lunedì 19 maggio 2008

Senza speranza

“Gomorra” è uscito in questi giorni nelle sale cinematografiche ed ha già ricevuto un prestigioso premio a Cannes. Il regista, Matteo Garrone, definisce Gomorra – tratto dal libro inchiesta di Roberto Saviano – un “film apocalittico”: la rappresentazione di una condizione di vita che schiaccia la popolazione del Sud, senza che sia possibile uscirne. Chiunque, come la sottoscritta, sia nata e vissuta al Sud per poi migrare verso altri lidi, sa che non è un libro o un film ad essere apocalittico e senza speranza: è la condizione di vita del meridione d’Italia, coi suoi mali radicali da secoli ed inestirpabili dagli uomini di buona volontà. Con i suoi circoli viziosi da cui, per chi rimane, è impossibile liberarsi. Il capitolo “mondezza” e sommosse varie correlate è solo la punta di un iceberg del degrado sociale diffuso. Fa male affermarlo, da parte di una meridionale a cui manca il sole del Sud, che è legata alla sua terra ed ai suoi ricordi, che conosce il “core” della brava gente (tantissima) che abita in questi luoghi, ma che è dovuta fuggire perché ha imparato a sue spese che davvero sono luoghi senza speranza, dove nulla è destinato a cambiare (in meglio) e lottare, da soli o uniti, è combattere contro i mulini a vento.
Quel grande cronista che è Giorgio Bocca già diversi anni fa aveva pubblicato un libro dal titolo “Profondo Sud male oscuro”, in cui parlava delle piaghe della malavita, organizzata e non, dell’usura, dei commerci illeciti, degli appalti truccati, del mangia mangia post terremoto, della sanità malata, della politica impotente e corrotta. Bocca proviene dal Nord Ovest d’Italia, cioè da una delle zone più ricche e produttive della Nazione, e dopo un lungo viaggio nel Sud parlava a ragion veduta.
Poi sono venuti “Report” e “Striscia la notizia” e dai tempi di Bocca nulla è cambiato. La mia generazione è cresciuta e divenuta adulta, ognuno ha preso la sua strada (possibilmente lontano) e nulla è cambiato. Un giovane, Roberto Saviano, ha avuto il coraggio della denuncia e questa ha fatto molto male ai camorristi citati nel libro per nome e cognome, tant’è che Saviano oggi vive sotto scorta.
Il Sud ha bisogno di libertà. Invece sta morendo tra i rifiuti e l’inerzia più totale. Senza speranza.

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