lunedì 31 dicembre 2012

GIORNATA DELLA FELICITA' NEL 2013

Esisterà davvero e la data scelta è quella del 20 marzo 2013. Dopo tanto parlare di crisi, di guai, di decadenza culturale, morale e materiale, i sostenitori del pensiero positivo dell'Onu hanno indetto il World Happiness Day, allo scopo di "rafforzare la consapevolezza dell'importanza della felicità tra gli obiettivi umani" come è scritto nella risoluzione.


Abbi coraggio di credere che… Tu sei un essere meraviglioso, una persona unica. che la tua vita accade una volta sola e ciò ti da il diritto di essere chi sei. Che la vita non è un problema da risolvere, ma un dono da custodire. E sarai in grado di volare in alto su tutto ciò che cerca di farti strisciare nella polvere. Vola! È il tuo dono.
Stephen Littleword

domenica 30 dicembre 2012

ADDIO RITA


Rita Levi Montalcini, scienziata e ricercatrice, si è spenta oggi, all'età di 103 anni.

"Il futuro del pianeta dipende dalla possibilità di dare a tutte le donne l'accesso all'istruzione e alla leadership. È alle donne, infatti, che spetta il compito più arduo, ma più costruttivo, di inventare e gestire la pace" - Rita Levi Montalcini
"Nella vita non bisogna mai rassegnarsi, arrendersi alla mediocrità, bensì uscire da quella "zona grigia" in cui tutto è abitudine e rassegnazione passiva, bisogna coltivare il coraggio di ribellarsi" - Rita Levi Montalcini
"Considerando in retrospettiva il mio lungo percorso, quello di coetanei e colleghi e delle giovani reclute che si sono affiancate a noi, credo di poter affermare che nella ricerca scientifica, né il grado di intelligenza né la capacità di eseguire e portare a termine con esattezza il compito intrapreso, siano i fattori essenziali per la riuscita e la soddisfazione personale. Nell'una e nell'altra contano maggiormente la totale dedizione e il chiudere gli occhi davanti alle difficoltà: in tal modo possiamo affrontare problemi che altri, più critici e acuti, non affronterebbero". - Rita Levi Montalcini
"[Riferendosi a Francesco Storace] Mi rivolgo a chi ha lanciato l'idea di farmi pervenire le stampelle per sostenere la mia "deambulazione" e quella dell'attuale Governo, per precisare che non vi è alcun bisogno. Desidero inoltre fare presente che non possiedo "i miliardi", dato che ho sempre destinato le mie modeste risorse a favore, non soltanto delle persone bisognose, ma anche per sostenere cause sociali di prioritaria importanza. A quanti hanno dimostrato di non possedere le mie stesse "facoltà", mentali e di comportamento, esprimo il più profondo sdegno non per gli attacchi personali, ma perché le loro manifestazioni riconducono a sistemi totalitari di triste memoria". -  Rita Levi Montalcini
 

venerdì 28 dicembre 2012

NATALE 1982-2012

BERLUSCONOPOLI

Il suo corpo (di Roberto Benigni-Ndrb) dinoccolato ed iperenergico da burattino contrasta vividamente con l'immobilità plasticicata e imbarazzante del vecchio che cerca di eternare se stesso; ma stavolta la sua comicità è rimasta indietro, non s'è accorto che Berlusconi è ormai altrove.
Più che da Del Debbio e da Vespa, è stato dalla D'Urso che Berlusconi ha rivelato la sua nuova cifra, e non è un caso che abbia deciso di cominciare proprio davanti a lei. Davavti a quesli occhi comprensivi e confortevoli ha chiesto scusa perché sentendosi solo si è divertito con troppe ragazze, ha confessato il suo nuovo amore ("mi si è fidanzato, Presidente?"), con un sorriso fatuo ha ricordato i passati trionfi e rimpianto l'energia del '94. Seduto in punta di poltrona perché non toccava terra coi piedi, in testa una tintura castano mogano che sotto le telecamere a contatto con la camicia bianca stingeva sul rosso, il miliardario imbellettato e decrepito tenta ancora di sedurre; ma lo fa puntando sulla fragilità, sul sacrificio di sé. Buttando avanti il corpo come sempre ma in direzione opposta a quella su cui ancora si attarda Benigni dipingendolo come colui che si crede Dio onnipotente.
Nelle altre ospitate, da De Debbio e da Vespa, la tattica si è attenuata e sono ricomparsi i tic dialettici, quel suo parlare inesausto che impedisce ai giornalisti di interloquire se non zittendolo brutalmente; ma se davvero andrà da Santoro nella tana del lupo, avrà tutto l'interesse a fa apparire i nemici come aggressori e se stesso come vittima; un eroe stanco e anelante al riposo che offre al Paese le sue ultime forze.
WALTER SITI
La finestra sul niente
La Stampa, domenica 23 dicembre 2012


Veronica prenderà 3 milioni di euro al mese dall'ex marito Berlusconi....Fiorito non ha rubato un centesimo...dice dagli arresti domiciliari...Monti appoggiato dal Vaticano...non avevamo dubbi....che bel paese l'Italia!
SUONI RIBELLI

giovedì 27 dicembre 2012

IL PECCATO ORIGINALE RIVISITATO E CORRETTO

Di fronte all'attuale crisi planetaria, a politici che non fanno un solo sacrificio e ne richiedono a bizzeffe ai soliti fessi, a preti che affiggono cartelli offensivi della dignità della donna e ad altri che prendono parti politiche in vista delle prossime elezioni, invece di parlare di Gesù Cristo, mi viene da pensare alla storia del peccato originale nel Paradiso terrestre. 
Com'è noto, Adamo ed Eva non dovevano avvicinarsi al frutto proibito, per espressa richiesta del Creatore. Ma Adamo, tentanto dalla donna, si decise a cogliere il frutto ed a mangiarlo. E improvvisamente si accorsero di essere nudi. La prima coppia della storia dell'umanità si rese conto della propria intrinseca miseria, ed il risultato della sua disobbidienza fu la cacciata dal Giardino delle delizie.
Allora: chi ha visto nell'affare un peccato di natura sessuale; chi lo ha interpretato come un peccato di presunzione. Potremmo anche inserirlo nella casistica dei peccati di gola. Ma insomma, a pensarci bene, questa storia potrebbe essere vista sotto diverse angolazioni, ed i peccati ci potrebbero rientrare tutti. 
Anche quello di furto, a pensarci bene. Adamo ed Eva che rubano un frutto nel bosco delle delizie, proprio quello a cui era vietato avvicinarsi. E cosa ci tenta di più, se non ciò che ci viene proibito?
Adattando il peccato alla situazione odierna, dove la spirale perversa è quella di: politica-furto-ruberia-crisi, si potrebbe allora fare l'equazione: mela-furto-Adamo ed Eva colti con le mani nel sacco-scacciati in quanto emeriti ladri.
Il settimo comandamento, non rubare, a pensarci bene, è quello maggiormente infranto.
Si cominciò con una semplice mela, e poi...

giovedì 20 dicembre 2012

RICORDANDO SANDRO PERTINI

"Mi sono rifiutato di firmare il decreto di aumento di indennità ai deputati. Ma come, in un momento come questo... Entro un'ora potete eleggere un'altro presidente della Camera, ma io con queste mani non firmo."
Sandro Pertini - 10 Marzo 1974
...e il decreto non passò!

domenica 16 dicembre 2012

TRENTINO ALTO ADIGE, TERRA DI CONFINE

Un'ora di percorrenza in autobus dall'aeroporto 'Valerio Catullo' e ti trovi tra gli altissimi monti del Trentino. Potenti madonne, per dirla con Emily Dickinson, che superano i tremila metri di altezza. E ti si apre davanti una terra fatta di chilometri e chilometri di boschi, monti, vigneti a perdita d'occhio, casolari in legno, chiesine di villaggio dai campanili aguzzi. Il fiume Adige attraversa la regione in tutta la sua lunghezza. Ecco perché l'Azienda di Promozione Turistica ha scelto come simbolo del Trentino una farfalla, per evocare la conformazione di questo territorio: una farfalla dove le ali rappresentano le montagne, separate dalla linea netta dell'Adige.
Da sempre terra di confine, il Trentino-Alto Adige è quell'estrema propaggine dell'Italia orientale che va a sbucare in territorio austriaco, di cui ha fatto parte tra il 1363 ed il 1919. E l'impronta si sente. Più a Bolzano che a Trento, per la verità. In una delle piazze cittadine di Trento si erge il busto di Dante Alighieri. A Bolzano, invece, abbiamo piazza Walther, sulla quale si erge il busto del maggior poeta medievale di lingua tedesca: Walther von der Vogelweide (1170-1230). Basta solo questo a rimarcare la differenza tra le due parti di questa regione. (Lucia Gangale)

ECCO PERCHE' SI VA A VOTARE IL 13 APRILE...

Beppe Fronzoni

IN QUESTI GIORNI NON SI FA ALTRO CHE PARLARE DELLE TURPITUDINI DEI NOSTRI PARLAMENTARI...QUI DI SEGUITO UN'ALTRA BELLA NOTIZIA!!!

Scandaloso e vergognoso è "veramente dire poco !!!

La scelta della data del 13 aprile, per il voto in alternativa a quella del 6 aprile può apparire casuale ma non lo è affatto: votando il 6 di aprile, infatti, i parlamentari alla prima legislatura no
n rieletti non avrebbero maturato la pensione. Votando invece come stabilito dal Consiglio dei ministri il 13 aprile, ovvero una settimana dopo, acquisiranno la pensione. "E poi parlano di voler fare l'election day per ridurre i costi della politica - ironizza - Ben altri saranno i costi di queste pensioni, non solo in termini quantitativi, ma anche per il messaggio dato al paese, perchè questo è il tipico esempio di come fatta la legge viene subito trovato l'inganno".

MORALE DELLA FAVOLA 300.000.000 (se avete letto bene: TRECENTOMILIONI, chiaramente di Euro) DI COSTI PER QUESTA GENTACCIA CHE DOPO POCHISSIMI MESI SENZA FAR NULLA HANNO GIA' LA PENSIONE CHE E' DI PLATINO (ALLA FACCIA DEI PENSIONATI CHE DOPO UNA VITA DI LAVORO PER MANGIARE RACCATTANO LA VERDURA RIMASTA A TERRA NEI MERCATI).

FATE GIRARE QUESTE INFORMAZIONI, TUTTI DEVONO SAPERE !!!

21-12-2012

La crisi psicologica e poi - solo poi - economica in cui versiamo è anzitutto una crisi del modello materialista che ha dominato il Novecento. Se non torniamo a chiederci chi siamo, e non solo cosa abbiamo, finiremo per non avere più nulla. 

L'AMORE E' IL PERCHE' (SIMPOSIO)

MASSIMO GRAMELLINI

Ci siamo, è tempo di mettersi in marcia. Ho la valigia piena di storie, le vostre, e di parole come amicizia, libertà, convinzione, accettazione, risveglio. Ma devo trovare assolutamente spazio ancora per una che le comprende tutte Eros - e per un libro, il mio adorato Simposio. È lì che ho imparato che l’amore non ha un perché, l’amore è il perché. È l’energia che collega e ispira ogni manifestazione della vita. Se poi in valigia ci fosse posto soltanto per una pagina, strapperei dal libro quella in cui Platone descrive la Scala dell’Amore: «Procedere dalle cose belle di quaggiù e salire sempre di più, come per gradini, da un solo corpo bello a due, e da due a tutti i corpi belli, e da tutti i corpi belli alle belle attività umane, e da queste alle belle conoscenze, e dalle conoscenze ancora più su, finché non si pervenga a quella conoscenza che è conoscenza di null’altro se non del Bello. E così, giungendo al termine, conoscere ciò che è il Bello in sé.»
Ma chi ha osato definire l’amore platonico un sentimento virtuale? È quanto di più erotico si possa immaginare. Platone ci spiega che l’amore consiste nel desiderio di generare e partorire il bello, al fine di garantirsi l’immortalità. Attraverso l’energia dell’amore si può generare un figlio, una legge, un’opera d’arte. Tante sono le creazioni possibili e tutte meritevoli. L’essenziale è che durante l’atto creativo l’uomo si lasci impossessare dalla passione. È la passione che lo mette in sintonia con l’energia dell’universo che gli consente di creare. Nella visione poetica di Platone, questa energia assume la forma di un dio chiamato Eros che invade chiunque sia innamorato di qualcuno o di qualcosa. Eros non è l’amato, ma l’amante.
Ecco il messaggio più profondo del libro. Come tutti gli orfani, ho passato la prima parte della mia vita a credere che la felicità consistesse nell’essere amati. Eppure ogni volta che ero amato non mi sentivo felice. Perché la felicità non viene dall’essere amati, ma dall’amare. Era già scritto lì, in quella pagina di duemila e cinquecento anni fa che ho appena infilato in valigia. Ora sì che si può davvero partire.

MUTI E I POLITICI

Li hanno fatti vedere in tv, le solite facce di politici intente a godersi il Concerto di Natale promosso dal Senato della Repubblica nell'Aula di Palazzo Madama. Uno stucchevole Schifani che ricorda quanto debba diventare competitivo il nostro Paese e quale splendida collaborazione tra le forze politiche debba esserci alle prossime elezioni per il rinnovo del Governo. Ergo: finora, oltre ad intascare cospicui quattrini, tra cui gli ultimi ottomila e passa euro in più sullo stipendio del presidente Napolitano, oltre a spremere i contribuenti ed a salvare banche, casta e poteri forti dalla politica dell'austerità e del rigore, altro non avete saputo fare.
Sono stufa. Di tutte le primedonne che quotidianamente intossicano l'etere con lo spettacolo indecoroso delle loro bagattelle, litigi, sete di poltrone, sacrifici richiesti ad altri e ottuagenari vari di tutti i colori politici che in tutta la loro vita non hanno mai saputo che cos'è fare dei sacrifici. Di tutta una tv che ci presenta dinosauri attaccati alle poltrone, che non hanno mai portato aria di rinnovamento e non ne vogliono. Bene: godetevi il vostro concerto ed aumentatevi gli stipendi, tanto in Italia, come diceva Prezzolini, sono sempre i fessi a pagare.
Chissà a quanto saranno servite le parole del maestro Riccardo Muti su Rasio 24: «L'Italia si è dimenticata di che cosa rappresenta nel mondo. Abbiamo l'obbligo verso le nuove generazioni di avere amore, fiducia, orgoglio del nostro Paese e di sapere che non esiste solo Va' Pensiero, ma che esiste anche Palestrina, la grande scuola napoletana, la scuola veneta, la scuola romana, e che Mozart è venuto in Italia per essere riconosciuto come il genio che lui pensava di essere. Tutto questo dobbiamo riportarlo nella mente e nei cuori dei nostri ragazzi e dare maggiore possibilità di espressione ai teatri e alle orchestre. L'Italia è pronta».
Auguro ai politici di fare un po' di beneficenza, quest'anno a Natale.

L'INIZIO DI UN VIAGGIO


Leonard Freed - Napoli, 1958

martedì 11 dicembre 2012

NON TI ARRENDERE MAI



Non ti arrendere mai,
neanche quando la fatica si fa sentire,
neanche quando il tuo piede inciampa,
neanche quando i tuoi occhi bruciano,
neanche quando i tuoi sforzi sono ignorati,
neanche quando la delusione ti avvilisce,
neanche quando l’errore ti scoraggia,
neanche quando il tradimento ti ferisce,
neanche quando il successo ti abbandona,
neanche quando l’ingratitudine ti sgomenta,
neanche quando l’incomprensione ti circonda,
neanche quando la noia ti atterra,
neanche quando tutto ha l’aria del niente,
neanche quando il peso del peccato ti schiaccia…
stringi i pugni, sorridi… e ricomincia.

San Leone Magno

Leone I, detto anche Leone Magno (Toscana, ca. 390 – Roma, 10 novembre 461), fu il 45° vescovo di Roma e Papa della Chiesa cattolica. È venerato come santo dalla Chiesa cattolica e dalla Chiesa ortodossa. Il suo pontificato va dal 29 settembre 440 alla sua morte.

domenica 2 dicembre 2012

USA, I SIOUX RICOMPERANO LA LORO TERRA

Un posto magnifico, quello sulle Black Hills, abitato 7000 anni prima di Cristo. Dopo mesi di raccolta fondi, i discendenti delle antiche tribù Sioux sono riuscite a mettere insieme nove milioni di dollari ed a riscattare un lembo di terra in questa zona, che è una regione del South Dakota considerata da questa popolazione una terra sacra.
Scrive Blitz Quotidiano: "L’iniziativa è partita dalla Indian Land Tenure Foundation. La zona, chiamata in lingua idiana Paha Sapa, era di proprietà di una coppia di privati, Leonard e Margaret Reynolds, ma da anni era stata messa a disposizione della ‘Great Sioux Nation’, l’organizzazione della famosa tribù, per tenere i loro rituali annuali. In questa zona sono state girate molte scene del film di Kevin Kostner, vincitore di 7 premi Oscar, ‘Dances with Wolves’, (Balla coi lupi, 1990). E non lontano da qui, a Little Big Horn, i soldati del settimo cavaleggeri del Tenente Colonnello Custer vennero trucidati dai guerrieri indiani."
Nel 1868, al termine delle guerre tra le tribù indigene ed i soldati americani, un trattato di pace stabilì che quelle terre andavano affidate agli indiani. Il trattato venne ben presto disatteso e si aprì una lunga vertenza, finché nel 1980 una storica sentenza della Corte Suprema ha stabilito che quella terra era stata occupata abusivamente dall'uomo bianco. A titolo di risarcimento danni fu anche stabilito che lo Stato dovesse pagare la cifra di 100 milioni di dollari in favore dei Sioux. I soldi furono rifiutati dalle tribù di Black Hills, che rifiutavano la compravendita di una terra sacra. Fino all'epilogo odierno.

MAGARI!...

Invece ci vanno solo politici arroganti e ladri e tuttologi da strapazzo...
Dove sono più gli intellettuali? 
Quelli che ci sono girano al largo dalla televisione.


sabato 1 dicembre 2012

ARGOMENTI PER IL MONTI BIS...

Un buon argomento per un Monti bis: in un mese persi 100mila posti di lavoro. (Fonte La Stampa)

PIER FRANCO QUAGLIENI

HUMANITAS

L'impulso di generosità del poliziotto americano che regala un paio di stivali ad un barbone scalzo ed infreddolito ci colma di speranza e di gioia. La foto, scattata a New York lo scorso 14 novembre da una turista, Jennifer Foster (Arizona), ha fatto in breve tempo il giro del mondo. Un poliziotto di 25 anni, Lawrence Deprimo, vedendo un uomo a piedi nudi durante la notte, è andato a comprargli un paio di stivali.
«Non gli ho chiesto il nome - ha detto Deprimo - ma era il signore più educato che avessi mai incontrato. Era come se gli avessi appena dato un milione di dollari».
«Quel momento - ha detto la Foster - mi ha ricordato mio padre, un poliziotto di Phoenix che aveva comprato del cibo per un clochard».
Oggi abbiamo parlato di questo poliziotto e del suo gesto nelle classi di un Liceo. Abbiamo discusso dell'antico e smarrito concetto di 'Humanitas' che sta alla base della cultura filosofica e delle più splendide civiltà della Terra. Un concetto tanto sconosciuto oggi, da avere generato prima una crisi morale ed a seguire quella economica. E' bello passare dalle lacrime di coccodrillo di qualche governante a gesti concreti di solidarietà umana.
E' bello vedere alla base del gesto del poliziotto il senso di una profonda humanitas, di cui si dovrebbe sentire il profumo dappertutto, se davvero vogliamo uscire dalla crisi.


domenica 25 novembre 2012

GIOVENTU'

(Foto Matteo Tirelli)
Ma i nostri politici si accorgono di quello che succede nel Bel Paese? Hanno figli anche loro?

sabato 24 novembre 2012

DIVERSO DA CHI

Massimo Gramellini
Ogni volta che la cronaca ci sbatte in faccia bande di nazistelli che picchiano ebrei o gruppi di ragazzi che sbertucciano un compagno troppo sensibile fino a indurlo al suicidio, mi domando in quale anno, in quale secolo siamo. Davvero nel 2012, con tutti i problemi seri che abbiamo, ci sono persone che passano ancora il loro tempo a sfottere e minacciare chi è diverso da loro? Posso ancora perdonare una battuta stupida e conformista, pronunciata in un momento di debolezza e in ossequio a un cliché. Ma qui parliamo di giovani che trascorrono giornate intere a scrivere su un computer sconcezze astruse, a organizzare raid punitivi contro degli estranei, a godere della sofferenza inferta a un coetaneo che ha l’unica colpa di vestirsi in modo eccentrico. Quanti pregiudizi nasconde questo gigantesco spreco di energie, questo patetico proiettarsi nelle presunte miserie altrui per non essere costretti a fare i conti con le proprie paure e provare, finalmente, a crescere?
Se chiudo gli occhi, mi sembra di vederli sfilare al passo dell’oca: bulli, nazistelli, fanatici di ogni risma e colore. Avvinghiati alle loro patetiche certezze di cartapesta, al loro ridicolo senso del rispetto e dell’orgoglio tribale. Tanti Io deboli raggrumati in un Noi insulso. Li guardo e non mi fanno paura. Solo tanta pena. Spero che un giorno la vita li sorprenda davanti a uno specchio, costringendoli a vedere che siamo tutti sul medesimo albero. Anzi, che siamo l’albero, e chi dà fuoco a un ramo diverso dal proprio sta solo incendiando se stesso.

lunedì 19 novembre 2012

UN CORVO AL MINISTERO DELLA PUBBLICA ISTRUZIONE

No, ma vi sembra normale? Di tutto questo ieri sera sui tiggì Rai nemmeno l'ombra... Ne ha parlato solo La7. La storia del corvo del Ministero dell'Istruzione, che attraverso missive dettagliate racconta la storia di un mare di soldi (milioni e milioni di euro) dirottati nelle casse di enti di ricerca dalla dubbia moralità, fin dai tempi della gestione targata Gelmini & Co. Il 'corvo' del Miur indica "decine di altre aziende che avrebbero beneficiato di finanziamenti pur non avendo i requisiti". Tutta gente legata, in un modo o nell'altro, alle fila del Pdl. Scrive la Gazzetta del Sud: "Nel 'giro' ricorrono "parentele, amicizie, legami tra professionisti e consulenti in palese conflitto di interessi, spesso cementati dalle stesse origini calabresi".  Tra i nomi spunterebbero anche quelli "dei più stretti collaboratori dei ministri Gelmini e Profumo", e il dossier indica "società in quota a partiti e singoli politici, sulle quali sarebbe piovuta una pioggia di quattrini grazie a meccanismi oliati di corruzione e scambio". Il dossier - sottolinea il 'Fatto' - "ha subito destato l'interesse dei magistrati che stanno indagando sulle truffe con i fondi europei in diverse regioni d' Italia". In allerta ci sono "gli inquirenti di Roma e la Guardia di Finanza di Catanzaro", ma anche la Procura di Mondovì che ha le carte sul gruppo Silva".
Accidenti, e la tv di Stato non ne parla?
Accidenti, ed ai professori è stato chiesto di fare 24 ore, pagate per 18, a fronte di questo spreco di danaro pubblico?
Ma accidenti: e le scuole non hanno i soldi nemmeno per pagare la carta igienica?
Ma vergogna!

Per approfondire:
1 - giacomosalerno.wordpress.com/2012/11/18/il-caso-del-corvo-al-ministero-dellistruzione/

2 - www.ilfattoquotidiano.it/2012/11/17/corvo-al-ministero-dellistruzione-profumo-manda-ispettori/417927/

martedì 13 novembre 2012

SLIDE SULLA COMUNICAZIONE


MORTA LA MOGLIE DI BEPPE FENOGLIO

ROBERTO FIORI

(La Stampa) E' morta ieri notte nella sua casa di Alba, Luciana Bombardi, vedova dello scrittore Beppe Fenoglio. Aveva 85 anni ed aveva sposato l'autore del "Partigiano Johnny" il 28 marzo 1960, dopo un lungo fidanzamento iniziato già nell'immediato dopoguerra. La loro unione fu breve, interrotta dalla tragica morte dello scrittore partigiano la notte del 17 febbraio 1963. Due anni prima, il 9 gennaio 1961, nacque la loro figlia Margherita, oggi avvocato, che fino agli ultimi istanti è rimasta al fianco della madre. Molto riservata, poco incline ai riflettori ma sempre presente al fianco della figlia alle occasioni pubbliche in ricordo del marito, Luciana Bombardi proveniva da una famiglia benestante di Alba e per molti anni aveva condotto un noto negozio di pelletteria in via Maestra, nel cuore della città.

Nella foto di Bruno Murialdo: Luciana Bombardi

lunedì 12 novembre 2012

CAMMINARE ALLUNGA LA VITA

Camminare, non fumare, bere con moderazione e mangiare correttamente potrebbe far risparmiare 60 miliardi di euro all'anno al servizio sanitario nazionale. E così, per ritrovare il gusto della passeggiata e sconfiggere la sedentarietà, che sembra la malattia dell'italiano in crisi, il ministero della Salute lancia un progetto governativo che prevede la creazione di percorsi pedonali in 32 città italiane. Si calcola che la crisi abbia ridotto alla sedentarietà il 40% degli italiani, mentre il 20% delle famiglie, per mancanza di denaro, non riesce a iscrivere un figlio a società sportive. Su La Stampa di oggi leggiamo: «Tenersi attivi riduce anche il rischio di tumore - conclude Stefano Cascinu, presidente dell’Associazione italiana di oncologia medica - tanto che nelle donne più atletiche è stata stimata una diminuzione della probabilità di ammalarsi di cancro al seno del 20%».  
Inoltre l’80% delle malattie croniche, come quelle cardiovascolari può essere prevenuto seguendo corretti stili di vita.
Buona passeggiata a tutti, dunque.

sabato 3 novembre 2012

DONNE DI MARE

Si chiama “Bio e Mare” la prima cooperativa italiana di donne pescatrici. Nasce a Marina di Carrara ed è composta da un gruppo multietnico di donne, comprese tra i 20 ed i 40 anni, forti e determinate, che hanno deciso di sfidare la crisi e la vita andando a pescare tutte le mattine alle 4.00, a bordo di un peschereccio. Il pescato viene rivenduto nella bottega omonima. Radi, Sabrina, Tania, Maria Laura, Valentina, Rita, Cristina, Margherita e Carolina: questi sono i nomi di queste donne forti e intraprendenti. Le quali a metà maggio apriranno anche un ristorante dove preparare e servire il pesce pescato. Il prezzo? Sui 15 euro a persona. Un’iniziativa rosa che suscita un certo scalpore ed una certa invidia in un mondo tradizionalmente maschile. La cooperativa è stata presentata alla fiera “Mondopesca” di Marina di Carrara.



mercoledì 31 ottobre 2012

SCUOLA 2 - LA FATICA DI INSEGNARE

(Dalla relazione di Valerio Vagnoli al Convegno "Star bene a scuola") - A rendere sempre più drammatica l’ esperienza di molti docenti, vi è da tempo una loro diffusa e ben orchestrata colpevolizzazione che sempre più frequentemente li vede indicati come i soli responsabili delle situazioni ingestibili, come incapaci di motivare e coinvolgere studenti spesso demotivati, ma sostenuti da genitori iperprotettivi che accusano la scuola di non essere in grado di capire e valorizzare i loro figli. Va detto con forza che aver colpevolizzato la scuola quale pressoché unica responsabile dei fallimenti degli studenti, ha contribuito a deresponsabilizzare le famiglie rispetto ai loro compiti educativi, con la conseguenza che sono sempre più numerosi i ragazzi (ma anche i bambini) che non riconoscono autorevolezza al docente e che intendono la scuola, nella migliore delle ipotesi, come un castigo a cui si devono sottomettere per legge, per consuetudine o per volontà dei genitori. 
Va aggiunto, inoltre, che la mancanza di un serio sistema di formazione professionale obbliga molti adolescenti a frequentare le aule scolastiche contro la loro volontà, senza quindi reali motivazioni. La conseguente, inevitabile serie di frustrazioni si traduce spesso in continue provocazioni nei confronti dei loro docenti che si trovano talvolta isolati nell’affrontare situazioni di ogni genere,   che molti di voi purtroppo conoscono assai bene.
Sono fermamente convinto che certa deriva populista dei nostri ultimi anni abbia trovato la propria palestra proprio nella politica scolastica degli scorsi decenni, che ha destrutturato la qualità del sistema scolastico facendo credere che la scuola di massa equivalesse alla soddisfazione delle pretese, delle aspettative dell’utenza, quest’ultimo orribile termine che inaugurò un vocabolario scolastico educativo di cui vergognarsi se paragonato ai termini chiari e specifici della nostra tradizione scolastica. 

Scatti di anzianità fermi
Gli scatti periodici di anzianità si trovano in numerosi contratti: metalmeccanici, bancari, commercio e colf. E' piuttosto normale che un dipendente inizi con uno stipendio basso e che con il trascorrere degli anni esso venga aumentato. Per il Ministro Gelmini gli scatti degli insegnanti sarebbero un "privilegio" (Rino Di Meglio)  

 

SCUOLA1 - VIALE DEL TRAMONTO



"Di fronte alla cattiveria e al grottesco della realtà, l'ironia è un modo di reagire, di farsi del bene" (D. Pennac)
Il vecchio preside, basso di statura (fisica e morale), burbero e dall’animo imbevuto di cattiveria, si trascinava stanco sulle gradinate del teatro, dove si era appena svolta una rappresentazione, seguita da un rinfresco.
Basso, nel suo metro e cinquantadue di statura, era solo come un cane, ma arzillo come sempre, dietro quegli occhialoni e l’aria arcigna, i capelli che sapevano di unto e la camminata claudicante. Fisicamente ripugnava a tutti. E poi era abituato a comandare lui. Ad averla sempre vinta. Sempre. Un fagotto di ossa stupide che voleva spadroneggiare sul mondo.
Era stato fatto fuori tante volte dal consiglio comunale perché gli altri arrampicatori ne avevano capito l’arrivismo e la smania di spadroneggiare su tutto e su tutti. E poi era un fatto noto che gli piacessero i ragazzini, a quel vecchio bavoso. Non ne faceva un gran mistero. Lo sapevano tutti. Una volta gli alunni della sua scuola gli avevano fatto una foto da dietro, mentre lui, nel suo metro e cinquantadue si protendeva romanticamente verso la faccia di un biondo ragazzo adolescente dagli occhi cerulei, e poi l’avevano messa su facebook. E poi l’avevano commentata nelle classi, ridendo e sghignazzando fra loro. Salvo poi fare la parte degli spolverini quando si trattava di mettere in cattiva luce questo o quel prof per via di qualche brutto voto o di una nota sul registro, dettata magari dal giocare a dadi lungo i corridoi o dal bere lattine di coca cola in classe, risucchiandone in contenuto durante le spiegazioni. Allora lui si ergeva a paladino della loro libertà e del loro diritto all’autodeterminazione. In quel caso il professore era un emerito cretino, degno di un processo come il peggiore dei criminali, ed il povero, compunto ragazzo, vittima della prepotenza dell’adulto. «Questa scuola è famosa per il trattamento a cui vengono sottoposti i professori», aveva detto una mamma ad un’insegnante arrivata lì quell’anno ed ignara del pettegolezzo da corridoio e della cattiveria giovanile e genitoriale, diretta a ricamare pure sulla virgola profferita dai poveri docenti, tutti egualmente ricattabili pur di estorcere la promozione dei propri mostruosi figlioli.
Note, richiami, urla, sguardi sprezzanti erano all’ordine del giorno, ed equamente distribuiti soprattutto tra le docenti, sì, proprio tra le donne, colpevoli di essere di quel sesso, e quindi, in un certo modo, anche se molto lontano, assomiglianti alla moglie che la sorte aveva attribuito al vecchio e incattivito preside. Quella specie di uomo che lo comandava a bacchetta sempre e comunque e che gli rendeva necessario uno sfogo di malvagità gratuita su chiunque incontrasse sul suo cammino. Che gli rendeva indispensabile pensare di dovere vincere sempre, e comunque, anche se lui, col suo denaro e con gli appoggi politici di cui godeva, in quarant’anni si era comperata una posizione sociale invidiabile, ma non il rispetto delle persone. Nemmeno di quegli alunni che andavano da lui per presentargli ogni sorta di ciarla di basso profilo, da lui presa come oro colato, purché si gettasse fango su qualsiasi malcapitato.
E poi era egocentrico. Doveva parlare sempre lui, lui doveva interloquire con i giornali cittadini, lui riempirsi la bocca di fandonie sulla scuola in pubbliche conferenze di uomini politici e funzionari venduti ai quali della scuola non gliene fregava nulla, lui a dover sapere, giudicare, mettere il naso nelle faccende di chiunque, fossero stati anche trenta secondi di ritardo per entrare in classe tra una lezione ed un’altra.
Una volta aveva beccato un cancro al sangue. Guarito. Miracolosamente. Neanche quella volta aveva finito di esistere e di togliere il disturbo che arrecava nel mondo.
Peggio il cancro all’anima, il livore e la malvagità che lo rodeva 24 ore su 24. Dev’essere come dice Platone: l’anima è indistruttibile, contrariamente al corpo.
Insomma, la situazione era così da fantascienza che lì, in quella scuola, ognuno faceva solo il suo lavoro, non fiatava ed a fine giornata andava a casa. Senza alcuna soddisfazione personale. Tanto lui, il meschinello, il povero infelice in preda alla smania continua di dimostrare il suo potere (ma, l’aveva mai avuto?), mobbizzava chiunque. Persino la suora. Persino la docente alle soglie della pensione, che diceva di aver ritrovato la fede dopo tutto quello che aveva dovuto patire con questo disgraziato. Eh sì, perché è lì, nei patimenti, che ti dici: dovrà finire una volta. Una si era beccata un bell’esaurimento nervoso da stress legato al mobbing sul luogo di lavoro. In decine, trattati da lui come emeriti imbecilli (chissà perché a certi soggetti non va mai bene nulla, anche se tu ti sforzassi di fare i miracoli per fare sempre meglio), si erano trasferiti in altre scuole nel corso degli anni.
Insomma, una vera e propria piaga. Uno che non ci dormiva la notte per rimuginare come rovinarti.
In questo clima di totale tristezza e demotivazione, il preside, che non era affatto un signore, era andato avanti per vent’anni. Rimediando incarichi qua e là. Portando sua moglie a mangiare ovunque e poi arraffando a fine pasto le pirofile dove ci fosse qualche avanzo di cibo allo scopo di portarle a casa. Prendendo plessi scolastici qua e là e andando a rompere di nuovo le scatole a quelli che, quando la misura della sopportazione era colma, lo avevano abbandonato per altre scuole. Non solo non dava spazio a nessuno, il nostro eroe, ma rendeva la vita impossibile a tutti. E tutti sapevano benissimo che una denuncia, anche di gruppo, sarebbe stata fatale per la salute e per la carriera di chiunque. Allora non restava che abbozzare. O assecondarlo, come si fa coi pazzi. E lui era proprio questo.
Un bel giorno che era inverno al preside arrivò un rinvio a giudizio. L’accusa era di malversazione, cioè di essersi appropriato del denaro di quell’ente di formazione regionale in cui lui faceva parte del consiglio di amministrazione.
Il vecchio bavoso sta per andare in pensione e questa, dopo una vita di scorrettezze non pagate, non se l’aspettava. ‘Dio punisce lentamente’, recita il proverbio.
Forse non andrà in galera, perché la burocrazia vince anche sulla giustizia, ma la sua punizione l’ha già avuta.
E’ già stato dimenticato da tutti.

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