lunedì 4 maggio 2009

BRINDISI

Due sono le versioni che sembra spieghino il termine “brindisi”.
La prima sarebbe da mettere in relazione con la città di Brindisi presso la quale i giovani Romani, dopo una cena di saluto terminata con gli augurali libagioni, s’imbarcavano per raggiungere la Grecia dove avrebbero perfezionato l’educazione.
La seconda sarebbe legata al temine spagnolo “brindis”, variazione della formula tedesca “bring dir’s” (lo porto a te) trasmessa dai soldati mercenari lanzichenecchi alle milizie spagnole (XVI sec.). L’abitudine di accompagnare il brindisi con le parole: “salute” o “viva”, sarebbe ispirata al gesto secolare di versare un po’ del proprio vino nel bicchiere dell’ospite e viceversa, fatto per garantire che nessuno dei due fosse avvelenato.
Il bindare è diffuso in tutto il mondo; variano ovviamente le escalmazioni usate: la parola prosit di origine latina significa “sia utile, faccia bene, giovi!”, o anche “sia a favore”.
Cin cin ha origini cinesi: deriva infatti da ch’ing ch’ing, che in passato significava “prego prego” (attualmente significa “bacio”).
Usato tra i marinai di Canton come forma di saluto cordiale ma scherzoso, fu esportato nei porti europei. In alcuni paesi attecchì subito per il suono onomatopeico al rumore prodotto dal battere due bicchieri tra loro.


(Orangerie del castello di Pralormo)

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