Benevento è una piccola ed amena città campana dove i giri sono sempre gli stessi, basta uscire durante qualche festa cittadina per impararli subito, o frequentare i soliti ambienti…
Da ieri sta tenendo banco una notizia bomba, che ha lasciato di stucco un’intera categoria professionale della quale solitamente non interessa niente a nessuno, e cioè la categoria dei giornalisti, di cui ci si ricorda solitamente solo per denigrarli. L’attuale amministrazione di Centro-Sinistra, capeggiata dal sindaco Fausto Pepe, di area mastelliana, ha rimosso dall’incarico di capo ufficio stampa il giornalista Billy Nuzzolillo, un ragazzo del ’61, tra i più bravi giornalisti della provincia sannita, e lo ha destinato all’Ufficio Relazioni con il Pubblico. La sua grave colpa? Quella di aver sostenuto, una decina di anni fa, il concorso che lo ha portato a ricoprire tale incarico, quando era in auge in città un governo di Centro-Destra.
Se una volta, e parliamo di decenni fa, i governi al potere a livello locale licenziavano i dipendenti di schieramento politico opposto (a mio nonno, democristiano, i fascisti fecero perdere il posto che ricopriva presso un ente comunale), oggi la tattica è più sottile: si trasferisce il dipendente ad altro incarico.
Tutta la stampa beneventana, politici e sindacalisti sono insorti con toni accorati in difesa dell’illustre e stimato collega, smuovendo gli organi della Stampa regionale e nazionale. Rammentando la qualità dell’informazione istituzionale beneventana che ha fatto da modello anche per altre amministrazioni. Evidenziando le gravi scorrettezze che l’Ente Comune sta da tempo adottando nei confronti della stampa locale nel suo complesso (vedi l’esclusione dei periodici locali dalla raccolta pubblicitaria relativa alla manifestazione “Quattro notti di luna piena”). E sottolineando anche le tensioni tra giornalisti ed esponenti di Palazzo Mosti che mai in passato avevano raggiunto toni così aspri. In una lettera di solidarietà è anche scritto: “Billy si è sempre dichiarato, anche quando fu assunto sotto il sindacato di Pasquale Viespoli (che, lo ricordiamo, nominò, in nome di quella politica da lui portata avanti e che vede privilegiare la testa e non la tessera, anche un altro addetto stampa che certamente non era e non è di centrodestra, Gabriella Debora Giorgione) uomo dalle idee di Sinistra. Figurarsi se non lo fosse stato...”
“Epicentro Benevento” parla di “purghe staliniane” e ricorda che l’ufficio stampa “è istituzionale”. Si rammenta anche che altri sono stati licenziati in quanto non dipendenti di ruolo.
Insomma, una vicenda destinata nei prossimi giorni a fare scalpore e che costituisce senza dubbio un precedente: in nessuna provincia italiana si era finora vista una cosa del genere.
Viene da pensare che fanno più danni gli umori dei politici che le catastrofi naturali. Quando un governo mette mano alla libertà di stampa siamo in presenza di una dittatura. E la storia, eterna maestra di vita, ci insegna che a voler privare della libertà i cittadini sono uomini che, di per sé, non sono affatto liberi.
Da ieri sta tenendo banco una notizia bomba, che ha lasciato di stucco un’intera categoria professionale della quale solitamente non interessa niente a nessuno, e cioè la categoria dei giornalisti, di cui ci si ricorda solitamente solo per denigrarli. L’attuale amministrazione di Centro-Sinistra, capeggiata dal sindaco Fausto Pepe, di area mastelliana, ha rimosso dall’incarico di capo ufficio stampa il giornalista Billy Nuzzolillo, un ragazzo del ’61, tra i più bravi giornalisti della provincia sannita, e lo ha destinato all’Ufficio Relazioni con il Pubblico. La sua grave colpa? Quella di aver sostenuto, una decina di anni fa, il concorso che lo ha portato a ricoprire tale incarico, quando era in auge in città un governo di Centro-Destra.
Se una volta, e parliamo di decenni fa, i governi al potere a livello locale licenziavano i dipendenti di schieramento politico opposto (a mio nonno, democristiano, i fascisti fecero perdere il posto che ricopriva presso un ente comunale), oggi la tattica è più sottile: si trasferisce il dipendente ad altro incarico.
Tutta la stampa beneventana, politici e sindacalisti sono insorti con toni accorati in difesa dell’illustre e stimato collega, smuovendo gli organi della Stampa regionale e nazionale. Rammentando la qualità dell’informazione istituzionale beneventana che ha fatto da modello anche per altre amministrazioni. Evidenziando le gravi scorrettezze che l’Ente Comune sta da tempo adottando nei confronti della stampa locale nel suo complesso (vedi l’esclusione dei periodici locali dalla raccolta pubblicitaria relativa alla manifestazione “Quattro notti di luna piena”). E sottolineando anche le tensioni tra giornalisti ed esponenti di Palazzo Mosti che mai in passato avevano raggiunto toni così aspri. In una lettera di solidarietà è anche scritto: “Billy si è sempre dichiarato, anche quando fu assunto sotto il sindacato di Pasquale Viespoli (che, lo ricordiamo, nominò, in nome di quella politica da lui portata avanti e che vede privilegiare la testa e non la tessera, anche un altro addetto stampa che certamente non era e non è di centrodestra, Gabriella Debora Giorgione) uomo dalle idee di Sinistra. Figurarsi se non lo fosse stato...”
“Epicentro Benevento” parla di “purghe staliniane” e ricorda che l’ufficio stampa “è istituzionale”. Si rammenta anche che altri sono stati licenziati in quanto non dipendenti di ruolo.
Insomma, una vicenda destinata nei prossimi giorni a fare scalpore e che costituisce senza dubbio un precedente: in nessuna provincia italiana si era finora vista una cosa del genere.
Viene da pensare che fanno più danni gli umori dei politici che le catastrofi naturali. Quando un governo mette mano alla libertà di stampa siamo in presenza di una dittatura. E la storia, eterna maestra di vita, ci insegna che a voler privare della libertà i cittadini sono uomini che, di per sé, non sono affatto liberi.
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