giovedì 6 gennaio 2011

NAPOLI, CULLA DEL PENSIERO E CIMITERO DELLA RAGIONE

Ecco cosa scriveva un anno fa il direttore del quotidiano economico "Il Denaro", che si stampa a Napoli. Il problema "monnezza" è sempre alla ribalta della cronaca.

A
lfonso Ruffo


In ordine sparso. Allegramente. Così procede verso il buio la brigata che dovrebbe assicurare alla città capoluogo e alla regione una nuova stagione di crescita e benessere. Certo, si tratta di un'immagine giornalistica e per sua natura forzata. Certo, si tratta di una semplificazione che fa torto alle poche e comunque esistenti eccezioni. Certo, è facile criticare quando si è nella comoda posizione degli osservatori. Ma questa volta non sembra esagerato affermare che la confusione del quadro politico è direttamente proporzionale alle difficoltà che si dovrebbero superare: l'esatto contrario, cioè, di quello che servirebbe.
Il tutto mentre ci si sforza di restituire dignità a un Mezzogiorno ritratto dai liberatori-assalitori piemontesi come un luogo di briganti e pezzenti (i libri revisionisti fioccano come neve); il tutto mentre si cerca di ristabilire il ruolo di Napoli come capitale di un regno perduto, capace di estendere la sua azione anche nel bacino del Mediterraneo; il tutto mentre si tenta di rintuzzare la tentazione nordista di concepire il federalismo in chiave egoistica ragionando sulle ricchezze sottratte e le occasioni negate che hanno privato l'economia meridionale delle sue migliori energie.
Alla vigilia delle imbarazzate cel
ebrazioni per i centocinquant'anni dell'unificazione del Paese, che giunge all'appuntamento mai così diviso, il Mezzogiorno da una parte recupera l'orgoglio delle sue radici e dall'altra conferma la sua inadeguatezza a badare a se stesso. Se non vogliamo più passare per piagnoni inaffidabili e dissipatori, parassiti degli efficienti uomini del Nord, dobbiamo passare dalle parole ai fatti dimostrando quello che diciamo e scriviamo. E Napoli, con la sua storia, la forza della sua immagine, la sua centralità nell'immaginario collettivo come fonte del bene e del male, non può affogare nell'immondizia – fisica e morale – senza rendersi conto di compromettere forse per sempre (per generazioni) la reputazione di un popolo che ha contribuito alla formazione del pensiero perdendo poi l'uso della ragione.

num. 012 - pag. 7 del 01-12-2010


Napoli fan della camorra su Facebook 61mila adesioni: scoppia la polemica

di Tonia Limatola

NAPOLI (6 gennaio) - Un bambino che impugna una pistola è l’immagine del profilo della pagina «Malavita napoletana» che è diventato un fenomeno di costume con oltre 62mila iscritti....

Nessun commento:

Lettori fissi