giovedì 20 maggio 2010

PROFUMO DI CLASSE

di MARGHERITA OGGERO

La nostalgia ha profumo di vaniglia sapore di caramella Baratti o pastiglia Leone.
Guardo una mia foto scolastica di terza elementare (…).
La scuola era la Aristide Gabelli, la maestra si chiamava Renata Rinetti, aveva i baffi ed era esigente, severa e preparatissima. Le eravamo affezionate, su un sottofondo di rispetto e timore dei voti e dei giudizi. Quello che mi ha insegnato non l'ho più dimenticato: grammatica, aritmetica di base, monti, fiumi e laghi, re di Roma, giù giù sino a Cesare Battisti e alla vittoria mutilata. Le sono debitrice di una passione e di un incubo. La passione per la lettura: se eravamo state quiete e aatente, estraeva dalla borsa un libro e ce ne leggeva una quindicina di pagine. Il primo fu una riduzione de I miserabili e in classe si sarebbe sentita volare una mosca. L'incubo riguarda il Giudizio Universale, quando Iddio (come lei annunciò davanti a tutta la classe) mi avrebbe accusata di avere taroccato il risultato di una divisione con i decimali nonostante il divieto. Il misfatto l'avevo compiuto davvero e la vergogna davanti all'intera comunità degli ex viventi di tutti i luoghi e tempi me la sono anticipata almeno una volta alla settimana per anni. Ma siccome qualche incubo fortifica lo spirito, le sono grata anche di quello.
E adesso? Forse tornano i grembiulini, ma il passato non si può far rivivere, perché non è uno zombie su cui funzionano i riti wodoo. Adesso classi con trentacinque bambine o bambini sono impensabili:
adesso tutti o quasi i genitori sono diventati sindacalisti dei propri figli, le maestre che promettono sfracelli nella valle di Giosafat finirebbero alla gogna mediatica e subito dopo in tribunale. L'alleanza, il patto educativo tra scuola e famiglia si è rotto e la colpa va equamente divisa tra tutte le parti sociali. “L'ha detto il maestro (o il professore)” non è più garanzia di verità – e forse è un bene, perché la Verità Assoluta è un concetto assai discutibile – ma il guaio è che alla verità del maestro se ne sono sostituite altre, probabilmente meno attendibili.
E qualche volta mi chiedo che profumo avrà questo presente quando diventerà passato: vaniglia o dado da brodo?

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