La società d’un tempo era più capace di formare: discussioni, contraddittori, gerarchia che obbligava a inserire il proprio pensiero in una corrente ma che proprio per questo induceva a faticare affinché quello stesso pensiero divenisse maggioritario, vita di sezione, di piazza rendevano possibile toccare con mano la vita. Oggi, invece, l’agorà è virtuale. Siamo un ammasso di spioni in nome di Facebook. Io linko, scrivo una frase, allego un video e aspetto che qualcuno sollevi un pollice, che mi dia il suo consenso, il suo apprezzamento. Un popolo di smidollati, mendicanti dell’altrui approvazione. I social network risultano utili e vincenti quando è il caso di veicolare idee nuove e aggregare, ma parliamo di grandi masse, non dei ragazzi del muretto di una scuola di Canicattì! C’è una seria incapacità di mettersi in gioco, chiusi nei recinti degli amici degli amici, con cui vituperare, nella speranza che qualcosa fuoriesca, ma non del tutto! Un popolo di voyeur pronti a mettere in piazza le proprie vacanze, i propri amori passati e presenti ma che rimandano, invece, una solitudine terrificante! Chi ha la propria vita da svolgere non ha tempo di stare incollato al monitor monitorando gli altri 20 ore su 24. E molti non hanno una propria vita da condurre per questa società paralizzata da un’economia inesistente. Che fare? Formare. Ammortizzate queste due o tre generazioni di ‘sfigati’ spero profondamente che i genitori capiscano quanto sia importante pretendere un’istruzione seria, spero che provvederanno da soli a impartirgliela se la scuola dovesse continuare a esser lacerata a morsi come ora.
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http://www.ilquaderno.it/vita-svolgere-incollati-monitor-mettiamoci-faccia-limpegno-anziche-diffamare-invidia--49763.html
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1 commento:
La ringrazio per Blog intiresny
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