mercoledì 13 ottobre 2010

RICORDANDO GUIDO SACERDOTE

A L B A - Mercoledì 20 ottobre 2010
Una giornata intera dedicata al grande personaggio albese che ha dato lustro alla televisione italiana degli anni ’50 e ’60. Proiezioni non stop, incontro/dibattito con personaggi come Fabio Fazio, uno spettacolo teatrale da non perdere tratto dal testo di A. Fava.

Dalle 13 alle 20
Dehor del Caffè “La Brasilera” in Piazza Savona
Proiezione del lungometraggio “Alba – Broadway, solo andata…”

di Pier Mario Mignone, dall’omonimo libro di Franco A. Fava

Alle 18
Teatro Sociale “Giorgio Busca” (piazza V. Veneto)
Incontro /dibattito sulla figura di Guido Sacerdote.
Intervengono:
Fabio Fazio
Giorgio Simonelli, storico della televisione
Carlo Cerrato, capo redattore RAI 3
Durante l’incontro sarà consegnato il “Tartufo dell’anno” a Fabio Fazio

Alle 21
Teatro Sociale “Giorgio Busca” (piazza V. Veneto)
Spettacolo teatrale: Bentornato Guidino!
atto unico di Maria Antonietta Panizza
liberamente tratto da Alba – Broadway, solo andata… di Franco A. Fava

Dopo lo spettacolo
Proiezione del lungometraggio “Alba – Broadway, solo andata…”
di Pier Mario Mignone, dall’omonimo libro di Franco A. Fava


Alba-Broadway, solo andata...

La figura di Guido Sacerdote, autore e produttore televisivo albese, 1920-1988
ricordata da Franco A. Fava
Guido Sacerdote, proveniente da un’agiata famiglia albese di religione ebraica, per alcuni anni della sua vita continuò la tradizione paterna di farmacista, in corso Langhe ad Alba. In quegli anni Alba era una tranquilla cittadina di provincia, ove le digressioni artistiche potevano essere praticate da pochi bohémienne, pionieri nel percorrere filoni dell’avanguardia espressiva: tutti ricordano ancora oggi l’esperienza pittorica di Pinot Gallizio con gli epigoni della bauhaus immaginista, un cenacolo di intellettuali che trovarono in Alba il loro approdo e la loro "deriva" artistica. Siamo nella città di Beppe Fenoglio, straordinario letterato. «Io che arrivavo da Torino», afferma Folco Portinari, scrittore, già direttore della sede Rai di Firenze, nel racconto relativo al suo esordio in televisione, «mi trovai subito in armonia con Guidino, anche perché conoscevo bene Alba: la sua città che era stata la capitale mondiale dell’avanguardia al tempo di Pinot Gallizio, farmacista-pittore; del dottor Demichelis, medico primario collezionista; di Parisot, direttore dei Quattro soli, l’unica rivista d’arte astratta di tutto il dopoguerra italiano. Si andava ad Alba, magari in bicicletta, e si incontravano Jorn e Baj, Fontana e Rotko. Si pranzava al Savona, le cui pareti avrebbero fatto invidia al Moma di New York. E c’era il tempo per litigare, io sangue granata, con lo juventino Fenoglio...». In quell’ambiente anche Sacerdote riuscì a trovare il suo viatico sin dalle sue prime esperienze di attore in erba, in occasione delle rappresentazioni al Circolo sociale di Alba.

La guerra e le leggi razziali colpirono anche la famiglia Sacerdote, impedendo a Guido di scegliere liberamente la sua strada. «Per molti mesi», ricorda Walter Agnese di Alba, «i miei genitori avevano coraggiosamente protetto Guido. Era confinato in soffitta, proprio sopra la nostra abitazione in via Maestra. Quelli erano momenti difficili e pericolosi per tutti...». Sacerdote si rigugiò poi presso la famiglia Bongiovanni a Mango, nel biennio ’44-’45.

Il destino offrì a Guido, abbagliato dal luccicante e disincantato mondo dello spettacolo così detto leggero, il modo per realizzare il suo sogno. «Era uno degli animatori teatrali presso il Circolo sociale di Alba», racconta l’albese Italo Ferrero. «Aveva messo in piedi una compagnia di attori in erba, anzi dilettanti, tra questi c’eravamo anche io e mia moglie Ida Liuzzi».
«Conobbi Clelia Sacerdote nel 1929», confida Olga Marasso Fava, «quando andavo a scuola. La signora Sacerdote era la proprietaria della libreria e cartoleria in via Maestra. Clelia era una persona deliziosa». Guido Sacerdote all’inizio degli anni ’50 lasciò l’attività di farmacista per seguire la carriera in televisione (al tempo ancora nella fase sperimentale). Nel 1952 entrò alla Rai di Milano, con l’assunzione in qualità di capo ufficio scritture, grazie all’aiuto dell’impresario di rivista Remigio Paone, amico di Sergio Pugliese, primo direttore della Rai. Un incarico a lui congeniale, anticipatore di straordinarie esperienze, che si dimostrarono fondamentali per il suo viatico di talent scout.

«Guidino era molto amico di mio marito, Maurizio Corgnati», testimonia la cantante Milva. «Agli esordi la televisione era una colonia di piemontesi. Oltre a Guidino, ricordo tra gli altri Cravetto e Tabusso. I piemontesi avevano dato il "là" alla televisione, l’avevano fatta grande…».
«Guido Sacerdote si impegnò molto», sottolinea l’albese Beppe Modenese, pioniere del made in Italy nel settore della moda. «Sin dai primi anni Cinquanta era presente a Milano in corso Sempione. Poi si trasferì a Roma, iniziando la produzione dei primi varietà, mettendo in luce le sue straordinarie doti e le qualità artistiche e organizzative». Racconta Olga Sacerdote: «Noi ci siamo sposati nel 1956. Guido era una persona allegra ed altruista, un uomo che credeva profondamente nel suo lavoro. La nostra casa era frequentata da molti personaggi del mondo dello spettacolo e della cultura: tra tutti ricordo le gemelle Kessler e Franco Zeffirelli. Inoltre Guido aveva lanciato in televisione Mina, verso la quale nutriva un’adorazione artistica».

Alla fine degli anni ’50 Guido Sacerdote e Antonello Falqui produssero i primi spettacoli di intrattenimento "leggero", collocati il sabato in prima serata, con contributi musicali, balletti, musica d’orchestra e ospiti provenienti dalle diverse esperienze teatrali.
Il sodalizio artistico di Guido con Antonello Falqui iniziò nel 1952 e si intensificò nel 1958 con la produzione del programma Buone vacanze, con l’orchestra diretta da Gorny Kramer, esperienza foriera di un filone di nuove trasmissioni televisive. In questo contesto Guido Sacerdote produsse per la Rai dal Teatro delle Vittorie di Roma trasmissioni musicali come Canzonissima (1958-69), Studio uno e poi Biblioteca di studio uno, fino alla fine degli anni Settanta. Sacerdote e Falqui sono stati i talent scout di personaggi mitici della televisione: oltre alle gemelle Kessler e Lola Falana tra i più noti. Portò in Italia Zizi Jeanmaire e le Blue Bell sisters, spalancando le porte della televisione alle stars internazionali.

Sacerdote non ritornò più a vivere ad Alba, concedendosi solo alcune sporadiche visite presso Tonino e Claudia, titolari del ristorante La Contea a Neive. Ormai il mondo dello spettacolo lo aveva assorbito totalmente, lasciando tra gli albesi il ricordo di un farmacista sognatore, accomunato nell’arte e nella provenienza professionale al pittore Pinot Gallizio. Gli albesi avevano perso due promettenti farmacisti, ma avevano guadagnato due importanti protagonisti nel campo dell’arte. Grazie a loro oggi noi langaroli possiamo vantarci di non essere stati così provinciali, nella profonda "malora" degli anni cinquanta.

http://www.parcoletterario.it/it/voci/guido_sacerdote_albabroadway.html

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