giovedì 29 agosto 2013

"I HAVE A DREAM", PRONUNCIATO 50 ANNI FA

I have a dream
Martin Luther King


28 agosto 1963

PILLOLE DI SAGGEZZA, DA SCHOPENHAUER, A NIETZSCHE A MARILYN...

Dovremmo iniziare tutti a vivere, prima di doventare troppo vecchi. La paura è stupida, e lo sono anche i rimpianti.
Marilyn Monroe


Di tutto conosciamo il prezzo, di niente il valore.
Friedriche Nietzsche



Più intelligenza avrai, più soffrirai.
Arthur Schopenhauer

domenica 25 agosto 2013

RAJNA DRAGICEVIC, "VOI SIETE I PROFESSORI" - BELLISSIMO DISCORSO AI SUOI LAUREANDI SERBI

Rajna Dragićević, una professoressa serba di 45 anni, insegna lingua serba, lessicologia e storia della lessicografia alla facoltà di Filologia di Belgrado. Ha tenuto un discorso durante la festa dei laureandi della sua Facoltà. Andrebbe esteso a tutti i professori ed aspiranti tali:

“Cari studenti, stimati colleghi, cari laureandi,
nello stesso giorno della vostra festa di laurea sono stati rinviati gli esami per la licenza ginnasiale perché i test sono stati illegalmente pubblicati. E’ solo una delle manifestazioni del crollo del nostro sistema educativo e del sistema sociale a tutti i livelli.
Arrivando alla vostra festa, osservandovi così ben vestiti, sorridenti, giovani e pieni d’energia positiva, mi chiedevo se riuscirete a mantenere il vostro ottimismo anche dopo la laurea e quando vi confronterete con i bassi stipendi, con il mancato rispetto della vostra professione di insegnanti, con studenti abbastanza disinteressati, con i loro genitori sempre disposti a dare ragione ai propri figli (anche se così li danneggiano), con le varie pressioni, con il disprezzo.
Molte cose attorno a voi uccideranno la vostra motivazione. Tuttavia, se chiedete la mia lista delle professioni più alte, io metto nell’ordine: professore, medico, avvocato, giudice, ingegnere e, ripeto ancora, professore. Se chiedete a tutti i genitori del mondo che mestiere vorrebbero per i loro figli, vi risponderanno con le medesime parole.
I vari analfabeti e semianalfabeti che oggi si considerano facilmente manager, le conduttrici e i conduttori di trasmissioni che, sebbene ignoranti, pretendono di essere giornalisti e i cantanti diturbo-folk che si immaginano artisti, per non parlare di vari art director, consulenti finanziari, product designerback office amministratori.
Dietro i sonori nomi di queste professioni spesso si nascondono truffatori che, non riuscendo a stare al passo con i tempi richiesti dallo studio universitario, pensano che la stima si possa ottenere più in fretta e cambiano professioni come se fossero calze sporche.
Non dimenticate che un professore, un medico o un giudice non può autoproclamarsi tale.
Siate orgogliosi della vostra professione che si pratica solo con uno studio perseverante e diligente, con l’autocontrollo, lavorando notte e giorno, rinunciando a molte cose. Non permettete a vari titolari di ristoranti, imprese, aerei privati, case di lusso, persone arroganti, vanitose e autoreferenziali che vi tengano lezioni sul successo.
Non permetteteglielo perché VOI SIETE PROFESSORI, e loro sono solo proprietari di metri quadrati!
Tentano di svalutare il vostro lavoro. Tenete presente che voi siete i custodi della dignità della vostra professione. Il titolo di professore viene acquistato con molto impegno e bisogna fare altrettanta fatica continuando ad investire nel sapere su cui tale titolo si fonda. Rendete conto del vostro comportamento anche fuori della scuola, riflettete sul vostro modo di vestirvi, di mettervi in relazione con i colleghi, con gli studenti e con i loro genitori.
Se vi umiliate ai vostri stessi occhi, sarete osservati con disprezzo anche dagli altri. Siate orgogliosi e convinti del vostro ruolo, decisi nell’intenzione di studiare per tutta la vita perché voi siete PROFESSORI!
Vogliate bene ai vostri studenti. Fate emergere ciò che in loro è nobile, anche se non ne sono coscienti, anche se lo hanno nascosto a se stessi. Alzate il livello della loro autostima. Non regalate loro mai i voti ma fate continuamente in modo che i loro risultati possano migliorare. Riconoscete e stimate il loro impegno. Fate capire che possono avere successo se studiano. Non spegnete la loro volontà.
L’autorità di un insegnante non si conquista con la severità eccessiva, né con il potere arbitrario ma con la giustizia, nella reciproca condivisione. Lodate i migliori perché in questo modo anche gli altri troveranno degli stimoli. Date l’occasione a tutti di essere i migliori, almeno qualche volta.
Non siate i compagni dei vostri studenti. Non avvicinatevi a loro come se lo foste. Costruite voi le regole, i confini e i fili da tenere in mano in aula. Loro sono studenti, VOI SIETE I PROFESSORI!
Non dimenticate che la vostra materia (la lingua e letteratura serba, ndt.) è al primo posto nel registro di classe e che con i vostri studenti passerete più tempo dei vostri colleghi. La vostra influenza sarà più importante. Siate coscienti di questa responsabilità. Come professori di lingua serba, voi siete i custodi della nostra lingua e della nostra cultura.
Insegnate ai vostri studenti ad amare il proprio paese. Spesso si sente che i professori consigliano ai loro migliori studenti di emigrare quanto prima possibile. Il buon successo negli studi è considerato il miglior lasciapassare per andarsene dalla Serbia. Proviamo a capovolgere la prospettiva! Fate vedere agli studenti migliori che proprio loro potranno aiutare la convalescenza del paese perché possa diventare un buon luogo per vivere. Non permettete loro di andarsene, né di lasciare il paese nelle mani di persone non degne.
Dite ai vostri studenti che l’impegno della loro vita è la lotta contro il fango in cui stiamo affondando. Proponete loro il significato della responsabilità civile perché si convincano che nessuno tranne loro potrà ripulire questo paese. Se vi impegnate, vedrete che vi ascolteranno – VOI SIETE I PROFESSORI!
Siate certi che i semi di tutte le riforme economiche, politiche, culturali e morali di questo paese potranno germogliare non solo in famiglia, ma anche nella vostra aula, proprio nelle lezioni di lingua e letteratura serba! Perciò impegnatevi ad essere un modello per i vostri studenti.
Andate alla guerra contro tutte le attricette, gli sponsor falsi, i magnati, gli uomini d’affari e vinceteli.
Voi dovete diventare il loro punto d’orientamento, il faro della loro vita! Per quella guerra avete ogni giorno quarantacinque minuti. Non sono pochi. Vincerete se tutti gli argomenti da insegnare saranno presentati in modo interessante, fresco, emozionante. Otterrete il successo solo se conoscete molte cose, se amate il vostro lavoro e se vi dedicate al vostro impegno.
Gli studenti sono in grado di riconoscerlo in modo infallibile. Non fate caso alla poca preparazione dei vostri colleghi, al fatto che molti non fanno nulla e sono pagati lo stesso, non fate caso al marciume attorno a voi e non arrendetevi. Che la vostra lezione sia un’oasi nel deserto, il punto di luce nel buio, un granello di senso nell’assurdo.
Voi avete una missione: se riuscite a riconquistare l’autorità della scuola e del sapere (che non si possono raggiungere con nessuna legge ma con l’entusiasmo degli insegnanti) tutte le barriere che ostacolano la vita migliore in Serbia cadranno a effetto domino. Dalla lezione di lingua serba alle riforme economiche! Dalla lezione di lingua serba alla lotta contro la corruzione! Dalla lingua serba all’universo!
Il vostro potere è immenso e il vostro compito è di portata strategica. In ciò consiste la differenza fra voi e vari manager, consulenti, coordinatori, amministratori, ricchi proprietari di aziende e altri venditori di nebbia. Nelle loro mani ci sono progetti, aziende, aerei e camion, nelle vostre è il futuro di questo paese. Non dimenticate mai – VOI SIETE I PROFESSORI”.

Fonte: www.balcanicaucaso.org

sabato 24 agosto 2013

CITY OF ANGELS



Le colline infuocate di Hollywood 
Un sentiero di speranza e sogni 
E strade fatte di desideri 
Perso nella città degli angeli 
Preso a confortare gli stranieri 
Ho trovato me stesso nelle colline arse dal fuoco 
Nella terra di un miliardo di luci.
Nella terra di un miliardo di luci
Una sola notte, un solo amore
La città degli angeli.

"DAI GRAFFITI A INTERNET"


Per richiedere il volume: 
Edizioni Realtà Sannita - Benevento
Via Piermarini, 61
Tel. 0824.54224
Email: realta@realtasannita.it

venerdì 23 agosto 2013

LEGGE BASAGLIA, I PAZZI, IL FEMMINICIDIO...

Lo psichiatra Basaglia,quello che fece chiudere i manicomi, sosteneva che la malattie psichiatriche sono il frutto della società capitalistica e della famiglia tradizionale che andavano abbattute. Ho letto oggi un suo saggio allucinante. Il risultato ultimo è che i matti sono in libera circolazione, uccidono magari moglie e figli, in ogni caso i malati sono un carico spesso insostenibile per le famiglie che debbono provvedervi. Parte dei femminicidi di cui leggiamo non sono forse anche attribuibili moralmente alla riforma Basaglia e alla sua apllicazione? Basaglia fu uno dei frutti più tossici del '68.

PIER FRANCO QUAGLIENI
Direttore Centro "Pannunzio" - Torino

MASSIMILIANO KOLBE, "SOLO L'AMORE CREA"

Ci sono frasi che assumono un valore incredibile, che ti entrano dentro, sotto la pelle, ti si infilano nell'anima e non ti abbandonano più. Per capirlo basta chiedere a quel medico nazista che uccise padre Massimiliano Kolbe nel campo di sterminio di Auschwitz. Il medico raccontò nel 1971 che quando gli portarono di fronte, il 14 agosto 1941, Massimiliano, reduce da 15 giorni chiuso nel blocco 13 (dove era finito per salvare un ragazzo condannato a morte), senza cibo né acqua, quegli lo guardò, gli porse il braccio per l'iniezione letale e con un misto di pena e compassione gli disse: «Lei non ha capito nulla della vita, l'odio non serve a niente, Solo l'amore crea!». Racconta il medico che quelle parole gli cambiarono la vita e lo tormentarono per 30 anni, lui che aveva ucciso, torturato, compiuto esperimenti aberranti su esseri umani. A lui e a noi rimane una frase che è molto più che un insieme di lettere, è tutto: "L'odio non serve a niente, solo l'amore crea!".

MARCELLO PASQUERO

mercoledì 21 agosto 2013

'SUGAR SUGAR' ED I FANTASTICI ANNI OTTANTA

"Sugar Sugar", "La notte vola", "Io ballerò", "L'amore è", "La formula 6"... Le colonne sonore degli show del sabato sera anni '80 sprigionano una carica di energia a distanza di tempo. Era l'epoca degli show - non reality -, a ballare e cantare erano ventenni già pieni di gavetta, cui mamma Rai offriva una possibilità e la gloria, prima che i debosciati senza talento raccolti per strada dalla tv spazzatura irrompessero nelle serate degli italiani. Una tv che, a partire dagli anni Novanta, non ha reso il benché minimo servizio all'utenza, se non quello dell'imbarbarimento linguistico e della chimera che meno sai fare e più hai la possiblità di diventare famoso, che il successo televisivo è alla portata di chiunque. Tv a scopo puramente commerciale ed elettoralistico, figlie della modaiola Milano da bere e degli opulenti anni Ottanta.
Già: gli anni Ottanta con i film di Vanzina e le canzoni di Samantha Fox, altra bomba sexi della tv di allora, mentre in Italia la più amata era Lorella Cuccarini e la conduzione di Pippo Baudo era per tutti gli aspiranti conduttori una lezione di stile e competenza professionale.
Gli anni delle vacanze per un mese al mare, della crisi che era solo una parola che si trovava sul vocabolario, della moda fatta di spalline esagerate e di capelli lunghi. Basta un video per ricordare l'energia e l'ottimismo di quegli anni...
 

lunedì 19 agosto 2013

ISLANDA


PERCHE' DIO LO HA PERMESSO?

La figlia di Billy Graham è stata intervistata in uno show televisivo americano, chiamato "Early Show", e la conduttrice, Jane Clayson, le ha chiesto: "Come ha potuto Dio lasciare che il disastro a NYC, e le sue conseguenze potessero verificarsi?". Anne Graham ha risposto in maniera estremamente profonda e penetrante: "Io credo che Dio sia profondamente rattristato da tutto quello che è successo, proprio come lo siamo noi, ma per anni abbiamo detto a Dio di uscire dalle nostre scuole, di uscire dal nostro Governo, e di uscire dalle nostre vite. E da gentiluomo che è, credo che Lui sia quietamente uscito. Come possiamo aspettarci che Dio ci dia le Sue benedizioni, e la Sua protezione, se prima esigiamo che ci lasci soli?"
Vediamo, penso che tutto sia cominciato quando Madeline Murray O'Hare (che è stata assassinata, ed il suo corpo è stato ritrovato recentemente), si lamentò, poiché non voleva che si pregasse nelle scuole americane, e gli americani hanno detto: “OK”.
Poi qualcun altro ha detto che sarebbe meglio non leggere la Bibbia nelle scuole americane. Quella stessa Bibbia che dice: "Non uccidere, non rubare, ama il tuo prossimo come te stesso, ...", e gli americani hanno detto: “OK”.
Poi il Dott. Benjamin Spock ha detto che i genitori non dovrebbero sculacciare i propri figli quando si comportano male, poiché le loro piccole personalità potrebbero essere alterate, e la loro stima personale danneggiata, ed il mondo ha detto: "Un esperto dovrebbe sapere ciò di cui sta parlando.", ed ha detto: “OK” (da notare che il figlio del Dott. Spock si è suicidato).
Poi, in America, qualcuno ha detto che gli insegnanti, i direttori, ed i presidi farebbero meglio a non castigare i bambini quando si comportano male. E gli amministratori scolastici hanno detto che nessun membro scolastico dovrebbe toccare uno studente quando si comporta male, poiché la scuola non ha bisogno di cattiva pubblicità, o addirittura di citazioni in giudizio. E gli americani hanno detto: “OK”.
Poi, in molti paesi del mondo, qualcuno ha detto: "Lasciamo che le nostre figlie abortiscano, se lo vogliono, senza neanche avvisare i propri genitori". Ed il mondo ha detto: “OK”.
Poi qualche saggio docente scolastico ha detto: "Visto che i ragazzi sono ragazzi, e lo faranno comunque, diamo ai nostri figli tutti i preservativi che vogliono, così possono divertirsi quanto vogliono. Ed il mondo ha detto: “OK”.
Poi, i maggiori ufficiali eletti nel mondo hanno detto che non importa quello che una persona fa in privato, anche se si tratta di un governatore, purché ci sia occupazione e lavoro. Ed il mondo, d'accordo con loro, ha detto che non importa ciò che ognuno fa privatamente, incluso i presidenti, purché ci sia lavoro e l'economia vada bene, ed ha detto: “OK”.
Poi il mondo ha detto, Stampiamo dei giornali con foto di donne nude, e chiamiamo tutto ciò "Completo e realista apprezzamento della bellezza del corpo femminile". Ed il mondo ha detto: “OK”.
Poi qualcun altro ha portato quell'apprezzamento un passo oltre, ed ha pubblicato foto di bambini nudi, e li ha anche resi disponibili in rete. Ed il mondo ha detto: “OK”.
Si ha il permesso di girare film e show televisivi che promuovono profanità, violenza, e sesso illecito. Si può registrare musica che incoraggia stupri, droga, omicidi, suicidi, e temi satanici. Ed il mondo li ha chiamati "intrattenimento", ed ha detto che non ha effetti collaterali, e che nessuno, comunque, lo prende in seria considerazione, e quindi ha detto: “OK”.
Ora ci chiediamo perché i nostri figli non hanno coscienza, perché non sanno distinguere il bene dal male, e perché uccidono così facilmente estranei, compagni di scuola, e loro stessi. Probabilmente, se ci pensassimo bene, troveremmo una risposta.
Io penso che il perché ha molto a che fare con: "Ciò che l'uomo avrà seminato, quello ancora mieterà" (Galati 6:7).

domenica 18 agosto 2013

FRANCO SIMONE, "RESPIRO"


IL SAGGISTA PREDILETTO

Si muove con Wṻrde, libero
da falsi allettamenti,
alla prima lettura rivela
una musica che viene da lontano
e lo trascinerà verso quei lidi
dell'immaginare che è l'unico reale.
Nasce dalle stesse prode
che diedero i natali a un altro
geniale triestino. Auguro,
al tuo saggista prediletto,
di reggerne il confronto.
Al resto provvederà il destino.

EUGENIO MONTALE

ALL'ONOREVOLE PROFESSORE

Più storico che politico,
non riuscirà certo a tenere
la nostra barca a galla
sono troppe le falle a poppa
e a prua. I buchi dell'erario
non si potranno rattoppare, pur se
tenteranno di correggere la rotta.
Al di là di ogni inganno politico-mondano
il mio augurio, oggi che s'intorbidano
l'acque, è di non cangiare la sua dirittura.

EUGENIO MONTALE

IL PESCE PILOTA

Un'intera produzione lillipuziana
una misura di francobollo raro
è the size of a book
del nostro mini editore.
Libri che s'intascano facilmente,
ma al tempo stesso
possono essere ingoiati da
un aspirapolvere di modeste
dimensioni. E così, vedremmo
scomparire un intero scaffale
nelle fauci dell'elettroserpente.
Ciò che il fanfano deve paventare
è di mutare in pesce-volante
per poi cadere a capofitto
nella rete del male nazionale
il provincialconformismo.
Certo traggo più diletto dai suoi
libri in-sedicesimo che dai volumi
dei grandi editori, "si parva licet
componere magnis". Cedendo alle tue
istanze perdono il pocket editore
di tutte le infrazioni di percorso.
Ha tagliato il traguardo, il verdetto
è sicuro: avrà la maglia rosa.

EUGENIO MONTALE

COMUNICARE OGGI


mercoledì 14 agosto 2013

LA POESIA PRIMA DEL TEMPORALE ESTIVO



MANGIASOLDI INGANNATRICI A PRIMA MATTINA, FACENDO COLAZIONE AL BAR...

Ore 6.20 di un tiepido mercoledì d'agosto. Reduce dal turno di notte mi reco in un bar albese per la classica colazione. Mentre aspetto il caffè la mia attenzione si sposta su un signore, in tenuta da lavoro, probabilmente un decoratore, come è costume chiamare oggi gli imbianchini. Età approssimativa: 50 anni. Segni particolari: una passione smodata per una mangiasoldi sberluccicante e ululante posizionata nel bar, proprio in faccia al bancone. Osservo e conto, alle 6.25 l'uomo ha già mandato in fumo 21 euro, alle 6.30 sono 37. Leggo il giornale, ma sottecchi decido di continuare a guardare. Nella mangiasoldi finiscono altri 45 euro. Sono le 6.35, il sole è appena sorto e un uomo in un bar di Alba si è già sputtanato oltre 100 euro…quello che provo è un misto di rabbia e commiserazione. Alle 6.38 l'uomo guarda il portafogli, cerca, cerca di nuovo senza trovare altro che non siano scontrini o bottoni. E' fuori di sé, in preda al panico, ha uno sguardo allucinato. Si dirige verso la porta barcollando, si gira di scatto e per la prima volta i suoi occhi incontrano i miei. Cerco di trasmettergli qualcosa, di provare a fargli capire che non è solo e soprattutto che non è perso, che c'è sempre un'altra possibilità, ma non serve a niente, sale sul camion e sfreccia via. Mi restano quegli occhi tristi, simbolo di un paese alla deriva, di uno Stato in mano alle mafie che deruba i propri cittadini e depreda le proprie ricchezze…un paese che non può essere quello per cui è morto mio nonno o si è spezzata la schiena mia nonna, un paese che obbliga i propri cittadini a versare il 50% di tutto quel che guadagnano in tasse e non pago li illude di poter trovare una scappatoia nel gioco d’azzardo per poter fottere anche quel poco che resta. No, questo è un paese che non può essere il mio…

MARCELLO PASQUERO

venerdì 9 agosto 2013

LEZIONI DI VITA DA EINSTEIN A JOBS



1 - Segui la Tua Curiosità
2 - La Perseveranza Non Ha Prezzo
3 - Concentrati sul Presente- Ogni uomo che può guidare in modo sicuro mentre bacia una bella ragazza semplicemente non stando al bacio l'attenzione che merita.
4 - L'Immaginazione è Potente -L'immaginazione è tutto. E' l'anteprima di ciò che stai attraendo nella vita. L'immaginazione è più importante della conoscenza
5 - Sbaglia-La persona che non ha mai fatto un errore, non ha mai tentato qualcosa di nuovo
6 - Vivi nel Momento - Non penso mai al futuro - arriva già abbastanza presto.
7 - Crea Valore - Non sforzarti di essere una persona di successo, quanto piuttosto di essere una persona di valore.
8 - Non Aspettarti Risultati Diversi-Follia: fare la stessa cosa più e più volte e aspettarsi risultati diversi.
9 - La Conoscenza Nasce dall'Esperienza -L'informazione non è conoscenza. L'unica fonte di conoscenza è l'esperienza.
10 - Impara le Regole e poi Gioca Meglio-Devi imparare le regole del gioco. E poi devi giocare meglio di chiunque altro.

ALBERT EINSTEIN


Il nostro tempo è limitato, per cui non lo dobbiamo sprecare vivendo la vita di qualcun altro. Non facciamoci intrappolare dai dogmi, che vuol dire vivere seguendo i risultati del pensiero di altre persone. Non lasciamo che il rumore delle opinioni altrui offuschi la nostra voce interiore. E, cosa più importante di tutte, dobbiamo avere il coraggio di seguire il nostro cuore e la nostra intuizione. In qualche modo, essi sanno che cosa vogliamo realmente diventare. Tutto il resto è secondario. 

STEVE JOBS

lunedì 5 agosto 2013

MOVIDE CHE IMPERVERSANO, DAL PIEMONTE ALLA CAMPANIA

Movide che imperversano. Che tristezza per i nostri giovani

(Gazzetta d'Alba) - Gentile Direttore, come genitore le chiedo la possibilità di vedere pubblicata la seguente lettera sulle movide che imperversano dovunque. Ognuno ha le sue ragioni e i suoi occhiali per leggere un evento sociale di questa natura: l’incentivo del commercio (dicono gli interessati), rivitalizzare i centri storici (dicono gli uomini di cultura), essere al passo con i tempi e favorire i giovani (dicono i politici). Tutto qui? Io sono uno all’antica che desidererebbe un tessuto sociale meno rumoroso, meno invadente e soprattutto meno trasgressivo e commerciale. Non tutto si può comprare e non tutto è guadagno. Il commercio ha un’etica? I costi sociali di lotta e cura alle nuove dipendenze, alle ludopatie che intaccano come un tarlo la crescita dei nostri figli e di diversi adulti dove li collochiamo? Penso a quella donna, che ha fatto storia e girato in rete, che nella sua normalità ha tolto dal suo bar le slot perché stufa di vedere gente rovinarsi e lo ha fatto perdendo degli introiti economici non da poco. Mi pare davvero triste pensare alla vita di una città, delle nostre piccole città e di alcuni paesotti ed essere convinti che sparare musica, vendere alcolici a basso prezzo, abitare in strada la notte a suon di buona o cattiva musica sia una via maestra da percorrere. Anzi, la domanda è: tutto qui? Abbiamo ridotto le nostre vite a bolle di sapone, che luccicano e riflettono, ma al primo soffio ci lasciano con nulla in mano. Fosse per me che sono uno all’antica pazienza, ma la tristezza è maggiore se penso al mondo che lasciamo e a come educhiamo i nostri figli, clienti fedeli e succubi di una cultura del denaro e del profitto. Buona movida a tutti.
Giona Cravanzola Torino

Il tema movida è solo la punta dell’iceberg di un problema più profondo, che non riguarda solo i giovani. Come scrive il lettore, i punti di vista sono diversi. Ci sono quelli favorevoli perché si incentiva il commercio, si rivitalizzano i centri storici, si offrono ai giovani opportunità di incontro e divertimento. Ci sono quelli contrari perché di notte vorrebbero giustamente riposare, o sono preoccupati per l’abuso di alcol, droga, per gli atti di vandalismo. Tutti hanno una parte di ragione. È impensabile una sorta di “coprifuoco” appena scende il buio, i turisti hanno diritto all’intrattenimento, e i giovani a spazi e momenti di aggregazione. D’altra parte il rispetto degli ambienti pubblici e di chi vive in città è da garantire con regole chiare. Il problema però, come dicevo, è di fondo.Non possiamo dimenticare le difficoltà in cui si trovano molti giovani, a causa della mancanza di lavoro e di prospettive per il futuro. Né possiamo fingere di non sapere che proprio noi adulti abbiamo trasmesso loro valori che non sono tali: denaro, successo, potere da ottenere a tutti i costi. C’è spesso alla base della trasgressione giovanile un senso di vuoto, quasi di disperazione, un cupio dissolvi, un desiderio di autodistruzione, che fa spavento. Cosa possiamo fare? Prendersela con la movida in fondo non serve, fatto salvo il rispetto della legge e dei diritti. Bisogna ricostruire il tessuto della società, riscoprendo i valori veri, civili e religiosi. In questo senso la dimensione educativa, che si realizza non solo nella scuola o in parrocchia, ma anche in famiglia, e mediante la testimonianza di vita di ciascuno, è fondamentale. Per questo la Chiesa italiana ha scelto l’educazione come tema portante della sua azione pastorale in questo decennio.Èuna sfida culturale, ma appartiene alla stessa missione cristiana: far sì che ogni uomo possa incontrare Dio, scoprendo la forza trasformante del suo amore e della sua verità, in una vita nuova caratterizzata da tutto ciò che è bello, buono e vero.



"Così si uccide il centro storico"

(Otto Pagine) - Benevento – E’ un coro unanime di proteste: non solo le regole del progetto “Movida”, ma anche i metodi di applicazione, troppo da “sceriffi” secondo i gestori dei locali, vengono stigmatizzati nel “day after”. Il titolare dell’Opera di Piazzetta Vari, Gino Cocozza, infatti commenta: «La situazione è assolutamente assurda: quando non si riesce a gestire un problema la via più semplice è la repressione, ne prendiamo atto». Cocozza, inoltre, critica i metodi con cui si è chiesto di far rispettare le norme: «E’ arrivata una persona in borghese, con atteggiamento da sceriffo, e senza qualificarsi ha preteso che la musica venisse spenta. Preciso che mi sono attenuto alle regole senza dir nulla: non ho rifiutato di abbassare la musica, non ho preteso di tenerla accesa. C’era tanta gente che può confermare». Ne ha anche per l’assessore al Commercio, Nicola De Luca, il titolare dell’Opera di Piazzetta Vari: «Dovrebbe essere il nostro sindacalista, invece sembra più ambire a fare il questore o il prefetto». Come Razzano anche Cocozza rifiuta l’associazione movida uguale violenza: «Che cosa c’entra? Se così fosse allora si dovrebbero chiudere tutti i luoghi in cui avvengono litigi o scontri: discoteche, stadi… Non capiscono che è una questione di rilancio: l’amministrazione dovrebbe capirlo. In questo modo invece non si fa altro che espellere la gente dal centro storico, è un’operazione completamente sbagliata. Ci dovrebbero ascoltare un po’ di più, invece, se un consiglio comunale decide all’unanimità di varare queste regole vuol dire una cosa sola: i consiglieri non vivono questa città». Ipotizza una manifestazione di protesta, ma pacifica, Cocozza: «L’idea è di mobilitare tutti, tenendo chiusi i locali, per riappropriarsi del quartiere: una serata di gioia e divertimento per dire che la movida è gioia, non delinquenza».
Benevento – E’ un coro unanime di proteste: non solo le regole del progetto “Movida”, ma anche i metodi di applicazione, troppo da “sceriffi” secondo i gestori dei locali, vengono stigmatizzati nel “day after”. Il titolare dell’Opera di Piazzetta Vari, Gino Cocozza, infatti commenta: «La situazione è assolutamente assurda: quando non si riesce a gestire un problema la via più semplice è la repressione, ne prendiamo atto». Cocozza, inoltre, critica i metodi con cui si è chiesto di far rispettare le norme: «E’ arrivata una persona in borghese, con atteggiamento da sceriffo, e senza qualificarsi ha preteso che la musica venisse spenta. Preciso che mi sono attenuto alle regole senza dir nulla: non ho rifiutato di abbassare la musica, non ho preteso di tenerla accesa. C’era tanta gente che può confermare». Ne ha anche per l’assessore al Commercio, Nicola De Luca, il titolare dell’Opera di Piazzetta Vari: «Dovrebbe essere il nostro sindacalista, invece sembra più ambire a fare il questore o il prefetto». Come Razzano anche Cocozza rifiuta l’associazione movida uguale violenza: «Che cosa c’entra? Se così fosse allora si dovrebbero chiudere tutti i luoghi in cui avvengono litigi o scontri: discoteche, stadi… Non capiscono che è una questione di rilancio: l’amministrazione dovrebbe capirlo. In questo modo invece non si fa altro che espellere la gente dal centro storico, è un’operazione completamente sbagliata. Ci dovrebbero ascoltare un po’ di più, invece, se un consiglio comunale decide all’unanimità di varare queste regole vuol dire una cosa sola: i consiglieri non vivono questa città». Ipotizza una manifestazione di protesta, ma pacifica, Cocozza: «L’idea è di mobilitare tutti, tenendo chiusi i locali, per riappropriarsi del quartiere: una serata di gioia e divertimento per dire che la movida è gioia, non delinquenza». - See more at: http://benevento.ottopagine.net/2013/08/05/cosi-si-uccide-il-centro-storico/#sthash.2RKRZrFh.dpuf
«Così si uccide il centro storico»
«Così si uccide il centro storico»

sabato 3 agosto 2013

VACANZE DI IERI E DI OGGI. LA GENERAZIONE CHE SAPEVA SOGNARE

Su La Stampa del 3 agosto 2013, il regista Pupi Avati parla delle sue vacanze e fa questa riflessione:
"C'era un'adattabilità che derivava anche dall'essere usciti dalla guerra. E i genitori avevano una grande capacità di fare apprezzare a noi figli ogni cosa. oggi vedo che rendere felice un nipotino è difficile. Quando arrivi a regalare a un bambino dei soldi perché hanno già tutto e non sai cosa regalare, vuol dire che è finita. Gli economisti, che poi sono i responsabili della crisi, sanno solo ragionare per grafici e statistiche, e non con il cuore e la fantasia. Ci promettono solo il negativo. Se avessi vissuto in un clima come quello di oggi, non avrei fatto i 45 film che ho fatto. Stiamo privando i nostri figli e nipoti della possibilità di credere che la vita possa offrire qualcosa di eccezionale".

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