sabato 5 marzo 2011

PICCOLO MONDO ANTICO

Pago Veiano
La vergogna di un palazzo storico che va in rovina

Illustre direttore,
ho letto nel n. 2 1-15 febbraio 2011 di Realtà Sannita l’articolo della giornalista Lucia Gangale ”Quando un palazzo storico va in rovina tra l’indifferenza generale” e sono riandato con i ricordi a molti anni or sono. Infatti non posso condivedere l’indifferenza generale perchè io quel palazzo e le persone che vi abitavano le ho conosciute. Negli anni ormai lontani 1954-55 ero un giovane medico laureato da pochi mesi quando accettai l’incarico di medico condotto interno di Pago Veiano. Fu un periodo importante per la mia iniziazione professionale perchè conobbi un mondo (ormai scomparso) in cui la “vettura” per andare a fare una visita in campagna se non addirittura nel tenimento di un altro paese non era altro che un asino o un mulo testardo che si ostinava a camminare sul bordo di un sentiero accidentato con mia grande preoccupazione o capitava che in occasione di una visita notturna l’illuminazione era data da una lampada ad acetilene che dava un grande chiarore ma con grande puzzo.
Ma ebbi modo di conoscere anche persone eccellenti sia tra quelle più modeste che tra quelle di ceto più elevato. Conobbi così ed ebbi modo di frequentare la famiglia del senatore Polvere (lui era già defunto): la marchesa sua moglie, la figlia vedova Ruffo con le gentili figliole ed il figlio Pierluigi.
Soprattutto ricordo la verve, lo spririto brioso e l’arguzia dell’anziana marchesa con la quale fare una chiacchierata o ascoltare episodi della sua vita era veramente un piacere. Gran simpaticone, pieno di vita era anche l’amico Pierluigi, di cui purtroppo ho appreso molti anni dopo la prematura fine. Tornato a Benevento gli impegni della professione e dello studio per le specializzazioni mi hanno allontanato da quel primo momento di attività medica.
Sono passati circa 56 anni ma leggere che il “palazzo del marchese Polvere” è diventato una costruzione fatiscente con il tetto sfondato, con la facciata transennata, tutto in sfacelo mi rattristisce e sono d’accordo con la valente giornalista che sarebbe necessario un impegno serio dell’amministrazione di Pago V., degli eredi e anche della cittadinanza. Non so prospettare soluzioni, sono anch’io una “vox clamantis in deserto” che si associa a Lucia Gangale ma voglio ricordare che Pago Veiano è a due passi da Pietrelcina e che nella zona di Terraloggia ci sono reminiscenze archeologiche e che una soluzione potrebbe essere anche una struttura destinata ai pellegrini di san Pio con finalità turistiche o un centro di preghiera o magari una casa per pellegrini.
Molti cordiali saluti.

Giovanni Errico

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