sabato 3 agosto 2013

IL GIOCO D'AZZARDO

Maria Stuarda, Maria Antonietta, Luigi VIV e Mozart erano appassionati del biliardo. Ogni tanto Mozart andava a farsi "due buche". Invece maria Stuarda - sostiene Mordecai Richler - giocava al biliardo quando era rinchiusa nella Torre di Londra, e quando il vescovo Glasgow le tolse il permesso ella reagì energicamente. Dopo che fu decapitata, il suo medico, per rispetto di questa passione, avvolse il suo cadavere nel panno del suo biliardo.
Nel 1846 papa Pio IX fece installare un tavolo in Vaticano. Il biliardo e il tennis erano gli unici giochi ammessi nella Santa Sede.
La febbre del gioco contagia anche i religiosi. E così tra il 1999 ed il 2009 Sorella Susie, una suora di New York, per giocare d'azzardo prosciugò dalle casse del Collegio Iona, dove era vicepresidente dell'ufficio delle finanze, ben 850 mila dollari ("Motivi personali", si giustificò la religiosa...).
Il cardinal Bagnasco definisce il gioco d'azzardo "come la droga e l'alcol, esprime una filosofia di vita, una concezione del vivere che è assolutamente inaccettabile, una visione che lucra su tre livelli, su tre forti debolezze: la povertà materiale, la fragilità spirituale e psicologica della gente e sulla cultura del brivido".


I ludopatici in Italia sono circa 800 mila, di cui 300 mila "gravi". L'identikit del giocatore d'azzardo seriale è il seguente: maschio (72%), sposato o convivente (68%), lavoratore dipendente (51%), di età compresa tra i 30 ed i 50 anni (32%), diplomato (69%). Le vittime sono soprattutto nel Centro Italia (41%), e poi al Nord (33%) e al Sud (26%).
Il croupier è colui che quando lascia il tavolo è obbligato a strofinarsi le mani, per dimostrare che non ha nessuna fiche nascosta. Le sue giacche sono tutte cucite, per evitare che durante le fasi del gioco qualche fiche cada inavvertitamente in qualche tasca.

(Notizie tratte dal libro di Cesare Lanza, "Elogio del Gioco d'azzardo, L'attimo fuggente editore)

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