martedì 2 febbraio 2010

FERRAGOSTO

Il paese di Toni sta in una mano, e la piazzetta sembrava andare bene per un teatro di burattini. Ma dal lato aperto di quella piazzetta l’occhio sprofondava in una vallata lunghissima, ornata dei più bei colori dell’estate e chiusa in fondo da una città... con la sua massa di tetti rossi che, per la lontananza ed il calore, bulicava come ceralacca al fuoco.

La natura s’inaspriva, terra crepata, banchi di tufo affioravano sul sentiero, e i primi boschetti di pinastri ingialliti dal gran sole.
Al secondo boschetto lui le si girò addosso, lei intuì subito e subito gli gridò di no, ma non ci fu verso, dicendo: «Sulla mia terra, una volta sulla mia terra,» la portò di peso tra i pinastri, si fermò subito dove il declivio toglieva la vista alla strada e la stese sulla terra, senza nemmeno ripulirla dalle pigne.

In dieci minuti arrivarono in vista d’una borgata, graziosa agli occhi di lei perché aveva buona parte dei muri imbiancati di fresco e un ago di campanile.

Beppe Fenoglio

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