domenica 7 novembre 2010

FINI SUL GOVERNO A BASTIA UMBRA

Stamane, davanti a seimila persone, il leader di AN Gianfranco Fini ha chiesto le dimissioni del premier Berlusconi dopo un'analisi lunga e serrata dei mali del Paese. Ovviamente il cavaliere, perennemente alla ribalta della cronaca per i suoi incontri a luci rosse con relative generose elargizioni, i soliti attacchi alla magistratura rea di non dargli pace, e quelli triti e ritriti ai comunisti che lo attaccherebbero di quae di là, afferma che il discorso di Fini non lo tange e che lui non rassegnerà nulla, in quanto la sfiducia va votata in Parlamento. Gli esponenti del Pdl Bondi e Cicchitto hanno detto che Fini " getta alle ortiche con una spregiudicatezza imbarazzante un impegno comune di quasi vent'anni, liquida una parte cospicua del patrimonio della destra italiana", che Berlusconi continuerà ad operare per l'interesse del Paese e bla bla bla bla. L'unica cosa imbarazzante, per la verità, è per l'Italia essere governata dall'attuale maggioranza, e di questa cosa abbiamo ripetute conferme nel consesso internazionale. Standing ovation per Fini durante il suo discorso, durato più di un'ora. Un grande discorso, in cui, dopo anni, la dignità e l'immagine del nostro Paese, scesi vertiginosamente sotto i tacchi a causa degli scandali privati del premier e delle sue battute poco felici (l'ultima sui gay), Fini passa in rassegna i problemi reali del Paese, che non coincidono certamente con quelli privati di Berlusconi, a livello sia aziendalistico che privato. Parole che sono state come una boccata di ossigeno in un Paese bloccato, fermo, fossilizzato ed incapace di uscire dalle secche della crisi che lo attanaglia.

Tre cose impediscono ad un sovrano di servire il proprio Paese: la pigrizia, la stupidità e la lussuria.
Federico II di Prussia (1740-1786)

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