lunedì 18 gennaio 2010

LA LETTERATURA E' UNA COSA SERIA

Questa giusta affermazione l'ho sentita poche sere fa nel corso di un incontro culturale con un autore sardo. Lo scrittore, ha affermato, è un tecnico, che nella società ha il compito di esprimere a parole situazioni e sentimenti che sono comuni alla maggioranza delle persone ma che egli ha la capacità e la cultura per farlo. Non tutti sono medici, quindi non tutti hanno la capacità di curare. Non tutti sonoscrittori, quindi non tutti hanno dimestichezza con la parola scritta.Tutti possono scrivere, ma pochissimi sono scrittori.Tutti posso imbrattare tele, ma pochissimi sono scrittori.Ecco perché mi si allarga il cuore quando vedo che la letteratura, non quella fasulla e commerciale dei Moccia e dei codici da Vinci, fa la sua comparsa in contesti grandi e piccoli che siano. Che iniziano a comparire stands librari e che gli autori dialogano col pubblico. Che i giovani leggono ed iniziano a riflettere. Ci sono paesini condannati alla desertificazione. Certo, i problemi sono enormi in questi contesti: mancanza di lavoro, prospettive di vita futura zero, economia depressa. Ma anche scarsa cultura e nessun rispetto per i libri e la letteratura. Praticamente vita culturale zero.
Hanno intervistato gli abitanti semianalfabeti di un paese dell'Irpinia, neanche il sindaco sapeva parlare un granché. Diceva che daranno degli aiuti aiterremotati di Haiti, perché molti loro compaesani sono emigrati lì tanti anni fa.Poi le telecamere hanno catturato le immagini di questo paese fantasma, dove l'economia è depressa, lo squallore alberga dappertutto, la gente va via e quella che resta non sa parlare.
Ecco cosa succede in posti dove non c'è rispetto e amore per la cultura.

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