venerdì 28 marzo 2014

PAPA FRANCESCO E I PARLAMENTARI

Il gelo di Papa Francesco ha silenziato i 9 ministri, 19 sottosegretari, 176 senatori e 298 deputati riuniti nella messa celebrata appositamente per loro alle sei e mezza del mattino. "E' un uomo buono, ci aprirà le braccia". "Non le apre" - scrive La Stampa (Andrea Malaguti, 28 marzo 2014, pag. 10). "Gelido. Quasi non li guarda. Non saluta. Non ammicca. Non manda baci. Ha una spiccata predilezione per i poveri e per gli ultimi. E qui non ce ne sono". 
C'è chi scatta foto e chi twitta in diretta il discorso del Papa in diretta, rimediando le rimostranze della rete: "Neanche davanti al Papa riesci a controllarti?" (riferito a Renato Farina).
"Lo stupore di una platea vip abituata a ben altre attenzioni diventa malessere", scrive Malaguti su La Stampa
"I peccatori saranno perdonati, i corrotti no", dice Bergoglio con voce pacata.
Che continua: "Apritevi all'amore. Non scaricate sul popolo pesi che voi non sfiorate neppure con un dito". E' un discorso - sempre Malaguti - da cui emergono ovunque segni di degrado e di rovina nei quali i cinquecento parlamentari danno l'impressione di riconoscersi come ombre impresse su quei muri pericolanti. Fine messa. Francesco si allontana. Ma forse non si era mai avvicinato".
La Polverini che dice: "Certo poteva almeno fermarsi a salutare".
Chissà se quegli "uomini dal cuore indurito" hanno capito l'antifona? "Ama il prossimo tuo come te stesso" e "Non fare agli altri quel che non vorresti fosse fatto a te".
Come ci si sente ad essere ignorati e a non essere considerati? 
Hanno capito come l'indifferenza del potere verso gli altri uomini può ferire gli altri uomini?
Hanno riflettuto sul come si comportano loro, indifferenti al resto dell'umanità, paghi del loro sfrenato egoismo? 

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