La città inca di Machupicchu si trova 112.5 km a nord-est di Cusco, a oltre 2.350 metri di altitudine, all'interno del Parco Archeologico di Machupicchu (conosciuto anche come "Santuario Storico"), che comprende un vasto territorio della Provincia di Urubamba nella sezione di Cusco. La superficie del Parco Archeologico, urbana e agricola, raggiunge un totale di 32.592 ettari, che sono protetti dal Decreto Supremo N° 001-81-AA dell'8 gennaio 1981. Il parco è ubicato sul lato orientale della Cordigliera di Vilcabamba, la quale confina con i fiumi Apurímac e Urubamba. L'intera area è stata dichiarata zona protetta con lo scopo di preservare la flora, la fauna, le formazioni geologiche e i resti archeologici.
Domina il paesaggio del Santuario il maestoso Salkantay (6.271 m), nevaio principale della Cordillera de Vilcanota, venerato dai locali como Apu o divinità tutelare.
Machupicchu
Machupicchu: una città perduta?
Quando Hiram Bingham giunse nel territorio occupato dal Parco Archeologico di Machupicchu, questo era spopolato da secoli. Non avendo abitanti non ci fu legame umano che vincolasse ciò che oggi viene chiamato Machupicchu con Cusco e altre zone.
Ma chi conobbe per ultimo questa terra sospesa tra Ande e foresta?
Secondo lo studioso Víctor Angles (ipotesi condivisa dalla maggior parte del mondo accademico) gli ultimi inca non conobbero Machupicchu e pertanto gli spagnoli non vi penetrarono mai, dato che allora non c'erano già più strade che li conducessero lì.
Tra storia e mistero
Per quale motivo le cronache del XVI secolo non parlano di Machupicchu? Perché non fu distrutta dai conquistadores e dai religiosi icaricati di "estirpare l'idolatria"? Perché una città così importante fu lasciata nell'oblio per centinaia di anni? Le risposte a queste domande sono ancora parzialmente irrisolte: quello che si sa sull'origine, la funzione e la costruzione di Machupicchu resta confinato nell'ambito delle ipotesi.
Ma qual era la funzione di Machupicchu?
Alcuni ritengono che fosse l'ultimo avamposto delle Ande, il punto di partenza per penetrare nella foresta e assoggettare nuove popolazioni. Per altri sarebbe stato un santuario nascosto, un grande e pacifico Aclla Huasi, dimora delle vergini dedicate al culto degli dei. In base all'esame dei corpi riesumati, la popolazione di Machupicchu (che nel suo apogeo dovette avvicinarsi ai 1000 individui) risulta composta per l'80% da donne.
Con ogni probabilità si trattava di una "llacta", ossia una città amministrativo-religiosa dove risiedevano gli alti funzionari di Stato, i sacerdoti e uno stuolo di servitori e artigiani. Il luogo isolato in cui sorge suggerisce che fosse il rifugio di una parte selezionata della nobiltà inca in caso di attacco. Il ricercatore Waldemar Espinoza Soriano afferma che nemmeno la popolazione andina conosceva l'ubicazione di Machupicchu, fatta eccezione per il "sapa inca" o "unico re" e i facenti parte della famiglia reale di Pachacútec. Aggiunge: "Machupicchu ebbe un ruolo evidentemente difensivo. Fu una llacta di rifugio, con tutti i mezzi per resistere a un assedio e non avere comunicazioni per decenni".
C'è chi sostiene che la città fu utilizzata come ricovero dell'élite inca dopo l'avvento degli spagnoli. Con la morte di Túpac Amaru (1572) non aveva più ragione di funzionare: si spiegherebbe così la mancata conoscenza della città da parte degli spagnoli. Una città di prescelti non può esistere senza il suo eletto.
Quello che si sa con certezza è che la città si spopolò repentinamente e in modo definitivo, fino a scomparire fagocitata dalla foresta.
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