martedì 8 marzo 2011

DA BOLOGNA REFERENDUM PER ABROGARE LA RIFORMA GELMINI

L'idea è partita dall'Università di Bologna. A breve nascerà un comitato, composto da docenti, precari e studenti. C'è bisogno di 500.000 firme. Tante, tantissime, ma le proteste contro l'approvazione della Riforma, lo scorso autunno, hanno visto la partecipazione di centinaia di migliaia di persone. L'impresa è tutt'altro che impossibile

L'idea è semplice, ma dall'impatto potenzialmente fortissimo: un referendum per abrogare interamente la Riforma Gelmini.
L'idea è partita dall'Università di Bologna, da un gruppo di "Docenti preoccupati" (così si definiscono). 200 tra associati e ordinari che a un mese dall'entrata in vigore della legge 240, hanno scelto di passare all'azione. Maurizio Matteuzzi, docente dell'Alma mater, spiega al Corriere: "All'inizio pensavamo a una serie di quesiti che coinvolgesse anche il mondo della scuola e quello dei teatri. Ma i problemi di quei settori vengono dalla Finanziaria, legge che non può essere abrogata. Per questo abbiamo deciso di andare avanti da soli. Il quesito - ha continuato Matteuzzi - sarà molto semplice e chiederà l’abrogazione di tutta la legge". A breve nascerà quindi un comitato, composto da docenti, precari e studenti, che potrà contare su tre nomi importanti del mondo della cultura, tre "numi tutelari", i cui nomi saranno resi pubblici nelle prossime settimane. La raccolta delle firme inizierà ad aprile, quando un convegno vedrà convergere a Bologna rappresentanti di 30 università di tutta Italia. C'è bisogno di 500.000 firme. Tante, tantissime, ma le proteste contro l'approvazione della Riforma, lo scorso autunno, hanno visto la partecipazione di centinaia di migliaia di persone. L'impresa è tutt'altro che impossibile. Per la convalida delle firme, operazione lunga e articolata, Matteuzzi pensa di coinvolgere la politica: "Chiederemo aiuto ai partiti che si sono detti contrari alla Riforma Gelmini".

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