La Gelmini recentemente a Ballarò ha parlato di “qualità” della scuola, il che giustifica, a suo dire, il taglio di una “quantità” enorme di cattedre e posti Ata in questi ultimi due anni (circa 130mila posti persi). Ma chi valuta la qualità? E chi sono i valutatori di coloro che devono valutare la qualità? Forse che il curriculum dei docenti debba essere giudicato dalla “clientela”, ovvero genitori e alunni? Forse che tagliare sulle borse di studio per gli alunni meritevoli (vedi La Repubblica e lavoce.info), al solo scopo di fare cassa, è un intervento che premia la qualità? Oppure rientra in un criterio di qualità attribuire – come fa il decreto Brunetta – dei poteri spropositati ai dirigenti scolastici, che possono permettersi di fare richiami e licenziamenti con i pretesti più assurdi?
Chissà perché non si parla mai della necessità di ridurre gli sprechi della politica, il numero esagerato di auto blu, di scorte e portaborse, di prebende e immunità… Se a pagare per gli sprechi e la corruzione della politica sono sempre i soliti, la gente che lavora, allora dico: viva la Finlandia!
Per maggiori info sul sistema scolastico finlandese:
http://www.finland.it/public/default.aspx?contentid=191353&nodeid=40248&contentlan=16&culture=it-IT
http://dilatua.libero.it/attualita/bl3237.phtml
http://www.nostrofiglio.it/7-13-anni/scuola/scuola_Finlandia.html
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