venerdì 28 maggio 2010

FATE SPOSARE I PRETI

Lettera aperta a Benedetto XVI
(e a tutti coloro che amano definire il celibato obbligatorio un “valore sacro”)

Questa lettera è firmata da Antonella Carisio, Maria Grazia Filippucci, Stefania Salomone … insieme alle altre … anche a nome di tutti coloro che stanno soffrendo a causa di questa legge ingiusta,
Lo spunto è la notizia di alcuni giorni fa, una delle tante affermazioni a valle di una vera e propria esplosione degli scandali di pedofilia nelle fila del clero

Chi scrive è un gruppo di donne, di ogni parte d’Italia, che ha vissuto o vive tutt’ora l’esperienza di una relazione con un prete o religioso. Siamo abituate a vivere nell’anonimato quei pochi momenti che il prete riesce a concedere e viviamo giornalmente i dubbi, le paure e le insicurezze dei nostri uomini, supplendo alle loro carenze affettive e subendo le conseguenze dell’obbligo al celibato.


E’ una voce, la nostra, che non può essere ignorata, dal momento che vi ascoltiamo riaffermare la sacralità di ciò che sacro non è, una legge, ignorando al contempo i diritti fondamentali delle persone. Ci ferisce il disprezzo con cui nei secoli e nelle recenti dichiarazioni si cerca di mettere a tacere il grido di uomini e donne che patiscono nell’ormai lacerato sudario del celibato obbligatorio.Intendiamo ribadire – nonostante ormai molta parte dei cristiani lo sappia - che questa disciplina non ha niente a che vedere né con le scritture in genere, Vangeli in particolare, né con Gesù, che non ne ha mai parlato.


Anzi, per quanto ne sappiamo, egli amava circondarsi di discepoli, quasi tutti sposati, e di donne. Ci direte che anche Gesù ha vissuto da celibe e il prete semplicemente si conforma alla sua scelta. Ecco, appunto, una scelta. Ma una norma non può essere una scelta, se non forzandone il senso. Se poi lo si definisce carisma, non può dunque essere imposto né richiesto, tanto meno al Signore, il quale ci ha voluto liberi, perché amore è libertà, da sempre.E’ quindi verosimile pensare che intendesse negarne determinate espressioni ad alcuni dei suoi discepoli, al di là di ogni supposta opportunità? Sono risapute le ragioni che, a suo tempo, hanno spinto la gerarchia ecclesiastica a inserire questa disciplina nel proprio ordinamento giuridico: interesse e convenienza economica. Poi il tutto nei secoli è stato condito con una certa dose di misoginia e ostilità verso il corpo, la psiche e le loro esigenze primarie.


E’, dunque, una legge “umana”, nel senso lato del termine. E’ da qui che bisogna partire, affinché ci si interroghi se, come tutte le leggi umane, ad un certo punto, in un certo momento storico, non sia il caso di ridiscuterla e modificarla o addirittura, come auspichiamo, eliminarla. Per far questo, occorre molta umiltà, molto coraggio, quello di discostarsi dalle logiche di potere per scendere con lealtà nel mondo degli uomini al quale, piaccia o no, anche il prete appartiene.

4 commenti:

fab ha detto...

siamo alle solite....

1. Senza un nome e cognome, un riferimento e una fonte... chi ci dice che questa lettera non sia inventata da qualcuno in modo strumentale, dietro la scusa dell'anonimato?

2. causa di questa legge ingiusta,. Falso: la castità celibataria del sacerdonte è un dono di Dio liberamente scelto.

3. La pedofilia non ha alcuna relazione con il celibato: prova ne è il fatto che i casi di pedofilia sono più diffusi nelle famiglie di gente sposata e non fra sacerdoti o gente celibe.

4. le paure e le insicurezze dei nostri uomini,: "nostri"? Vi ricordo che questi "vostri" uomini hanno scelto liberamente di essere di Dio una volta per sempre. Chiamiamo le cose con i loro nomi, senza girarci intorno: tradimento. Sia da parte del sacerdote, sia da parte dell'amante, che ha anche il coraggio di appellarsi al vangelo e a gesù: ma il vangelo non è prima di tutto fedeltà?

5. i diritti fondamentali delle persone. diritti? mah... ho l'impressione che oggi venga chiamato diritto qualunque desiderio, voglia, o arbitrio. Questo è contro l'amore evangelico.

6. ormai lacerato sudario del celibato obbligatorio. FALSO: conosco moltissimi sacerdoti che vivono la propria castita con gioa e grande fecondità verso gli altri e ammettono che se non vivessero una vita celibe non riuscirebbero a donarsi allo stesso modo: ne materialmente (essere sposati vuol dire pensare prima alla propria famiglia, poi al "resto") ne spiritualmente (a imitazione di Cristo Gesù che ha fatto una vita celibe non per caso).

7. non ha niente a che vedere né con le scritture in genere, Vangeli in particolare, né con Gesù, che non ne ha mai parlato. FALSO: la bibliografia su questo tema è vastissima nella Tradizione perenne della Chiesa, fin dagli Apostoli. Bisogna solo avere voglia di andarsela a leggere. Cito solo tre versetti del Vangelo: Mt.19,12;19,27; Lc.18,29.

8. Scegliere il celibato è un segno di libertà. Testimonia anche che il matrimonio e il legame di coppia non è l'unica via possibile per servire Dio.

9. Anzi, per quanto ne sappiamo, egli amava circondarsi di discepoli, quasi tutti sposati, e di donne "amava circondarsi" è un espressione che ha un sapore più da harem e sultani o da re romani e da cortigiani che da sequela di Cristo... ma lasciamo stare forse chi scrive questa lettera è troppo influenzato dalla mentalità da harem. Comunque è vero che gli apostoli erano spostati, ma si omette di dire che a questi Cristo chiese di lasciare tutto, comprese mogli e figli.

10. Ma una norma non può essere una scelta, se non forzandone il senso. FALSO: la norma rende praticabile in uno schema regolamentanto quella scelta; perchè non è una scelta solo personale (altrimenti si può scegliere liberamente di fare l'eremita) ma è una scelta che è ordinata al bene altrui, quindi ha una dimensione sociale; ecco perchè c'è la norma. E' così anche per il matrimonio civile: lo si sceglie e in conseguenza di questa scelta, comporta degli obblighi cioè rispettare delle norme.

11. Se poi lo si definisce carisma, non può dunque essere imposto né richiesto, tanto meno al Signore, il quale ci ha voluto liberi, perché amore è libertà, da sempre. FALSO: il carisma non c'entra assolutamente nulla.
E invece può essere richiesto proprio dal Signore: è questo il senso della vocazione.
E' vero che l'amore è libertà: infatti il sacerdote decide in libertà di amare nel celibato e nella castità.

12. a proposito della gerarchia ecclesiastica vedi commento successivo.

Questa lettera è davvero un oceano di confusione: ma chi ha avuto il coraggio di scriverla?

fab ha detto...

12. a proposito della gerarchia ecclesiastica proprio in questi giorni ne ha parlato il Papa all' Udienza Generale del Mercoledì 26 maggio 2010, parla di gerarchia come significato altro, nell'amore e dice:

essa fa del singolo un servitore di Cristo e solo in quanto servo di Cristo questi può governare, guidare per Cristo e con Cristo. Perciò chi entra nel sacro Ordine del Sacramento, la “gerarchia”, non è un autocrate, ma entra in un legame nuovo di obbedienza a Cristo: è legato a Lui in comunione con gli altri membri del sacro Ordine, del Sacerdozio. E anche il Papa - punto di riferimento di tutti gli altri Pastori e della comunione della Chiesa - non può fare quello che vuole;"

Vale la pena leggersi tutto.

La prospettiva della Chiesa è una prospettiva completamente altra rispetto alle categorie del mondo: giudicare la chiesa con queste categorie fallisce e tradisce totalmenete il senso soprannaturale, spirituale, escatologico che c'è in questo mistero.

Gior ha detto...

La Chiesa è di Cristo e non degli uomini, fosse anche il Papa.
Ma che un'istituzione di origine divina, composta da uomini, possa anche sbagliare, è evidente. Non si capirebbe, altrimenti, come con certi preti, la chiesa vada avanti da duemila anni.

Certo che matrimonio e pedofilia sono cose diverse che non vanno confuse. Lo dice anche Stefania Salomone, ua delle redattrici della lettera, in un'intervista alla Stampa di qualche giorno fa.

In molte parti del mondo i preti si sposano.
Non so quali donne abbiano il coraggio di mettersi il prete sotto le lenzuola. Che barba sorbirsi sermoni tutto il giorno!

stefrissina ha detto...

Sono una delle autrici della lettera, Stefania Salomone, e, come vedi, esisto davvero.
Non credo che nessuno si prenderebbe la briga di scrivere queste cose se non le vivesse .. non so chi tu sia abituato a frequentare.
Povero Fab ... io forse non esistevo, ma tu non dici né nome né cognome.
La lettera è stata tagliata e non pubblicata per intero e questo non è corretto.
Tuttavia, se ti piace pensare che Dio sia così crudele da imporre cose così assurde, accomodati pure.
Io ho smesso.

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