Un decennio se ne va. Pare che siamo più colti, che le donne abbiano conquistato maggior potere e che il mondo sia alla ricerca di un assetto stabile tra Cina e America.
Allora facciamo un po’ il punto della situazione su questo decennio che se ne va, supportati come siamo dalla lettura del nostro quotidiano preferito.
E cominciamo: 11 settembre 2001, attacco alle Torri Gemelle di New York. Guerre in Iraq e in Afghanistan. Debacle finanziaria del 2007-09. Tre avvenimenti che mettono in discussione il prestigio americano nel mondo. E poi, Wikileaks, la finestra virtuale aperta su segreti delle relazioni diplomatiche nel mondo; per alcuni, una prova del rispetto della democrazia e dei diritti umani nel mondo.
Obama, il primo presidente di colore della storia americana. Il potere alle donne: tre degli ultimi quattro segretari di stato americano sono state donne: Hillary Clinton, Condoleeza Rice, Madeleine Albright.
IL 1^ gennaio 2002 entra in vigore l’euro. Nel 2003 la guerra in Iraq. Nel 2004 (26 dicembre) lo tsunami devasta l’Asia. Il 2 aprile 2005 l’addio a papa Wojtila: di sicuro il più grande evento mediatico del decennio. Nel 2006 l’Italia è campione del mondo. Nel 2009 Obama giura alla Casa Bianca.
Oggi, superate catastrofi epocali, che non stiamo qui ad enumerare, a detta degli osservatori l’ansia per il posto di lavoro ha sostituito la sindrome dell’11 settembre. E come consolazione, il rifugio rassicurante dei social network. Una espansione di social network che ha caratterizzato il secolo, in particolare proprio questo decennio: Facebook, My Space, You Toube, Second Life, I-Pod, smart-phone e via di questo passo. Altra trovata virtuale: il cinema in 3 D e gli avatar.
Segnali di ripresa dall’Est Europa. Il cinema di qualità italiano, sempre così bistrattato in patria: almeno 100 buoni titoli in questi dieci anni (Gianni Canova ne parla nel suo libro “Cinemania”). L’allargamento di Eurolandia. La crisi economica che attanaglia il nostro Paese e le proteste studentesche. Ma quest’ultima è cronaca dei giorni nostri. Buon anno a tutti.
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