giovedì 30 agosto 2012

SZIGET FESTIVAL 2012

Sziget festival 2012

pubblicata da Francesco Iannello il giorno Mercoledì 15 agosto 2012 alle ore 4.17




Molti mi hanno chiesto "allora, com'è stato?", rispondere a questa domanda si è rivelato più difficile del previsto. Un'esperienza del genere, finchè non è vissuta, non verrà mai totalmente compresa, ma voglio provare a rendere almeno lontanamente l'idea, di quello che questo festival è. Il Sziget si svolge a Budapest, sull''isola di Obuda, nel Danubio. Un  posto pieno di verde, con strade sterrate che si intrecciano per chilometri, che i primi giorni rassomiglia tanto ad un labirinto, ma che col tempo sembra poco più grande di casa tua. Un posto in cui il silenzio non esiste, dove ti addormenti con la musica e ti risvegli con la stessa, quando non è il caldo della tenda ad anticiparla. Un posto in cui in poco tempo respiri più polvere che ossigeno, polvere che ti entra dentro e non va più via, che colora di nero le caccole del tuo naso e che trasforma la tua voce in quella di un trans brasiliano. Un posto in cui camminando per la strada, se alzi una mano, nel giro di 10 secondi almeno 20 persone vengono a batterti il cinque. Un posto in cui stai in piedi dalle 15 alle 23 ad ascoltare concerti ed a stento te ne accorgi, poi ti rendi conto che hai appena un'oretta per riposare perchè alle 24 la serata è appena iniziata. Un posto in cui anche se di partenza conosci una decina di gruppi e la line up ti ispira poco, alla fine ti piace qualunque cosa perchè su quei palchi chiunque dà l'anima. Un posto in cui l'uomo più forte del mondo dopo 3 giorni non sente più le ginocchia e i polpacci, ma non è importante, c'è troppa roba da fare. Un posto in cui la parola inibizione è bandita, puoi essere chiunque desideri e fare qualunque cosa ti passa per la testa in quel momento. Un posto in cui ti svegli e non vedi l'ora di vedere cosa succederà nelle prossime ore. Un posto in cui 270mila persone convivono come se fossero tutti amici di vecchia data. Un posto in cui se sputi a terra e per sbaglio colpisci la scarpa di un ragazzo, al "Sorry man!" lui ti risponde con "No problem my friend!". Un posto in cui se guardi la donna di un altro non prendi un cazzotto, ma te la presenta. Un posto in cui la parola casa viene nominata solo dopo le parole "non voglio tornare a...". Un posto in cui la doccia è gelata, andare al cesso è un'impresa, ma è figo anche per questo. Un posto in cui vorresti avere 10mila occhi perchè rischieresti di perderti qualcosa di fantastico ad ogni secondo. Un posto in cui vorresti avere 10 mila occhi perchè tante ragazze così belle tutte insieme, io non le avevo mai viste. Un posto in cui abbracci e sorrisi sono il pane quotidiano. Un posto in cui perdi le persone che sono con te almeno 3 volte al giorno, ma da solo non ci resti lo stesso, bastano 2 secondi per trovare compagnia. Un posto in cui "Io Woodstock l'avevo immaginata proprio così!". Un posto in cui "where are you from?" è solo una domanda per rompere il ghiaccio, da dove viene una persona non te ne frega un cavolo, per una settimana all'anno siamo veramente tutti cittadini del mondo. Un posto magico, il posto più bello in cui io sia mai stato e che consiglierei a chiunque di vivere almeno una volta nella vita. Un posto che è troppo di più di queste poche stronzate che ho scritto, ma io ci ho provato a farvelo immaginare, perchè è troppo un peccato se non ci siete ancora stati! Viva lo Sziget, mancano solo altri 364 giorni :)


LIU', GRANDE SUCCESSO DEGLI ANNI '70, OGGI IN VERSIONE DANCE

Il video già impazza sulla rete da un po' di tempo, con ascolti vertiginosi. Interprete del remake di "Liù", questa famosa canzone degli Alunni del Sole, in versione dance, è la giovane cantante-chitarrista Claudia Megré, napoletana, classe 1986. E lo fa con stile e grinta, con voce e personalità.
 

RISCOPRIRE LA CONVIVILITA' IN TEMPO DI CRISI. IL PENSIERO DI IVAN HILLICH

Hivan Hillic è un geniale filosofo austriaco (Vienna, 4 settembre 1926 – Brema, 2 dicembre 2002) che non è mai diventato famoso ed il cui pensiero comincia a circolare proprio in questi ultimissimi anni. E forse non è un caso, in quanto egli è il teorico della convivilità umana, della "disoccupazione creativa" e dell'uomo erroneamente considerato dalla società in quanto soggetto di bisogni inculcati dalla società industrializzata e non di sogni ed aspirazioni.
Come tutti gli innovatori ed i pensatori troppo in contrasto con la propria epoca, Hillic è stato a lungo destinato a rimanere nel dimenticatoio. Ma i tempi sono maturi per una sua scoperta, proprio per i temi da lui affrontati ed in linea con i tempi che stiamo vivendo.
David Cayley, amico e biografo di Hillic, sostiene che l’originalità e l’anticonformismo del pensiero di Illich risiedano nella sua capacità di guardare la società con lo sguardo di un archeologo che studia le tracce di una società diversa. Hillic diceva di essere stato fortunato a non ricevere un'educazione non formale, in quanto, all'età di sei anni, quando già parlava correntemente tre lingue, la scuola a cui venne iscritto, dopo avergli somministrato dei test psicologici, decretò che era una bambino con un ritardo nello sviluppo. Questo gli diede il vantaggio di poter passare due anni a esercitare la sua curiosità all’interno della fornita biblioteca di casa della nonna.
Dopo aver frequentato le scuole media a Vienna ed il liceo scientifico a Firenze, studiò Teologia e Filosofia (occupandosi anche di istologia e cristallografia) ed ottenne anche un dottorato in Storia Medioevale. Ricevette l’ordinazione sacerdotale nel 1951. Negli anni Settanta fu un teorico dell'apprendimento condiviso e dei sistemi di archiviazione di Educational Objects per l’accesso libero, reti per lo scambio di abilità, basate sull’elenco delle competenze di chi le possiede a disposizione di chi cerca persone da cui imparare.

La convivilità. I bisogni. "La Convivilità" è un libro del 1973. In esso Hillic presenta alcune critiche al modello industriale e ne ipotizza il possibile superamento. Secondo Illich, in molti casi lo strumento industriale ha superato la soglia critica ed è diventato controproduttivo. Per esempio, l’iperproduttività produce crisi economiche legate all’eccessiva disponibilità di beni, oppure la larga diffusione di automobili crea il traffico che riduce significativamente la velocità media degli spostamenti rendendo controproducente lo spostamento in auto. Alla società della “produttività” Illich contrappone la società della “convivialità”. Se nella società “produttiva” i valori sono la conoscenza tecnica e il bene materiale, nella società “conviviale” i valori sono l’etica e il bene realizzato. Inoltre, se nella società industriale il fine ultimo è l’accumulazione della ricchezza nella società conviviale il fine è l’amicizia e la reciprocità fraterna. Per Illich, la giustizia è sempre più importante della prosperità materiale. Quest’ultima per Illich impedisce all’uomo di sperimentare la piena libertà e la vera gioia che possono essere percepiti solo in uno stile di vita “austero”. Il progresso, lo sviluppo o la crescita hanno prodotto nell’umanità una larga e diffusa forma di dipendenza dai beni materiali e dai servizi. Questa dipendenza si chiama bisogno! La cultura occidentale – secondo Illich – ha fissato per tutti gli uomini del pianeta quali fossero i bisogni e gli standard di vita dell’umanità, stabilendo che sotto alcune soglie ci sia la povertà e sopra alcune soglie il benessere. Di conseguenza, l’uomo non è più visto per i suoi sogni, le sue aspirazioni, le sue potenzialità ma attraverso la misurazione economica di ciò che gli manca, di cui ha “bisogno”. L’irruzione sulla scena umana dei bisogni ha cambiato la natura umana. La speranza è stata rimpiazzata dall’aspettativa. C’è differenza, dice Illich, tra aspettativa e speranza. La speranza indica una fede ottimistica nella bontà della natura, mentre l’aspettativa è contare sui dei risultati programmati e controllati dall’uomo. (Fonte: Knowledge Addiction)

La disoccupazione creativa. Solo due delle sue principali opere (“Descolarizzare la società” e “La Convivialità”) hanno avuto in Italia una buona diffusione, mentre altre opere sono state ingiustamente considerate minori come, ad esempio: “Per una storia dei bisogni”, “Il genere e il sesso” o “Disoccupazione creativa”. In quest’ultima opera Illich enfatizza, in antitesi alla valorizzazione assoluta del lavoro come finalità dell’uomo, il diritto alla disoccupazione creativa, ossia l’attività dell’uomo libera e fuori dalla logica del salario e del mercato, per dedicarsi ad attività individuali e collettive che lui chiamava vernacolari. Vernacolare era secondo lui quello che nasceva dalla logica del fare qualcosa per sé o per gli altri, dall’orto all’asilo gestito in comune, dal mutuo appoggio al fare artigiano, artistico o letterario. Le tesi di Illich oggi sono riprese da Richard Sennett o da Serge Latouche, mentre le sue “visioni” sul superamento della scuola sono alla base di tutti i moderni sistemi di condivisione della conoscenza. (Fonte: Knowledge Addiction)

RADIOIMMAGINARIA

AUTORE - Castel Guelfo Di Bologna, Emilia-Romagna, Italy
E' la radio degli adolescenti tutti gli speaker da 11 a 17 anni. è l'unica radio in italia a dare voce a questa generazione! 
 
Questi ragazzini simpatici e belli che vedete nella foto sono gli speakers di Radioimmaginaria, che trasmette on demad oppure live sulla piattaforma Spreakers.com.
Vivaci, dinamici, garbati, briosi, spigliati nella parlantina, intervistatori nati, hanno tutte le doti giuste per intrattenere il vastissimo pubblico di ascoltatori (siamo a circa diecimila ascolti) e forse costituiranno un caso di studio nell'ambito delle scienze umane e della comunicazione. Un solo consiglio: fatevi un giretto su Radioimmaginaria. 

RICORDANDO ANNA POLITKOVSKAJA

Buon compleanno Anna Politkovskaja: NY 30 agosto 1958 - Mosca 7 ottobre 2006


"I metodi di Putin stanno generando un'ondata di terrorismo senza precedenti nella nostra storia. La "guerra al terrore" di Bush e Blair ha aiutato enormemente Putin".

"Ho visto centinaia di persone che hanno subito torture. Alcune sono state seviziate in modo così perverso che mi riesce difficile credere che i torturatori siano persone che hanno frequentato il mio stesso tipo di scuola e letto i miei stessi libri".

"Voglio fare qualcosa per altre persone usando il giornalismo".

"Vivere così è orribile. Vorrei un po' più di comprensione, ma la cosa più importante è continuare a raccontare quello che vedo".

"Sono assolutamente convinta che il rischio sia parte del mio lavoro; il lavoro di una giornalista russa, e non posso fermarmi perché è il mio dovere".

"La mia vita è difficile, certo, ma è soprattutto umiliante. A 47 anni non ho più l'età per scontrarmi con l'ostilità e avere il marchio di reietta stampato sulla fronte".

"Sono una reietta. E' questo il risultato principale del mio lavoro di giornalista in Cecenia e della pubblicazione all'estero dei miei libri sulla vita in Russia e sul conflitto ceceno".
 
 

mercoledì 29 agosto 2012

IL SAPER VIVERE DI DONNA LETIZIA

Se vi va fatevi un giro su questo sito: www.bonton.altervista.org, che ho realizzato qualche tempo fa.
Il sito contiene delle regole di buone maniere e delle perle di saggezza della grande Donna Letizia, che fu moglie del giornalista Indro Montanelli. Di seguito alcuni estratti, che testimoniano la raffinatezza e l'ironia di questa signora del buon gusto italiano.


(Stralci tratti da Il Saper Vivere, di Donna Letizia)

La vera signora non fuma per strada, né mentre balla, né quando è in un negozio (dal parrucchiere fumi quanto le pare). Non parla con la sigaretta penzoloni tra le mani. La vera signora veste con sobrietà. Sa che la parola chic è l'opposto della parola "provocante".

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Caffè e liquori
Il caffè non viene mai preso in sala da pranzo ma in salotto.
Subito dopo il caffè, si offrono i liquori: Cognac o Armagnac, di preferenza dopo una colazione. Cognac, Armagnac, Whisky, Pippermint, Cherry Brandy, Strega, Anisette ecc, dopo un pranzo. Verso la fine della serata, il cameriere porta in salotto il carrello delle bevande dissetanti: spremuta di pompelmo, di arancia, acqua minerale e dei bicchieri grandi (non a calice). In un piatto d'argento saranno offerti cioccolattini, biscottini leggeri di pasta frolla, dolcetti di frutta caramellata, ecc.

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Sedicenni incomprese, bistrattate, irrequiete, scontente, eccomi a voi. Vestite da donne, non assumerete atteggiamenti sofisticati, non vi sforzerete di prender gusto alle sigarette che, grazie al cielo, disgustano ancora. E non farete di tutto per abituarvi al whisky e ai liquori, cui ragionevolmente preferite spremute di frutta e coca-cola. Sono proprio queste "pose" che fanno sorridere gli adulti e li fanno dire di voi, con quella divertita indulgenza che vi dà tanto sui nervi: "E' ancora una cucciolona, né carne né pesce".

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La vera signora non fuma per strada, né mentre balla, né quando è in un negozio (dal parrucchiere fumi quanto le pare). Non parla con la sigaretta penzoloni tra le mani. La vera signora veste con sobrietà. Sa che la parola chic è l'opposto della parola "provocante".

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L'ospite non si presenta a mani vuote. Se in casa ci sono dei bambini, porta un regalo a ciascuno. Altrimenti, una bella scatola di dolci alla signora, un libro d'arte, una scatola per le carte da gioco... Fiori no, ché in campagna abbondano e sarebbero superflui. Il regalo non sarà offerto immediatamente all'arrivo, ma appena aperte le valigie.
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I fidanzamenti prolungati sono sconsigliabili: logorano i nervi a tutti, la sposa deperisce, lo sposo si fa irrequieto, le madri portano scritta sulla fronte una sospettosa e crescente inquietudine. Sei mesi dovrebbe essere il limite massimo di un fidanzamento, dopo un ragionevole periodo di conoscenza.

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La camera d'albergo non è un salotto. Si evitino dunque le riunioni di amici che possono benissimo essere ricevuti nella hall. Chi ha un apparecchio radio lo terrà "basso", specialmente nelle ore della siesta, e naturalmente, la sera.

domenica 26 agosto 2012

NEIL ARMSTRONG, L'UOMO CHE ANDO' SULLA LUNA

Neil Alden Armstrong (Wapakoneta, 5 agosto 1930 – Cincinnati, 25 agosto 2012) è stato un astronauta e aviatore statunitense, primo uomo a posare piede sulla Luna nel 1969.

sabato 25 agosto 2012

L'EUFORIA DEGLI ANNI OTTANTA

Qualche giorno fa leggevo su La Stampa un'intervista a Jerry Calà, il quale ricordava gli anni Ottanta come anni dell'euforia e della spensieratezza, quelli in cui si sono prodotti film come Sapore di mare, Vado a vivere da solo, Via Montenapoleone. Il simpatico attore aggiungeva poi: e oggi su che cosa potremmo fare i film? Sugli esodati, i disoccupati, i cassintegrati.
Il cinema e la musica come specchio della società. Musicalmente parlando, gli anni Settanta e Ottanta rappresentano una vera rivoluzione nelle mode musicali, che è rimasta ineguagliata. Non a caso si parla dei mitici anni Ottanta a proposito della musica prodotta in quegli anni. Avremmo potuto immaginare un rovescio così repentino nel terzo millennio?
Ve la ricordate State of the nation, degli Industry? Correva l'anno 1984. Eccola:

UN LIBRO PER CAPIRE LA COMUNICAZIONE

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venerdì 24 agosto 2012

GIANNA JESSEN, LA "BAMBINA DI DIO"

LETTURE E FESTIVAL NEI CENTRI STORICI

E' stata una bella esperienza quella delle letture nel centro storico di Pesco Sannita, come già la presentazione a Molinara. Centri sanniti densi di fascino e storia, con le loro belle piazze, le pietre antiche sul selciato e nei vicoli storici, i palazzotti signorili. Il mio sogno sarebbe quello di portare un festival della letteratura, fisso o intinerante, su una o più di queste piazze. Nel Sannio ci sono veri festival della letteratura? Penso alle Letture Stregate, al Premio Strega... che hanno sede nel capoluogo. Ma un festival letterario sulle piazze di questi ameni paesini, che pure come offerta estiva nel tempo libero offrono tanto? No, non c'è. Pensiamoci. Che venga fatto in estate o in inverno è indifferente. L'auspicio è che nasca. Un Festival della letteratura e della storia locale. Anche se qualcun altro, come sempre accade, dirà che l'idea è stata sua...

I LIBRI DELL'ISTITUTO ITALIANO PER GLI STUDI FILOSOFICI IN UNO SCANTINATO A CASORIA

Il prestigioso Istituto non ha più soldi per pagare il fitto in quanto il Governo e la Regione Campania non erogano più finanziamenti. L'avvocato Gerardo Marotta ha venduto i beni di famiglia e contratto numerosi debiti per salvare questo inestimabile patrimonio di cultura. "Un giovane si avvilisce a Napoli, perché dopo tanto studio, capisce che non c'è posto per lui, non c'è rifugio. Napoli è stata così colpita che non riesce ad esprimere una classe dirigente", dice Marotta. Il filosofo Gadamer aveva apprezzato l'Istituto, quale valida alternativa alla crisi dell'Università. Il video documenta la vergogna e l'immobilismo della politica regionale e nazionale rispetto a questo scempio.

domenica 19 agosto 2012

2012 IN PILLOLE

- A gennaio la nave Concordia della Costa Crociere naufraga al largo dell'Isola del Giglio (Toscana). Muoiono 30 persone

- Giubileo di diamante per la regina Elisabetta II d'Inghilterra, salita al regno il 6 febbraio 1952

- L'Emilia Romagna viene colpita da un terremoto di magnitudo 6.0 che ne distrugge diverse abitazioni

- In Russia è rieletto Putin e si scatena un movimento di protesta guidato dalle Pussy Riot, gruppo femminile punk

- Al Cern di Ginevra scoprono il Bosone di Higgs, detto anche "la particella di Dio"

- A Londra si svolgono le trentesime Olimpiadi

- Il film dell'anno è "The Artist", un ritorno al cinema muto ed in bianco e nero al tempo del 3D

sabato 18 agosto 2012

PUSSY RIOT, IN RUSSIA IL DISSENSO E' FEMMINA

"Madre di Dio, Vergine, caccia via Putin! caccia Putin, caccia Putin! Sottana nera, spalline dorate. Tutti i parrocchiani strisciano inchinandosi. Il fantasma della libertà è nel cielo. Gli omosessuali vengono mandati in Siberia in catene. Il capo del Kgb è il più santo dei santi. Manda chi protesta in prigione. Per non addolorare il santo dei santi le donne devono partorire e amare. Spazzatura, spazzatura, spazzatura del Signore. Spazzatura, spazzatura, spazzatura del Signore. Madre di Dio, Vergine, diventa femminista. Diventa femminista, diventa femminista. Inni in chiesa per leader marci, una crociata di nere limousine. Il prete viene oggi nella tua scuola. Vai in classe, portagli il denaro. Il Patriarca crede in Putin. Quel cane dovrebbe piuttosto credere in Dio. La cintura della Vergine Maria non impedisce le manifestazioni. La Vergine Maria è con noi manifestanti. Madre di Dio, Vergine, caccia via Putin. Caccia via Putin! caccia via Putin!''. 

(Il testo è fornito da AdnKronos)

La rivoluzione contro la dittatura in Russia ha il volto di tre giovani cantanti punk o meglio, dei loro copricapo fucsia indossati lo scorso febbraio durante un'esibizione nella chiesa di Cristo Salvatore a Mosca (qui il video). Le tre ragazze sono state condannate e due anni di galera ed a livello planetario sono diventate l'emblema del diritto alla libertà di espressione. Ma il dato evidente e interessante è che la rivoluzione in Russia è femmina ed utilizza un metodo apparentemente innocuo come la musica per far passare messaggi di portata politica e sociale. I maggiori leadr europei hanno preso le distanze da una sentenza sproporzionata rispetto ai fatti commessi dalle condannate, mentre a Kiev, capitale dell'Ucraina, delle attiviste di Femen a seno nudo hanno tagliato con una sega una croce di legno alta quattro metri che ricorda le vittime della repressione sovietica.

Ma chi sono le tre "cattive ragazze" anti-Putin?

Nadezhda Tolokonnikova, 22 anni, studentessa di Filosofia presso la prestigiosa Università Statale di Mosca,  fa parte del gruppo artistico di protesta Voina (Guerra), con il marito Piotr Verzilov. E' nota per avere disegnato un enorme fallo su un ponte mobile di fronte alla sede dei servizi di sicurezza Fsb (ex Kgb) a San Pietroburgo. Nel 2008, allora incinta di nove mesi, Tolokonnikova ha posato nuda insieme al marito per protestare contro l'elezione di Dmitri Medvedev alla presidenza russa. Ha affermato di essere attratta dalle "situazioni estreme" fin dall'infanzia. Ha chiamato la figlia, che oggi ha quattro anni, Era, in onore della dea greca moglie di Zeus, perchè possa "difendersi dai nemici" come la sua ononima del mito greco.

Yekaterina Samutsevich, 30 anni, è programmatrice di computer.

Maria Alyokhina, 24 anni, è iscritta al quarto anno di un istituto di giornalismo e scrittura creativa. E' una giovane mamma anche lei, come la leader del gruppo.

L'AUTO BLU PER ANDARE AL MARE

La notizia tiene banco da alcuni giorni nella tranquilla provincia beneventana e rappresenta, forse, il più grande scoop che da queste parti sia mai stato effettuato a livello giornalistico. Pare che il presidente della quasi defunta provincia di Benevento, Aniello Cimitile, originario di Nola, nel napoletano, abbia usato l'auto blu per raggiungere la famiglia al mare in Calabria. La magistratura ha iniziato delle indagini e dall'ufficio di presidenza, a cura di un non meglio specificato portavoce o addetto stampa, è arrivata la "secca smentita" che l'auto è stata usata per fini istituzionali e che il presidente, avendo perso il treno per il ritorno e non essendo patentato, ha dovuto giocoforza servirsi dell'auto di servizio. Naturalmente i magistrati faranno i loro accertamenti, ma immediate e copiose sono state le repliche risentite dei cittadini, ai quali prima si chiedono pesanti ed indifferibili sacrifici per uscire da una crisi che altri hanno determinato, e poi si mettono davanti scuse generiche di gravi impegni (alcuni dei quali non meglio definiti) che spiegano l'utilizzo di un'auto di servizio. E adesso? Con quale credibilità il nostro andrà a reclamare al governo nazionale che non sia soppressa e resti in vita l'antica e gloriosa provincia di Benevento?

mercoledì 15 agosto 2012

MATIA BAZAR E SILVIA MEZZANOTTE LIVE

Ieri sera, presso il campo sportivo di Reino, un paesello del beneventano, ho assistito ad un concerto dei Matia Bazar e devo proprio dirlo: sono superlativi.
Devo dirlo perché tra le tante offerte delle piazze estive (ce n'è a profusione e per tutti i gusti), la nota di qualità dovrebbe fare più notizia. Almeno credo.
Il grande campo di calcio era invaso di spettatori provenienti da vari comuni della provincia ed in quelle due ore di spettacolo si sono fatti proprio amare. I musicisti, grandi, veri, professionali, hanno profuso il meglio di sé, con il cuore, con passione per la musica. Silvia Mezzanotte, la cantante del gruppo, ha una voce potente e bellissima e bella com' è, come ha detto il tastierista più anziano, è anche "una gran figura di donna". Ma ha molte altre qualità. Sa intrattenere il pubblico. Sa parlare, cosa rara in un mondo di veline e di sciacquette che appena aprono bocca e meglio se non lo avessero mai fatto; ha una vocalità eccezionale; si sa muovere con eleganza e sa veramente come stare sul palco. Il repertorio di tipo raffinato-melodico ha raccolto ovazioni su ogni brano. Due ore di grande spettacolo e di qualità, con la grande musica italiana.
Sentite com'è bella questa canzone: A piene mani.

EROI DIMENTICATI, GLI OPERAI DELLE ALPI SVIZZERE

Lavoravano otto ore al giorno, ferendosi, urlando di dolore, cadendo feriti, perdendoci la vita. Manovali italiani, reclutati dall'impresa che doveva costruire la ferrovia della Jungfrau. Nel centenario della costruzione, li ricorda in un libro di cui è coautore Peter Krebs, evidenziando come i manovali italiani erano rinomati per la loro resistenza fisica ed il loro essere senza pretese. Infatti venivano pagati pochissimo ed alloggiavano in baracche mal riscaldate, al cui interno la temperatura scendeva sotto i 7 gradi. Nel corso di un'ispezione del 1901, racconta Krebs, la società ferroviaria della Jungfrau constatò che "i letti erano in un pessimo stato e in numero insufficiente: c'erano fino a tre operai che dovevano condividere un letto". Pessime le condizioni igieniche. Si ebbero lievi miglioramenti subito dopo questa ispezione.
La ferrovia della Jungfrau è la più alta d'Europa. Un capolavoro che toglie il respiro. Al capolinea, la stazione dello Jungfraujoch, situata a 3'454 metri di altitudine, una targa commemorativa rende omaggio al "padre" di quest'opera, l'imprenditore zurighese Adolf Guyer-Zeller, mentre tante persone che permisero la realizzazione della sua idea, invece, sono finite nell'oblio.
Tra l'800 e il 900 furono in molti ad emigrare dal Veneto e dalla Lombardia in cerca di lavoro in Svizzera. I lavori della Jungfrau sono durati 16 anni (invece dei 7 previsti) per un ammontare complessivo di 16 milioni di franchi.
Nel 1899 ebbe luogo il primo sciopero degli operai, perché la società Jungfraubahn aveva imposto il riposo domenicale. "Gli operai non ne volevano sapere perché se non lavoravano non guadagnavano nulla. Preferivano perciò lavorare la domenica e guadagnare qualcosa perché ne avevano bisogno", spiega Krebs. La rivendicazione operaia fu rapidamente soddisfatta.


domenica 12 agosto 2012

IN TEMPI DI CRISI FEROCE SOSTITUIRE AGLI IDOLI UN CREDO

« Non basta disprezzare la guerra, la tecnica, la febbre del denaro, il nazionalismo. Bisogna sostituire agli idoli del nostro tempo un credo. È quel che ho sempre fatto: nel Lupo della steppa sono Mozart, gli immortali e il teatro magico; nel Demian e in Siddharta gli stessi valori, solo con nomi diversi. »                                     (Hermann Hesse, dal libro di poesie Krisis)

Non è un caso che abbia scelto questa frase da porre in cima al presente post. Aprite il giornale di oggi e troverete il bollettino di guerra ai tempi della crisi.
Novemila ristoranti chiusi nel 2011.
Furti in aumento a Torino nei supermercati, per fame. Nella lista c'è di tutto: dalle ventenni ai novantenni, per furti di generi di prima necessità, anche di pochi euro.
Infine, l'emergenza lavoro: boom dei laureati senza lavoro. Rialzo del 41,4% senza lavoro. Più sei specializzato e titolato e meno trovi lavoro. Perché l'Italia è quel famoso Paese, unico al mondo, dove i politici non pagano le consumazioni al ristorante, come qualsiasi altro cristiano, e dove le escort o presunte tali sono addette stampa, ministre e prime donne della politica.
E allora di cosa meravigliarsi se, come credo sia capitato a tutti, incontri il laureato e la laureata plurispecializzata a servire tramezzini al bar o a fare le pulizie, oppure a cercare di entrare in un dottorato pietosamente retribuito, come se il lavoro intellettuale fosse per natura inferiore alla manovalanza bassa?
"All'Estero c'è più rispetto del lavoro", mi diceva proprio una di queste laureate con master, intenta a servirmi un aperitivo. Non solo: mentre in Italia chi ha studiato deve accontentarsi di un lavoro sottoqualificato e si importano lavoratori dequalificati, nei paesi esteri si tende ad attrarre cervelli ed a tenerseli stretti. Mentre qui si parla di perenni tagli ai professori e alle scuole, nelle scuole estere si punta a rendere competitiva l'istruzione e le attrezzature ad essa connesse. Ma chi comanda - dicesi i politici che non hanno nemmeno la decenza di pagare il piatto loro servito al ristorante - non è mai stufo della propria piccolezza e del proprio vuoto morale ed esistenziale?
Riflettiamo sulle parole di Hesse, molto, molto attuali in questi tempi tristi...

giovedì 9 agosto 2012

IL SORRISO DELLA PANETTIERA

La panettiera dove di tanto in tanto mi servo è una vera capitana d'azienda. Premetto che abbiamo fatto il Liceo Classico negli stessi anni, anche se non frequentavamo la stessa sezione. All'uscita della scuola capitava spesso che lei, benestante, andasse a fare spesa di abbigliamento e noi al seguito, mentre lei sceglieva i capi con il buongusto che l'ha sempre contraddistinta.
Adesso è sposata e porta avanti la panetteria di famiglia. Tra pane sfornato, pasta fatta in casa, pizze, dolci e biscotti, lei ti accoglie in panetteria con un sorriso indelebile e con un estremo garbo nei modi. Anche da ragazza era così... Non l'ho mai sentita alzare la voce o essere arrabbiata o scostante, insomma, una persona rara.
Mi capitava di riflettere sulle tante difficoltà della vita, sulle prevaricazioni, i rifiuti e le porte chiuse in faccia (anche gratuitamente), i malanni, le ingiustizie sparse lungo il percorso di ognuno... e confrontavo il nervoso che spesso ci prende con la tranquillità d'animo di questa giovane donna.
Ebbene sì: la panettiera mia compagna di liceo è una capitana d'azienda perché la sua compostezza, i suoi modi gentili e dignitosi, il suo sorriso sereno ed il suo tono pacato mi dicono che così si manda avanti la difficile arte della vita. Con gentilezza, con serenità, fregandosene del bene e del male di questa vita - possibilmente anche della gente - e conservando sempre la padronanza di sé.
Non penso l'abbia imparato sui libri del liceo. Ripeto, me la ricordo sempre così.
E noi che ci stiamo ad affannare a trovare risposte alla crisi ed all'infelicità della vita, che, in fondo, hanno le loro radici sempre nella smania e nell'avidità umana. 
Alle volta basta osservare per bene persone che magari si conoscono da una vita ed una luce si accende nel nostro animo. La panettiera capitana o la panettiera filosofa. Forse tutt'e due.
Di sicuro una persona vera, non siliconata, montata, artefatta, vuota e finta, nel mondo della televisione e dell'apparire a tutti i costi.

lunedì 6 agosto 2012

UN MOJITO RINFRESCANTE

Il Mojito è un cocktail pre-dinner che venne inventato nella terra della caldissima Cuba.
Possiede una ottima struttura alcoolica dato che è composto in gran parte da uno dei più forti alcoolici esistenti, il rum. Di seguito la ricetta originale di questa bevanda molto dissetante.

Ingredienti :
4/10 di rum bianco 
foglie di Erba Buena (cubana) o menta
2 cucchiaini di zucchero bianco (o zucchero di canna)
Acqua frizzante poco gassata o Acqua minerale
1 Lime

Preparazione :
Tagliate il lime a tocchetti e pestatelo con lo zucchero nel bicchiere, mettete le foglie di erba o menta spezzettandole e aggiungete del ghiaccio a cubi o tritato. Riempite di rum fino a lasciare due dita dall’orlo del bicchiere che riempirete con l’acqua minerale. Miscelate con movimenti da sotto verso sopra.
Adornate con un rametto di erba buena o menta e servite.


ADDIO A NICOLINI, INTELLETTUALE DELL'EFFIMERO


Creò l’Estate Romana facendo uscire la città dagli anni bui

GIANNI RIOTTA

(Estratto da La Stampa) - Che fanno stasera a Massenzio?. A metà degli anni ’70 per una generazione di ragazzi la domanda era parola d’ordine per chiedere: Andiamo al cinema?, Dove mangiamo?, Chi vediamo?, Come finisce la nottata?
La grande arena cinematografica all’aperto creata nella capitale alla Basilica di Massenzio era l’evento clou dell’Estate Romana, rassegna culturale ideata dall’assessore Renato Nicolini, scomparso ieri, settanta anni portati col piglio da neolaureato. Un’Italia impaurita dal terrorismo, una Roma abituata ai sabato sera illuminati dai roghi accesi da autonomi e neofascisti, si stupivano a vedere ragazzi, anziani, intellettuali e gente comune che, riparandosi con un plaid sulle ginocchia quando arrivava settembre, seguivano la maratona di una pellicola dopo l’altra. Sereni, tranquilli fino all’alba.
Capolavori e cinema trash, Senso di Visconti e Napoleon di Abel Gance, con i Maciste e Godzilla, i classici di Hollywood e le pellicole amate dai raffinati Cahiers du Cinema di cui tutti parlavano e che nessuno aveva mai davvero visto. Ricciuto, sorridente, in apparenza pigro e indolente, in realtà iperattivo, Nicolini è un architetto che ha visto a Roma il 1968 e poi diventa assessore nella giunta del sindaco storico dell’arte, Giulio Carlo Argan. I due sembrano diversi, Argan docente dell’eroe della Resistenza romana Giorgio Labò, autore del Manuale su cui studiano migliaia di ragazzi, severo, austero. Nicolini casual, informale, “americano”. Invece, prima con Argan e poi con il suo successore, il popolarissimo Luigi Petroselli, Nicolini affascina Roma e il mondo. Dalla Francia il ministro della Cultura Jack Lang studia l’Estate Romana e concede a Nicolini la Legion d’Onore. I giornali americani, Newsweek in testa, si appassionano a “Renatow”.
Il metodo di Nicolini è semplice: la scuola di massa ha creato una generazione acculturata e in cerca di lavoro, i turisti non sono solo più da cartolina del Colosseo ma cercano emozioni vere, il lavoro culturale, così caro al suo partito d’origine il Pci, non può svolgersi solo nelle università e nelle scuole quadri come le vecchie Frattocchie. Il nuovo «intellettuale diffuso», mix tra «cultura alta e cultura bassa» praticato dagli americani, nel jazz e al cinema, può creare anche in Italia incontro, lavoro, festa.
L’Estate Romana – presto imitata ovunque - svuota le case e riempie le piazze. La paura della violenza, la solitudine, lasciano il posto a un circo colorato, che è per molti il primo lavoro: chi stacca i biglietti, chi organizza le rassegne, chi l’ufficio stampa, chi porta a Massenzio teglie di pizza, biscotti fatti in casa, incenso indiano, pullover peruviani e avvia un commercio. Storici locali della Roma di oggi, l’enoteca Cul de Sac a piazza Pasquino, nascono allora, su spinta di pochi ragazzi che smettono di chiedere ai passanti a piazza Navona «Scusa che c’hai 100 lire?».
Nicolini si gode il successo dietro gli occhi scettici, parla della sua famiglia, avrà alla fine cinque figli, chiede suggerimenti, spunti. A Roma arriva il papà del regista Coppola a dirigere l’orchestra per la riedizione del capolavoro Napoleon, arriva Lula, futuro presidente brasiliano ancora sconosciuto sindacalista, e parla in una saletta a meno di dieci persone.
Non a tutti piace l’Estate Romana. La destra si preoccupa nel vedere i suoi ragazzi attratti dalla festa. La sinistra classica detesta l’idea che cultura non sia più patrimonio di pochi mandarini e accusa Nicolini di culto dell’“effimero”. Ponderosi elzeviri sconfessano l’Estate Romana, persuasi che «ben altri siano i problemi…» ma senza mai però dir quali. Dalla parte dell’assessore i giovani del Pci di D’Alema, il giornale Città Futura di Nando Adornato, L’Espresso di Zanetti, il Manifesto dei giovani critici Silvestri, Ciotta, Capitta. Il motto è del regista Wim Wenders «girare un film di Antonioni col ritmo di Hitchock», trattare la cultura alta con la passione della bassa. Il Manifesto bolla come «sabbipodi», dai rigattieri di Guerre Stellari che raccattano relitti spaziali, i critici della sinistra passatista. Il regista Nanni Moretti si vendica leggendo disgustato una recensione di Silvestri in una sua pellicola.
Di tutte le stagioni l’estate è quella che passa più in fretta. Petroselli muore giovane, stroncato dal troppo lavoro, Nicolini va in Parlamento, Pci, Pds, Pd, assessore di Bassolino a Napoli, candidato sindaco nel 1983, ostile all’apertura del McDonald’s a piazza di Spagna. I tempi sono mutati, la festa è finita, conta il lavoro, il business. Nicolini torna ad insegnare, scrive dell’Estate romana, si ferma per strada a sentire i ringraziamenti dei passanti «Assessore ho cominciato a lavorare con lei… Assessore lei mi ha sposato 30 anni fa… Assessore quanta felicità quelle notti a Massenzio…». Scuotendo il capo scettico Nicolini sorrideva ciondolando un po’ l’elegante giacca sghemba, ma era l’ultimo elogio che faceva lui, il mago dell’Estate più Lunga del dopoguerra italiano, davvero felice.

venerdì 3 agosto 2012

IL PRIMO TELEFONO DELLA STORIA

Primo apparecchio telefonico originale, collocato nel 1882 a Palazzo Pitti, presso il Boudoir di S.M. la Regina Margherita (Fonte: Alessandro Fortuna)
 
 

mercoledì 1 agosto 2012

EMANUELA ORLANDI MORI' IN UN FESTINO PEDOFILO AL VATICANO

(Informazione Libera) - Emanuela Orlandi morì in un festino pedofilo in Vaticano, lo rivela Padre Amorth

La notizia è sconvolgente, ma è ancora più incredibile la fonte da cui proviene. Per Padre Gabriele Amorth, il più grande esorcista della Santa Sede stimato addirittura dal Papa, Emanuela morì tragicamente in un festino pedofilo consumato in ambienti vaticani. Secondo il religioso, infatti, la sfortunata ragazza rimase impigliata in un’orgia orribile che per lei finì tragicamente. Di questa pista si era parlato già in passato, ma le ipotesi che ha avanzato in questi giorni Padre Amorth, gettano nuova luce su quella sparizione. Padre Amorth tira in ballo alcuni testimoni affidabili e tra questi monsignor Simeone Duca, archivista della Santa Sede, che fece cenno a “festini” e in dico anche la presenza di un gendarme vaticano che si proponeva come “reclutatore di ragazze”. IL RUOLO DI DON VERGARI In un’intervista al quotidiano torinese La Stampa, Padre Amorth ha aggiunto anche di più: «Ho motivo di credere – ha detto – che si sia trattato di un caso di sfruttamento sessuale con conseguente omicidio poco dopo la scomparsa e di occultamento del cadavere». Insomma, Emanuela fu drogata, coinvolta in un festino e poi morì o venne uccisa. Per evitare scandali fu dunque necessario far sparire il cadavere. E qui spunta la figura di Don Vergari, l’ex rettore di Sant’Apollinare che di recente è stato indagato proprio per il caso di Emanuela. Si è per esempio sospettato che sia stato lui a far sparire il corpo della ragazza, ma al momento non ci sono prove e non sono leciti nemmeno sospetti.
D’altronde, lo stesso Don Vergari smentisce tutto con sicurezza. Interviene però anche Pietro Orlandi, il fratello di Emanuela, che racconta dettagli della vita segreta di Sanf Apollinare. «Le amiche della scuola di musica di Emanuela – ha affermato – mi dissero che suor Dolores, la direttrice, non le faceva andare a messa o a cantare nel coro a Sanf Apollinare, ma preferiva che andassero in altre chiese, proprio perché aveva una brutta opinione di Don Vergari!». Forse queste parole non bastano per indicare nel sacerdote uno del gruppo che organizzava le orge. Ma certo gettano nuova luce sul mistero di Emanuela. MIRELLA GREGORI E c’è di più, perché Padre Amorth riprende un vecchio collegamento con un altro caso da sempre legato a quello di Emanuela: parla infatti di Mirella Gregori, scomparsa nello stesso anno e forse per lo stesso motivo. E qui, il sacerdote spiega di non credere in alcun modo alla pista internazionale. Sembra ormai accertato, infatti, che le dichiarazioni dei Lupi Grigi che dissero di avere in mano Emanuela e Mirella erano solo un depistaggio inventato dalla Stasi, i servizi segreti della Germania Est, per deviare le indagini sull’attentato a Giovanni Paolo II. Fu così che il destino delle due innocenti ragazzine finì in un gioco di specchi internazionale che complicò le indagini e, anche se indirettamente, aiutò una banda di preti pedofili che cercava in tutti i modi di nascondere le prove delle efferatezze commesse. Ormai ci siamo, il fronte del silenzio sembra infranto e, forse assai presto, potremo dire che il caso di Emanuela è davvero vicino alla soluzione.

Altre fonti

Padre Amorth: "Orlandi, fu un delitto a sfondo sessuale"

Emanuela Orlandi, la ragazza scomparsa nel 1983 a Roma

IL CAPO DEGLI ESORCISTI: "ATTIRATA IN UNA TRAPPOLA"

GIACOMO GALEAZZI

Città del Vaticano

«E' un delitto a sfondo sessuale», sostiene il capo mondiale degli esorcisti, padre Gabriele Amorth. L'anziano sacerdote, molto stimato da Benedetto XVI, rivela a La Stampa una pista interna per la scomparsa nel 1983 della cittadina vaticana davanti alla chiesa di Sant'Apollinare, da poco riferita riservatamente ai familiari della ragazza.
«Come dichiarato anche da monsignor Simeone Duca, archivista vaticano, venivano organizzati festini nei quali era coinvolto come "reclutatore di ragazze" anche un gendarme della Santa Sede. Ritengo che Emanuela sia finita vittima di quel giro - spiega padre Amorth - Non ho mai creduto alla pista internazionale, ho motivo di credere che si sia trattato di un caso di sfruttamento sessuale con conseguente omicidio poco dopo la scomparsa e occultamento del cadavere». E ancora: «Nel giro era coinvolto anche personale diplomatico di un'ambasciata straniera presso la Santa Sede».
Una testimonianza che padre Amorth ha reso pubblica ora nel suo libro «L'ultimo esorcista» e che presenta tratti in comune con la lettera anonima arrivata alla madre di Emanuela Orlandi nella quale si riferisce di una trappola nella quale fu attirata la quindicenne nella sacrestia di Sant'Apollinare.
Monsignor Pietro Vergari, parroco della basilica negli Anni 80, continua a protestare la sua estraneità ai fatti («Sono tranquillo, non ho nulla da nascondere»), ma è considerato dagli inquirenti un elemento centrale nella sparizione.
«Nell'ispezione nella cripta non hanno trovatonulla se non appunto il corpo di De Pedis - afferma don Vergari -. Tutte quelle ossa ritrovate non sono altro che ossa antichissime, risalenti a secoli fa quando anche i laici venivano sepolti nelle chiese. Ora dicono che faranno indagini approfondite ma non vedo proprio che cosa possano trovare».
Il prelato è finito nel registro degli indagati della procura di Roma, per concorso nel sequestro della ragazza, in concomitanza di una perquisizione presso il suo domicilio nel corso della quale è stato sequestrato un computer. Vergari, già sentito nel 2009 come testimone a proposito del seppellimento del capo della banda della Magliana, De Pedis nella cripta di Sant'Apollinare, sarà presto convocato in procura per essere interrogato, questa volta nella veste di indagato, dai pm Capaldo Maisto. Pietro Orlandi, fratello di Emanuela, ricorda che suor Dolores, la direttrice della scuola di musica frequentata dalla sorella nel palazzo di Sant'Apollinare, raccomandava alle studentesse di stare alla larga dal rettore della basilica.

Nell'inchiesta sulla scomparsa della figlia di un commesso pontificio, un gendarme vaticano è stato sentito in procura come persona informata dei fatti, mentre su una decina di ossa ritrovate a Sant'Apollinare sarà effettuato il test del Dna per compararlo con quelli della Orlandi e di Mirella Gregori, l'altra ragazza scomparsa 29 anni fa a Roma.
I resti saranno analizzati a Milano dagli esperti del Labanof, il Laboratorio di antropologia e odontologia forense. Il coinvolgimento di don Vergari apre scenari inquietanti. Osserva Pietro Orlandi: «Emanuela scomparve alla sette di sera. Mai sarebbe salita su una macchina con un sconosciuto. Se l'avessero presa con la forza, a quell'ora in pieno centro qualcuno se ne sarebbe accorto. L'ipotesi della basilica ha un senso. Se a Emanuela qualcuno avesse detto di seguirlo a Sant'Apollinare non si sarebbe insospettita. Un luogo sacro non dovrebbe spaventare nessuno».
Dunque potrebbe essere caduta in un tranello teso da qualcuno che era in rapporti con l'allora rettore della basilica. «Che a Sant'Apollinare ci fossero giri strani e gravitasse un pezzo di malavita romana, non solo De Pedis con cui don Vergari era in confidenza, è purtroppo qualcosa di risaputo», precisa Pietro Orlandi: «Le amiche della scuola di musica di Emanuela mi dissero che suor Dolores, la direttrice, non le faceva andare a messa o cantare nel coro a Sant'Apollinare ma preferiva che andassero in altre chiese proprio perché diffidava, aveva una brutta opinione di monsignor Vergari».
Per il momento gli indagati restano cinque: don Vergari, Angelo Cassani, Gianfranco Cerboni, Sergio Virtù e Sabrina Minardi.
josemaria-salvador.blogspot.it

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