(Daniele De Folchi) - Sabato Febbraio 2024 ,noi del gruppo di ricerca ISTRIA ITALIANA commemoriamo il giorno del ricordo,istituito dal senatore Roberto Menia con Legge n.92 del 30 Marzo 2004.
Con desiderio di brevità, senza un pensiero sentenzioso, e con coscienza di persona e collettività giusta, e tralasciando le passionalità, le faziosi valutazioni, e le polemiche inutili e dannose che in un giorno come questo mancherebbero di rispetto a tutti quelli che subirono il dramma dell'esilio, vogliamo ricordare, sì ricordare.
Ricordare e commemorare a perpetua memoria l'esodo delle genti italiani dell'Istria, di Fiume e della Dalmazia,che tra il 1943 e il 1948,dovettero subire le angherie, le uccisioni,e gli infoibamenti da parte del tumultuoso giustiazialismo slavo e che, a guerra finita, si videro costretti ad abbandonare la loro terra natia per gli atti coercitivi dei partigiani slavo comunisti.
Tanti perirono dentro le foibe o nei campi di concentramento di Goli Otock o Borovnica,tanti altri abbandonarono la regione istriana, quarnerina, e dalmata risalendo fino a Trieste o imbarcandosi sul traghetto Toscana(visibile anche qui in foto)che da Pola portava a Venezia e Ancona.
Un esilio di 350000 persone che non aveva più nulla. Non aveva più i loro negozi, le loro botteghe, le loro case,i loro terreni, il contatto con la loro terra, e con i proprio affetti.
Arrivati in Italia vennero stipati lungo tutto lo stivale, in caserme, depositi, e luoghi di fortuna.
In questi campi vi rimasero per anni, prima di riuscire a rifarsi una vita,in Italia o altrove.
Una ferita e una lacerazione di un passato che si ripercuote ancora nel presente, di un tempo che trascorre ma che non passa, che solo da qualche anno vede la possibilità di farsi conoscere e di dare giusto merito alle indicibili sofferenze delle genti dell'Istria, Fiume, e Dalmazia.
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