Entrare nella nuova ala del Museo del Sannio ed incontrarsi con i dipinti di Fryda Ciletti per me è stata una scoperta. Non c’è una data, un anniversario, una circostanza particolare per ricordarla. Lo spunto per parlare di lei è questa mia visita nelle sale espositive che contengono i quadri dei coniugi Ciletti, Nicola e Fryda. Peccato che la superba “Madre sannita” (olio su compensato, 160x70) sia collocata su una parete scura che ne rende difficoltosa la ripresa fotografica, anche se con una potente digitale. Ammiro estasiata anche “L’Eroica” del 1983, dipinta quattro anni prima della sua morte, ed il “Paesaggio campestre con case e contadini” del 1934. I colori sono belli, il viso della madre e del suo bambino espressivi, la scena del violino tra gli spartiti, i libri, il calamaio, il lume e la tendina ocra socchiusa evoca una strana malinconia. Forse quella che lei stessa provava nell’isolamento di San Giorgio la Molara, il paesino del Fortore dove la confinarono gli eventi della seconda guerra mondiale, lei, che aveva ricevuto un’educazione cosmopolita, avendo studiato a Zurigo dove aveva imparato il tedesco ed il francese. Affiora in me il ricordo di una mostra di questa artista cui ho assistito già diversi anni fa, ormai, nonché il ricordo dell’avvocato Ugo Iorio, sangiorgese, amico della mia famiglia insieme alla sua consorte Assunta, il quale affermava, senza peli sulla lingua: “Zia Fryda con il pennello era anche più brava del marito!”.
Allora, tra l’osservare i suoi quadri e lo scattare foto, mi è venuta la curiosità di approfondire la storia, umana e artistica, di questa donna, scoprendo un ricco vissuto, del quale si dovrebbe parlare di più, anche nelle nostre aule scolastiche quando si insegna Arte. La Giornata Mondiale del Libro, il 23 aprile, si avvicina e sarebbe bello ricordare questa figura di donna ed artista, scrittrice, pittrice, magari proprio all’interno del Festival del Libro che si svolge nella nostra città dal 2010. Sì, perché Fryda Laureti Ciletti fu anche scrittrice ed illustratrice sopraffina di testi, oggi conservati (proprio dal 23 aprile 2010) presso la Biblioteca parrocchiale di San Giorgio la Molara. A differenza di altre, Fryda sacrificò il suo talento per non fare ombra a quello del coniuge, preferendo defilarsi, sempre.
Fryda nasce il 3 giugno 1905 a Alanno, piccolo centro del Pescarese. E’ la terzogenita di Silvio e di Lina Lanz, tedesca. In Svizzera frequenta la scuola pubblica e la chiesa protestante. Allo scoppio della prima guerra mondiale raggiunge il padre a Crotone, dove egli era direttore della Cattedra di Agricoltura sperimentale, anche se la famiglia era stata confinata a Lagonegro a causa dell’origine della madre. Rimarrà orfana del genitore nel 1918, colpito dall’epidemia di spagnola, e nel 1924 perde anche la madre. L’amica Bianca Maria Cammarano le fa allora conoscere Nicola Ciletti, nato a San Giorgio la Molara e artista di successo nella Napoli del tempo. Lui è un maturo signore di 41 anni, lei di anni ne ha 19. E’ bella, giovane, affascinante, dotata di un genio creativo e di un’intelligenza fuori dal comune. Tra i due subito scocca la scintilla ed il matrimonio sarà allietato dalla nascita di tre figli, Gloria, Imperia e Sigfrido. Il matrimonio è anche sodalizio artistico. Dal 1930, Fryda completa la sua formazione culturale ed artistica a Napoli. Nel 1941 si converte al cattolicesimo, altro avvenimento centrale della sua vita, seguito ad un’intensa riflessione sulla storia della Chiesa e gli scritti dei suoi Dottori.
“Paese sannita che ospiti la mia straniera nostalgia e il mio tormento, vedo le tue case fasciate di antichissima pace di cui ignoro il profumo”. Così scrive Fryda in uno dei suoi componimenti su San Giorgio la Molara. Diversi suoi scritti ed articoli usciti su riviste parlano dei viaggi all’estero che sempre caratterizzarono la sua vita. Il suo testo è accompagnato sempre da disegni da lei stessa realizzati. Si è spenta nel 1987 a San Giorgio la Molara. Vorrei rivolgere un sentito appello alle istituzioni di San Giorgio la Molara per allestire una nuova mostra che consenta di conoscere le opere di questa artista geniale, accompagnate, se possibile, dalla lettura di alcune sue opere. E’ sempre giusto ricordare chi ha dato lustro ai luoghi che sono stati scenario della propria esistenza terrena.
2 commenti:
Questa pittrice è stata ingiustamente dimenticata. Ho avuto l’inaspettata fortuna di comperare una Sua splendida natura morta su compensato del 1940 sul cui retro e’ dipinto uno splendido paesaggio e posso affermare con assoluta certezza che un tale dipinto e’ semplicemente meraviglioso tanto e’ vero che ha destato ammirato stupore tra i miei amici anch’essi collezionisti. E’ assurdo che ci siano pittori del 900tanto conosciuti e...costosi ( valga un esempio per tutti, Balla figurativo) ed altri, come Fryda Laureti Ciletti, del tutto ...sconosciuta! Giuseppe di Roma
Buongiorno Giuseppe, le sarei grato se volesse contattarmi in merito. Per un motivo di studio e ricerca legato a Fryda Ciletti, mia amata musa ispiratrice.
Le lascio la mia mail:
reportages1@yahoo.it
Grazie
Lucia Gangale
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