Nell’estate che arroventa l’Italia (nel senso letterale del termine, viste le centinaia di ettari boschivi andati in fumo), la vicenda delle intercettazioni telefoniche richieste dal gip di Milano Clementina Forleo nell’ambito di bancopoli, rende incandescente il clima politico nostrano. Incandescente e litigioso. E tutta la vicenda, come tangentopoli di tre lustri fa, tiene gli italiani incollati al televisore per vedere se alla fine Senato e Parlamento daranno al gip Forleo l’autorizzazione ad utilizzare le intercettazioni che vedono coinvolti 68 tra politici e indagati nella scalata ad Antonveneta, Unipol-Bnl e Rcs. Per intanto il Tribunale di Milano ha richiesto il rinvio a giudizio di tutti questi 68, tra cui rispuntano i nomi di Fazio, Consorte e Gnutti.
Anche oggi, come accadde quindici anni fa, la magistratura viene criminalizzata, accusata di protagonismo, diventa finanche “suscettibile di querela”. Se Bertinotti invita i deputati ad essere “al di sopra delle parti”, subito Fassino giudica “sgradevoli le sue parole”.
Chissà perché ognuno che svolga un lavoro, anche misero, deve rendere conto del proprio operato a questo e a quello, ed i parlamentari, che ci rappresentano, oltre ad avere immunità di vario tipo, non dovrebbero rendere conto del proprio operato a coloro che li eleggono.
Per cui via, i politici facciano i politici ed i magistrati facciano i magistrati. E i politici mettano i magistrati nelle condizioni di fare i magistrati, ossia di svolgere il loro dovere di ricercare la verità e punire eventuali colpevoli.
In questi giorni sui giornali vediamo la Forleo sempre sorridente. I diessini Fassino e D’Alema sempre più tirati. Mastella e Di Pietro sempre più litigiosi.
Sulla Stampa di ieri (24 luglio 2007) c’era una simpatica battuta di Jena, che vi riporto: “Se addirittura un Presidente della Repubblica come Napolitano si schiera contro di lei, significa che il giudice Forleo ha proprio sbagliato tutto. Oppure viceversa”…
Anche oggi, come accadde quindici anni fa, la magistratura viene criminalizzata, accusata di protagonismo, diventa finanche “suscettibile di querela”. Se Bertinotti invita i deputati ad essere “al di sopra delle parti”, subito Fassino giudica “sgradevoli le sue parole”.
Chissà perché ognuno che svolga un lavoro, anche misero, deve rendere conto del proprio operato a questo e a quello, ed i parlamentari, che ci rappresentano, oltre ad avere immunità di vario tipo, non dovrebbero rendere conto del proprio operato a coloro che li eleggono.
Per cui via, i politici facciano i politici ed i magistrati facciano i magistrati. E i politici mettano i magistrati nelle condizioni di fare i magistrati, ossia di svolgere il loro dovere di ricercare la verità e punire eventuali colpevoli.
In questi giorni sui giornali vediamo la Forleo sempre sorridente. I diessini Fassino e D’Alema sempre più tirati. Mastella e Di Pietro sempre più litigiosi.
Sulla Stampa di ieri (24 luglio 2007) c’era una simpatica battuta di Jena, che vi riporto: “Se addirittura un Presidente della Repubblica come Napolitano si schiera contro di lei, significa che il giudice Forleo ha proprio sbagliato tutto. Oppure viceversa”…
1 commento:
Sarà, ma preferisco la Osvart..........
Posta un commento