lunedì 30 luglio 2007

Mele marce dappertutto…

Forse mai come nell’anno in corso la classe dirigente italiana si è resa tanto protagonista di una serie di défaillances -per usare un termine gentile- e si è così tanto autoscreditata agli occhi degli elettori. L’ultimo episodio, freschissimo, è quello del deputato Udc Cosimo Mele (che io non conoscevo neppure di nome), resosi protagonista di una bollente notte di droga e sesso in un lussuoso hotel romano, in compagnia di una (due?) allegra fanciulla che la mattina dopo si è sentita male per aver fatto uso di stupefacenti. L’onorevole in questione, che a suo tempo ha anche firmato un disegno di legge contro l’uso degli stupefacenti, ha dichiarato di non aver mai fatto uso di “roba”, di essere un buon marito e padre di famiglia e di essersi concesso quest’occasione perché solo soletto da quasi una settimana… (poverino…).
Naturalmente, a noi non incuriosiscono tanto le conseguenze che le sue dimissioni potranno avere nell’Udc, difensore dei valori vita e famiglia tradizionale, quanto le ripercussioni che il fattaccio può aver prodotto nel contesto familiare, moglie in particolare, del malcapitato…
E genera molte domande, inoltre, quanto questi “innocenti momenti di debolezza” possano essere costati allo Stato in termini pecuniari. I tg hanno svelato che la noche caliente ha richiesto una camera d’albergo di 1500 euro, oltre l’extra che l’onorevole ha pagato alla ragazza. Se pensiamo che la media degli italiani quei soldi non li guadagna nemmeno in un mese di lavoro, e ci sono giovani disoccupati che non li vedono nemmeno in un anno, è legittimo avere qualche dubbio sulla bontà dell’azione politica di molti dei nostri rappresentanti.
Prima ancora c’era stata la foto che riprendeva il portavoce del Governo, Sircana, intento a sbirciare dalla sua auto un trans che batteva lungo le arterie della Capitale (anche quello “un momento di debolezza”… ma chi ci governa? Un branco di pappamolli?), e poi ancora voci su presunte presenze di imprenditori e politici su yatch dove si svolgevano party a base di coca, donnine e travestiti. Poi c’è stato il caso dell’onorevole alleatino Selva, che si è fatto trasportare in autoambulanza, fingendo un malore, agli studi televisivi di La7 dov’era atteso per un’intervista, poi ha dato le dimissioni che poi ha fatto rientrare, ed alla fine è trasmigrato nelle file di Forza Italia… Un amico mi ricordava di quando il nostro conduceva “Radio Belva” ed arringava i democristiani contro il compromesso storico, con toni da crociata. Tempi lontani…
E poi ancora, tutta la bagarre montata intorno alla questione delle intercettazioni telefoniche, la paura di dover nascondere qualcosa, il timore/terrore di darsi la zappa sui piedi. Insomma, proprio un bell’ambientino, dove la trasparenza va a farsi benedire.
Sembra aver prevalso, come ha affermato un deputato di Sinistra, “la doppia morale”: quella ipocrita dei valori di cui ci si professa portatori, e quella praticata nel segreto di segrete stanze.
Verrebbe da chiedersi come mai la Chiesa, custode dei valori della vita, non si pronunci mai sulla condotta dei politici (ma non era “libera Chiesa in libero Stato”? O dai Patti Lateranensi non è cambiato niente?…).
Infine, la gente di San Giuliano di Puglia, con un atto di grande dignità ed orgoglio, ha stracciato le tessere elettorali ed ha restituito allo Stato i 50mila euro avuti per i funerali dei figli morti cinque anni fa nel crollo della scuola elementare ”Jovine”. Ha mostrato, questa gente di un Sud da sempre considerato serbatoio di voti, che anche se non si è ricchi, anche se si passa la vita ad abbassare la testa ai potenti di turno, anche se si vive in regioni poco fortunate, ci può essere uno scatto di dignità. Purtroppo ci voleva una tragedia immane e il non aver ancora trovato giustizia, per provocare una reazione forte come questa.
Il libro più letto dell’estate, “La casta”, di Gian Antonio Stella, è una lettura amara perché svela come gli italiani sono quotidianamente frodati per mantenere un sistema politico parassitario che è ormai diventato intoccabile e la cui morale si fonda ormai su azioni di arroganza e diffuso senso dell’impunità.
Ci vorrebbe una epurazione della casta, ma non fraintendetemi: una pulizia morale, un’ecologia di tutto il sistema in sé, ed il togliersi di mezzo di certi personaggi. Ci chiediamo e chiediamo ai nostri politici: ma come volete ancora essere credibili?

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