Benevento
Un viaggio tra alcune della più importanti pagine della filmografia del Novecento, sulle note di alcune delle più famose colonne sonore da film. Da Morricone a Rota, da Piovani a Gabel, da Williams a Kander e Joplin, ieri sera l’orchestra da camera Accademia di Santa Sofia ha ancora una volta fatto sognare il pubblico stipato nella basilica di San Bartolomeo.
Una esecuzione di altissima qualità tecnica, quella di ieri sera, in un crescendo di emozione che ci fa capire quanto questa nuova istituzione culturale, seppur nata da poco, si sia già radicata nella coscienza collettiva dei beneventani.
La serata si è aperta con le note dell’inno di Mameli ed è poi proseguita spaziando tra melodie note al grande pubblico. Si sono susseguite le note di C’era una volta in America, The Mission, Nuovo Cinema Paradiso, Amrcord, Filomena Marturano, Schindler List, New York New York, The entertainer, Il postino, Scent of a Woman, La vita è bella.
Gli arrangiamenti sono del compositore Giorgio Mellone.
“La tematica è quella dell’amore – scrive il giovanissimo direttore artistico Carlotta Nobile (nella foto) – e delle sue variegate sfumature, dei suoi conflitti e dei suoi ossimori, attraverso tre ottiche differenti e contrapposte l’una all’altra. Dapprima l’amore toccante e poetico (acceso peraltro dall’intervento profetico del grande poeta cileno Pablo Neruda) che si respira nella musica de “Il Postino”, con cui il compositore Luis Bacalov vinse l’Oscar come migliore colonna sonora del 1995. Poi la passione sensuale e maliziosa che scandisce il tango composto da Carlos Gardel per la famosa scena del film “Scent of a Woman” (Profumo di donna) del 1992. Ed infine la triste serenità dell’amore di un padre verso il proprio figlio in “La Vita è Bella” di Roberto Benigni (1997), sulle note di Nicola Piovani, che suggellano il racconto del dono e del sacrificio in una storia tutta personale che, attraverso il caleidoscopio della tragedia dell’Olocausto, diviene sentimento universale e sempre attuale, oltre i secoli e la contestualizzazione storica”.
Un viaggio tra alcune della più importanti pagine della filmografia del Novecento, sulle note di alcune delle più famose colonne sonore da film. Da Morricone a Rota, da Piovani a Gabel, da Williams a Kander e Joplin, ieri sera l’orchestra da camera Accademia di Santa Sofia ha ancora una volta fatto sognare il pubblico stipato nella basilica di San Bartolomeo.
Una esecuzione di altissima qualità tecnica, quella di ieri sera, in un crescendo di emozione che ci fa capire quanto questa nuova istituzione culturale, seppur nata da poco, si sia già radicata nella coscienza collettiva dei beneventani.
La serata si è aperta con le note dell’inno di Mameli ed è poi proseguita spaziando tra melodie note al grande pubblico. Si sono susseguite le note di C’era una volta in America, The Mission, Nuovo Cinema Paradiso, Amrcord, Filomena Marturano, Schindler List, New York New York, The entertainer, Il postino, Scent of a Woman, La vita è bella.
Gli arrangiamenti sono del compositore Giorgio Mellone.
“La tematica è quella dell’amore – scrive il giovanissimo direttore artistico Carlotta Nobile (nella foto) – e delle sue variegate sfumature, dei suoi conflitti e dei suoi ossimori, attraverso tre ottiche differenti e contrapposte l’una all’altra. Dapprima l’amore toccante e poetico (acceso peraltro dall’intervento profetico del grande poeta cileno Pablo Neruda) che si respira nella musica de “Il Postino”, con cui il compositore Luis Bacalov vinse l’Oscar come migliore colonna sonora del 1995. Poi la passione sensuale e maliziosa che scandisce il tango composto da Carlos Gardel per la famosa scena del film “Scent of a Woman” (Profumo di donna) del 1992. Ed infine la triste serenità dell’amore di un padre verso il proprio figlio in “La Vita è Bella” di Roberto Benigni (1997), sulle note di Nicola Piovani, che suggellano il racconto del dono e del sacrificio in una storia tutta personale che, attraverso il caleidoscopio della tragedia dell’Olocausto, diviene sentimento universale e sempre attuale, oltre i secoli e la contestualizzazione storica”.
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