Un'ora di percorrenza in autobus dall'aeroporto 'Valerio Catullo'
e ti trovi tra gli altissimi monti del Trentino. Potenti madonne, per dirla con
Emily Dickinson, che superano i tremila metri di altezza. E ti si apre davanti
una terra fatta di chilometri e chilometri di boschi, monti, vigneti a perdita
d'occhio, casolari in legno, chiesine di villaggio dai campanili aguzzi. Il
fiume Adige attraversa la regione in tutta la sua lunghezza. Ecco perché
l'Azienda di Promozione Turistica ha scelto come simbolo del Trentino una
farfalla, per evocare la conformazione di questo territorio: una farfalla dove
le ali rappresentano le montagne, separate dalla linea netta dell'Adige.
Da sempre terra di confine, il Trentino-Alto Adige è quell'estrema
propaggine dell'Italia orientale che va a sbucare in territorio austriaco, di
cui ha fatto parte tra il 1363 ed il 1919. E l'impronta si sente. Più a Bolzano
che a Trento, per la verità. In una delle piazze cittadine di Trento si erge il
busto di Dante Alighieri. A Bolzano, invece, abbiamo piazza Walther, sulla quale
si erge il busto del maggior poeta medievale di lingua tedesca: Walther von der
Vogelweide (1170-1230). Basta solo questo a rimarcare la differenza tra le due
parti di questa regione. (Lucia Gangale)
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