mercoledì 31 dicembre 2008

IL PIU' BELLO DEI MARI

Il più bello dei mari
è quello che non navigammo.
Il più bello dei nostri figli
non è ancora cresciuto.
I più belli dei nostri giorni
non li abbiamo ancora vissuti.
E quello
che vorrei dirti di più bello
non te l'ho ancora detto.

Nazim Hikmet

domenica 28 dicembre 2008

Benevento city in the hours 2008

A voi, curiosissimi colleghi e nordici allievi che mi seguite in etere. A voi - siciliani, calabresi, lombardi, piemontesi, abruzzesi, ecc. ecc.- che mi chiedete ragguagli, vita morte e miracoli della mia città di origine. A voi sanniti, che non incontro mai nelle mie peregrinazioni inter ed extrapeninsulari, vista la vostra vocazione di "fraccomodi" come pochi a questo mondo. A voi, persone più o meno importanti per la mia vita e per la mia storia...
Ecco qualche foto scattata da me, che vergo questo blog, in giro per la mia città di origine. La Benevento candidata al patrimonio Unesco. La città delle streghe e di papa Orsini, la città dell'arco di Traiano e di San Giuseppe Moscati. La città del Teatro Romano e della Rocca dei Rettori...



sabato 27 dicembre 2008

LE PAROLE DI ALBERONI PRIMA DELLA RIFORMA GELMINI

“Cosa fare per stimolare, far esprimere l’energia e la creatività giovanile impedendo però che diventi forza distruttiva, dissipazione, ma si incanali verso una meta costruttiva?
Non abbiamo a disposizione che la scuola. Me le nostre sono ancora le vecchie scuole progettate per l’insegnamento in aula mezza giornata. Oggi avremmo bisogno di college diurni in cui i ragazzi entrano alle 8 del mattino ed escono alle 7 di sera. Una scuola dove oltre allo studio tradizionale fanno ginnastica, sport, teatro, cinema, musica, e dove imparano anche attività artigianali di cui la società ha un assoluto bisogno come, per esempio, l’elettricista, l’idraulico, il falegname, il cuoco, il giardiniere, per cui escono avendo già un mestiere. Una scuola che richiede insegnanti preparati, motivati, pagati bene, che credono nel loro compito educativo e a cui sono stati restituiti l’autorevolezza e il potere necessari.
Certo, si tratta di un impegno – anche economico – colossale, che non può essere realizzato in un istante. Me se non ci si mette su questa strada avremo delle famiglie sempre più in difficoltà, dei giovani sbandati e gravi problemi di sviluppo economico”

Francesco AlberoniMode, modelli e idoli dell’Internazionale giovanile

Corriere della Sera, 12 maggio 2008

giovedì 25 dicembre 2008

BUON NATALE





PER CHI SI METTE IN VIAGGIO

O Signore, insegnami ad essere cristiano anche sulla strada. Guida i miei passi sulla via della pace e del bene; proteggimi nei miei viaggi, così che in salute e in serena letizia posa ritornare fra i miei cari. E tu, sant’Antonio di Padova, che finché eri in vita tanto camminasti e viaggiasti per annunciare il Regno di Dio, fammi compagnia mentre viaggio in bicicletta, in moto o in macchina, in treno o in aereo; tienimi lontano dai pericoli e aiutami ad essere solidale con chi incontro o mi è accanto.

RIFLESSIONI

1. Ti amo non per chi sei ma per chi sono io quando sono con te.

2. Nessuna persona merita le tue lacrime, e chi le merita sicuramente non ti farà piangere.

3. Il fatto che una persona non ti ami come tu vorresti non vuol dire che non ti ami con tutta se stessa.

4. Un vero amico è chi ti prende per la mano e ti tocca il cuore.

5. Il peggior modo di sentire la mancanza di qualcuno è esserci seduto accanto e sapere che non l'avrai mai.

6. Non smettere mai di sorridere, nemmeno quando sei triste, perché non sai chi potrebbe innamorarsi del tuo sorriso.

7. Forse per il mondo sei solo una persona, ma per qualche persona sei tutto il mondo.

8. Non passare il tempo con qualcuno che non sia disposto a passarlo con te.

9. Forse Dio vuole che tu conosca molte persone sbagliate prima di conoscere la persona giusta, in modo che, quando finalmente la conoscerai, tu sappia essere grato.

10. Non piangere perché qualcosa finisce, sorridi perché è accaduta.

11. Ci sarà sempre chi ti critica, l'unica cosa da fare è continuare ad avere fiducia, stando attento a chi darai fiducia due volte.

12. Cambia in una persona migliore e assicurati di sapere bene chi sei prima di conoscere qualcun'altro e aspettarti che questa persona sappia chi sei.

13. Non sforzarti tanto, le cose migliori accadono quando meno te le aspetti.


"TUTTO QUELLO CHE ACCADE, ACCADE PER UNA RAGIONE"

Gabriel García Márquez

lunedì 22 dicembre 2008

AMICIDIMERDA

VI CONSIGLIO DI ANDARE A VEDERE QUESTO BLOG,SCRITTO CON MOLTO SENSE OF HUMOR DA UNA TRENTUNENNE SPOSA E PROSSIMA MAMMA DI FAMIGLIA-;)http://amicidimerda.wordpress.com/
FB v/s BLOG
Novembre 20, 2008

Coltivo una segreta e forse irrazionale antipatia nei confonti di facebook.
Mi spiego: è gustoso girovagare in quello spazio virtuale ma mi dà un po’ fastidio che tutti sanno tutto di tutti e soprattutto non tollero che si tolga tempo al nostro blog di merda per girovagare su FB.
Tra l’altro tra i miei contatti Fb ho pure qualcuno con cui lavoro e nn posso essere abbastanza trucida per ovvi motivi.
Riservo a voi, amici di merda, tutte e mie energie trash e la mia buzzicaggine.


Il blog potrà andare pure in ferie…
… ma gli amici di merda no.
In queste settimane di assenza ingiustificata sul web abbiamo continuato a coltivare in modo più o meno continuativo i nostri rapporti di merda. Data la pigrizia/intollerabileprolungamentodelle ferie (rosico) di alcuni mi permetto di tirare le somme e riassumere per sommi capi cosa mi risulta sia accaduto agli amicicci di cui ho notizie.

VISTI E FOTOGRAFATI

L'originale nome di una discoteca italiana (biglietto di sponsorizzazione)

L'amore scritto sui muri (Benevento 2008)



sabato 13 dicembre 2008

Santa Lucia

Diretta discendente di Demetra - Cerere, dea dei campi e della luce della bella stagione , alla quale in questo periodo gli antichi offrivano in voto frumento bollito e fiaccole luminose, Santa Lucia viene festeggiata a Circello (BN), Atena Lucana (SA) e Lenna (BG) con un grande falò che ricorda quello in cui venne gettata durante il martirio e dal quale uscì indenne.Sì perché i modi che la tradizione religiosa-popolare vuole usati per ucciderla son parecchi.
Poiché si era convertita e fatto voto di castità, ruppe il fidanzamento con un giovane patrizio.Questo prima fece il romanticone dicendole “Senza i tuoi occhi non posso vivere”, e lei se li strappò
servendoglieli su un vassoio; allora lui la denunciò come cristiana al proconsole Pascazio, che la condannò prima ad essere rinchiusa in un lupanare, dove però né uomini né buoi riuscirono a trascinarla; poi ad essere arsa viva, indarno: infine decapitata, stavolta con successo.
Santa Lucia è simbolo dell’amore luminoso e generoso; la filastrocca “l’è rivàda Santa Lùssia/ i morosi i se dà al saco (si nascondono)/ per no pagarghe (alla morosa) el mandolàto”, si riferisce a un’usanza veneta di questo giorno che imponeva ai fidanzati di acquistare alle varie fiere dedicate alla Santa gran copia di dolci da donare alle fidanzate.

E poiché la notte di S.Lucia è la più lunga che ci sia, le fanciulle forlivesi - seguendo il proverbio “Per Santa Lòzia un cul d’gocia (una cruna d’ago, che avevate pensato?)”- la passavano a cucire la camicia da notte che avrebbero indossato la prima notte di nozze.

sabato 6 dicembre 2008

Il ministro fantasma

Dal libro di LILLI GRUBER “Streghe” – Rizzoli 2008, pagg. 237-38

Alle 18 dell’11 giugno la segreteria del ministero per le Pari opportunità annulla l’appuntamento. Può capitare, mi dico. La mia assistente Alessandra si riattacca alla cornetta ma trovare la data giusta non è facile. Ottengo infine l’ambìto appuntamento, il 10 luglio alle tre del pomeriggio. Il giorno prima mi arriva la fatidica telefonata del ministero: Mara Carfagna è stata dirottata su improrogabili impegni istituzionali. Mi rendo conto. Un po’ nervosa, decido di impiegare utilmente le ore che avrei passato con lei. Ormai che sono rientrata da Strasburgo, alle tre vado dal parrucchiere.
E mentre mi asciugano i capelli, nel salone entra Mara Carfagna.
Il mio parrucchiere, Roberto D’Antonio, è molto quotato. Lo frequentano personaggi del cinema e della televisione, del giornalismo e naturalmente anche della politica. Ma che sia diventato un impegno istituzionale mi colpisce davvero. Aumenterà anche i prezzi?
Saluto con educazione la ministra. Non mi trattengo dal farle notare, però, che raramente ho avuto tante difficoltà a ottenere un’intervista. Personaggi come Al Gore o il ministro degli Interni dell’Arabia Saudita sono stati una passeggiata, al confronto. Imbarazzata, mi spiega confusamente che stanno ancora rodando l’ufficio. Cioè, suppongo, non ha ancora spiegato a chi le prende gli appuntamenti il significato della parola «istituzionale». Un ministero senza portafoglio, e anche senza vocabolario. Mara Carfagna, dopo mille scuse, mi promette che la sua segretaria richiamerà per fissare una nuova data.

lunedì 1 dicembre 2008

FATE PANE E POMODORO

A teatro ho avuto modo di assistere ad una divertente pièce dal titolo “Afrodita e le ricette immorali”, uno spettacolo di poco più di un’ora, dove la voce recitante è quella di Gisella Bein, accompagnata dalla fisarmonica di un virtuoso Luca Zanetti. Spettacolo esilarante, e fatto con pochi mezzi, dove il tema è quello dei legami tra cibo ed erotismo, ricavato dai racconti di Isabelle Allende (“Afrodita”) e di Manuel Vazquez Montalban (“Le ricette immorali”), entrambi pubblicati in Italia da Feltrinelli.
Un fantastico gioco dei sensi, accompagnato dalle gustose ricette di Ponchita Llona, abilissima cuoca madre di Isabelle Allende. Poco più di un’ora di musica e parole, dove la filosofia di vita espressa si condensa nella frase: “Non fate la guerra, ma pane e pomodoro”.

IL GIOVANE BOSSI BOCCIATO ANCHE DAI PROF PADANI

Fonte: La Stampa, 30 novembre 2008 (Estratto)
Fabio Poletti


Non c’è due senza tre. E per la terza volta Renzo Bossi, il figlio del ministro, è stato impallinato all’esame di Maturità. Lo ha bocciato nuovamente la commissione d’esame straordinaria della Quinta A liceo scientifico del collegio Bentivogli di Tradate, dove due giorni fa l’aspirante delfino della Lega declassato a trota dal padre, aveva ritentato l’esame. Bocciato due anni fa, ribocciato lo scorso luglio, il ventenne rampollo di casa Bossi si era appellato al Tar e al ministero. Suo padre in un comizio ne aveva fatto un caso politico: «Troppi professori del Sud, ci vorrebbe il federalismo…». Il ministro Maria Stella Gelmini aveva concesso un secondo appello. Ma si vede che per Renzo Bossi gli esami non finiscono mai.
Renzo Bossi potrebbe ritentare una quarta volta. Potrebbe aspettare l’esito del ricorso davanti al Tar. Oppure potrebbe non fare niente e accettare serenamente di vivere la sua vita con la licenza Media e basta. A suo padre che ha festeggiato tre volte una laurea in Medicina mai presa, non è che sia andata proprio malissimo.

WE DESIGN SPACES WITH FEELINGS

Dal libro di Lilli Gruber “Streghe”, Rizzoli 2008, pag 181

Teresa Sapey in patria era una tra molte, imprigionata in una Torino convenzionale con troppi architetti e poco spazio per farli lavorare. Specie se donne e giovani. Così se n’è andata via, seguendo in parte l’ispirazione e in parte, come spesso accade, un amore. Oggi regna su una casa di assoluta eleganza, dai pavimenti lucidi e bianchi, arredata solo con pezzi unici, molti dei quali disegnati da lei. Generosa e cordiale, riceve spesso e ieri sera mi ha invitata a cena con un gruppo di donne davvero interessanti.
«In Italia non avevo nessuna possibilità» mi ha confessato al di sopra di uno spiedino di fragole e formaggio. «Il mondo culturale è dominato dalle conventicole, naturalmente quasi tutti uomini. Non c’è spazio per l’innovazione, non ci sono progetti.» In triste declino del Paese del design.
Il parcheggio di Chueca le ha dato notorietà, oltre a fare di lei in qualche modo una specialista in questo tipo di spazi urbani solitamente trascurati e degradati. «We design spaces with feelings» è il motto del suo studio: disegnamo ambienti con sentimento. In un quartiere ancora difficile, che non manca di discriminazione e violenze, ha creato un inno all’amore dai muri rosso fuoco, istoriati con i versi del V Canto della Divina Commedia. In spagnolo, naturalmente. «Amor, c’ha nullo amato amar perdona» traduco alla luce dei faretti verdi e gialli. In un angolo, una vera e propria fontana pubblica in metallo offre un servizio in più a cui solo una donna poteva pensare: lavarsi, rinfrescarsi, godere di un momento di quiete tra il rombo delle macchine, appena sotto la frenesia di questo quartiere allegro ma ribelle. Non mi stupisce che le commissioni ormai piovano su Teresa da ogni parte: alberghi, negozi, ancora parcheggi. Un’altra italiana che ha trovato la sua fortuna solo lontana da casa, come il mio nuovo amico Massimo mi conferma: «Preferisco la Spagna e non solo per il clima e per la lingua. A Madrid c’è un’atmosfera libera».
(…) le notti spagnole, che cominciano con la cena alle undici, si allungano sempre, nelle ore piccole.

SIATE VIGILANTI

Uno dei motivi per cui, a mio parere, la Chiesa perde terreno tra le coscienze italiane, è il suo ostinarsi a volere far leva sui sensi di colpa che fanno parte dell’ancestrale natura umana. Neanche la più spaventata massaia di casa vicino alla parrocchia o la più bigotta delle donne, crederebbe ormai all’autopunizione ed al sacrificio come mezzo di espiazione e di acquisto del Paradiso.
I sacerdoti più lungimiranti ed impegnati nel sociale hanno ormai capito che va cambiato il registro della predica ed il modo stesso di stare tra la gente.
Uno dei parroci italiani più carismatici è un piemontese, si chiama don Valentino Vaccaneo. E’ un omone di 74 anni, con cinquanta di sacerdozio alle spalle. Ha al suo attivo realizzazioni importanti, come appartamenti per donne in difficoltà (bambini compresi), una comunità per il recupero dei tossicodipendenti, una casa per soggiorni estivi ed un’altra per incontri, nonché una sala per spettacoli e proiezioni cinematografiche ed un’altra sala per i giovani.
La sua predica sul “siate vigilanti, andate incontro allo sposo” sarebbe più convincente di tutte le esortazioni del ministro Brunetta per migliorare la produttività sui posti di lavoro. Con la sua stazza imponente, con il suo grande carisma don Valentino si muove ai piedi dell’altare e parla alla folla:
“Cosa significa andare incontro allo sposo? Significa attendere l’incontro con Gesù, essere vigilanti e prepararsi a questo grande evento. L’attesa non è certo quella di cui sentiamo parlare in questi tempi: attesa di attacchi terroristici, attesa di momenti di crisi. Non è certo questa l’attesa di cui parla Nostro Signore.
Immaginate – continua don Valentino – una sposa che debba andare incontro al suo sposo. Che fa? Si trucca, si aggiusta i capelli, indossa l’abito per la festa. Attende il suo momento di gioia. Se andasse trascurata e con i capelli rovinati significherebbe che non ha fatto quello che l’attesa le richiedeva: farsi bella per il suo sposo.
Allora, tutte le volte che incontriamo il nostro prossimo, incontriamo lo sposo. E tutte le volte dobbiamo chiederci cos’è quello che possiamo fare e se quello che abbiamo fatto era davvero tutto quello che potevamo fare: nel sociale, nel lavoro, in un impegno, in un rapporto con il prossimo. Essere vigilanti significa fare tutto quello che ci è possibile. Ricordarci che stiamo andando incontro allo sposo e che dobbiamo prepararci per vivere questo momento di festa”.
In queste parola la visione più luminosa del Cristianesimo, non religione del quietismo e della rassegnazione, del sacrificio e della mortificazione (come è stato interpretato da alcune filosofie), ma religione dell’impegno e dell’attivismo, della trasformazione positiva della realtà “perché – è sempre don Valentino che parla – Dio ha bisogno dell’impegno di ciascuno di noi”.

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