giovedì 30 dicembre 2010
ROMA, FORO BY NIGHT
TORINO, IN SEDE-TEMPI PRECARI
Allestita negli Assessorati alla Cultura del Comune di Torino (via San Francesco da Paola 3), della Regione Piemonte (via Bertola 34), di Finpiemonte (Galleria San Federico 54) e del Centro per l'impiego della Provincia di Torino (via Bologna 153), con la partecipazione di trentanove giovani artisti, la mostra analizza i vari aspetti della precarietà contemporanea, stimolando approfondimenti e riflessioni attraverso sperimentazioni di diversi linguaggi artistici.
a cura di Francesco Poli ed Elisa Lenhard
Prezzo: ingresso gratuito
Luogo: Regione Piemonte - Direzione Cultura, Turismo e Sport: lunedì-venerdì 10.00-17.00; Finpiemonte S.p.A.: visitabile su appuntamento; Provincia di Torino - Centro per l'Impiego: lunedì-venerdì 9.00-12.30; Città di Torino - Divisione Cultura Comunicazione e Promozione della Città: lunedì-venerdì 10.00-17.00
L'evento avrà termine il giorno 29/09/2011
Tutti i periodi di svolgimento e orari
mercoledì 29 dicembre 2010
TEATRO ROMANO DI BENEVENTO
L'ANNO DELLA RIPRESA...
La denuncia proviene da Adusbef e Federconsumatori ed è presto tradotta in percentuali, che riportiamo nude e crude senza bisogno che le accompagni nessun commento:
- benzina e gasolio: + 131 euro
- pedaggi autostradali: + 37 euro
- bollette del gas e dell'elettricità: rispettivamente +37 e + 89 euro
- tariffe dell'acqua: +21 euro
- trasporto pubblico locale: +41 euro
- servizi bancari: +65 euro.
Un lettore a pagina 36 scrive: "Vorrei ricordare al ministro dello Sviluppo Economico, Paolo Romani, che se è vero che il prezzo della benzina è in linea con i principali Paesi europei, tali non sono gli stipendi, le pensioni, le prebende dei parlamentari, i loro stessi privilegi, il loro numero, e che quindi qualora contribuisse con il suo lavoro ad eliminare queste incongruenze - noi saremmo più disposti a tollerare l'attuale costo dei carburanti".
AMA, E FAI CIO' CHE VUOI
martedì 28 dicembre 2010
QUALITA' DEI PENSIERI=QUALITA' DELLA VITA
Pensare positivamente è abituare la mente a produrre pensieri utili, a cambiare atteggiamento, a trovare un punto di vista più efficace alle situazioni di vita. E’ sviluppare un sano atteggiamento ottimista verso noi stessi e la vita, la fede per cui siamo sicuri che valga la pena fare uno sforzo, la speranza di poter raggiungere un risultato positivo malgrado gli ostacoli che ci sbarrano la strada.
Pensare in maniera positiva aiuta mente e corpo a rilassarsi e, nello stesso tempo, infonde coraggio ed entusiasmo, che portano ad agire con maggiore convinzione. Quando ritorna il buon umore ci si sente più sollevati, con più “voglia di fare”, più motivati a trovare nuove soluzioni a vecchi problemi, e a “lavorare” per la propria crescita personale e professionale.
Imparando a pensare in maniera positiva, soprattutto nei momenti difficili, é possibile esercitare un’influenza altrettanto positiva sui propri stati d’animo e comportamenti, e quindi sulla qualità delle proprie prestazioni. È possibile porre fine alla “tirannia” di quei pensieri negativi, che la mente “genera” automaticamente di fronte ai problemi, con metodi che utilizzano la naturale suggestionabilità del subconscio.
Quando la nostra mente produce pensieri negativi, ne risente la nostra salute e il nostro equilibrio emozionale, e perdiamo la capacità di goderci la vita. Le ricerche scientifiche hanno dimostrato che il buon umore, l’ottimismo e le emozioni positive influiscono sul benessere, e che le persone ottimiste e positive si ammalano meno, e accorciano i tempi di recupero dopo operazioni o incidenti.
Anche il livello della nostra autostima cioè dell'opinione che abbiamo di noi stessi, dipende dagli schemi mentali che abbiamo sviluppato nel corso della nostra vita, quindi dai nostri pensieri. Essi, se negativi insidiano l'equilibrio e la serenità della nostra mente e poichè siamo un'unità psicofisica, spesso il nostro lavoro, le relazioni, la prosperità economica e soprattutto il benessere del nostro corpo ne risentono.
Apprendere tecniche per liberarsi dai propri schemi mentali negativi significa cambiare il film della propria vita. Ogni nostra esperienza è il risultato di un concetto mentale o di un'opinione su noi stessi, come ogni nostro pensiero contribuisce a creare la realtà di domani. Sono le convinzioni radicate su di noi o sugli altri a dar vita alle nostre esperienze quotidiane.
I pensieri rappresentano un ruolo fondamentale nella nostra vita, e creano comunque le nostre esperienze future. E’ quindi fondamentale imparare a essere vigili e coscienti su tutto ciò che pensiamo e che diciamo, e imparare a trasformarli perché diventino di aiuto e non di ostacolo per creare la vita che desideriamo.
sabato 25 dicembre 2010
PRODUZIONI DAL BASSO, CHI SI OFFRE?
NATALE NEL FURGONE
giovedì 23 dicembre 2010
UN MISTER LEE JACOCCA PER OGNI COMUNE D'ITALIA
mercoledì 22 dicembre 2010
LA PROTESTA DEGLI STUDENTI SUL NEW YORK TIMES DI OGGI
New York Times del 22 dicembre 2010
http://www.nytimes.com/2010/12/23/world/europe/23italy.html?_r=1&hpw
The protest turned out to be peaceful, allaying widespread fears, as thousands marched from the city’s main university, La Sapienza, steering clear of the historic center but blocking traffic on a main highway. Other protests in Palermo and Milan turned violent, with skirmishes between demonstrators and police. In Turin, students occupied a landmark building. In Rome, some protesters carried fake Christmas presents labeled with politically minded holiday wishes — “Social welfare for students and temporary workers,” one read — to oppose what they said were cuts to Italy’s famously dysfunctional universities.
In the previous protests, held on same the day Prime Minister Silvio Berlusconi narrowly survived a confidence vote, the police used tear gas on demonstrators who smashed shop windows and burned cars in the worst violence in downtown Rome in years. The center-right government blamed the violence on the left and warned of a return of 1970s-style political violence. While critics said such claims were overblown, there is a palpable and growing sense of frustration among young people in Italy, where youth unemployment averages 25 percent. As they marched in Rome on Wednesday, students shouted, “We don’t want to pay for the crisis,” referring to the financial crisis that has turned Italy’s troubled labor market from bad to worse.
“Where do I see my future? Certainly not in this country,” said one protester, Morgana Proietti, 22, expressing a common sentiment. Education Minister Mariastella Gelmini has said that the planned changes would add more meritocracy to the system by rewarding universities that have better results, and would better train young people for the job market. “It is essential to restore dignity and greater market value to Italian university degrees,” she wrote in an open letter to Corriere della Sera, Italy’s leading daily.
The plan would also change the admissions and hiring procedures, merge some smaller universities, decrease the number of course offerings and increase the role of the private sector in Italy’s state universities, which lag far behind their European Union peers in research and development. The plan “is full of good intentions,” the Turin daily La Stampa wrote in a front-page editorial on Wednesday, “but it has a fundamental defect: It doesn’t give more funding for the education and training of young Italians.” “And without money, no reform can work, whether good or bad,” the editorial said. The Senate originally expected to vote on the measure on Wednesday, but with the center-left opposition raising hundreds of objections, the vote seemed likely to be postponed until Thursday or later. If it passes, it would be Mr. Berlusconi’s only significant legislative achievement since his government was elected in 2008.
L'EDITORIALE DI OGGI SU 'LA STAMPA' DI TORINO (STRALCI)
LUIGI LA SPINA | |
Sul teatro della vita pubblica italiana va in scena, oggi, una commedia assurda. Assurda e azzardata, perché la rappresentazione potrebbe anche trasformarsi in tragedia, ma come quelle di Beckett, non certo di Eschilo. Appelli delle più alte istituzioni dello Stato alla calma. Minacce di repressioni inesorabili. Inviti ai padri perché tengano a casa i figli. I palazzi della politica isolati. Annunci di guerriglie urbane fantasiose, guidate da un’immaginazione che non va più al potere, come sognavano i ribelli del ’68, ma si rifugia nei vicoli di Roma. Insomma, sembra di essere, stamane, alla vigilia della «madre di tutte le battaglie», alla fine della quale la vittoria della Gelmini aprirà il baratro nell’università del nostro Paese o la sua sconfitta sarà la salvezza per il futuro dei nostri giovani. Come spesso capita nell’Italia d’oggi, questo clima di eccitazione guerresca è del tutto sproporzionato rispetto alla realtà. Perché tra le parole e i fatti non c’è nessun rapporto logico e lo scontro, pacifico come speriamo, cruento come temiamo, alla fine, sarà abbastanza inutile. Il motivo, nella sua banalità è desolatamente semplice. La riforma Gelmini, che dovrebbe essere approvata stasera al Senato in via definitiva, è piena di buone intenzioni, propone una ventata di meritocrazia assolutamente necessaria, suggerisce alcuni provvedimenti utili per ostacolare il familismo d’ateneo, ma ha un difetto fondamentale: non prevede maggiori finanziamenti per l’istruzione e la formazione dei giovani italiani. E senza soldi, non c’è riforma che tenga, buona o cattiva che sia. |
D’altronde, chi conosce, almeno un po’, gli usi e costumi dell’università di casa nostra sa benissimo che la stragrande maggioranza dei professori non correrà alcun rischio di vedersi decurtato lo stipendio, oltre la misura già decisa da Tremonti, perché quasi tutti saranno giudicati meritevoli del massimo premio. Sa benissimo che nessuno avrà il coraggio di sbattere fuori dall’università ricercatori ai limiti dei quarant’anni che, per oltre dieci anni, avranno permesso di fare esami, tenere lezioni, discutere tesi. Siccome siamo in Italia e non in America, il mercato del lavoro non è in grado di assorbirli e quindi resteranno, meritevoli o no, dove già sono.
La buona volontà del ministro Gelmini, come quella dei suoi predecessori, non si può discutere. Ma la vera rivoluzione, in questo settore, avverrà solo quando ci si renderà conto che l’Italia deve stanziare per l’università e la ricerca almeno le stesse risorse dei Paesi europei a noi più vicini, come la Francia.
martedì 21 dicembre 2010
L'AQUILA, IL TRENTINO DONA UN AUDITORIUM PROGETTATO DA RENZO PIANO
Terrà circa 250 posti. Sarà un luogo dove la musica potrà vivere, espandersi. Accanto alla ‘cassa armonica’ ci saranno anche altri due piccoli edifici per i servizi, con una sala per incontri, uffici e lo spazio necessario per un bar. Questa insomma diventerà una vera e propria ‘piazza’ de L’Aquila. Se i luoghi sono amati – ha detto ancora Piano – restano per sempre. Il legno dura secoli. Questo non sarà però un monumento; sarà un luogo dedicato alla vita associativa, sarà ‘vissuto’ pienamente. Nel cuore del centro storico della città."
L’Auditorium sarà un cubo in legno d’abete. Progettato da Renzo Piano, suggerito dal maestro Claudio Abbado e finanziato dal Trentino, una terra molto generosa con l’Abruzzo. Il nuovo Auditorium del Castello, denominato "Modulo ad uso concertistico provvisorio", è il simbolo della rinascita culturale e sociale della città dopo il terremoto. Il progetto, alla cui realizzazione la Provincia autonoma di Trento contribuisce con 6 milioni di euro, è stato approvato dalla Protezione civile.
L’edificio è formato da tre distinti volumi in legno a forma di cubo tra loro collegati.
La sala sarà di colore rosso, alludendo all’energia, alla musica e alla gioia di stare insieme.
Ai lati del cubo principale, gli altri due cubi, più piccoli, che ospiteranno il foyer e i camerini di musicisti e artisti.
AMAREGGIATA DAGLI SCANDALI. SE LO DICE LEI...
Fonte: http://www.altrestorie.org/print.php?news.1482
Fonte: Televideo Rai
"Vedere certe signorine girare in auto blu non fa bene all'immagine del Paese, perché davvero si fatica a coglierne i meriti". BARBARA BERLUSCONI
sabato 18 dicembre 2010
UN NUOVO LAVORO DI LUCIA GANGALE, STAVOLTA SU SAN MARCO DEI CAVOTI
Nell'ambito delle iniziative dedicate ai 150 anni della nascita della provincia di Benevento, la giornalista e docente Lucia Gangale ha realizzato un interessante catalogo sulle vicende storico-sociali di questo comune all’indomani dell’unità italiana, che cade nel 1861. Il lavoro realizzato, un catalogo di 40 pagine, realizzato per i tipi delle edizioni Aesse Stampa di Benevento (Isbn 9788890275272), si presenta con un’elegante copertina bicolore ed interno ricco di foto, denso di notizie e documenti inediti tratti dall’Archivio di Stato di Benevento, relativi a spaccati di vita nei comuni di San Marco dei Cavoti, S. Bartolomeo in Galdo, Reino, Foiano, Morcone, Castelpagano, Colle Sannita. Ci sono articoli sui problemi dell’Italia post-unitaria e del Sud tratti da “Gazzetta di Benevento” nonché foto riguardanti alcune iniziative che la Provincia ha dedicato a questo importante avvenimento.
Lucia Gangale, già autrice di varie pubblicazioni sulla storia locale, ha trovato ed analizzato documenti del tutto inediti, quali la sospensione del capitano Giuseppe Ricci – già dichiarato eroe della repressione del brigantaggio – da parte di re Vittorio Emanuele II, carte relative ai disagi della Guardia Nazionale in vari comuni sanniti, episodi di brigantaggio e di azioni filoborboniche a San Marco dei Cavoti, carteggi prefettizi relativi all’acquisizione di informazioni su aspiranti ad impieghi pubblici, nonché un documento sulla situazione delle donne carcerate nel 1866.
Ricordiamo che la Gangale per l’occasione ha già realizzato un giornale a stampa ed ora, accanto al catalogo, è stato prodotto anche un bellissimo pannello forex, in quadricromia (70×100 cm), dedicato alla toponomastica risorgimentale sammarchese, al brigantaggio, ai personaggi illustri durante e dopo il 1861 (Alfonso e Almerico Meomartini, Vincenzo de’ Conno, Nicola Jelardi).
venerdì 17 dicembre 2010
L'ACCUSA DELLO STUDENTE: DA LA RUSSA ATTEGGIAMENTO INTIMIDATORIO
http://www.newnotizie.it/2010/12/17/laccusa-dello-studente-da-la-russa-atteggiamento-intimidatorio/
Interpellato dall'Adnkronos, il giovane ha oggi aggiunto: "Da La Russa c'è stato un atteggiamento ambiguo che sa di intimidatorio. 'Vigliacco' è un insulto grave da parte di un ministro di un governo con 3 voti di maggioranza a un ragazzo. Il problema - ha rimarcato - è che c'è uno squilibrio di potere enorme".
Quanto agli episodi di violenza che hanno causato gli scontri con le forze dell'ordine (e acceso la miccia del diverbio con La Russa), Cafagna ha ribadito quanto detto ieri: "Il problema non è prendere le distanze, ma dare una lettura politica di quanto è accaduto, e nessuno lo sta facendo. La manifestazione - ha spiegato il ragazzo - è stata l'espressione della rabbia sociale di una generazione che è sempre tenuta fuori e che non è rappresentata politicamente. Noi scendiamo in piazza per rivendicare dei diritti e la risposta è sempre un girarsi dall'altra parte. E' saltata qualsiasi mediazione politica, c'è un blocco a livello istituzionale, una separazione tra ciò che avviene in Parlamento e quello che avviene fuori".
"Continueremo la nostra mobilitazione nelle prossime settimane e nei prossimi mesi - ha annunciato - stiamo ancora decidendo modi e forme ma certamente - ha concluso - rivendicheremo il nostro diritto a manifestare".
http://www.ilmessaggero.it/articolo.php?id=131132&sez=HOME_INITALIA
ROMA (17 dicembre) - E' ancora scontro su Annozero, che giovedì sera ha visto protagonista Ignazio La Russa. Il ministro della Difesa ha inveito a lungo contro uno studente in studio, Luca Cafagna, dandogli
ripetutamente del "vigliacco" e del "fifone" perché non voleva condannare esplicitamente le violenze di piazza a Roma di martedì scorso. Il ministro, che ha poi continuato a definire vigliacchi gli studenti, ha anche minacciato di andarsene ma poi è rimasto in trasmissione e si è scontrato con il leader dell'Idv, Antonio Di Pietro, che gli ha dato del "fascista" beccandosi in risposta un "analfabeta".
giovedì 16 dicembre 2010
OMAGGIO A CESARE PAVESE NEL SESSANTENNIO DELLA SCOMPARSA
Al termine della manifestazione sarà offerto, a tutti i partecipanti, un brindisi natalizio con i vini Terre da Vino.
Per informazioni su orari e aperture:
Villa Nobel – t. 0184507380 – 0183704211 – beniculturali@provincia.imperia.it
mercoledì 15 dicembre 2010
PERCHE' DUE PERSONE URLANO QUANDO LITIGANO
Questa l'ho presa in giro nella rete:
martedì 14 dicembre 2010
DALLA SACRA BIBBIA LA SAPIENZA PER GLI ASPIRANTI GRANDI STATISTI
[1]L'empio fugge anche se nessuno lo insegue,
mentre il giusto è sicuro come un giovane leone.
[2]Per i delitti di un paese molti sono i suoi tiranni,
ma con un uomo intelligente e saggio l'ordine si mantiene.
[3]Un uomo empio che opprime i miseri
è una pioggia torrenziale che non porta pane.
[4]Quelli che violano la legge lodano l'empio,
ma quanti osservano la legge gli muovono guerra.
[5]I malvagi non comprendono la giustizia,
ma quelli che cercano il Signore comprendono tutto.
[6]Meglio un povero dalla condotta integra
che uno dai costumi perversi, anche se ricco.
[7]Chi osserva la legge è un figlio intelligente,
chi frequenta i crapuloni disonora suo padre.
[11]Il ricco si crede saggio,
ma il povero intelligente lo scruta bene.
[12]Grande è la gioia quando trionfano i giusti,
ma se prevalgono gli empi ognuno si nasconde.
[13]Chi nasconde le proprie colpe non avrà successo;
chi le confessa e cessa di farle troverà indulgenza.
[14]Beato l'uomo che teme sempre,
chi indurisce il cuore cadrà nel male.
[15]Leone ruggente e orso affamato,
tale è il malvagio che domina su un popolo povero.
[16]Un principe privo di senno moltiplica le vessazioni,
ma chi odia la rapina prolungherà i suoi giorni.
MOZIONE DI SFIDUCIA - DISCORSO DI DI PIETRO
lunedì 13 dicembre 2010
PROFEZIA CHE SI AUTOADEMPIE
«Se gli uomini definiscono reali le situazioni esse saranno reali nelle loro conseguenze» William Isaac Thomas, 1928
Una profezia che si autoadempie, o profezia che si autoavvera (Merton, 1971), o profezia che si autodetermina (Watzlawick, et al., 1971), è una predizione che, nel venire fatta, fa sì che diventi vera. Ad esempio nel mercato finanziario, se esiste una convinzione diffusa che sia imminente un crollo, gli investitori possono perdere fiducia, vendere gran parte delle loro azioni, e causare realmente il crollo. Oppure, se un candidato in una elezione dichiara apertamente che non crede di poter vincere, ciò può causare un aumento dell'apatia degli elettori che si concretizza in uno scarso appoggio alla sua campagna.
Per Profezia che si autoadempie deve intendersi, secondo la definizione del sociologo americano Robert K. Merton, che introdusse il concetto nelle scienze sociali nel 1948, «una supposizione o profezia che per il solo fatto di essere stata pronunciata, fa realizzare l’avvenimento presunto, aspettato o predetto, confermando in tal modo la propria veridicità». Merton trasse ispirazione dalla formulazione che un altro celebre sociologo americano William Thomas aveva dato di quello che è passato alla storia come Teorema di Thomas che recita: “Se gli uomini definiscono certe situazioni come reali, esse sono reali nelle loro conseguenze”.
NUOVE TENSIONI CARFAGNA MUSSOLINI FASSINO
http://www.adnkronos.com/IGN/News/Politica/Governo-in-aula-violento-battibecco-Mussolini-Fassino_311397603629.html
http://www.italia-news.it/politica-c14/tensioni-in-aula--scintille-fra-alssandra-mussolini-e-mara-carfagna-52833.html
Poi sfogandosi in Trasantlantico con colleghi e giornalisti, rincara la dose: “Quando ho sentito Fassino chiamarmi così, sono scattata. Sono andata verso di lui e gli avrei tirato il cellulare se non mi avessero fermato i commessi. Allora mi sono girata verso Hai visto che hai combinato, sei una cretina!. Ora torno dentro e la prendo a calci”.
domenica 12 dicembre 2010
CASTELLO SFORZESCO SI PREPARA PER EXPO
L’assessore ai Lavori pubblici e Infrastrutture Bruno Simini afferma: «Dopo aver recuperato e aperto al pubblico la “Strada coperta della Ghirlanda” abbiamo ora in programma altri interventi al Castello Sforzesco, come il restauro delle facciate esterne e la ridistribuzione degli spazi interni dell’ex Ospedale».
Simini conclude: «Milano punta a un primato essere la città con più spazi museali in Europa».
sabato 11 dicembre 2010
LANGHE E ROERO VERSO IL RICONOSCIMENTO UNESCO
Tutto l'articolo è su
http://www.targatocn.it/2010/12/10/leggi-notizia/argomenti/il-venerdi-di-ferrigno/articolo/le-nostre-langhe-e-roero-in-marcia-verso-il-riconoscimento-di-patrimonio-dellumanita.html
BOCCA, "VESPA SERVO DEL REGIME"
Guarda il video
giovedì 9 dicembre 2010
STORIA DEL CAFFE' HAGY DI MILANO
mercoledì 8 dicembre 2010
DIEGO DELLA VALLE RESTAURA IL COLOSSEO
In aiuto, come un moderno Superman, compare il patron di Tod's, Diego Della Valle pronto a finanziare da solo il completo restauro del Colosseo, facendosi carico dell'intero costo dell'operazione. L’imprenditore marchigiano spiega «in momenti come questi, imprese che hanno la fortuna di andare bene e sono ambasciatrici dello stile di vita italiano nel mondo hanno il dovere di dare un segnale forte. É il momento per ognuno di noi di assumerci l'onere su cose che servono al Paese e questa è una di quelle».
Sempre secondo Della Valle «sarebbe bello se anche altri imprenditori potessero occuparsi di qualcos'altro, sarebbe un bellissimo segnale per la comunità internazionale che guarda con grande affetto all'Italia, ma soprattutto per noi in un momento così delicato».
http://www.ilvelino.it/articolo.php?Id=1255940&t=Roma%2F_Per_%93risanare%94_l%92area_archeologica_il_Comune_guarda_ai_privati
http://www.libertiamo.it/2010/12/03/colosseo-evviva-i-privati/
Al momento, non si hanno notizie dal ministero né dal Campidoglio.
La vicenda è ad ogni modo emblematica, in quanto conferma l’interesse dei privati per la cultura. Lo testimonia, d’altra parte, il fatto che le imprese investono nel settore circa 3 miliardi di euro all’anno.
Un’analisi degli impieghi evidenzia un forte interesse per musei, mostre e spettacoli. Più difficile coinvolgerli nel finanziamento di interventi sui monumenti, finché la loro gestione sarà accentrata nelle mani pubbliche. Ma l’offerta di Della Valle può essere di incoraggiamento a ulteriori passi nella direzione di un più incisivo coinvolgimento dei privati nella gestione dei monumenti storici.
LA FINE DELLO SHOW
martedì 7 dicembre 2010
STORIA DI UNO SCRITTORE OMEGNESE: NINO BAZZETTA DE VEMENIA
NINO BAZZETTA DA VEMENIA (Novara, 12 novembre 1880 - 26 giugno 1951) è stato un giornalista, scrittore, storico e polemista italiano. La madre, la nobildonna Fanny Princisvalle Lampugnani, marchesa di Dairago, era figia di un magistrato del Lombardo Veneto. Il padre, il tenente colonnello Giulio Gerolamo Bazzetta, di illustre e storica famiglia omegnese di notai e uomini politici presenti nel borgo lacstre già nel XVI secolo, era figlio del dottor fisico Giovanni, medico di Omegna e Domodossola e di Marianna Ratti di Massiola, sorella di quel don Giulio che fu prevosto di San Fedele della Scala di Milano nonché guida spirituale ed intimo amico di Alessandro Manzoni. Giulio Bazzetta aveva partecipato alle guerre per l'indipendenza italiana ed alla repressione del brigantaggio. Nino trascorse la sua infanzia e giovinezza a Domodossola, studiando presso il collegio Mellerio Rosmini, tra i padri rosminiani, ove frequentò le scuole dalle elementari al liceo. Ne 1899 si iscrisse alla facoltà di Legge di Torino, conseguendo la laurea il 10 dicembre del 1904 con il massimo dei voti e la lode. Non esercitò però l'avvocatura, avendo iniziato molto presto, a 14 anni appena, l'attività giornalistica. Salottiero, curioso, di ingegno vivace, ben presto si circonda di una schiera di ammiratori e nemici. Diresse il giornale "La Libertà", da lui fondato ed alla morte del padre, nel 1906, gli subentrò in alcune delle cariche pubbliche, tra cui la direzione del museo e della biblioteca della Fondazione Galletti, dovefu presto criticatoa causa del suo carattere irruente e disinvolto. Dopo la chiusura della "Libertà" passò al "Corriere dell'Ossola" e poi al "Sempione" settimanale cattolico della città di Arona. Tuttavia la sua attività artistica stentò a decollare a causa delle numerose critiche che mettevano in discussione la serietà delle sue ricerche storiche e della sua "integrità morale". A causa di alcune querele, sfociate in condanne giudiziarie, lasciò quindi l'Ossola. Nel 1923 dava alle stampe "I Savoia e l donne", creando l'ennesimo scandalo della sua vita. Infatti nel libro si metteva in dubbio la regalità di Vittorio Emanuele II, primo re d'Italia, e figlio, a suo dire, del macellaio fiorentino Gaetano Tiburzi detto "Il Maciacca". Per questo venne sfidato a duello. Nel 1928 pubblica un libro sulla contessa di Mirafiori, la "Bella Rosin", amante dello stesso Vittorio Emanuele II, esaurito in un mese. Nel 1929, a 48 anni, sposa la trentasettenne Piera Campo, omegnese, ostetrica di Novara. Il matrimonio va a rotoli dopo soli sei mesi, in quanto la Campo mette ala porta il marito fedifrago, viveur e sciupasoldi. I rapporti di amicizia tra i due, però, contnuan o negli anni, documentati anche da un fitto scambio epistolare tra i due. Bazzetta avrebbe voluto che la sua ex moglie curasse il suo archivio personale che lui stava cercando faticosamente di costruire e che dovette invece svendere poco alla volta per sopravvivere, dato il dissesto finanziario che caratterizzò gli ultimi anni dellasua vita. Piera Campo, segretamente, attraverso intermediari acquistò poco a poco i volumi, evitando la dispersione di questo patrimonio. Intanto Nino continuava l'attività giornalistica e dopo la morte di sua madre, nel 1939, iniziò a vagare di locanda in locanda, di albergo in albergo senza fissa dimora, oppure ospite a casa di amici. Nel 1941 comunicò alla stampa di essere in possesso delle memorie scritte di don Giulio Ratti, che svelavanotizie inedite sulle vite di Manzoni, Rosmini e D'Azeglio. Non riuscì mai a pubblicarlo. Si scoprì poi (1954) che il manoscritto di Ratti era spurio: ne era autore lo stesso Bazzetta, ormai morto da alcuni anni. Sepolto a Novara, viene successivamente esumato e trasportato presso il cimitero di Omegna,ittà dei suoi avi, dove in tempi recenti gli è stata dedicata una via.
Opere
STERCO DAVANTI CASA DELLA GELMINI A BERGAMO
Un secchio di letame è stato scaricato la scorsa notte davanti all’abitazione del ministro dell’Istruzione Mariastella Gelmini a Bergamo. Autori dell’iniziativa un gruppo di studenti bergamaschi che così hanno dimostrato il loro dissenso nei confronti della riforma dell’università firmata dal ministro. Sul mucchio di letame e' stato piantato anche un cartello con una scritta in dialetto locale: "Ddl e Gelmini an ve caga ados". Il sito bergamonews.it ha quindi riportato la rivendicazione diramata dagli studenti autori del gesto: "La citta' di Bergamo - si legge nel comunicato - ospita nella sua roccaforte alta il ministro piu' amato da tutti gli studenti d'Italia. Questa notte gli studenti bergamaschi hanno violato questa roccaforte e scaricato davanti a casa Gelmini la ‘naturale’ reazione alla sua riforma".
Intanto oggi a Roma si è registrata un’altra giornata di alta tensione per le proteste studentesche contro la riforma Gelmini. Un gruppo di circa cinquanta studenti universitari ha fatto un blitz all’interno della sede della Fondazione Roma in via Minghetti, in pieno centro. Appena varcato l'ingresso ci sono stati momenti di tensione con i vigilantes e la porta a vetro della Fondazione si è infranta. “Erano circa 50 ragazzi, sono entrati di corsa, la guardia giurata ha provato a fermarli chiudendo la porta, ma loro hanno spinto e la porta si e' frantumata'', ha raccontato un operaio tunisino che stava eseguendo alcuni lavori all'ingresso della Fondazione. Gli studenti denunciano invece di essere stati minacciati con la pistola dal vigilantes e poi di essere stati oggetto di una “caccia all'uomo” da parte della Polizia, che li avrebbe picchiati con calci, pugni e manganellate. Dopo il blitz alla Fondazione, gli studenti hanno raggiunto piazza San Silvestro, dove hanno srotolato uno striscione e acceso alcuni fumogeni rossi. All’arrivo di due camionette e di alcuni poliziotti in tenuta antisommossa, i manifestanti si sono dispersi, ma 12 di loro sono stati bloccati e portati al commissariato Trevi. Lì, fa sapere la Questura, verranno valutati caso per caso. "Non c'è stata alcuna carica - fanno sapere - e un poliziotto è rimasto ferito ad una mano".