sabato 25 settembre 2010

HO CONOSCIUTO ISA FERRAGUTI

Alla Settimana della Salute che si sta svolgendo in questi giorni a Viareggio, mi è capitato di conoscere l'ex senatrice comunista Isa Ferraguti, emiliana, presidente della Cooperativa Libera Stampa, che edita il mensile "Noi Donne", già Consigliera di Parità della Provincia di Modena, Presidente del Comitato dell'Associazione Onlus "Gli amici di Eleonora", che organizza la settimana viareggina, nonché molte altre cose.
Un fiume in piena, una emiliana doc, un'intelligenza scoppiettante ed uno spirito di iniziativa fuori dal comune.
Abbiamo parlato per ore. Di politica, di lavoro, di varia umanità, della sua storia, che mi meraviglio non sia diventata ancora un libro, una testimonianza di vita piena di insegnamenti per tutti, donne e uomini.
Lei ti racconta la sua storia, col sorriso sulle labbra, quegli occhietti intelligenti e quel volto rassicurante.
Isa Ferraguti entra molto giovane nel mondo del lavoro. Lavora in una camiceria di Carpi, quella della famosa "camicia coi baffi" resa nota da un Maurizio Costanzo nei panni di testimonial in un famoso spot. Fa l'operaia tessile per circa dieci anni, ha bisogno di lavorare e di mantenersi. Mi racconta le angherie subite sul posto di lavoro, dei primi "no" ad episodi di umiliazione inflitti alle donne nel contesto di fabbrica, del suo licenziamento, inflittole per non essersi piegata a raccogliere una camicia buttata a terra proprio con lo scopo di umiliarla e poi dell'essere stata convocata per numero (e non per nome) nell'ufficio del capo.
"Ho capito che la dignità personale è più importante del salario", dice.
Dopo il licenziamento, da una fabbrica che non accettava l'ingresso del sindacato, Isa Ferraguti inizia a spendersi senza sosta in politica per i diritti delle donne.
Salva da un mare di debiti la storica rivista "Noi Donne", per la quale non esita a dare in garanzia la propria casa di Carpi dietro prestito bancario. "Telefonai a mia figlia e le dissi: "Ciccia, male che vada qui in città abbiamo i portici: dormiamo lì sotto!". Riesce a saldare tutti i debiti. Quest'anno, per la prima volta, la rivista registra un bilancio positivo di poco più di un migliaio di euro.
E sempre con grinta, determinazione e voglia di fare, affronta il suo incarico di Consigliera di Parità a Modena, rifiutandosi di percepire l'indennità che le spetta: "Ho costituito un fondo che ho utilizzato per i concorsi nelle scuole - mi racconta-. Facevo svolgere temi sulla parità e poi davo mille euro al primo classificato, settecento a secondo e via di questo passo".
Dal 1987 al 1992 Isa è stata senatrice. Dal '98 è diventata perito agrario. Adesso è in pensione ma ha una carica vitale travolgente, un carico di esperienza e concoscenze da trasferire agli altri. Si sta laureando in giurisprudenza. Si occupa sempre di "Noi Donne", che grazie a lei ha avuto nuova vita.
Si dichiara atea, eppure dice di avere fatto un accordo col Padreterno: "Gli ho detto: se mi fai campare cento anni e un giorno, in perfetta salute e lucida come la Montalcini, smetto di pensare che non ci sei e al primo giorno dopo i cento anni mi converto. Lui ha accettato. Ha detto: "Mi piace un casino questa roba, accetto!"".
Una donna, una storia, un grande personaggio che anche il Sannio, dopo Viareggio, si prepara ad accogliere.

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