Alessio Saro, il comico noto con i nomi d'arte di Billy Ballo e Nick Malanno, è stato arrestato: l'accusa è di aver adescato una tredicenne e di aver avuto rapporti sessuali con lei.
Orma non c'è praticamente più nessuno che non lo sappia: la notizia ha subito ottenuto un'eco notevole, sia per il fatto in sé sia perché coinvolge un personaggio pubblico.
Secondo il Gip che ha emesso l'accusa, "Saro è persona in preda a irrefrenabili impulsi sessuali che indirizza nei confronti di persone molto giovani e perciò indifese"; stando alle indagini condotte, l'attore avrebbe incontrato più volte la ragazza senza che la famiglia di questa sapesse o sospettasse alcunché e, una volta scoperto, l'avrebbe poi istruita per raccontare il falso agli inquirenti.
Messa così, si tratta certamente di una brutta storia, purtroppo non unica; se Saro sarà riconosciuto colpevole e condannato, l'intera vicenda diventerà un altro orribile caso di pedofilia, aggravato dall'approfittarsi da parte di un personaggio noto dell'infatuazione di una ragazzina.
Lasciando alle autorità la ricerca delle prove e il giudizio sulla vicenda, diventa invece facile prevedere quali saranno le conseguenze sulla Rete.
Saro, infatti, ha conosciuto la ragazzina tramite Facebook. Anche quando la differenza d'età è diventata palese, i due hanno continuato a scriversi e poi a frequentarsi.
È persino ovvia la voglia di proseguire nel rapporto se proviene da una ragazzina cui magari non sembra vero poter corrispondere così con un personaggio che esercita su di lei una forte attrattiva; è meno ovvia se proviene da un adulto che di tutto ciò dovrebbe essere cosciente.
Le conseguenze prevedibili di cui parlavamo comprendono la demonizzazione di Facebook per iniziare, e forse per estensione di Internet tutta: in fondo, i precedenti non lasciano ben sperare.
Tristemente, un fatto come questo potrebbe diventare la leva per introdurre - o almeno riproporre in forze - una stretta regolamentazione della Rete.
Inizialmente con la motivazione ufficiale di difendere i bambini, naturalmente, ma fatalmente con la possibilità che l'estensione alla protezione del diritto d'autore diventi automatica, senza in realtà che l'associazione tra le due cose sia chiara, come certi ddl fanno temere.
Se ciò è quanto succederà, la politica italiana dimostrerà ancora una volta di non voler capire che cosa sia Internet e che il problema non è - come al solito - nel mezzo, ma in chi lo usa (e, nel caso della ragazzina, in chi lo fa usare: possibile che i genitori si facciano fregare così, fino ad accorgersi solo quando è troppo tardi?).
Potrebbe anche darsi che l'abuso di un adulto su un minore passi in secondo piano a vantaggio della censura della Rete, emotivamente decisa.
Sarebbe l'ignobile sfruttamento di una vicenda che dovrebbe porre questioni più serie che non la ricerca di nuovi modi per bloccare Facebook e soci i cui log, tra l'altro, saranno utili agli inquirenti per appurare i fatti: chi adesca minorenni in Rete sappia che lascia sempre delle tracce.
Orma non c'è praticamente più nessuno che non lo sappia: la notizia ha subito ottenuto un'eco notevole, sia per il fatto in sé sia perché coinvolge un personaggio pubblico.
Secondo il Gip che ha emesso l'accusa, "Saro è persona in preda a irrefrenabili impulsi sessuali che indirizza nei confronti di persone molto giovani e perciò indifese"; stando alle indagini condotte, l'attore avrebbe incontrato più volte la ragazza senza che la famiglia di questa sapesse o sospettasse alcunché e, una volta scoperto, l'avrebbe poi istruita per raccontare il falso agli inquirenti.
Messa così, si tratta certamente di una brutta storia, purtroppo non unica; se Saro sarà riconosciuto colpevole e condannato, l'intera vicenda diventerà un altro orribile caso di pedofilia, aggravato dall'approfittarsi da parte di un personaggio noto dell'infatuazione di una ragazzina.
Lasciando alle autorità la ricerca delle prove e il giudizio sulla vicenda, diventa invece facile prevedere quali saranno le conseguenze sulla Rete.
Saro, infatti, ha conosciuto la ragazzina tramite Facebook. Anche quando la differenza d'età è diventata palese, i due hanno continuato a scriversi e poi a frequentarsi.
È persino ovvia la voglia di proseguire nel rapporto se proviene da una ragazzina cui magari non sembra vero poter corrispondere così con un personaggio che esercita su di lei una forte attrattiva; è meno ovvia se proviene da un adulto che di tutto ciò dovrebbe essere cosciente.
Le conseguenze prevedibili di cui parlavamo comprendono la demonizzazione di Facebook per iniziare, e forse per estensione di Internet tutta: in fondo, i precedenti non lasciano ben sperare.
Tristemente, un fatto come questo potrebbe diventare la leva per introdurre - o almeno riproporre in forze - una stretta regolamentazione della Rete.
Inizialmente con la motivazione ufficiale di difendere i bambini, naturalmente, ma fatalmente con la possibilità che l'estensione alla protezione del diritto d'autore diventi automatica, senza in realtà che l'associazione tra le due cose sia chiara, come certi ddl fanno temere.
Se ciò è quanto succederà, la politica italiana dimostrerà ancora una volta di non voler capire che cosa sia Internet e che il problema non è - come al solito - nel mezzo, ma in chi lo usa (e, nel caso della ragazzina, in chi lo fa usare: possibile che i genitori si facciano fregare così, fino ad accorgersi solo quando è troppo tardi?).
Potrebbe anche darsi che l'abuso di un adulto su un minore passi in secondo piano a vantaggio della censura della Rete, emotivamente decisa.
Sarebbe l'ignobile sfruttamento di una vicenda che dovrebbe porre questioni più serie che non la ricerca di nuovi modi per bloccare Facebook e soci i cui log, tra l'altro, saranno utili agli inquirenti per appurare i fatti: chi adesca minorenni in Rete sappia che lascia sempre delle tracce.
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