(Da un'intervista allo storico Luigi Marco Bassani) - Mario Draghi è un altissimo burocrate internazionale. Il suo enorme prestigio (in patria, la guerra ha fatto toccare con mano che all'estero il suo carisma è vaporizzato) deriva proprio dall'aver avuto un ruolo da protagonista nelle organizzazioni internazionali. In fondo è stato il segreto di una politica italiana di rarissima insipienza, che dopo aver servito l'ONU ha avuto una certa popolarità in patria: Laura Boldrini. Gli italiani adorano le istituzioni internazionali, sono sempre stati molto complessati ed esterofili: sanno di avere eccellenze culinarie e della moda (a tratti anche calcistiche), ma di essere agli ultimi posti in tutte le classifiche mondiali su tutto il resto. Quindi quando un italiano (Mario Monti, Laura Boldrini, Mario Draghi) si fa strada in un ambiente internazionale i suoi concittadini incominciano ad osannarlo. A mio avviso, il suo governo è il peggiore della storia non repubblicana, ma dall'unità. Ha varato un sistema che non ha nulla di sanitario in senso stretto (altrimenti sarebbe stato adottato anche in altri Paesi colpiti dal COVID), ma è essenzialmente quello dei crediti sociali del Partito Comunista Cinese. Il governo decide cosa devono fare i cittadini-sudditi e chi non si conforma diventa un paria della società. L'articolo 3 della Costituzione, quello che stabilirebbe l'assoluta uguaglianza fra tutti i cittadini, è stato frantumato a colpi di decreti negli ultimi due anni, ma dalla scorsa estate si è assistito a un imbarbarimento del linguaggio politico che non ha paragoni nella storia italiana (anzi li ha, ma non si possono fare). E il tutto è accaduto con il consenso unanime delle forze politiche. Le ragioni costituzionali e della libertà personale non hanno avuto alcun rilievo di fronte a un'emergenza sanitaria rappresentata da un virus che uccideva in media ottantenni con almeno tre gravi comorbidità. Il premier Draghi ha detto apertamente a chi non si era vaccinato che non faceva parte della nostra società, arrogandosi il diritto di stabilire il perimetro sociale e chi ne stava dentro: un potere che la Costituzione non ritiene neanche immaginabile. Questo vischioso sistema di controllo sociale e crediti è quanto di meno liberale si possa immaginare, ma soprattutto risulterà difficilissimo da smantellare: esiste infatti una burocrazia che ormai vive di lasciapassare e codici. I governi amano le emergenze e le crisi, proprio come le imprese i periodi di crescita e benessere, e non è un caso che Mario Draghi ne abbia immediatamente dichiarata un'altra fino al dicembre 2022, giustificata, si fa per dire, dall'attacco di Putin alla Ucraina. La sensazione è che ormai tutto diventerà ordinariamente emergenziale. Oltretutto, non si vede quale strumento possa esistere per contestare lo stato di emergenza, a fronte di maggioranze politiche così ampie e servili. In breve, l'Italia è sprofondata in un vero inferno politico e sociale, che in 24 mesi ha portato dagli arresti domiciliari generalizzati, alla creazione di una incontestabile 'scienza di Stato', che ha sostenuto tutto e il contrario di tutto. Come in ogni regime totalitario sono stati individuati i nemici del popolo, prima i corridori solitari nei campi, poi i non mascherinati e infine i più ributtanti di tutti, i non vaccinati. È stato seminato da ogni pulpito un odio che non ha lasciato spazio né all'umana pietà, né al ragionamento pacato. Le ferite non saranno facili da rimarginare.
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