Ha ancora senso parlare di una “emergenza rifiuti” in Campania, o non sarebbe meglio parlare di uno stato di malessere cronico che si trascina oramai da tredici anni?
Per definizione l’emergenza è qualcosa che si svolge in un lasso temporale limitato, che richiede interventi seri ed urgenti, che fa prevedere l’imminente risoluzione di una situazione di stallo. In realtà l’immondizia staziona lungo le strade campane senza essere rimossa, proprio come alcuni personaggi politici che da trent’anni stazionano nei palazzi del potere, senza trovare un minimo ricambio generazionale. Puzza di stantio dovunque, insomma. Bertolaso fa il cornuto e mazziato ed abbandona l’incarico di commissario straordinario, perché esausto di una situazione più grande di lui. E poco dopo si scopre che degli abusivi si servono dei liquami degli scarichi per concimare i terreni. Ma nessuno batte la Campania in quantità di feste organizzate da questo o quel partito a scopo elettorale. Fumonegliocchi del popolo sovrano. E poi ci si lamenta che la regione è diventata lo zimbello dell’opinione pubblica europea. Ma, si dice, vogliamo piangere? No, certo. Nemmeno di fronte al rincaro delle tariffe per la “munnezza”. Ed allora viva i tricchebballacche. Sissignore, viva i tricchebballacche.
Per definizione l’emergenza è qualcosa che si svolge in un lasso temporale limitato, che richiede interventi seri ed urgenti, che fa prevedere l’imminente risoluzione di una situazione di stallo. In realtà l’immondizia staziona lungo le strade campane senza essere rimossa, proprio come alcuni personaggi politici che da trent’anni stazionano nei palazzi del potere, senza trovare un minimo ricambio generazionale. Puzza di stantio dovunque, insomma. Bertolaso fa il cornuto e mazziato ed abbandona l’incarico di commissario straordinario, perché esausto di una situazione più grande di lui. E poco dopo si scopre che degli abusivi si servono dei liquami degli scarichi per concimare i terreni. Ma nessuno batte la Campania in quantità di feste organizzate da questo o quel partito a scopo elettorale. Fumonegliocchi del popolo sovrano. E poi ci si lamenta che la regione è diventata lo zimbello dell’opinione pubblica europea. Ma, si dice, vogliamo piangere? No, certo. Nemmeno di fronte al rincaro delle tariffe per la “munnezza”. Ed allora viva i tricchebballacche. Sissignore, viva i tricchebballacche.
1 commento:
Tormenta
Paso a paso, como llovizna de abril,
mi saliva se va quedando
en cada poro de tu piel.
Y en la horcadura
donde emana la vida
se riega mi simiente,
liberando una tormenta
de placer y de gloria,
acto seguido… la calma
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Comparto este poema con ustedes.
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Víctor González Solano
Barranquilla. Colombia
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