Cinque anni fa il terremoto sconvolgeva il Molise e spazzava via la generazione di ragazzini nati nel’96. Nel crollo della scuola elementare “Jovine” morirono 27 bambini ed una maestra e dopo cinque anni, in un’aula di tribunale ricavata dalla sala di un albergo il giudice ha assolto tutti gli imputati per quel disastro: il sindaco (la cui bambina morì nella stessa scuola), i tecnici e gli imprenditori coinvolti nella costruzione dell’edificio. La colpa è quindi del destino e del terremoto. La sentenza è stata accolta tra urla, grida, insulti ed il lancio di una sedia, e fa riflettere quel cartello “La legge è uguale per tutti”, venuto giù poco prima della lettura perché fissato male alla parete. Dunque, non conta nulla che la scuola fosse stata costruita in dispregio di tutte le norme di sicurezza. Non conta che il solaio fosse così pesante da compromettere l’equilibrio della struttura sottostante. Non che un solo pilastro sostenesse l’intero edificio, e neppure che le troppe finestre indebolissero i muri, o che la scala non avesse strutture di sostegno. Il pm Magrone ha commentato: “Continua la storia per cui in Italia ogni disastro è dovuto alla natura e gli uomini sono tutti santi”. Per i genitori delle vittime si apre un nuovo doloroso capitolo di questo dramma. Ed infatti essi annunciano già il ricorso contro la sentenza.
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