lunedì 18 gennaio 2010

ANALFABETISMO DI RITORNO

Pochi giorni tutti i 61 aspiranti ad un concorso di vigile urbano a Grosseto, sono stati respinti per eccesso di errori di ortografia. Sembra proprio che l'Italia stia vivendo un analfabetismo di ritorno. Nonostante tutto lo scrivere e ciacolare su Facebook, messenger e chat varie, la gente, in particolare i giovani, hanno poca dimestichezza con la lingua. La padronanza della lingua italiana è ai minimi storici, e chi lavora nella scuola lo sa. Eccome se lo sa. Ragazzini che arrivati alle superiori non sanno parlare, che faticano ad esprimere un concetto di senso compiuto, che non sanno scrivere quello che pensano. E che quel poco che scrivono lo sintetizzano e lo storpiano come fanno nei messaggini sms.
Un vuoto nel cervello che si riflette drammaticamente nelle interrogazioni e nelle verifiche scritte.
Ragazzi che faticano a concentrarsi. Che vivono non per dare il meglio nelle verifiche che sostengono in classe, ma che campano nel miraggio di un perenne "recuperare" (sempre all'ultimo minuto). Giovani afasici, o che balbettano quelle due o tre cose, dette male, all'interrogazione, nella pretesa di riuscire a strappare al docente un sei.
A tale riguardo ho letto un articolo di Paola Mastrocola sulla Stampa, e devo dire che nelle sue parole si nota una (giusta) indignazione. Mastrocola dice: abbiamo una scuola elementare tanto ammirata, nella quale il cosiddetto nozionismo e/o la cultura sono stati sostituiti dalle competenze. Teatro, canto, danza, pittura, gare di corsa, letture di libri, che vanno benissimo, ma che non devono far dimenticare che la scuola è il luogo dove si apprende, con molta fatica, certo. Che è il luogo dove imparare la matematica, Dante, la metrica latina, insomma il sapere, sono tutte cose che servono a sviluppare la capacità di ragionare. E che un giorno ti potranno anche aiutare a superare un concorso da vigile urbano. Se non si capisce questo, conclude la giornalista, smettiamola anche di parlare degli asini che non hanno superato questo concorso. E dimentichiamoci, aggiungo io, anche di quelli che per gli stessi motivi non hanno superato il concorso per diventare magistrati...

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