I ragazzi del Bookstock Village dopo l'incontro con Patrizia Valduga
TIZIANA PLATZER
TORINO
Sono alti e magrini, sui jeans la t-shirt nera con i volti dei due ragazzini che abbracciano la frase «chiedere bellezza», li identifica fra le squadre operative del Bookstock Village. Ma non quella dei «boy&girl» di Andrea Bajani, i due amici fanno parte del team dell’Istituto Steiner che gira le clip. Spalla a spalla, mentre aspettano che il pubblico abbandoni l’arena, si confidano una sintesi condivisa al millimetro: «In tanti modi ci ha detto una cosa sola: o godete del leggere poesie, o fate sesso». Sorridono, non di quell’ironia superficiale che si appiccica scontata a due adolescenti, hanno metabolizzato perfettamente il messaggio che ieri mattina la poetessa Patrizia Valduga ha cercato di trasmettere alla platea piena di studenti durante l’incontro di apertura del progetto pensato da Bajani, «Le parole del futuro»: e «futuro» è stata la prima.
Sono alti e magrini, sui jeans la t-shirt nera con i volti dei due ragazzini che abbracciano la frase «chiedere bellezza», li identifica fra le squadre operative del Bookstock Village. Ma non quella dei «boy&girl» di Andrea Bajani, i due amici fanno parte del team dell’Istituto Steiner che gira le clip. Spalla a spalla, mentre aspettano che il pubblico abbandoni l’arena, si confidano una sintesi condivisa al millimetro: «In tanti modi ci ha detto una cosa sola: o godete del leggere poesie, o fate sesso». Sorridono, non di quell’ironia superficiale che si appiccica scontata a due adolescenti, hanno metabolizzato perfettamente il messaggio che ieri mattina la poetessa Patrizia Valduga ha cercato di trasmettere alla platea piena di studenti durante l’incontro di apertura del progetto pensato da Bajani, «Le parole del futuro»: e «futuro» è stata la prima.
Nessun commento:
Posta un commento