domenica 16 maggio 2010

LA FAVOLA DI ACARO

Acaro era un bambino affamato di vita. Ogni mattina a colazione mangiava due libri, uno salato e uno dolce. Il libro salato aveva la copertina scura e raccontava tutto il male del mondo. I suoi ingredienti erano le tragedie, i soprusi, le crudeltà. Il libro dolce, invece, aveva la copertina chiara e sapeva di miele. Parlava di sogni, di amore, delle antiche verità che l'uomo aveva dimenticato.
Acaro cresceva sano e sereno. Ma una mattina non trovò più sulla tavola la razione quotidiana di pagine al miele. Per diventare adulto è dei libri scuri che hai bisogno, gli spiegarono i genitori, da oggi mangerai soltanto quelli. La nuova dieta fu anche una necessità. I libri chiari erano più difficili da trovare, perché erano più difficili da scrivere. Il bene non si lascia raccontare volentieri: se si esagera col miele provoca nausea.
Perciò Acaro incominciò a mangiare soltanto il male. Conobbe la cattiveria dell'uomo in ogni sua forma, divorò con rabbia la descrizione compiaciuta di ogni dolore. Ma dopo qualche tempo, anziché tendersi come le corde di un arco, i suoi muscoli si afflosciarono e divenne un bambino grassoccio e molle. L'umore era sempre basso, e rassegnati i pensieri. Non si fidava di nessuno, eppure da tutti veniva ingannato. Aver conosciuto l'ingiustizia nei risvolti più biechi gli aveva tolto la volontà di combatterla. Si rinchiuse in un bozzolo opaco di cinismo finché smise completamente di mangiare. Proprio lui che era stato grasso, si ridusse a un fagotto d' ossa che vagava per casa come un sonnambulo. I genitori non potevano aiutarlo: erano sonnambuli anche loro.
Una mattina in cui rovistava in soffitta alla ricerca di qualche sapore che gli impressionasse il palato, vide brillare una copertina chiara. Apparteneva a uno dei suoi vecchi libri. Ricominciò a sgranocchiarlo e, frase dopo frase, il suo viso riprese colore. Fu così che Acaro imparò a digerire la vita. Perché i libri scuri ti insegnano ad affrontarla. Ma solo quelli chiari ti ricordano che è trasformabile di sogni.


MASSIMO GRAMELLINI, L'ultima riga delle favole, Edizioni Longanesi 2010, pagg. 96-97.

2 commenti:

Melissa ha detto...

E' un libro che ho comprato e letto anche io.
Ti aiuta a raggiungere parti di te che credevi addormentate o inesistenti, ma questo solo se ci credi davvero.
Un libro da consigliare.

Lucia Gangale ha detto...

Io dopo Gramellini sto leggendo Giovanni Arpino, "La suora giovane". Appena so come finisce lo comunico via blog a tutti i miei afitionados.
Grazie, Melissa, per il tuo intervento =D

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