giovedì 29 luglio 2010
venerdì 23 luglio 2010
giovedì 22 luglio 2010
DIVERTISSEMENT
Vatlu a pié 'n tel cu' (Piemontese, "Vattelo a prendere nel cu...."
Di: Raccolta di imprecazioni in dialetto
« Odiarti? Innanzitutto dovresti esistere e poi dovrei trovare tempo, quindi, no.»
Di: Le più belle e ciniche frasi di Grey's Anatomy
Questo è il Liceo Classico
Di: Questo è il Liceo Classico
mi sembra logico! :)
Meglio essere pazzo per conto proprio, anziché savio secondo la volontà altrui. [Nietzsche]
Io cerco di essere lɑ rɑgɑzzɑ fine ed educɑtɑɑ..
Mɑ porcɑ troiɑ ci deve sempre essere un coglione che rompe le pɑlle..
Eccheccɑzzo! :O ♥
deve essere vissuto come un piacere...non con mille paranoie e quindi come un
tormento!!
Mai!
Se la tua vita è un fiasco... Non rimane che berlo...!
Di:Gli amici della Sbornia
Sai, tu mi ricordi un'antica e mitica città..."Atlantide????" ♥
"No.TROIA" -.-
Ignoriamo chi ci adora, adoriamo chi ci ignora, amiamo chi ci fa del male, e facciamo del male a chi ci ama.
Dietro αd ogni stronzα c'è sempre unα donnα feritα.
martedì 20 luglio 2010
IL PRIMO SERVIZIO AL PROSSIMO
domenica 18 luglio 2010
MEMORIE DI UNA SIGNORINA PERBENE
Appartenente ad una delle famiglie più facoltose e in vista di Benevento, la Russo rievoca l’infanzia protetta nell’entourage familiare, tra padre, madre, zie, nonni, cugini, sorella, governanti, donne di servizio, autisti, giardinieri. Una sorta di “curtis medievale”, con rari momenti di vita fuori dal contesto domestico, su cui si stagliano, possenti e prepotenti, le figure maschili, a cominciare dal papà sempre urlante ed il nonno silenzioso, entrambi con il debole per le donne e viveur patentati. La madre, donna di gran carattere, mai piegata dalla prepotenza del marito. Le altre figure femminili, giovani e vecchie, tutte con la propria storia ed il proprio temperamento, descritto con estrema precisione.
La fabbrica Russo, che produce legnami, creata dal nulla dall’intraprendente nonno Marino, gran cervello, molto versato negli affari. Distrutta dai bombardamenti del ’43 e subito ricostruita grazie all’immensa fortuna accumulata dal suo fondatore. I privilegi legati al censo. L’educazione alle buone maniere, le inquietudini dell’adolescenza, le prime sigarette fumate di nascosto ed i bikini indossati quando si poteva. L’avversione per la scuola, o meglio, per i professori che non amavano quello che insegnavano, e l’incontro col grande Gianni Vergineo, docente di filosofia, ma prima ancora maestro di vita, che finalmente le schiude nuovi orizzonti di conoscenza. Gli studi universitari compiuti a Roma, l’incontro con il primo marito, un timido medico figlio della buona borghesia romana. La vita con il nuovo compagno.
Il libro, godibilissimo, si legge tutto d’un fiato e l’effetto è esilarante.
ALCUNI ESTRATTI
Padre padrone
Mio padre ebbe sempre il sesso come sua croce e delizia. Lo consumava avidamente, come le sigarette. E non lo nascondeva.
- un’estate in cui eravamo in vacanza al mare a Manfredonia, correvano gli anni ’50, mio padre portò mia madre ed i suoi di lei genitori da Padre Pio. Tutti si confessarono ed ebbero l’assoluzione. Quando fu il turno di mio padre, entrò nel confessionale e ne uscì stralunato pochi minuti dopo. Padre Pio gli aveva chiesto, prima che lui aprisse bocca, in dialetto, come lui faceva “Uagliò, quanti soldi e’ spennuto pe’ femmene?”. Mio padre, interdetto, rispose “Non me lo ricordo” “Ce vedimm’ quann’ t’è turnata a’ memoria”. Per mio padre questo evento, di cui furono testimoni mia madre e i miei nonni, fu un dramma. Cominciò a frequentare assiduamente la basilica della Madonna delle Grazie. (…). Molti anni dopo un operaio della ditta si recò a San Giovanni Rotondo. Padre Pio gli disse “Di’ a u’ padrone ca u’ sto’ aspettann’”. (…)
Il sesso tanto era frequentato e praticato da lui, tanto doveva essere tenuto a distanza siderale da tutte, dico tutte, le donne di casa.
Siamo ricchi
Ogni nucleo familiare aveva in dotazione due donne di servizio ed una governante/bambinaia. Una lavandaia lavava a turno per tutti e quindi era in comune. La lavandaia si chiamava Giovannina. Era magra, nodosa nel corpo e nelle mani, vestita di nero. Le mani le ricordo deformate dall’artrosi e dall’uso, erano rosse e gonfie. Aveva i capelli raccolti sulla nuca, il tuppo… Non parlavamai, era sempre incupita, presa soltanto dalla sua fatica immane. Lavava, in un locale che era nel giardino dei miei nonni e che dava sulle prime propaggini della ditta. Piccolo giardino che nessuno frequentava se non Giovannina. Lavava con la soda e i suoi bucati erano bianchissimi.Nutro ancora per lei un profondo e doloroso affetto.
Il tango col caschè
Anche io avevo i miei numerosi corteggiatori. Si incapricciavano dei miei dinieghi, della mia sfuggevolezza, del mio erotismo in fiore presente e negato. Li ponevo sempre tutti in difficoltà con domande esistenziali mutuate da Jaspers, Heidegger… Sbarcavo poi, ogni mattina, davanti la scuola dalla Alfa 1900 color argento con autista. Il fatto mi donava irraggiungibilità ed io aggiungevola mia spocchia. Mi sono anche “fidanzata” due volte.
EDIZIONI REALTA’ SANNITA BENEVENTO
venerdì 16 luglio 2010
SCOPERTA ARCHEOLOGICA NELL'AREA DELLE TORRI GEMELLE
lunedì 12 luglio 2010
BENEVENTO LA CITTA' DELLE STREGHE
domenica 11 luglio 2010
sabato 10 luglio 2010
ACCIAIO
La scrittrice, Silvia Avallone, ha 25 anni, è nativa di Biella e vive a Bologna, dove si è laureata in filosofia. Questo è il suo primo romanzo. Il libro è edito da Rizzoli.
La lettura mi ha acchiappato subito, fin dalle prime righe. Prosegue con vigore e ritmo lungo tutto il testo ed a mio parere, questo è forse è uno dei pochi testi validi in circolazione per capire i conflitti, i sogni, i problemi di quell’età in potenza che è la fase adolescenziale. Un quasi Premio Strega che ha già conquistato le vette dei libri più venduti nell’ultimo periodo.
E poiché la letteratura contemporanea riserva sempre più spesso spiacevoli sorprese – nel senso di libri che lasciano davvero con l’amaro in bocca –, stavolta, per non farmi fregare da titoloni e copertine, prima di acquistarlo sono andata a leggermi una bella recensione di Gordiano Lupi. La trovate qui: http://www.kultunderground.org/articoli.asp?art=1532
"Non fateci un film - scrive Lupi - perché distruggerete l’incanto e la poesia della pagina scritta, non riproducibile dallo scarso mestiere di certi registi italiani contemporanei che seguono le orme di Moccia e Muccino. A meno che non si scoprano nuovi emuli di Pasolini e Germi, capaci di farsi cantori di un’epopea ambientata ai tempi in cui la classe operaia non può andare in Paradiso".
UN SILENZIO ASSORDANTE
CONCETTA LA NAIA
MESTRE (VE)
“Lettere al direttore”, La Stampa, 10 luglio 2010, pag. 36
venerdì 9 luglio 2010
giovedì 8 luglio 2010
CERVINARA, IL TRESCINE ALBERATO
POESIE DI CATULLO
(Traduzione dal latino di Guido Paduano)
Piangete, Veneri e Amori,
e tutti quanti gli uomini delicati.
E’ morto il passero della mia ragazza,
il passero, delizia della mia ragazza,
che lei amava più dei suoi occhi
perché era dolcissimo e riconosceva la sua
padrona come una bimba la mamma,
non si staccava mai dal suo grembo
ma, saltabeccando qua e là,
cinguettava a lei soltanto.
E adesso va per la strada buia
Dove dicono che non si torna
Indietro. Maledette, malvagie
Tenebre dell’Ade che divorate tutte
le bellezze, ed un passero
bellissimo me l’avete tolto.
Che disgrazia, mio povero passero!
Ora per causa tua sono rossi di pianto
E gonfi gli occhi della mia donna.
§§§
Viviamo, Lesbia mia, ed amiamoci,
e i brontolii dei vecchi austeri
valutiamoli, tutti insieme, due soldi.
Il sole può tramontare e tornare,
ma noi, quand’è tramontata la nostra
breve luce, dobbiamo dormire una sola notte,
perpetua.
Dammi mille baci, e poi cento,
poi altri mille e altri cento.
Quando ne avremo fatti molte migliaia,
li confonderemo per non sapere più il loro numero,
che nessuno possa farci il malocchio, sapendo
un numero così enorme di baci.
§§§
Odi et amo. Quare id faciam, fortasse requiris?
Nescio, sed fieri sentio et excrucior.
Odio e amo. Mi chiederai come faccio.
Non so, ma lo sento succedere, e mi tormento.
AMORE ODIO (UOMINI CHE ODIANO LE DONNE)
L’ultima vittima della follia omicida del maschio è Roberta Vanin (foto), 43enne erborista della laguna veneta (abitava a Spinea, vicino Mestre). Massacrata con venti coltellate dal fidanzato professore che non accettava di essere perdonato dopo averla cornificata.
E prima di lei Simona Melchionda, 25 anni, impiegata ad Arona, sul lago Maggiore, dal fidanzato carabiniere, in servizio ad Oleggio, che teneva bellamente in piedi due relazioni, e con l’altra in dolce attesa… Il suo corpo è stato ritrovato a Pombia, nelle acque del Ticino, dopo un mese di ricerche.
Per ironia della sorte, proprio il giorno dell’assassinio della Vanin, la Cassazione si era espressa in merito al reato di stalking, ammonendo i giudici ad emettere misure di sicurezza a tutela delle vittime di persecuzione (ordine di allontanamento e obbligo di dimora nei confronti del molestatore).
Che l’amore sia collegato alla follia lo avevano capito anche gli antichi, perché lo stato dell’innamorato è patologico, è, appunto, da folle, o paragonabile a quello del drogato.
Proprio in questi giorni si torna a parlare delle dinamiche del delitto Cesaroni: prima un approccio sessuale, poi la mano armata dell’assassino.
E’ fenomeno dei nostri tempi che un numero sempre crescente di donne cada vittima del furore omicida di uomini rifiutati, non perdonati o semplicemente dimenticati, i quali non accettano di essere degli ex. Perché l’ossessione li divora, ed dal rancore per essere stati rifiutati si passa in molti, troppi casi, all’efferato gesto di distruzione dell’oggetto del proprio amore-odio.
Una legislazione su casi di stalking è quanto mai urgente. Ma ancor prima, uno studio approfondito sulla psiche maschile e sulle ossessioni che distruggono la vita di chi le vive e delle persone cui queste sono indirizzate.
CAMPAGNA ANTIFACEBOOK
- Con foto e data di nascita, possono farvi lavoretti sgradevoli come documenti personali falsi e carte di credito taroccate.
- E’ un mangiatempo incredibile. Se avete una bacheca, siete costretti a scrivere le cose più cretine e perdervi a pazzeggiare sui profili degli altri, in cerca di informazioni personali che nessuno vi darà mai. Sottrae ore preziose al vostro lavoro e allo studio. E il tempo è troppo prezioso per tutti.
- La sera inchioda i ragazzini davanti al computer. Una volta si usciva a cercare la morosa o il moroso, oppure si discuteva con la propria compagnia. Il muretto e la piazza erano reali, e non virtuali. Impedisce ai giovani di partecipare a serate, pomeriggi ed eventi che meritano, perché sono tutti drogati di facebook. In attesa che arrivi questo o quel messaggino.
- E poi ci sono le cliniche per gli intossicati di Facebook. Dove vanno a curarsi con i farmaci e le sedute dallo psicologo, esattamente come i drogati di gioco.
- Ma alla fine, sto’ Facebook a che serve? A fare a gara a chi dice più cretinate ed a far atrofizzare il cervello?
A cercare persone che avete perso? Non illudetevi. Se avete perso qualcuno era perché dovevate perderlo.
- C’è un mondo fuori. Per molti la second life rischia di diventare la prima life.
martedì 6 luglio 2010
LA SUORA GIOVANE
Tra i due nasce un amore profondo e delicato che in soli venti giorni stravolge la monotona vita del grigio impiegato. Che rompe la sua solitudine, che egli cerca di colmare tra una palpatina alla collega d’ufficio Iris ed alla fidanzata-amante Anna, della quale in fondo non gli è mai interessato niente.
L’amore stravolge la quotidianità, la banalità, rende capaci dell’impensabile, con la forza che solo un sentimento vero e potente puo’ dare.
E proprio interrogandosi sul sentimento che prova Antonio scopre una verità universale per tutti quelli che si innamorano: «M’accorgo che non ho mai avuto, per lei, pensieri o desideri carnali. Mi stupisce: fino a poco tempo fa ho creduto – anzi, non avevo mai avuto bisogno di riflettere, tanto pareva naturale – che tra un uomo e una donna tutto nascesse da un desiderio, molte volte normale, serio, magari austero ma carnale sempre. Il resto dava un senso a questa cosa.»
Non è la prima storia di una malmonacata, nella letteratura italiana ne abbiamo esempi da Manzoni a Boine, ma è una storia singolare, che nel giro di breve tempo fa acquisire al protagonista una nuova consapevolezza di sé stesso ed un coraggio inaspettato.
Belle le descrizioni della città di Torino e quella del paese di Mondovì, dove Antonio va a cercare notizie di Serena dai genitori di lei. Scopre un mondo contadino fatto di fatica e miseria, da cui i genitori hanno voluto salvare Serena indirizzandola ad una vita di suora. Qui Antonio scoprirà che Serena è stata trasferita in convento a Ferrara e deciderà di seguirla perché la vuole sposare.
Una storia dal fascino intramontabile. Un libro che consiglio a tutti di leggere.
GIORNATA GRANDIOSA
domenica 4 luglio 2010
sabato 3 luglio 2010
I DIVIETI DEL 2010
Alcuni esempi:
- Eraclea, provincia Di Venezia: vietato andare in giro in spiaggia senza indossare una maglietta. Vietato giocare a pallone, costruire castelli di sabbia, raccogliere conchiglie e prelevare sabbia.
- Mintumo, provincia di Latina: vietato usare i risciò a pedali durante i fine settimana di luglio e durante tutto il mese di agosto.
- Sui litorali toscani e romagnoli altrimenti si rischia una multa da 2 mila euro a 10 mila. Al Lido di Dante, storica spiaggia naturista in provincia di Ravenna: vietato ascoltare musica ad alto volume dalle 13:00 alle 16:00. Vietato fare volantinaggio, prendere il sole in topless e da quest’anno per i primi 200 metri di spiaggia è possibile passeggiare ma non fermarsi a prendere il sole.
- A Stirolo: vietato occupare il posto in spiaggia lasciando un asciugamano.
- Lucca e Capriate (Bg): vietato mangiare per strada ed aprire kebab nel centro storico.
ESOF 2010
Seguire le quattro giornate di dibattiti e mostre sulla scienza, prevede un pacchetto completo di quasi 350 euro.
Ieri, 2 luglio, per la “modica” cifra di cento euro, nell’Auditorium del centro mostre e fiere, i convenuti hanno potuto assistere al saluto proiettato su schermo gigante del presidente della repubblica Giorgio Napolitano.
Il presidente dallo schermo ed i relatori in platea (tra cui Chiamparino) si esprimevano rigorosamente in inglese.
Smartcollective
Sciencemeetsart
Vogliamo trasmettere la passione per la scienza attraverso l’arte, e la passione per l’arte grazie alla scienza.
Vogliamo cantare l’amore per la scienza, i suoi modi di vedere l’universo (la fisica di Galileo e newton, la relatività, la meccanica quantistica, la teoria delle stringhe, la teoria dell’informazione) ed i suoi modi di interagire con esso (la nanotecnologia, la biotecnologia).
Amare il sapere scientifico non esclude la volontà di instaurare con esso un rapporto critico.
Contro un passato iperspecializzato, proponiamo un futuro transdisciplinare.
Vogliamo distruggere i vernissage, i critici, il consumismo dell’arte, le aste, le fiere, i musei – opera; vogliamo esaltare il pensiero, l’espressione, il sentimento, la bellezza, la comprensione, la conoscenza, l’arte per l’arte.
Intendiamo abbattere la dittatura dell’occhio, curare la bulimia della visione; in un mondo sopraffatto dall’ipertrofia di immagini, vogliamo glorificare l’organo che più di ogni altro ci permette di vedere: il cervello.
Siamo per un’arte che parli direttamente allo spettatore, senza la mediazione di didascalie, spiegazioni, elucubrazioni e le vacue parole dei critici e dei curatori.
Contro gra parte dell’arte contemporanea che non significa nulla e che si presta di conseguenza a qualsiasi interpretazione, siamo per opere che trasmettono un significato.