martedì 31 agosto 2010

UN AMMASSO DI SPIONI

Tiziana Nardone

La società d’un tempo era più capace di formare: discussioni, contraddittori, gerarchia che obbligava a inserire il proprio pensiero in una corrente ma che proprio per questo induceva a faticare affinché quello stesso pensiero divenisse maggioritario, vita di sezione, di piazza rendevano possibile toccare con mano la vita. Oggi, invece, l’agorà è virtuale. Siamo un ammasso di spioni in nome di Facebook. Io linko, scrivo una frase, allego un video e aspetto che qualcuno sollevi un pollice, che mi dia il suo consenso, il suo apprezzamento. Un popolo di smidollati, mendicanti dell’altrui approvazione. I social network risultano utili e vincenti quando è il caso di veicolare idee nuove e aggregare, ma parliamo di grandi masse, non dei ragazzi del muretto di una scuola di Canicattì! C’è una seria incapacità di mettersi in gioco, chiusi nei recinti degli amici degli amici, con cui vituperare, nella speranza che qualcosa fuoriesca, ma non del tutto! Un popolo di voyeur pronti a mettere in piazza le proprie vacanze, i propri amori passati e presenti ma che rimandano, invece, una solitudine terrificante! Chi ha la propria vita da svolgere non ha tempo di stare incollato al monitor monitorando gli altri 20 ore su 24. E molti non hanno una propria vita da condurre per questa società paralizzata da un’economia inesistente. Che fare? Formare. Ammortizzate queste due o tre generazioni di ‘sfigati’ spero profondamente che i genitori capiscano quanto sia importante pretendere un’istruzione seria, spero che provvederanno da soli a impartirgliela se la scuola dovesse continuare a esser lacerata a morsi come ora.

TUTTO L'ARTICOLO E' SU
http://www.ilquaderno.it/vita-svolgere-incollati-monitor-mettiamoci-faccia-limpegno-anziche-diffamare-invidia--49763.html

AMICI DI MARIA


domenica 29 agosto 2010

CORONA, SEI UN GRANDE




Così tanto che non c'è bisogno di commenti.

COSA RIMANE DEL SUD


Su “La Stampa” un anziano preside in pensione, nell’editoriale dei lettori, si chiedeva come mai posti bellissimi del Sud Italia, che potrebbero generare turismo e ricchezza, siano completamente abbandonati a sé stessi. Nello specifico, citava il caso di San Leucio di Caserta, che in epoca borbonica fu rinomato per l’arte della seta e per i suoi preziosi broccati. Si stupiva di come quell’archeologia industriale, inserita in un contesto architettonico di rara bellezza, non servisse ad un emerito nulla, visto che invece di richiamare turisti era un vero e proprio deserto. Si lamentava che non ci fosse un percorso guidato, una guida turistica, un dépliant (e suppongo anche eventi di alcun tipo) e che per raccattare notizie si era dovuto rivolgere ad un volenteroso ma semianalfabeta abitante del posto. Si faceva da sé tanti discorsi storici sul se e sul come questo poteva essere o meno frutto di una rapace politica di casa Savoia ai tempi dell’unificazione italiana. Ma forse la risposta il maturo preside se l’era data da sé: “Dappertutto abbandono, trascuratezza, indolenza, che sono caratteristiche tipiche del Sud”. Dall’Ottocento ad oggi ne è passata di acqua sotto i ponti. L’aver cambiato governi non può essere una scusante per tanta arretratezza. La verità è che nessuno ha amore per il posto in cui vive, orizzonti più ampi del proprio orticello, sentimenti diversi dalla rassegnazione. I politici che rubano, la mala che depreda, i boss che costruiscono i propri palazzi su posti diventati un deserto, i giovani costretti ad andarsene a lavorare altrove, la grettezza e la chiusura mentale di chi non sa nemmeno cosa significhi la parola accoglienza e nelle piccole comunità si guarda in cagnesco con il vicino. Altro che turismo.

FESTIVAL!


Al Comune di San Remo tutti gli impiegati hanno rubato così tanto che l’Ente continuava a pagare assicurazioni per automobili rottamate ed il figlio di un dipendente andava a scuola con uno scooter del Comune.

Pare che una recente inchiesta abbia svelato il fattaccio.

E ora tutti a cantare su quello che è successo!

MARCUSE AVEVA RAGIONE


L’esimio esponente della Scuola di Francoforte aveva ragione. A fare le rivoluzioni non sono i gruppi di individui integrati nel sistema, quelli che stanno sereni da un punto di vista economico, bensì tutti coloro che ne sono fuori. Quelli che non producono beni e servizi e ne hanno compenso dalla società dei consumi e dei mass media – lui all’epoca pensava a giovani, studenti, donne, cioè proprio i soggetti che fecero il ’68 – oppure, come nel caso odierno, quelli che sono stati espulsi dal sistema.

E’ il caso di migliaia di professori, ata e bidelli precari storici, ormai messi fuori gioco da una politica mangia-cattedre, i quali da Palermo a Benevento proprio in questi giorni hanno organizzato scioperi della fame.

Mica sono i ragazzini che puoi far felici se dai loro l’hi-pod, facebook, la chat, messenger ed i messaggini sms. Che a scuola, invece di entusiasmarsi per la bellezza della conoscenza e per le conquiste del sapere umano, ti dicono distrattamente “che palle”, come se tutto li annoiasse e niente fosse degno della loro applicazione. (Per la cronaca proprio ieri, mentre ero seduta su una panchina col mio portatile, due studentelli delle superiori si baciavano a gogo, ed invece di sacralizzare quei momenti d’amore, da parte della ragazzina era tutto un “che palle” di qua e “che palle” di là. E che palle!).

Sarà, ma io sono alquanto scettica. Se a una classe dirigente non gliene frega niente dell’istruzione figuriamoci delle sofferenze fisiche e morali di altri esseri umani che lottano, soffrono e vanno pure all’ospedale (è capitato anche questo) per reclamare il loro sacrosanto diritto al lavoro.

Come si dice: il sazio non crede al digiuno.


ALLA POSTA


Mi reco all’ufficio postale e la spedizione pacchi di tipo ordinario è aumentata. Da 9.10 euro si è passati agli attuali 11.40 euro, cioè ben 2.30 euro in più…

Al che dico all’impiegata: “Mi fa ridere Berlusconi quando dice “non metteremo le mani nelle tasche degli italiani”…

E la gentile impiegata: “Anche di più!”.


Che pacco ragazzi...


venerdì 27 agosto 2010

TEMPI DIMEZZATI PER LO STUDIO


Una ricerca condotta da alcuni scienziati americani ha evidenziato che dagli anni Sessanta ad oggi il tempo trascorso dagli studenti sui libri si è dimezzato. Nel 1960 i ragazzi dedicavano allo studio a casa 24 ore. Man mano questo monte ore si è progressivamente ridotto fino ad arrivare alle 12 ore settimanali.

La causa di questa disaffezione verso i libri va ascritta al tempo trascorso davanti alla televisione. Al contrario, la tecnologia internettiana aiuterebbe. Prima per svolgere una ricerca occorreva molto tempo, consultare testi, magari recarsi in biblioteca, trascrivere ed imparare tutto. Oggi le ricerche si trovano bell’e pronte su Internet, anche se il copia e incolla tra gli studenti impazza.

I tempi di concentrazione dei ragazzi si sono notevolmente ridotti e per loro la fatica di trascinare lo studio per oltre un’ora e mezza sembra essere immane. I prof si adeguano, programmando le interrogazioni ed evitando qualsiasi effetto sorpresa.

Intervistato da La Stampa, il matematico Pier Giorgio Odifreddi – che chissà perché ci tiene a far sapere di essere andato in classe con Briatore ai ragionieri di Cuneo, come se la cosa fosse rilevante –, dice: “Andate a spiegare a questi ragazzi che Newton impiegò anni per elaborare la sua teoria”.


UN GIGANTE DELL’AMORE

Madre Teresa di Calcutta nasce in Albania il 26 agosto 1910. Poi si trasferisce in Irlanda per il noviziato e poi si reca in India. Nel 1946 riceve la chiamata di Dio. Una “chiamata nella chiamata”. Il Signore infatti le chiedeva qualcosa in più. La sua vita è stata spesa al servizio dei lebbrosi (ne ha curati a migliaia), dei poveri, dei sofferenti. Le Suore della Carità hanno ricordato il centenario della nascita di questa grande donna, che già da viva era considerata una santa. Soleva affermare: “La vera malattia non è la lebbra ma il sentirsi rifiutati e non amati da nessuno”.

“HO REGALATO POESIA AGLI UOMINI”


Cesare Pavese, letterato di fama mondiale (suoi sono I dialoghi con Leucò, Il mestiere di vivere, Lavorare stanca, La luna e i falò), morì suicida in una stanza dell’albergo “Roma” a Torino, il 27 agosto 1960.

Tutta la sua vita fu caratterizzata da una solitudine titanica, di cui vanno ravvisate le tracce in un’infanzia ed in un’adolescenza dure e difficili. Il grande romanziere soffriva del mal di vivere.

Con amarezza ne “Il mestiere di vivere” egli afferma: “Ho imparato a scrivere ma non a vivere”.

Per ricordare l’anniversario della sua scomparsa il Centro Studi Pavesiani di Santo Stefano Belbo (CN) organizza una serie di manifestazioni, letture, conferenze, dedicate al grande romanziere. Testimonial d’eccezione del sessantesimo anniversario della morte sarà l’attore Alessandro Preziosi, attore molto amato dal pubblico femminile italiano, il quale ha confessato di essere rimasto colpito dalla chiarezza e limpidezza del grande e complesso scrittore.

Nel suo biglietto d’addio Pavese scriveva: “Perdono tutti e a tutti chiedo perdono. Non fate troppi pettegolezzi. Va bene?”.

giovedì 26 agosto 2010

GENTE DI DUBLINO


La funerea storia del funerale del reverendo. Quella dei due ragazzini che al fiume vengono adescati da un vecchio pervertito. La fanciulla che sta per andare via col battello insieme al suo amore, ma che all’ultimo minuto si ferma e c’è da credere che tornerà alla sua miserabile vita familiare.

Da due o tre giorni ho iniziato la lettura di Joyce – per la verità mi mancava ed era una lacuna da colmare –, e devo dire che sulle prime ha destato in me non poca perplessità. Per venirne a capo ho chiesto ragguagli alla collega di inglese e poi mi sono letta tutta la nota critica a introduzione del libro. Solo così ho finalmente compreso la grandezza di questo autore ed il messaggio che lancia con questo libro. Ho apprezzato l’anima libera e fiera dell’artista, ipercritico verso i difetti della vecchia Irlanda, una terra che lui non amò mai molto e dalla quale si staccò quanto prima, salvo coltivarne per un certo periodo speranze di riscatto.

Anche lo stile letterario mi ha lasciato perplessa. Così dimesso, basso… Roba da farmi pensare: preferisco Fenoglio, senza ombra di dubbio. Poi ho letto che lui aveva usato uno stile volutamente “mediocre” per rendere l’idea della mediocrità dei suoi connazionali. E che i racconti dovevano trasudare “putrefazione”, ossia dare l’idea di una stagnante immobilità

Insomma, mettetela così. Per James Joyce l’Irlanda è un paese di stronzi i quali hanno passato i secoli ha farsi infinocchiare da certa Chiesa cattolica (la “sguattera del cristianesimo”), che ne ha fiaccato la forza spirituale e materiale, e dal governo inglese che li ha oppressi per altrettanti secoli.

Risultato: coglioni e non leoni. Joyce manda a stendere l’idea di un popolo irlandese forte e bellicoso e ne svela la malattia nazionale: la paralisi.

In tale contesto l’artista non può esprimersi e nel suo caso sceglie due vie: l’isolamento e l’esilio (è noto che Joyce si trasferì a Trieste e non fece più ritorno in patria).

Tutti i personaggi di queste short storys, genere proprio da lui introdotto in Europa nei primi anni del Novecento e poi ripreso da moltissimi altri autori, vivono una condizione di immobilità, passività, impotenza. La meschinità, la mediocrità, il mero interesse aleggiano ovunque nei rapporti interpersonali. Non c’è speranza alcuna di uscire dalle secche della propria vita e le azioni si interrompono tutte a metà, impedendo qualsiasi cambiamento.

Il libro fu giudicato diffamante dagli editori che si rifiutavano di pubblicarlo (viene da pensare a Saviano che ha parlato dei mali del Sud con lo stesso risultato).

Sono ancora alle prime storie, ma nella prefazione ho letto che il racconto finale, “I morti”, tanto per tenere l’allegro ritmo del libro, è il significativo compendio di tutte le storie narrate prima e dove la morte è, appunto, l’unico avvenimento di rilievo in un mondo di inetti (soprattutto di sesso maschile, perché le donne hanno qualche guizzo di dignità in queste storie).

La banalità – il maggior interesse di Joyce – è scandagliata con lente impietosa. La Dublino del tempo, considerata la seconda capitale del regno britannico, mostrata in tutta la sua realtà di soffocante chiusura e di meschinità.

Per cui il messaggio che esce dal libro adesso mi è chiaro. Che vita è se ci trasciniamo le nostre pochezze, vacuità, falsità e con esse moriamo? Se non c’è lo slancio di un minimo di quegli ideali, che sembrano tanto inconsistenti, ma che danno sostanza e dignità alla nostra esistenza?

E’ solo una vita miserabile, neanche tanto degna di essere vissuta.

Oltre Dublino purtroppo ce n’è tanti di contesti così.


RICORDI DI UNA GIORNALISTA


Anni fa, quando ero una giovane squattrinata in cerca di impiego e con un’insana passione per il giornalismo, ebbi l’idea di presentarmi per un colloquio ad una redazione di provincia, sede distaccata di un prestigioso quotidiano nazionale.

Era inverno. Il redattore capo mi disse che potevo andare, capii che mi avrebbe fatto un rapido colloquio e così presi l’automobile, mezz’oretta di viaggio e arrivai.

Le strade erano piene di neve, avevo proceduto adagio ma tutto, avrei fatto tutto pur di realizzare il mio sogno.

Di lì a poco mi ritrovai davanti il redattore capo, con alle sue spalle un’altra eccelsa “penna” della provincia in aspetto dimesso e servile, sguardo basso sulla scrivania, nessuna intromissione nel discorso.

Il redattore capo, che tra l’altro era fratello di un collega che insegnava diritto nella mia scuola, il quale sistematicamente a colazione si faceva comprare il Duplo dagli studenti che confessavano di non poterne più di questa riverenza, evidentemente mancava di signorilità per un fatto di famiglia. Oltre a non farmi accomodare da nessuna parte, oltre ad avermi fatto andare con tutta quella neve per nulla, oltre ad usare un tono sgraziato tutto il tempo, mi tenne lì questi cinque minuti per dire che la redazione non aveva bisogno di altri collaboratori o corrispondenti, che loro “erano arrivati”, che lì si timbrava il cartellino, bla bla bla, così tolsi le tende e me ne andai.

Le vie del Signore sono infinite, e così, di lì a poco, mi ritrovai per il mio lavoro di docente a girarmi i posti più belli e turistici d’Italia, cosa che il redattore capo ed i suoi servili collaboratori non hanno visto in trent’anni di carriera e da uomini “arrivati”.

Non mi ci volle quindi molto per archiviare l’episodio, ma oggi, essendomi capitato di rivedere dall’esterno quella redazione, mi viene da pensare: poverini… Hanno passato la vita a fare gli scribacchini di provincia senza nessuna soddisfazione se non quella di leccare culi ai politici locali.

Non avrei voluto fare la loro vita, neanche se mi avessero pagato a peso d’oro.


RICORDI DI UNA GIORNALISTA 2

Tra i tanti episodi della mia lunga gavetta professionale, e ne avrei da raccontare, mi è venuto in mente anche quello del noto politico irpino al quale mi rivolsi per una raccomandazione. Capita ai migliori, che volete fare. Da questi errori di gioventù si imparano però tante di quelle cose che nemmeno immaginate.

Con l’allegra famiglia – si fa per dire, perché ero dannatamente in cerca di un impiego che non si trovava – ci recammo nella villa bunker del nostro, tra le distese verdi della terra irpina.

Portammo anche una bottiglia di Chevas Regal, che fu subito carpita dal personaggio, ed iniziò il colloquio. “Ma vostra figlia è professionista o pubblicista? No, perché se era professionista…”.

Mio padre disse: “Onoré, di solito si bussa alla chiesa grossa”. L’uomo politico rispose: “La chiesa grossa è chiusa”. Mia madre ne ebbe così un nervoso che lì per lì non disse niente, ma poi a casa si sfogò: “Gli stavo dicendo: allora manco i santi ci stanno più!”.

Aggiungo che durante tutto il tempo della conversazione nel suo salottino, sul tavolino davanti a noi c’era un enorme vassoio strapieno di grossi cioccolatini avvolti nella carta rossa. Il grande politico mica si degnò di dirci: “Prendete pure”. Manco per sogno…

Quella fu la prima e l’unica volta che ci parlai. E’ stato un piacere non rivederlo.

lunedì 23 agosto 2010

MITICO AMORE

Oggi sono passata di sfuggita davanti ad un negozio di fiori al cui interno si diffondeva una dolcissima canzone: Mitico amore, di Antonello Venditti.
La cornice era poetica, e per un attimo si aveva l’impressione di stare in un’altra dimensione.

Così potrei intitolare la mia storia d’amore con questa cara città, che sto per lasciare. Che è stata l’alba di una persona nuova, più forte, forgiata da tante prove di pazienza di perseveranza, ma più forte, resa pura come il metallo forgiato dalla fiamma.

Tu sei il mio mitico amore. Ti porto dentro. Mi hai donato tanta conoscenza, tanti affetti, ma come dicevo anche tante prove. Ho avuto tanta pazienza con te, ma tutto l’amore con cui mi ripaghi mi fa capire che mi vuoi bene. Che ho dovuto guadagnarmi la tua fiducia, ma che ormai sono parte della tua gente, dei tuoi quartieri, del tuo cielo. Che essere stata qui in questi ultimi anni e stare qui, anche se ancora per pochi giorni, è per me stare a casa, in un posto che la divina provvidenza mi ha posto davanti perché ne avessi frutto.

Mi hai donato libertà. Mi hai dato una vita piena, bella, importante.

Sei dolce come un angelo. Sei forte come un leone. Sei paziente come un bue. Sei intelligente come un’aquila.

A te, il mio infinito amore.

CHI GUADAGNA DI PIU'

Oggi alla Rai hanno sciorinato una classifica dei mestieri meglio pagati al mondo. Siccome stavo addentando una scaloppina buonissima, fatta con una tenerissima lonza, e c’era un contorno di patate deliziose (la blogger si tratta mooolto bene), ho preso in ritardo i dati. Ma mi ricordo che al 6^ posto ci sono i piloti d’aereo ed al 5^ i funzionari di enti vari. I primi tre, però, sono riuscita a scrivermeli. Ve li riporto:

1^ posto

Amministratori delegati di società private

Quando si dice “chi maneggia festeggia”. Per le loro mani passano tutti i soldi e le buste paga dei dipendenti e i bilanci delle aziende. Come sacrificio è richiesto l’uso giornaliero di giacca e cravatta, un sacrificio tutto sommato sopportabile per i vantaggi che se ne possono ricavare. Avere questo posto, infatti, puo’ fruttare 250mila euro all’anno. Il che significa essersi sistemati per la vita.

2^ posto

Medici

Ovviamente fatte le debite distinzioni tra quelli agli inizi della carriera, i passacarte ed i professionisti affermati e di grido.

3^ posto

Broker finanziari

Ovvero intermediari di capitali tra società a vario titolo e persone fisiche. Una professione al cardiopalma. I guadagni sono elevatissimi, ma vi sono anche concrete possibilità di rimetterci tutto.

domenica 22 agosto 2010

XXXI MEETING DI RIMINI

Da oggi fino al 28 agosto si svolgerà a Rimini il trentunesimo Meeting per l'amicizia fra i popoli di Comunione e liberazione .

L'edizione 2010 ha come tema «Che cos'è l'uomo, che cosa lo rende irriducibile a qualsiasi potere, a qualsiasi ideologia, a qualsiasi circostanza». Un tema ripreso anche nel messaggio inaugurale inviato dal Papa Benedetto XVI.

Il presidente del Consiglio Silvio Berlusconi, contrariamente a quanto si credeva all'inizio della kermesse, non è stato invitato. Lo ha smentito Emilia Guarnieri, presidente del Meeting.

I numeri della manifestazione

135 gli incontri proposti

19 gli spettacoli

8 le mostre

16 le manifestazioni sportive

Come si dice, un grande evento.

giovedì 19 agosto 2010

PROVERBI NAPOLETANI


Questi qui li ho trovati in un libro acquistato quest'estate in una graziosa libreria ischitana. Pieni della saggezza e del brio del popolo napoletano.

- Nasce na rosa p'essere addurata, nasce na spina p'essere iastemmata
Come la rosa nasce per profumare, così la spina nasce per essere aborrita.

- Nun troppo doce ca te zucano, né tanto lappuso ca te sputano.
Non mostrarti troppo dolce altrimenti approfitterebbero di te, ma nemmeno troppo aspro altrimenti ti allontanerebbero.

- 'O carro s'acconcia p' 'a via.
Il carro si accomoda mentre procede sulla strada.

- Ogne strunzo tene 'o fumo suoio.
Ogni stronzo ha il suo particolare fumo.

- Poco viento appiccia 'o fuoco, assaie viento 'o stuta.
Un po' di vento fa divampare il fuoco, troppo vento lo spegne.

- Senza l'amaro nun se prova 'o doce.
Senza l'amaro non si gusta il dolce

mercoledì 18 agosto 2010

FINLANDIA!

Pare che il posto al mondo dove si vive meglio sia la Finlandia. Lo afferma la rivista americana Newsweek nella sua recente classifica sui Paesi del mondo con più alta qualità della vita.
I parametri considerati sono cinque: istruzione, sanità, qualità della vita, dinamismo economico e clima politico. I paesi presi in considerazione un centinaio.

Subito dopo la Finlandia si piazzano la Svizzera e la Svezia. Sesti i norvegesi. Le cose vanno bene nei Paesi che investono in istruzione (tra cui proprio la Finlandia).

Ventunesimo posto la Spagna. Ventitreesimo l'Italia. Il Bel Paese non brilla per economia e politica, ma si piazza bene in quanto a sistema sanitario, tra i migliori al mondo.

ESSERE DONNA



Essere donna è così affascinante.
È un’avventura che richiede un tale coraggio,
una sfida che non annoia mai.

Oriana Fallaci

TEOREMA

Canzone sempre attuale...

Marco Ferradini

Prendi una donna, dille che l'ami,
scrivile canzoni d'amore.
Mandale rose e poesie,
dalle anche spremute di cuore.
Falla sempre sentire importante,
dalle il meglio del meglio che hai,
cerca di essere un tenero amante
sii sempre presente risolvile i guai.

E stai sicuro che ti lascerà,
chi é troppo amato amore non dà.
E stai sicuro che ti lascerà,
chi meno ama é più forte si sa.

Prendi una donna, trattala male,
lascia che ti aspetti per ore.
Non farti vivo e quando la chiami
fallo come fosse un favore.
Fa sentire che é poco importante,
dosa bene amore e crudeltà.
Cerca di essere un tenero amante
ma fuori del letto nessuna pietà.

E allora si vedrai che t' amerà,
chi é meno amato più amore ti dà.
E allora si vedrai che t'amerà
chi é meno amato é più forte si sa.

No caro amico, non sono d'accordo,
tu parli da uomo ferito.
Pezzo di pane lei se ne é andata
e tu non hai resistito.
Non esistono leggi in amore,
basta essere quello che sei.
Lascia aperta la porta del cuore
vedrai che una donna
é già in cerca di te.

Senza l'amore l'uomo che cos'é,
su questo sarai d'accordo con me.
Senza l'amore l'uomo che cos'é
é questa l'unica legge che c'è.

martedì 17 agosto 2010

FAMIGLIA CRISTIANA SU CORRUZIONE


(ANSA) - CITTA’ DEL VATICANO, 17 AGO - ’’Disfattista non e’ chi fa appello al senso etico, ma chi e’ allergico al rispetto di regole e istituzioni’’. E’ quanto scrive Famiglia Cristiana nel numero in uscita domani in un editoriale contro ’’La politica degli stracci’’ e l’uso dei dossier per ’’polverizzare gli avversari’’. ’’La clava mediatica (o il ’metodo Boffo’) contro chi mette a nudo il re e’ un terribile boomerang, in un Paese che affoga in una melma di corruzione, scandali e affari illeciti’’.

PASSAGE



FRANCESCO COSSIGA, IL PICCONATORE

Francesco Cossiga (Sassari, 26 luglio 1928 - Roma, 17 agosto 2010) é stato l'8° Presidente della Repubblica Italiana dal 3 luglio 1985 al 28 aprile 1992.

FRASI CELEBRI

''Se Berlusconi e' il nuovo De Gasperi, io sono il nuovo Carlo Magno'', 18 aprile 1998, in risposta a don Gianni Baget Bozzo che esalta Berlusconi.

''Io ho concorso ad uccidere o a lasciar uccidere Moro quando scelsi di non trattare con le Br e lo ac
cetto come mia responsabilita', a differenza di molte anime candide della Dc'', 15 febbraio 2001.

''La giustizia sportiva e' una buffonata'', 6 luglio 2006, su Calciopoli.

''E' anche vero che io abbia una origine familiare di grandi tradizioni repubblicane, antifasciste, radicali e massoniche. Ma non sono stato e non potro' mai essere massone perche' sono cattolico'', 16 ottobre 2009, sui suoi rapporti con la massoneria.

''Violante e' un piccolo Vishinski'', luglio 1991 - In risposta all'esponente del Pds.

''Io ho dato al sistema picconate tali che non possa essere restaurato, ma debba essere cambiato'', 11 novembre 1991, alla presentazione del libro ''Cossiga, uomo solo'' di Paolo Guzzanti.


lunedì 16 agosto 2010

CERCASI SAGGEZZA

Su Facebook spopolano due categorie di siti, costantemente condivisi, linkati e taggati soprattutto nelle pagine "faccia-libro" dei più giovani. Sono, per la precisione, "Le frasi più belle dei cartoni animati" e "Le frasi più belle dei film".
A leggerle si nota che per lo più sono davvero sagge e profonde e se proprio la vogliamo buttare sul sociologico possiamo affermare, senza tema di smentita, che l'eclatante fenomeno è dovuto alla ricerca di profondità e sapienza da parte dei ragazzi.
Come meravigliarsi?
In un momento storico in cui la classe dirigente non ha niente da dire, la Chiesa perde di credibilità coi suoi scandali (mi si dirà che la fede va oltre, è vero, ma andatelo a dire ad un ragazzino in fase di formazione che si trova davanti lo squallore dei preti pedofili), gli intellettuali scarseggiano, allora non rimane che la sapienza cinematografica e dei cartoon.
Una volta erano di moda Moravia, Montanelli, donna Letizia, Elsa Morante, Matilde Serao...
E' proprio vero: ogni epoca ha i suoi modelli ed i suoi maestri.
A noi oggi sono dati quelli virtuali.

sabato 14 agosto 2010

ELEZIONI ANTICIPATE?

Nu popolo falluto è nu popolo fernuto, dice un proverbio napoletano. Che tradotto significa: un popolo fallito - cioè non coeso - è un popolo finito.

Il teatrino della politica italiana cui assistiamo in questi giorni, ci dice che il livello è tra i più bassi a livello planetario. Proprio sotto i tacchi.
Aridaglie il presidente Napolitano a scongiurare il pericolo di elezioni anticipate. Secondo me, mai come in questo momento gli italiani sarebbero ansiosi di andare a votare.
Tra politici corrotti, accuse personali, giornalisti venduti che di libero non hanno niente se non il nome, è un continuo rintuzzarsi su faccende private atto a dimostrare come l'avversario faccia schifo e chi parla goda del consenso popolare.

Poi vi meravigliate che nel nostro amato Paese vada tutto a rotoli?
Se pensate solo a stare incollati a quelle sedie, spacciando il vostro interesse per quello degli "italiani"?
Gli Italiani hanno molta più dignità di voi, questo è certo.

STIAMO PENSANDO LA STESSA COSA

Seee!... Come no!

mercoledì 11 agosto 2010

ANATEMA E REMAKE

OGNI PERSONA CHE INCONTRI


Ogni persona che incontri è migliore di te in qualcosa... In quella cosa impara.


Non è la letteratura né il vasto sapere che fa l'uomo, ma la sua educazione alla vita reale.
Che importanza avrebbe che noi fossimo arche di scienza, se poi non sapessimo vivere in fraternità con il nostro prossimo?


MAHATMA GANDHI

LA DIFFERENZA TRA POLITICI E STATISTI

Un politico guarda alle prossime elezioni.
Uno statista guarda alla prossima generazione.

Alcide De Gasperi

ED ORA ADSL

Era ora.

PR PROFESSION


Bei tempi quelli in cui facevo la rivista Reportages in formato cartaceo...

Stamane mi è capitato un vecchio numero tra le mani, quello in cui intervistavo tre organizzatrici di eventi: Tiziana Rocca, titolare di un'agenzia di PR a Roma,
Sandra Mastella, già consigliere Regione Campania e moglie del leader Udeur e Fernanda Ruggiero, titolare di un'agenzia di comunicazione e marketing a Bologna.
E' stato bello sfogliare quelle pagine scritte qualche anno fa e rileggere ciò che queste donne hanno saputo organizzare nel corso del tempo.
Public Relation: una professione su cui bisognerebbe investire perché solo gli eventi ben congegnati fanno grande un territorio. Anche minuscolo.

SANT'ANNA A ISCHIA

L'incendio del Castello aragonese che si ripete ogni anno a Sant'Anna.

giovedì 5 agosto 2010

40 ANNI DI GIFFONI FILM FESTIVAL


A fine luglio si è chiusa la quarantesima edizione del Giffoni Film Festival, ideato dal geniale Claudio Gubitosi (curriculum), che ne è il direttore, quando era un ragazzo di neppure diciotto anni. Gubitosi è funzionario della Regione Campania, creativo ed organizzatore di eventi ed ha reso famosa la sua città in tutti gli angoli del mondo. Molto soddisfatto, a conclusione di questa edizione ha dichiarato:


Il Festival di Giffoni, a differenza di Festival come Venezia e Roma, e' un festival che fa anche da esercente: c'e' una ricaduta economica che va oltre il Festival stesso. Riceviamo finanziamenti per 5 milioni e 600 mila euro, ma siamo il Festival che maggiormente restituisce al territorio i frutti di cio' che ha prodotto. Il 90% delle risorse impegnate da noi ricadono nel territorio, ed e' inutile sottolineare il tipo di beneficio che questo tipo di indotto puo' generare. Restituiamo allo stato 4 volte tanto: i finanziamenti dati al festival di Giffoni sono veri e propri investimenti.

Ad essere lungimiranti il Giffoni Film Festival dovrebbe ricevere anche dei finanziamenti dal Ministero della Salute per i benefici che apporta ai giovani da un punto di vista sanitario: e' il miglior antidepressivo quando non c'e' piu' la scuola a scandire la giornata dei ragazzi, migliora i ritmi naturali e biologici in un ambiente sano, in luoghi di ritrovo all'aria aperta e lontani dal caos cittadino; aiuta l' autoanalisi, aiutando a capire la propria psicologia e la propria vita attraverso i film dando un sostegno durante la fase piu' delicata dell'esistenza.

mercoledì 4 agosto 2010

DEDICATO ALLE DONNE INTELLIGENTI


Un mattino un uomo torna dopo molte ore di pesca e decide di fare un sonnellino.
Anche se non pratica del lago, la moglie decide di uscire in barca.
Accende il motore e si spinge ad una piccola distanza: spegne, butta l'ancora, e si mette a leggere il suo libro.
Arriva una Guardia Forestale in barca, si avvicina e le dice:
"Buongiorno, Signora. Cosa sta facendo?"
"Sto leggendo un libro" risponde lei (pensando: "non è forse ovvio?!?").
"Lei si trova in una Zona di Pesca Vietata," le dice.
"Mi dispiace, agente, ma non sto pescando. Sto leggendo".
"Sì, ma ha tutta l'attrezzatura. Per quanto ne so potrebbe cominciare in qualsiasi momento. Devo portarla con me e fare rapporto".
"Se lo fa, agente, dovrò denunciarla per molestia sessuale" dice la donna.
"Ma se non l'ho nemmeno toccata!" dice la Guardia Forestale.
"Questo è vero, ma possiede tutta l'attrezzatura. Per quanto ne so potrebbe cominciare in qualsiasi momento."

“Le auguro buona giornata signora" e la guardia se ne va.

MORALE:
Mai discutere con una donna che legge, è probabile che sappia anche pensare.

ADDIO A DONNA ELVIRA, LA SICILIA DEI LIBRI



lunedì 2 agosto 2010

MANIFESTAZIONI CAVOURIANE


Castello di Santena (TO)

10 agosto Ore 9,30 Messa in onore di Camillo Cavour con processione nel Parco e nel Castello.
Apertura del Parco Cavour. Inaugurazione della mostra sul Parco.

12-19 settembre Ippodromo di Vinovo – Mostra “Camillo Cavour e il suo tempo”. Inaugurazione da definire.

16 settembre Ore 20,30 Santena – Castello Cavour. Giornata del Cinema europeo di Torino.
Prima assoluta del film-documentario “Le Royaume partagé” sul tema dell’annessione della Savoia alla Francia dopo la seconda guerra di Indipendenza. Produzione e regia francese.

20 settembre Ore 17.00 Castello di Santena – Premio Camillo Cavour attribuito a Carla Fracci.
Ore 18.30 Chiesa parrocchiale di Santena – Concerto “Cavour incontra Verdi”.
Coro, strumento musicale, filmato e voce recitante Mario Brusa. Durata 1.30’
1 ottobre Lucedio – Inaugurazione della mostra “Camillo Cavour e il suo tempo”.
16 ottobre Ore 21.00 Chiesa parrocchiale di Santena – Concerto “Francesco Tamagno e Giovanni Cagliero”.
Coro, strumento musicale.

26-27 marzo 2011 Castello di Santena – Giornata del FAI. Ingresso gratuito con manifestazioni varie.

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