stile di vita. Lui ad andare, da premier, a quella festa a Casoria. Lui a cercare di mandare le veline al parlamento europeo, e nonni riuscì solo per la pubblica denuncia di sua moglie. Sempre lui a far entrare e uscire 'da Arcore, sotto gli occhi di tutti, decine di signorine compiacenti».

Resta il fatto che per molti non è lecito giudicare un politico da quel che fa in casa sua. «Ma questo stile di vita è il segno di una decadenza emotiva, intellettuale e fisica. Fino a quando non tollerava la calvizie, si poteva parlare di mito di Dorian Gray. Ma ora siamo a un disfacimento e un degrado per cui per rilassarsi ha bisogno che un paio di volte la settimana una dozzina di signorine lo vadano a trovare, e mi fermo qui».

«Questo stile di vita non è più solo privato nel momento in cui vengono mandate in parlamento e in consiglio regionale persone che non avrebbero alcun titolo. Guardi: non c'è mai stato, in Italia, un nepotismo sfrenato come quello di oggi. Neanche durante il fascismo si portavano le amanti in. Parlamento. Che poi qúelle di adesso non sono neanche amanti».

«La Prima Repubblica finì sotto l'attacco di importanti forze politiche ed economiche italiane e straniere. Qui invece c'è un disfacimento dall'interno, un implosione. Nessuno sta ammazzando Berlusconi, è lui che si sta suicidando».

I PROBLEMI CHE L'ITALIA HA SCORDATO

Dopo gli avvenimenti di Tunisi, a meno di duecento chilometri dalle coste siciliane, manifestanti uccisi, auto bruciate, caos politico si ripropongono a Tirana, a meno di duecento chilometri dalle coste pugliesi. Ci vorrebbe quanto meno una riflessione sulla possibilità che il malessere della Riva Sud del Mediterraneo superi il mare e coinvolga la Riva Nord, per non parlare di progetti per lo sviluppo armonico delle due rive, molto presenti nella retorica politica ma assai carenti di contenuto. La classe politica italiana appare però troppo occupata ad analizzare i propri comportamenti con le diciottenni per aver tempo per queste banalità.

MARIO DEAGLIO

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VEDI NAPOLI E POI MIGRI

150 anni dopo l'Unità resiste ancora la spaccatura tra Nord civile e operoso e Sud violento e degradato. Tanto che anche gli intelletti migliori sono scappati
VITTORIO GENNARINI (55 anni, insegnante di Napoli)
Fra poche settimane saremo giunti al 150˚ anniversario dalla proclamazione del regno d’Italia. Era il 17 marzo 1861 e il re Vittorio Emanuele II, che aveva intrattenuto rapporti personali con il liberatore del Meridione dal tirannico regime borbonico, Giuseppe Garibaldi, cinse la corona della patria italiana riunificata.
Prima capitale dell’Italia unita fu l’eroica e splendida Torino, e al governo torinese toccò affrontare i più gravi problemi della nuova nazione: soprattutto, la distanza civile e culturale di quel Regno di Napoli in cui s’arricchivano e spadroneggiavano i briganti e che fino a poche ore prima aveva inneggiato al Borbone.

Quelle due Italie, l’una rigida e austera nella sua dignità regale, l’altra in fin dei conti illegale o almeno caotica, avrebbero dovuto trovare un punto d’incontro. Centocinquant’anni dopo quel giorno fatale della proclamazione dell’Unità d’Italia, siamo ancora alla ricerca di questo equilibrio.

Prendiamo l’esempio di Napoli. Anche la cultura, gli scrittori e giornalisti più illustri della città hanno finito con l’abbandonarla al suo degrado, da Raffaele La Capria a Domenico Starnone a Erri De Luca. Quando questi autori (che oggi vivono tutti nei pressi di Roma) commentano sui giornali i fatti e i misfatti della loro città natale, le loro espressioni di sconforto sono dure, disperate. Da ultimo, Roberto Saviano ha offerto con Gomorra il quadro desolante di un «regno di Napoli» in cui, peggio che alla vigilia borbonica dell’Unità, dominano oggi violenza e criminalità organizzata.

Non riusciamo a dargli torto. L’istintiva repulsione a tutto ciò che rappresenti l’ordine costituito e civile continua a fare vittime a Napoli. Con la differenza che la Napoli del Settecento era un faro - insieme con la Parigi illuminista - di cultura e di civiltà europee. Oggi invece gli intelletti migliori hanno finito con il migrare al centro e al nord d’Italia, aggravandone con la loro assenza il degrado materiale e morale.



domenica 23 gennaio 2011

IL BALLO HARD DI RUBY IN DISCOTECA A GENOVA

L'INCUBO

SARA GIUDICE (PD), MIGLIAIA DI FIRME ANTIMINETTI


"Noi non abbiamo bisogno delle donne di Lele Mora. Abbiamo bisogno di una classe dirigente nuova". SARA GIUDICE

"Mi piacerebbe che anche il partito in cui lavoro e che amo credesse in me e nei giovani che davvero si impegnano e fanno un serio percorso di militanza. Anche quando si parla di dare spazio alle donne, mi chiedo quali siano le donne a cui pensa il nostro partito e se la tanto citata meritocrazia valga per tutte o solo per qualcuna". SARA GIUDICE
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Sara Giudice è una ragazza come tante, talentuosa negli studi, laureata alla IULM, un master al Sole 24 ore, due lavori all'estero e uno ora in Italia. Sara però ha qualcosa in più rispetto a molte ragazze, una grande passione per la politica, forse ereditata dal padre, consigliere comunale, e un grande coraggio. Infatti è stata l'unica all'interno del Popolo Della Libertà ad alzare la voce, e a farlo pubblicamente, senza nascondersi, sulla scandalosa candidatura dell'igienista dentale e soubrette a tempo perso Nicole Minetti in consiglio regionale. La ballerina, che ha accudito il premier durante la sua degenza al San Raffaele, è stata addirittura inserita nel listino bloccato, quello per cui non c'è bisogno di esprimere preferenza. Esperienza politica? Zero. Sara invece ha fatto gazebi, riunioni, volantinaggio, lavoro sporco ed è stata eletta consigliere di zona 6 a Milano nel 2006, seconda per preferenze ottenute (250). Insomma, ha fatto una bella gavetta e si è vista passare davanti una delle "veline" contro cui Veronica Lario scatenò un'accesa polemica prima delle elezioni europee, e le cui candidature infatti vennero ritirate (fatta eccezione per Barbara Matera). Ma invece di tacere e rispettare la scellerata volontà dei quadri di partito ha preferito alzare la testa, manifestando pubblicamente tutta la sua rabbia.
deansiochain.blogspot.com/2010_02_01_archive.html

Sara Giudice, l'anti Minetti - Sara Giudice è già riuscita a raccogliere migliaia di firme per far dimettere Nicole Minetti. La giovane consigliere di zona del Pdl, 25 anni, ha avviato una raccolta di firme per far dimettere la consigliere regionale Nicole Minetti, e sembra più determinata che mai a portare fino in fondo la sua battaglia. Lei giura che le firme provengono dai sostenitori del partito, da quei giovani che "non ne possono più, vorrebbero lasciare l'Italia perchè si sentono disgustati da ciò che sta accadendo, si domandano che cosa studiano a fare se poi c'è posto solo per le Minetti". Ora l'appello è finito anche online al sito www.firmiano.it/dimissioninicoleminetti, ma è proprio il Pdl, il partito a cui la Gidice è iscritta dall'età di 18 anni, che sta prendendo le distanze dalla sua battaglia.
www.net1news.org/sara-giudice-lanti-minetti-raccoglie-migliaia-di-firme.html

sabato 22 gennaio 2011

LA SCOMPARSA DI TULLIA ZEVI, SIMBOLO DELL'EBRAISMO IN ITALIA


Muore a 92 anni Tullia Zevi, una delle principali personalità dell’ebraismo italiano.
Giornalista, scrittrice e presidente dell’Unione delle Comunità Ebraiche Italiane per più di vent'anni, ottenne nel 1992 il titolo di Cavaliere di Gran Croce dall’allora Capo dello Stato, Oscar Luigi Scalfaro.
Nata il 2 febbraio 1919, Tullia Zevi avrebbe compiuto 93 anni tra dieci giorni.
Tullia Zevi aveva ricevuto, nel 1994, il Premio Nazionale Cultura della Pace, e quattro anni dopo, nel 1998, è stata eletta membro della Commissione per l'Interculturalismo del Ministero dell'Istruzione e membro della Commissione Italiana dell'Unesco.

Estratto da: www.newnotizie.it/2011/01/22/muore-tullia-zevi-simbolo-dellebraismo-in-italia/


BIOGRAFIA

Discendeva da una famiglia della borghesia ebraica. Suo padre era un avvocato affermato ed un antifascista dichiarato.

Studiò filosofia all'Università di Milano e frequentò il Conservatorio. Quando in Italia vennero promulgate le leggi razziali contro la comunità ebraica, Tullia Zevi era in vacanza in Svizzera con la famiglia. In seguito si trasferirono in Francia, dove Tullia Zevi continuò il suo percorso di studi alla Sorbona di Parigi. Quando anche in Francia si preannunciò l’inizio della guerra, emigrarono negli Stati Uniti. Zevi continuò a studiare all’università e suona l'arpa in maniera professionale in diverse orchestre. Fu in quel periodo che fece la conoscenza di Leonad Bernstein e Frank Sinatra. A New Yoirk frequentava i circoli antifascisti e iniziò la sua professione di giornalista. Dopo la fine della guerra tornò in Italia insieme al marito, Bruno Zevi, un architetto e critico d’arte. Come corrispondente venne inviata anche al processo di Norimberga. Per più di trent’anni – dal 1960 al 1993 – lavorò come corrispondente per il giornale israeliano Maariv, un’attività durante la quale scrisse anche sul processo di Eichmann a Gerusalemme. Inoltre collaborò con il settimanale londinese „The Jewish Chronicle“.

Nel 1992 è Cavaliere della Gran Croce, la massima onorificenza, conferitale dal presidente della Repubblica Oscar Luigi Scalfaro.

www.wikipedia.it

IMMORALISMO PUBBLICO-LE PAROLE DI SCURATI

"Quello che accade oggi è devastante sul piano educativo. Non è improbabile oggi vedere fuori dai Licei delle ragazzine che dicano: "Da grande voglio fare la escort". La regione Lombardia, è la più ricca, la più colta, la più soidale d'Italia, in base a tutti i parametri. Ebbene chi siede nel Consiglio della Regione Lombaria? Una tale Nicole Minetti. Il cui unico merito, nella migliore delle ipotesi, è quello di organizzare delle serate vivaci e allegre per il presidente del Consiglio e nella peggiore, quella dei magistrati inquirenti, quella di procurargli delle donne a pagamento. In queste ipotesi una mezzana. Allora come facciamo a dire ai nostri studenti "dovete studiare, lavorare duro" se un personaggio del genere siede al Consiglio della Regione Lombardia?
Il cinismo se applicato agli adulti è una cosa triste, ma se applicato ai fanciulli equivale a soffocarli nella culla.
Signora Minetti, abbia un sussulto di orgoglio: si dimetta. E lasci a noi genitori ed insegnanti una residua speranza di poter ancora educare i nostri figli".

Antonio Scurati - Lettere dal Nord - 21 gennaio 2011

CUNEO LOVE

Le note sono quelle della canzone di Alicia Keys, ma le parole non sono per New York, bensì per Cuneo. A cantare questa rivisitazione nostrana è Paola Cortellesi, cantante per caso con Claudio Bisio, nella puntata del 14 gennaio di Zelig.

Ecco il testo: “Dimmi quale luogo è il centro del mondo / anima di metropoli, asfalto profondo / grattacieli in bilico, mela di cemento / sai che se ce la fai qui, puoi farcela ovunque / senti il vento, il soffio che cresce / respiro di macchine a spina di pesce / città che non dorme e che se dorme fa sogni / che neanche te le immagini, ne combina di ogni / E sale l’inquietudine, la notte ti bracca / è musica che cresce, megalopoli che spacca / E questa è Cuneo / femmina città del Piemonte / col sole di fronte / Parlo di Cuneo, ti prende il corpo e la mente / non puoi farci niente / Si tratta di Cuneo”.

http://www.blitzquotidiano.it/video/paola-cortellesi-cuneo-alicia-keys-714424/

DUBBI


Ma l'onorevole Santanché non era quella che diceva: "A noi donne Berlusconi ci vede solo orizzontali"?...













Zucconi: "Veramente alle mie spalle può vedere la Casa Bianca che come tutti sanno si trova a Washington"

Vergognarsi del proprio Presidente del Consiglio. Ruby: "Sono stata violentata a 9 anni dai miei zii". Una testimonianza così shockante che ha spaventato anche Ghedini, mentre se la inventava.

giovedì 20 gennaio 2011

52 LAVORI IN 52 SETTIMANE - SEAN AIKEN

Per rompere la monotonia delle notizie su vecchi ottuagenari tristi e soli in cerca di consolazione su mercenarie carni tremule, ho deciso di parlarvi della storia di Sean Aiken. Questo simpatico ragazzone americano, laureato, ha un destino da esperto nel multitasking... Dopo la laurea si è sentito dire dal padre: "Non importa ciò che fai, l'importante è che quello che fai sia una cosa che ami". Dopo il classico stato confusionale post laurea, Sean ha dato vita ad un'esperienza unica. Tra il 2007 ed il 2008, a soli 25 anni, mosso da una sfida con se stesso, il ragazzo ha iniziato a viaggiare l'America coast to coast. Ha trovato 52 lavori in 52 settimane, percorso 46mila miglia, dormito su 55 divani diversi, trovato ospitalità dovunque attraverso il suo sito web oneweekjob.com. Al suo interno promosse la ricerca di lavoro e cercò committenze della durata massima di una settimana. Non voleva compensi, ma che gli aspiranti datori facessero una donazione in beneficenza. Immediate le risposte di moltissimi offerenti. Il secondo passo fu quello di trovare uno sponsor che finanziasse i suoi viaggi. Contadino, pompiere, pubblicitario, mascotte, produttore cinematografico, giornalista, pizzaiolo, dee-jay, allenatore di pallavolo, fiorista eccetera eccetera. Sean, laureato in Business Administration al Capilano College di North Vancouver, ha fatto veramente di tutto. Certo, in America è più semplice. Ed oggi il ragazzone biondo platino di cosa si occupa? Si occupa di raccontare il progetto One Week Job. Racconta la sua esperienza in giro per le scuole americane con uno stile divertente e umoristico e viene ben remunerato per questo. E' quindi partito il "The One Week Job Program": a tre ragazzi reclutati online è stato offerto un budgeti di 3mila dollari a testa per intraprendere un'esperienza simile a quella di Sean e scriverne poi sul sito Oneweekjob.

martedì 18 gennaio 2011

BRIFFARE


Neologismo introdotto nel vocabolario della lingua italiana da Nicole Minetti (nella foto), reclutatrice di ragazze delle serate di Arcore. Dalle intercettazioni risulta che dicesse alle ragazze: "Prima di andare dal Cavaliere ti devo briffare", cioè istruire sul da farsi. Termine mutuato da "brief", cioè riunione aziendale per pianificare l'azione di marketing. Da cui marchette.

lunedì 17 gennaio 2011

IL MANIFESTO DI CITTA' DEL VINO 2011

I MIRACOLI DELLA RETE


Su facebook ho trovato il gruppo La fidanzata immaginaria di Berlusconi che nel giro di un giorno e mezzo aveva circa 14500 simpatizzanti. Stasera ho scoperto che nel giro di poche ore gli amici del gruppo (ore 22.15 di oggi) sono arrivati a 16.403. Destinati ancora ad aumentare.

domenica 16 gennaio 2011

BRAVO PENNACCHI

"Io tifo Italia" - Poi, rivolto al sindaco di Varallo Sesia (Vc), che disprezza i meridionali, dice: "Tu non saresti nessuno se cinquant'anni fa i siciliani non fossero andati nelle fabbriche del Nord a farsi un culo così!"
Stasera su Canale 5

Antonio Pennacchi, classe 1950, è uno scrittore ed ex-operaio italiano. Ha vinto il Premio Strega 2010 con il romanzo "Canale Mussolini".

EVVIVA L'ITALIA (ABBASSO RADIO PADANIA)

L'Unione degli Studenti del Salento contro Radio Padania: non abbiamo bisogno di civilizzatori


"Siamo venuti a conoscenza, da poche ore, che “Radio Padania Libera” trasmette i suoi programmi anche dal Salent"o. L’Unione degli Studenti della provincia di Lecce, "proprio perché ispirata e radicata sui principi democratici della Repubblica Italiana, sanciti dalla costituzione," apprende con sdegno la notizia. "Viene permesso ad un gruppo di persone, - dicono - con un profondo odio verso i meridionali e verso tutto ciò che è diverso da loro, di emettere quotidianamente insulti e corbellerie, tutto condito da un po’ di riti sacri della loro tradizione falsa e qualche grido secessionista. Ci sembra davvero grave che il governo, proprio mentre sono in corso i festeggiamenti per il 150° anniversario dell’unità d’Italia continui a permettere l’espansione di un’emittente che dovrebbe fare disonore alla nostra nazione Unita.

Insultare a tempo pieno la bandiera e la costituzione non credo rivesta un carattere educativo forte. I signori padani sono bravi a lavarsi la bocca al grido di “Roma ladrona” nascondendo il fatto che la loro radio costa alle nostre tasche circa 500 000 € l’anno. Confidiamo in tutte le istituzioni e in tutta la popolazione salentina, perchè possano unirsi al nostro appello. Abbattiamo per un momento le barriere ideologiche che ci separano per essere uniti in una battaglia comune, contro la falsità dei padani".

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http://www.sudnews.it/notizia/37120.html

«Radio ladrona», in Salento la Lega scippa le frequenze

Radio Padania scippa le frequenze in Salento. Uno scippo, per ora, autorizzato dalla legge. L’emittente leghista, infatti, come la benemerita Radio Maria, è classificata come radio comunitaria, ovvero non commerciale e utile alla comunità. Un regalo del governo Berlusconi che, con la Finanziaria del 2001, ha consegnato agli amici di Bossi e agli uomini in abito talare la possibilità di autoassegnarsi i canali con tanti saluti e con un bel bonus di un milione di euro equamente diviso tra gli uomini di partito e gli illuminati dal Signore. Se entro novanta giorni dall’aver piazzato la bandierina verde nel risiko delle frequenze nessuno batte ciglio, radio Padania fagocita canali, diffonde il suo verbo e, alle soglie della discussione sul Federalismo, lancia messaggi e cerca proseliti.
Come è accaduto in Salento. Dove la radio di Bossi è arrivata il 17 dicembre scorso sovrapponendosi, da Muro Leccese in giù, a Radio Nice del gruppo Mixer Media, l’emittente che trasmette sul canale 105,6.

Tutto l'articolo è su
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http://www.unita.it/italia/radio-ladrona-in-salento-la-lega-scippa-le-frequenze-1.264979


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