Di fronte all'attuale crisi planetaria, a politici che non fanno un solo sacrificio e ne richiedono a bizzeffe ai soliti fessi, a preti che affiggono cartelli offensivi della dignità della donna e ad altri che prendono parti politiche in vista delle prossime elezioni, invece di parlare di Gesù Cristo, mi viene da pensare alla storia del peccato originale nel Paradiso terrestre.
Com'è noto, Adamo ed Eva non dovevano avvicinarsi al frutto proibito, per espressa richiesta del Creatore. Ma Adamo, tentanto dalla donna, si decise a cogliere il frutto ed a mangiarlo. E improvvisamente si accorsero di essere nudi. La prima coppia della storia dell'umanità si rese conto della propria intrinseca miseria, ed il risultato della sua disobbidienza fu la cacciata dal Giardino delle delizie.
Allora: chi ha visto nell'affare un peccato di natura sessuale; chi lo ha interpretato come un peccato di presunzione. Potremmo anche inserirlo nella casistica dei peccati di gola. Ma insomma, a pensarci bene, questa storia potrebbe essere vista sotto diverse angolazioni, ed i peccati ci potrebbero rientrare tutti.
Anche quello di furto, a pensarci bene. Adamo ed Eva che rubano un frutto nel bosco delle delizie, proprio quello a cui era vietato avvicinarsi. E cosa ci tenta di più, se non ciò che ci viene proibito?
Adattando il peccato alla situazione odierna, dove la spirale perversa è quella di: politica-furto-ruberia-crisi, si potrebbe allora fare l'equazione: mela-furto-Adamo ed Eva colti con le mani nel sacco-scacciati in quanto emeriti ladri.
Il settimo comandamento, non rubare, a pensarci bene, è quello maggiormente infranto.
Si cominciò con una semplice mela, e poi...