sabato 15 maggio 2010

LA MALAPIANTA

Nicola Gratteri è Procuratore aggiunto della Repubblica presso il Tribunale di Reggio Calabria. Nasce nel 1958 a Gerace ed è esperto di 'Ndrangheta. E' tra i magistrati più impegnati e conosciuti nel settore della lotta alla criminalità organizzata. Dal 1989 vive sotto scorta.
Ieri sera ho avuto modo di ascoltarlo in un teatro gremito di ragazzi delle scuole superiori.

I giovani gli facevano domande a raffica e lui ha detto che preferisce parlare ai giovani piuttosto che a persone adulte, "perché a 40, 50, 60 anni la persona si è formata, mentre un giovane è nell'età della formazione, è come una spugna che assorbe qualsiasi cosa ed è a loro che bisogna trasmettere i valori come il coraggio di parlare, di denunciare, l'onestà, il rispetto del prossimo."

Gratteri ha poi aggiunto, rispondendo ai ragazzi che gli porgevano domande sul suo ultimo libro "La Malapianta": "Da bambino ho giocato a pallone con i figli degli 'ndranghetisti. Da adulto mi sono trovato a doverli denunciare ed incarcerare. Devi essere emotivamente distaccato per fare bene il tuo lavoro".
Gratteri ha toccato vari punti che riguardano la vita della 'Ndrangheta. Ha detto che il fenomeno è ormai capillarmente diffuso in Calabria ed in alcune regioni del nord Italia, come Piemonte, Lombardia, Emilia Romagna. Che spesso gli 'ndranghetisti sono gente colta ed affermata nelle professioni: medici, avvocati, ingegneri, architetti, funzionari delle pubbliche amministrazioni.
Che il territorio sul quale si esercita il potere dei boss e della manovalanza ("i garzoni della 'drangheta", quelli che spacciano droga per mille euro al mese) si chiama "locale della 'ndrangheta".
Ha detto che le mogli degli affiliati, i pesci piccoli, nella maggior parte dei casi sono costrette a fare le "vedove bianche", con i mariti in carcere per dieci anni, i figli piccoli e l'umiliazione di essere mantenute dalla famiglia del marito.
Ha anche detto: "Nelle zone ad alta densità malavitosa c'è la più grossa percentuale di consumo psicofarmaci. Il che significa che dietro la ricchezza, il potere, c'è una vita infelice. Ecco perché quandio parlo ai giovani evito di parlare di etica che non interessa a nessuno. E a loro dico: vedete? Fare gli 'ndranghetisti non conviene sotto nessun profilo".

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