venerdì 3 agosto 2007

Anna Maria Rimoldi, la signora dello “Strega, ci ha lasciato

Di lei i giornali hanno scritto che era una donna potente. E che, come tutti i potenti, amava schermirsi: «Io? Ma quando mai! Io non gestisco niente, l’unica fatica che faccio è per scoprire un po’ di libri buoni, per cercare di portare avanti nuovi scrittori». E’ morta ieri notte nel sonno la direttrice della Fondazione Maria e Goffredo Bellonci. Se ne è andata nel sonno, come aveva sempre desiderato, nella sua amata isola d’Elba. Aveva 82 anni.
La Fondazione Bellonci nasce per sua volontà nel 1986. Da allora la Rimordi ha organizzato ogni anno il Premio Strega, dando lustro alla nostra lingua ed alla nostra letteratura nel mondo.
Nata il 23 novembre 1924, si laurea in matematica con una tesi sulle statistiche legate alla meteorologia. Intanto coltiva il suo interesse per il teatro. Vince quindi un concorso all’Ufficio ecologia del ministero dell’Agricoltura, rimanendovi in qualità di funzionario fino alla pensione. Da allora comincia a collaborare con la Rai come autrice di radiodrammi e di sceneggiature, nonché con la Bellonci, insieme alla quale aveva sceneggiato la vita di Isabella d’Este e dalla quale andrà ad abitare dopo la morte della madre. Inizia così il suo rapporto con i coniugi Bellonci, con gli amici della Domenica e con il premio Strega, che in quella casa si organizzava dal 1947. Nel 1946, intanto, aveva contribuito alla nascita del Centro Universitario Teatrale e dirigerà attori come Giulietta Masina e Marcello Mastroianni. Nel 2004 fu insignita dal presidente Ciampi della medaglia d’oro alla cultura.
A chi la criticava per la bassa qualità del premio rispondeva: “Noi abbiamo i migliori libri della stagione. La qualità dei concorrenti è altissima, il fatto è che la media dei libri pubblicati dagli editori italiani è bassa”.
Dalle stanze di via Ruspoli 2 a Roma, cinque stanze e 22mila volumi, omaggiata dai grandi editori e riverita dai quattrocento amici della Domenica che si riuniscono per decretare le sorti del riconoscimento, per vent’anni ha gestito le sorti dell’editoria italiana con rigore e metodo. Tenendo tutto sotto controllo. Ma il tutto accompagnato sempre dal suo grande amore per la letteratura.
Ora si apre un eredità pesante, perché sarà difficile trovare la persona che possa sostituirla alla guida del maggior premio letterario del nostro Paese, quello che più influenza le vendite ed il prestigio delle case editrici.

1 commento:

Anonimo ha detto...

leggere l'intero blog, pretty good

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