lunedì 28 settembre 2009

FARSI UNA VITA

Un paio di ragazzetti di vent’anni, fermi su una panchina di una città del profondo Nord. Uno, biondino, con tono di voce lamentoso, rivolto al suo compagno, si sfoga in stretto dialetto partenopeo (traduco in italiano per gli internauti del globo): “Arrivi a 19 anni, arrivi a 30 anni che non ti sei fatto una tua vita”.
Ed il lamento continua per ore, mentre sulla piazza cittadina ci si sta preparando per una notte bianca, e tutto intorno c’è gente che lavora.
E lui, seduto lì, con quell’altro sfigato del suo amico, che continua a lamentarsi. E si lamenta, si lamenta, si lamenta, sempre lì, seduto, mentre intorno gli altri si danno da fare.
Ho una massa di alunni che oltre a studiare, prima dei 18 anni, lavorano tutti, e loro una propria vita se la faranno, perché da subito hanno imparato che il lavoro, qualsiasi lavoro, non è da disprezzare. Infatti, tra loro, c’è chi cucina al kebab, chi fa la commessa, chi la barista, chi la cameriera, chi vendemmia, chi fa stage in strutture sanitarie, chi sta estati intere con i bambini e fa volontariato, chi i campi scuola…
E lui, continua a lamentarsi. Continua a guardare standosene seduto.
Odioso…
E vorrebbe “farsi una vita”?
Giuvinò, alza il sedere. Vai a lavorare!

4 commenti:

Anonimo ha detto...

Perche non:)

Anonimo ha detto...

quello che stavo cercando, grazie

Anonimo ha detto...

quello che stavo cercando, grazie

Anonimo ha detto...

necessita di verificare:)

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