mercoledì 15 giugno 2011

GLI ADOLESCENTI

Non sono affatto scemi, ma solo degli adolescenti: cercano chi sono, cosa vogliono essere. E sono vulnerabili, vogliono un luogo sicuro dove ripararsi. La società di massa predica loro di essere unici, ma poi dice: metti quel paio di scarpe, o quella marca di jeans o lo scooter che dev’essere quello e non un altro…
Nietzsche diceva: “diventa ciò che sei”. Ma diventare ciò che si è un percorso lungo e faticoso, significa lavorare su se stessi, guardarsi dentro… Ma come possono riuscirci? Come fa Zacchini, e chiunque altro, a scegliere la via più lunga e tortuosa, quando si è continuamente bombardati da immagini, modelli di comportamento, personalità preconfezionate che pigli e compri come fossi a un supermercato?

La Campanella fa una pausa. Tutti sembrano riflettere sulle sue parole. Cavicchioli si sente stretto alle corde …

CAVICCHIOLI: È la società in cui viviamo, non possiamo cambiarla.

CAMPANELLA: No, ma la scuola però dovrebbe aiutare i suoi ragazzi a capirla, decodificarla. Li deve aiutare a lavorare su se stessi, a pensare con la propria testa, a non aver paura di prendere la strada più difficile. Perché alla fine di quella strada, l’unico rischio che correranno è trovare se stessi.

MARTINA CAMPANELLA

2 commenti:

Adriana ha detto...

Bellissimo post! Peccato che la nostra scuola non lo faccia.

Lucia Gangale ha detto...

Cara Adriana, se vuoi vedere in che condizioni è ridotta la scuola pubblica e renderti conto dell'eroismo di molti insegnanti dai uno sguardo qui:
http://barbablog.vanityfair.it/2011/04/26/perche-dissanguate-la-scuola-e-non-gli-evasori-fiscali/#comments

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